menù misteri
 

 

 I MISTERI DELL'ANTICO EGITTO
(riferimenti astronomici?)

 

 


La grande piramide di Cheope è, secondo alcuni studi, una rappresentazione in scala 1/43200 della Terra, la carta di identità del Pianeta Azzurro.

Osservandola, un viaggiatore accorto potrebbe agevolmente calcolare la distanza della Terra dal Sole, la durata di un anno, la sua curvatura, i suoi punti cardinali, ... insomma la piramide di Cheope potrebbe essere quel puntino rosso che si trova sulle mappe turistiche e ci dice "Voi siete qui".

La Sfinge, invece, che sarebbe più giusto chiamare "la statua del leone", è un orologio eterno che guarda sorgere il sole da migliaia di anni, ma solo in un periodo ben definito guardava la costellazione del Leone, che è la sua copia nel cielo, questo avveniva nel giorno dell'equinozio di primavera, "attorno all'anno 10.500 a.C.", forse è questo il periodo che dobbiamo guardare, la soluzione del suo enigma rivela l'epoca in cui loro sono arrivati.

Infine la disposizione delle tre piramidi, Cheope, Chefren e Micerino, dà la risposta alla domanda cruciale: "dove sono andati?".

E tutto sembra ad indicare la costellazione di Orione. Coincidenze?
  LA COSTELLAZIONE DI ORIONE

Come spiega l'ingegnere ed egittologo Robert Bauval in Il Mistero di Orione, la posizione relativa e la massa delle 3 grandi piramidi di Giza rispecchiano fedelmente la configurazione e la magnitudine delle 3 stelle della cintura di Orione.
Difficilmente è impossibile pensare ad un errore: le piramidi sono allineate esattamente alle stelle della cintura di Orione.
La simmetria perfetta nella proiezione ideale tra la volta celeste e la superficie terrestre si ottiene in una data attorno al 10450 a.C., in coincidenza con la minima altezza sull'orizzonte raggiunta da Orione nel suo moto precessionale.

Quindi l'inizio del ciclo di Orione coinciderebbe con il cosiddetto Primo Tempo della tradizione egizia, nell'era astrologica del Leone.

Molto spesso, infatti, gli antichi siti archeologici coincidevano con la posizione delle stelle; osserviamo quindi il cielo servendoci di moderni e sofisticati programmi per computer, di un moderno planetario che ci possa portare indietro nel tempo alla data indicataci dalla Sfinge, il 10500 a.C.; ed ecco il sole sorgere nel Leone, Osiride (la costellazione di Orione) al suo culmine quotidiano eppure nel punto più basso del suo millenario peregrinare, Iside (la stella Sirio) che si leva con l'alba e lambisce appena l'orizzonte, questo è il solenne ZepTepi, il Primo Tempo, l'inizio di tutte le cose.

Osserviamo la cintura di Orione al suo culmine, il passaggio al meridiano di Giza, due grandi stelle ed una piccola leggermente spostata ed il cui allineamento ricalca esattamente quello delle piramidi di Giza, con Micerino leggermente fuori dall'asse formato dalle altre due.
Ebbene essi sono andati verso le tre stelle della Cintura di Orione che, proprio nel 10.500 a.C., si trovava alla distanza minima dalla Terra.
Stiamo parlando della costellazione di Orione, una costellazione che gli antichi egizi veneravano in maniera particolare, infatti il loro dio, il grande dio Osiride, era proprio inscritto nella costellazione di Orione, la piramide di Chefren coincide con la stella centrale della Cintura di Orione che, dobbiamo ricordarci, è proprio la stella dove gli antichi egizi pensavano potesse esistere la dimora degli dei, su quella stella dove andavano i faraoni diventati dio sulla terra.

Ora questa storia di stelle e piramidi potrebbe sembrare una voluta lettura di accostamento. Ma leggete.
Andiamo indietro nel tempo fino ad arrivare al regno di un faraone donna, Hatshepsut, una donna volitiva, piena di carattere, che ebbe una storia sentimentale con l'architetto di corte, un certo Sen Mut, un grande amore dal quale nacque anche una bambina. La loro unione fu osteggiata, i loro cartigli e geroglifici furono addirittura cancellati, una volta morti. Il faraone donna aveva nominato l'architetto di corte, gran sacerdote, suo braccio destro, questi aveva quindi conosciuto i grandi segreti che solo i grandi sacerdoti potevano sapere.

In una delle due tombe di Sen Mut, quella che lui aveva realizzato come architetto, non come gran sacerdote, si trovano delle iscrizioni che erano nascoste dall'intonaco, celate ai contemporanei, un messaggio che dovevano vedere solo uomini che sarebbero arrivati molto tempo dopo. Un messaggio che arriva da lontano, conoscenze antiche e misteriose, insomma cosa sapevano esattamente gli egizi? Osservando bene questo graffito mi è venuto il dubbio di aver colto nel segno. Si vedono le tre stelle della cintura di Orione e attorno alla stella centrale, quella che corrisponderebbe alla piramide di Chefren, troviamo dei segni, tre chiarissime ellissi come orbite di altrettanti pianeti. Loro sono li? Ecco un messaggio che forse doveva rimanere segreto, un messaggio che Sen Mut, forse per rivalsa su chi lo voleva morto, ha invece lasciato ai posteri.
Sono passati più di 1300 anni tra la costruzione delle piramidi e questa traccia lasciata da Sen Mut, un passa parola durato tredici secoli per un messaggio che doveva essere importantissimo; quel graffito ci racconta, infatti, che gli antichi si tramandavano, per tradizione orale, la storia di questi primi uomini, i Titani, Giganti secondo la Bibbia (Genesi 6 - 2), costretti un giorno ad abbandonare il pianeta per il diluvio universale, o per un'altra catastrofe, lasciandosi dietro ... "tre piramidi ed una Sfinge".


Il capodanno egizio

cade all'alba del giorno in cui Sirio sorge immediatamente prima del sole. L'intervallo tra due successive levate eliache di Sirio è esattamente 365,25 giorni, perciò lo spostamento graduale (0,25 giorni/anno) del punto in cui sorge la stella scandisce, come un orologio, lo sfasamento del calendario rispetto alle stagioni.

Questo spiega la venerazione degli Egizi per Sirio.
Approssimativamente, la rotazione si completa in 365/0,25= 1460 anni. In realtà l'esatta frazione di anno persa è 0,2422, per cui il vero ciclo di rotazione è 365/0,2422= 1507 anni.


La cronologia Egizia

E' praticamente impossibile fornire date certe prima della 664 a.C., possiamo indicare solo dei "periodi di riferimento" senza mai dimenticare che, anche le date apparentemente precise, vanno sempre seguite da un significativo "circa".

L'inizio del periodo dinastico è stato per molti decenni un elemento di dissidio fra egittologi. E' sufficiente ricordare che J. F. Champollion, l'uomo che, nel 1821 ha scoperto il modo per tradurre i geroglifici, aveva collocato quell'inizio nel 5800 a.C. circa, mentre l'egittologia ufficiale è arrivata a collocarlo nel 3000 a.C. circa.
E' certo che gli Egizi stessi ritennero che l'inizio della loro civiltà risalisse a tempi lontanissimi.

Diodoro Siculo, lo storico greco del I secolo a. C., racconta di aver appreso, dai sacerdoti egizi, che il tempo intercorso dal regno di Osiride all'arrivo di Alessandro, è stato di 23000 anni, mentre il regno degli dei sarebbe stato di 1500 anni.

Un totale di 24.500 anni, una valutazione inferiore a quella riferita da altre fonti, ma si tratta pur sempre di una quantità di tempo enorme, se confrontata con le cronologie ufficiali.

  INDICATORE EQUINOZIALE

Inoltre la Sfinge (il leone) è un indicatore equinoziale puntato precisamente a Est, costruito per fissare l'epoca in cui il sole, all'equinozio di primavera, sorgeva in quella costellazione (tra l'8700 a.C. e il 10800 a.C.).

L'intima connessione tra l'astronomia e la concezione religiosa degli egizi viene confermata dai 4 condotti obliqui che partono dalle camere della Grande Piramide, erroneamente definiti "di aerazione". Quelli meridionali puntano, rispettivamente, sulla costellazione di Orione (Osiride) e sulla stella Sirio (Iside, Sothis), però, all'altezza a cui attraversavano il meridiano di Giza nel 2450 a.C., a indicare, secondo Bauval, che il progetto di Giza fu intrapreso nel XI millennio a.C. e ultimato dai faraoni.

Altra considerazone è quella del professor A.N. dos Santos, docente di fisica nucleare in Brasile.
Le sue argomentazioni si basano sul funzionamento dell'antico calendario sotiaco egizio, in cui l'anno solare è di 365 giorni. Il ritardo accumulato (circa 1 giorno ogni 4 anni) non viene recuperato, e va di pari passo con lo spostamento della stella Sirio, per cui, dopo un Ciclo Sotiaco di 1507 anni il calendario ritorna al punto di partenza e si celebra l'Anno Sotiaco. Risultano anni sotiaci il 10410 a.C. (in ottimo accordo con Bauval), e soprattutto l'11917 a.C., in cui ebbe inizio il calendario, secondo i calcoli di dos Santos.
Ciò sarebbe confermato dall'allineamento astronomico della Grande Piramide con Vega, la stella polare di 14000 anni fa, e dal ritardo di 3-4 giorni accumulato nelle date dei solstizi tra il 12000 a.C. e l'anno zero.

La datazione archeoastronomica del professor Arthur Posnansky, basata sulla teoria della obliquità dell'eclittica, sposterebbe l'innalzamento delle mastodontiche pietre indietro al 15000 a.C.. Ciò concorda con diversi frammenti di vasellame e con i fregi visibili sulla celebre Porta del Sole, che raffigurano teste di elefanti, toxodonti e altri mammiferi estintisi in Sud America tra il 12000 a.C. e il 10000 a.C..

Queste osservazioni, note fin dagli anni '30, riprese dallo scrittore Peter Kolosimo negli anni '70, sono respinte perché contraddicono il modello di popolamento delle Americhe, i canoni di sviluppo dell'uomo nella preistoria, e confermano i sospetti di una grande catastrofe climatica e geologica che coincise con la fine dell'ultimo periodo glaciale, il cui ricordo è impresso nel mito del Diluvio Universale, comune a tutti i popoli della Terra.



Ora vi parlo dell'ultima coincidenza.

Nel 1995 l'osservatorio NASA della Rice University registrò una particolare emissione di raggi X simili a quelli solari proprio nella nebulosa di Orione. L'analisi dell'emissione portò quindi alla conclusione ipotetica che in quel settore potessero trovarsi corpi planetari orbitanti, caratterizzati anche dalla presenza di acqua. L'Agenzia Spaziale Europea, dopo due anni e mezzo di ulteriori ricerche e grazie ad un osservatorio spaziale ad infrarossi ha confermato e rilanciato la notizia che c'è acqua nell'universo. L'Agenzia Spaziale Europea, nel rilanciare la notizia, ha aggiunto che la scoperta di acqua dà maggiore sostegno alla possibilità che si riproducano tutte le condizioni che quattro miliardi e mezzo di anni fa generarono la vita sulla terra.
La cosa sorprendente è che questo osservatorio ad infrarossi, ha scoperto la maggiore concentrazione di acqua su una stella che in una tomba di un certo Sen Mut veniva raffigurata all'interno di tre ellissi come orbite di altrettanti pianeti, gli astronomi oggi la chiamano Epsilon Orionis (Al Nilam). (LA 7 - Stargate - 29 dic. 2002). Se i rilievi effettuati dalla NASA e confermati successivamente dall'Agenzia Spaziale Europea, sono esatti, è probabile che gli egizi non avessero realizzato casualmente quel bassorilievo.
In questo caso però dobbiamo chiederci da quali fonti essi attingessero mai dati astronomici a cui oggi la nostra tecnologia non è ancora arrivata del tutto.
Chi furono gli informatori di questo popolo vissuto fra l'età del rame e quella del bronzo?
Ci troviamo nuovamente di fronte all'ipotesi che civiltà fiorite nei millenni pre-cristiani abbiano avuta la possibilità di attingere informazioni di alto livello scientifico e culturale da fonti appartenenti ad un antecedente civiltà tecnologicamente evoluta e poi probabilmente decaduta per cause tuttora ignote.
E' possibile quindi che gli egizi abbiano attinto a tali fonti, magari senza nemmeno essere ben consapevoli dell'aspetto scientifico delle stesse ma considerandole piuttosto come opere divine. Quello che non siamo in grado di stabilire è se vi sia stata o meno una partecipazione attiva da parte di gruppi di elìte discendenti dall'antica civiltà o comunque da altri gruppi tecnologicamente avanzati di origine ignota, coesistenti con gli egizi ed i loro contemporanei.

L'ORIGINE DEGLI DEI

In questi anni ci sono state molte nuove teorie, molti studi, talvolta molte fantasie forse è per questo che mi affascina pensare che intorno ad una stella lontana anni luce fosse possibile l'esistenza di una civiltà intelligente e che di questo se ne fossero resi conto uomini vissuti migliaia di anni fa.
E se fosse questa l'origine della mitologia, della storia degli antichi Dei? Una serie di domande che fanno pensare, che in parte sono già delle risposte, certamente un argomento da discutere insieme. Dentro ciascuno di noi poi ci saranno delle soluzioni, dei sorrisi scettici o delle convinzioni profonde, chissà. Ad ognuno di noi la voglia di pensare. E' solo una ipotesi, un racconto, forse rimarrà per sempre una favola.
L'importante è continuare a studiare, ad approfondire l'argomento perché è pericoloso lasciare l'egemonia delle ricerche in mano a uomini che occupano cattedre illustri e tacciano di follia chiunque tenta di seguire altre strade, altre teorie alternative.

Riporto alcuni versetti tratti dalla Bibbia, che mi hanno fatto riflettere non poco, in essi si parla di "Dei", "Giganti" e dei primi uomini:
  • voi siete Dei, tutti figli del Dio Altissimo - (Salmi 82, 6);
  • L'Universo è grande e non conosce limiti, è immenso e nessuno può misurarlo! in esso nacquero i famosi Giganti dei tempi antichi, alti di statura e abilissimi nella guerra - (Baruc 3, 25-26);
  • I figli di Dio videro che le figlie degli uomini erano belle e si scelsero quelle che vollero ... Quando i figli di Dio si unirono alle figlie degli uomini ed esse partorirono figli, sulla Terra vi erano anche dei Giganti. E ci furono anche dopo. Sono questi gli eroi dell'antichità, uomini famosi. - (Genesi 6, 2-4)
  • Anche all'inizio, quando morirono i giganti superbi, la speranza del mondo trovò scampo su una zattera e, guidata dalla tua mano, poté lasciare il seme di nuove generazioni per l'avvenire del mondo - (Sapienza 14, 6)

up



Ma i misteri non si fermano qui ...entra...

... altrimenti ...

   home      menù misteri    by silvano