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GLI UNIVERSI RINASCONO?

 

 

 

Giordano Bruno, filosofo astronomo e scrittore, nato a Nola nel 1548, nonostante l’inquisizione ecclesiastica infliggesse il carcere e le torture, si rifiutò sempre di rinnegare le sue idee e fu arso vivo a Roma in Campo dei Fiori il 17 febbraio 1600.


Il suo torto fu di aver aderito alla visione copernicana, contrapponendo ad un universo chiuso e finito, infiniti universi.

 Il 1584 è l’anno in cui scrive "De l’infinito universo et mondi", nel quale tratta il problema dell’essere dal punto di vista cosmologico: "l’essere è lo spazio infinito con i mondi innumerevoli" e dal punto di vista sotto l’aspetto metafisico: "l’essere è l’infinito stesso".


Aveva ragione Giordano Bruno? Il nostro potrebbe essere solo uno degli infiniti universi?

 Ebbene dopo 400 anni gli astronomi cominciano a chiedersi cosa c’era prima del Big Bang.

La scienza sta cercando di capire che cosa ci fosse prima di quell’esplosione, prima cioè della nascita stessa dell’universo.
Fino a qualche tempo fa, la maggior parte dei cosmologi pensava che la domanda fosse priva di senso. Secondo la teoria standard il tempo dovrebbe nascere nel momento dell'esplosione che origina l'universo.

Da alcuni anni, però, nuove teorie vedono il nostro universo non come il solo esistente, bensì come uno dei tanti universi paralleli esistenti gli uni indipendentemente dagli altri, in un tempo infinito.

Il tempo quindi esisterebbe già prima della nascita del nostro universo.

Il "vuoto quantistico"
Il nostro universo potrebbe essere emerso da un "vuoto quantistico", paragonabile a un mare in bonaccia sulla superficie del quale talvolta alcune piccole onde si increspano. E' dal collasso di una di queste onde, particolarmente energetica e dalle dimensioni non superiori a quelle di un nucleo atomico, che la nuova teoria dice sia nato il nostro universo.

Sdoppiamento della realtà
Secondo alcuni studiosi di meccanica quantistica, la nostra stessa realtà si sdoppia ogniqualvolta una particella ha la possibilità di comportarsi in modi diversi e di conseguenza di dare vita a due universi paralleli.

Le bolle di Narlikar
Lo scienziato indiano Jayant Narlikar ritiene che l'universo che noi osserviamo possa essere solo uno dei molti universi che si espandono entro uno spazio molto più vasto.
L'iperuniverso può essere paragonato a un gigantesco contenitore di liquido ribollente, in cui il nostro universo è una delle bolle, le altre sono altrettanti universi a sè stanti.

The wormhole
Il nostro universo potrebbe essere emerso da un punto di un altro universo, dove la gravità è così intensa da piegare lo spazio attorno a sé e dove l’universo nascente appare come un buco nero, al cui interno però si sviluppa un altro spazio.
La matemetica dimostra che, almeno in teoria, un buco nero potrebbe comunicare con un'altra regione di spazio-tempo tramite un "wormhole", una sorta di condotto sottile e contorto che attraversa altre dimensioni. L'altra estremità del condotto potrebbe essere un buco bianco da dove verrebbe espulso il materiale risucchiato dal buco nero. Così ogni universo potrebbe generare altri, per tutta l'eternità. 
Il fisico americano Lee Smolin ha esteso il concetto di buchi neri e di wormhole al problema della nascita e della morte dell'Universo. Si può immaginare l'interno di un buco nero come qualcosa che è stato strappato dal corpo principale dello spazio-tempo da un piccolo tubo simile a un wormhole. Ma dall'interno un buco nero apparirebbe come un universo in espansione.
Questi buchi neri potrebbero dare origine a nuovi universi. E così via riproducendosi per originare nuovi universi.


Tutto lascia intravedere la possibilità che, prima del nostro, ci siano stati molti altri Big Bang, e molti altri universi si stanno formando e che si formeranno.
Ma forse con l'ipotesi di Smolin di universi autoriproducentesi, nati sulle ceneri di quelli vecchi, abbiamo chiuso il cerchio, ritornando ad alcune vecchie idee ora confermate e rafforzate da calcoli scientifici.
Solo il tempo potrà dirlo.

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