Frammenti di felicità
Di Rindi Simone
Scritto nel 1995

Ci sono molte cose per cui vale la pena vivere.
L'amore, l'amicizia, il buon vino, un bel sogno, una bella visione.
Dovevo razionalizzare, dovevo riuscire a selezionare gli stati di benessere per poi registrarli e riutilizzarli nei momenti in cui n'avevo bisogno.
Anche i sogni facevano la sua parte contenendo a volte cariche di positività' non indifferenti.
Avevo studiato per anni al progetto "Eden" assieme al Dottor Floyd, psicoanalista, al Dottor Harvey, ingegner Elettronico, al Dottor Stoickov esperto in onde neuroniche e la dottoressa Russel Neurochirurga.
Adesso eravamo pronti per la prima registrazione.
"E' pronto Signor Kansh ?" chiese Harvey.
"Si credo." , "Non le farà' male avvertirà' solamente un po' di stordimento nelle prime ore poi ci si abituerà', noi umani ci abituiamo a tutto e a tutti." E ci fu' una risata forzata quasi a voler smorzare la tensione che si era creata in queste ultime ore di messa a punto del registratore, come lo chiamavamo noi.
In realtà' si trattava di un assimilatore d’onde celebrali positive e semi positive che dovrebbe riuscire a scartare le onde negative, ansiose, paranoiche, tutte quelle onde insomma che portano l'individuo ad uno stato di malessere più’o meno accentuato, le onde "Benefiche" ottenute da tutte le normali azioni quotidiane potranno poi essere riutilizzate a comodo dell'individuo.
Il dottor Harvey dopo aver  ricontrollato tutte le configurazioni del chip dell'assimilatore pratico' un’iniezione anestetica alla base del collo del Dr. Kansh nella zona adiacente lo spinotto; dopo circa 30 minuti inserì' il jack.
Come i Buddisti sentono circolare il Prana nel proprio corpo  Kansh si senti' invaso da una corrente di vita che lo stordì' un poco, facendolo rilassare moltissimo, dopo circa due ore questo stato di Karakoma passo'.
"Come si sente?" chiese  la dottoressa Russel.
"Bene credo. E' andato tutto bene, sono collegato?."
"Si'" rispose Harvey " sei collegato."
Il registratore era molto piccolo e lo mise nella tasca della giacca, il jack gli dava un po' di fastidio, come del prurito, fortunatamente trasmetteva le onde al registratore via etere e non via cavo come il primo modello che studiammo venti anni fa'.
I capelli leggermente lunghi lo coprivano completamente.
Kansh aveva passato la vita intera a studiare "l'arte del benessere" come la chiamava lui, dalle meditazioni orientali, agli stili New age, alle droghe sintetiche, all'euforia dell'alcool, al training autogeno e molti altri metodi più’o meno conosciuti. Aveva scritto molti saggi ed era molto conosciuto per questi suoi lavori, per questo era stato scelto.
Tornando a casa le  ombre della notte lo seguivano come cani affamati pronti all'assalto della preda ferita, e questo lui lo sapeva, lo aveva sempre temuto, si era costruito la fortezza del benessere sempre minacciata dalle crepe del tempo, dei ricordi e dei dolori.
"Sono alla fine del viaggio e vedo la luce eterna, mi lascerò' il buio alle spalle" penso’quando giro' la chiave nel grosso portone di legno massiccio; il corridoio era buio i passi risuonavano alti e pieni di echi terribili. Entro' finalmente in casa.
Si corico' sul letto pensando di dormire immediatamente visto che era molto che era in piedi, ma, invece di morfeo trovo' i suoi pensieri ad attenderlo.
Sabine era molto bella ed il suo viso assomigliava a quello che i bambini danno alle fate buone dei racconti, il suo corpo aggressivo, teso come una pantera, quasi a staccarsi dal buono de suo volto.
Non voleva pensare ma lei li si insinuo' nel cervello attraverso la corteccia espandendosi a macchia occupandone interamente lo spazio.
Pratico’training autogeno di ambedue i livelli per riuscire a addormentarsi.
Al mattino il sole artificiale, voluto dalle autorità' per combattere la depressione, non era attivo forse per un guasto o chissà' per quale altra ragione. Pioveva come oramai accadeva da circa sessanta anni da quando cioè' il microclima formatasi sulla città' si era assestato su livelli di stasi, era anche più' caldo del solito e l'acqua evaporava più' facilmente da terra.
Dai grandi schermi del boulevard si levava il messaggio delle autorità' che assicuravano ai cittadini che il guasto al sole artificiale era cosa facilmente riparabile e che entro poco tempo sarebbe stato riattivato.
Kansh sarebbe partito per le colonie vergini da li' a pochi giorni.
Le colonie vergini, oasi di verde e colori  naturali al novanta percento.
"Vi sono distese verdi d’erba che si perdono a vista d'occhio" cosi' il dottor Floyd  aveva detto a Kansh, e al solo pensiero rabbrividì' di gioia.
Il LED si accese, la gioia era stata sensorizzata e registrata.
"Io potrò' divenire il signore del benessere." Penso' Kansh.
"La tecnologia rende gli uomini liberi di vagare nel cosmo e nell'intimo."
Si fermo' a bere un caffè' liofilizzato; il LED si accese, e si accese quando vide un ologramma della foresta e alla vista di un’amica e alla vista di un bimbo e durante la meditazione yoga.
Dopo qualche giorno Kansh non badava più' al LED che si accendeva.
Una sera mentre ascoltava un vecchio cd-audio di un gruppo psichedelico ormai sepolto provo' un brivido come di freddo, "Remember when we where young ... you shine like the sun, shine on you crazy diamond ....." e lei torno' alla mente.
Il terminale. Collegamento. Digitare numero seriale. Collegamento in corso. Video attivato.
"Chi' e?"  e, la sua faccia si staglio' sul video.
Lui esito'.
"Ancora tu! basta non mi devi più' chiamare capito! perché' ti ostini a credere che possa farmi piacere vederti, non ti accorgi che ti fai solamente male." disse lei.
"Ascoltavo il nostro pezzo e...."
"...e un cazzo "interruppe lei "basta e' finita ! non continuare a cercarmi."
il video si dissolse e l'angelo spari'.
Scese in strada, era il tramonto e, anche se artificiale era molto rilassante, entro' nella strada  12 del settore denominato "hard" dove si compra l'amore a tutti i prezzi e passo' la notte a capire dove sta' la parte giusta della vita assieme ad una ragazza che sicuramente molte volte la aveva cercata trovandola e forse perdendola, o lasciandola.
Il mattino dopo andò' al laboratorio, dovevano estrarre le informazioni; la dottoressa Russel lo accolse con calore e pratico' un’analisi con la virtuosonda all'interno della corteccia per rilevare la presenza d’eventuali manifestazioni tumorali. Tutto era a posto.
Kansh si senti' subito meglio, il LED si accese ma lui non lo noto'.
La vita trionfa sulle amarezze e le amarezze aiutano la vita ad evolversi.
La dottoressa estrasse il chip dopo aver praticato un'anestesia locale.
Il dottor Harvey, lo collego' al lettore d’onde  dove, assieme al  dottor Stoickov, codificarono, convertirono ed infine registrarono il tutto su un supporto liquidottico con funzionamento simile ad alcune parti del cervello.
Questo supporto poteva essere collegato allo stesso jack del chip di registrazione mendiante interfaccia ed immediatamente utilizzato.
Dopo aver ricontrollato l'intergrita' dei dati  il dott. Stoickov annuncio' con tono solenne.
"Possiamo cominciare."
La dottoressa Russel  inserì' il benessere nella corteccia celebrale di Kansh che si sdraio' con molta calma su si un lettino che assomigliava molto più' ad un letto.
I colori, le forme cominciavano a passare nella sua sfera visiva,
superfici lisce levigate dal vento del tempo,
paesaggi mistici
sfondi rossi opalescenti
Terre sconfinate e deserte
i colori s’intrecciano, respirano, brillano.
La musica,
il brivido
l'amplesso, il vuoto.
Indescrivibile pace.
Luce bianca.
Non accecante, non forte, pacata, rimango qui' in eterno.
Il sistema comincio' la procedura di rientro del soggetto nel mondo reale.
La procedura consisteva nel diminuire le dosi d’onde minuto dopo minuto e riabilitare il soggetto al ritorno senza shock.
Questa richiedeva circa cinque minuti.
Andò' tutto bene e Kansh torno' dal paradiso.        
"Controllo del battito regolare.", "situazione celebrale regolare."
Kansh sorrise e si rese conto che non avrebbe potuto essere capito, le sensazioni non si spiegano, non si raccontano, si vivono.
Gli istanti di vita, briciole di piacere appena assaporati e poi lasciati per il grigiore del giorno, adesso erano li' a portata di mano, la felicita' poteva essere espansa a tutti.
I controlli di routine dichiararono Kansh regolare, senza nessun’alterazione fisica o psichica.
Li fu reinserito il registratore.
Lascio' il laboratorio dopo circa venti ore dalla prova, ma con l'andare del tempo la quarantena si sarebbe ridotta fino a scomparire.
Mancavano ormai solo due giorni alla partenza per le colonie vergini  e questo rendeva Kansh molto eccitato.
Scese in strada ed andò' verso il Boulevard Cafe'; volto' l'angolo ed una puttana lo trascino' dentro un portone, se ne libero' con uno scossone, un uomo con un braccio metallico versione v2 da combattimento gli offri' un acido per cinque denari e Kansh lo compro'.
Pensava che gli sarebbe servito per espandere la consapevolezza delle cose e trovarvici un po' di felicita' da registrare.
Arrivo' al Boulevard Cafe', si sedette al banco ed ordino'  una whidka.
Servivano la migliore whidka della città' e bevve con gusto, il LED si accese e lui lo notò.
Non vi aveva più' fatto caso da molto tempo e chissà' quante volte si era acceso, in situazioni più’disparate, una conversazione, un attimo di relax, un buon thè, la vista di una donna, il profumo dell'incenso.
Una ragazza molto elegante con un vestito nero lungo si sedette accanto a lui.
Il locale si stava riempiendo ed una orchestra jazz comincio' a suonare.
La solitudine permeo' il suo animo e lo avvolse come il nero mantello di un cavaliere antico e mai sconfitto.
Se ne andò' a casa.
Il sogno confonde le carte del tuo cervello e le ripesca come situazione random con base reale.
La donna che ami in uno scenario visto da piccolo con leoni da televisioni e paure ruggite da fauci viola come il colore della morte la corsa verso il niente.
Il cuore batte troppo velocemente ed il sudore avanza, il freddo ti prende.
Il vuoto.
AAAAAhhhhhhh !!
Kansh si drizzo' a sedere freddo come un malato.
Le sei, il sole artificiale filtrava dalle persiane malconce i tecnici dovevano già averlo riparato.
Si fece un caffè' e cerco' di rilassarsi.
Aveva sempre amato Rimbaud e possedeva un abbonamento al sito "dei poeti" cosi' passo’tutta la giornata a leggere ed ascoltare poesie incollato al monitor del suo terminale.
Ma la sua attenzione veniva spesso distolta dal pensiero delle colonie vergini.
"domani mi porteranno la card. per lo shuttle " pensava, "domani sera saro' in volo verso il sogno ".
A sera monto' in auto e si diresse verso la metropoli.
Abitava a circa venti chilometri  dal cuore pulsante del sistema.
La metropoli, lui la amava, come amava arrivarci del resto.
Il caos lo faceva sentire vivo, le luci delle auto incasinate sul raccordo erano anime che fibrillavano vita  ognuna di quelle scatole di latta colorata e' una storia sconosciuta, esaltante, vincente, perdente,
non importa purché' sia una vita.
Imbocco' la grande autostrada.
Le auto correvano velocissime sul nastro di asfalto ed il cemento sfrecciava ai lati; i murales come impazziti assumevano un solo colore nella loro folle corsa verso la metropoli.
La velocità' si riduceva drasticamente al check point e le vetture si incuneavano nel tunnel che portavano al livello prescelto.
La struttura della metropoli era a piani.
Ogni piano era circa cinquanta metri e ve ne erano  tre nel sottosuolo, uno al livello del suolo e tre sopra il livello del suolo.
Ogni piano era diviso in settori.
Ogni settore aveva la sua caratteristica.
Cosi' il L-3SECTNIGHTFUN era situato al terzo piano sottoterra ed era  sede di locali notturni  mentre il L-3SECTFOOD Era situato al terzo piano sottoterra ed era sede di supermarket, mentre il L+3SECTFOOD Era situato al terzo piano sopra il livello del suolo ed era sede di supermarket.
A seconda della classe sociale si poteva permettersi di scegliere uno o un’altra livello visto che i prezzi aumentavano da livello a livello cosi’che si era venuta a creare una "naturale" divisione di classi sociali e di frequentatori.
Il livello -3 era frequentato soprattutto da sbandati, barboni, criminali, evasi, insomma pericolosissimo, perfino la polizia vi viaggiava con mezzi adeguati e con la dovuta cautela.
Salendo le cose cambiavano il -2 era dominio di proletari disoccupati, poveri di ogni specie, vi erano anche locali che un tempo, quando i livelli erano meno, erano stati molto particolari e famosi, adesso pero' erano abbastanza pericolosi; il -1 era quello preferito da Kansh, locali all'avanguardia, persone interessanti, talvolta pericolose ma non sempre, centri per la ricerca e lo studio dell’io, insomma non la banalità' dei livelli superiori ma neppure il pericolo di trovarsi impalati.
Dal benessere non nascono le idee prece' il troppo benessere impigrisce le menti, e le rende schiave di imbecillità' da vetrina, le esperienze fatte nel dolore plasmano l'uomo e lo rendono tale.
Il livello Zero come lo chiamavano gli abitanti della metropoli era sede di industrie, porti, aeroporti, centro di vita lavorativa di massa, il livello +1 era popolato dalla borghesia, dalla voglia di essere di più' di arrivare al livello +2 che era dei ricchi dove le cose costavano esattamente il doppio del +1; era il salto di qualità', la alta moda, i design architettonici più' all'avanguardia e, le belle vetrine, erano qui'. Questo livello era protetto da una cupola contro lo smog provocato dai livelli inferiori, e vi erano molti parchi, qualcuno anche con piante vere, e un sistema che rendeva la luce del sole artificiale molto più' tenue e gradevole alla vista.
Il livello +3 era strettamente riservato alla "Nomenclatura" cioè' all'apparato dirigenziale del paese, non si poteva entrare se non in possesso do regolare Card. di appartenenza alla Nomenclatura, o se si era parenti di primo grado di una persona di essa.
Kansh imbocco' il tunnel -1 ed il LED si accese quando la vettura si incuneo' all'interno di esso.
Si lascio  trasportare dal controllo automatico fino alla fine del tunnel e qui inserì le coordinate del quadrante sei.
Nel quadrante sei c’era il PlasmaZone.
Kansh vi entro’, il fumo era cosi  denso che era difficile vedervici attraverso e le strobo miste ad esso davano un senso di epilessia.
La musica accelera le pulsazioni ed i nervi entrano in simbiosi con i ritmi elettronici ed industriali del sottosuolo, i rumori dei tubi che gocciolano e dei sinthsizer che inacidiscono la mente creano brividi sul corpo.
Il LED lampeggia.
La widka riscalda i muscoli ed intorpidisce la mente, il corpo si libera ai movimenti e si lascia guidare dal suono epilettico, ora disegnando forme aggraziate e mansuete, ora scattando come per liberarsi di ossessioni  antiche come l’uomo, uomo che diventa sempre più  schiavo del consumo, perdendo di vista i demoni che sono in lui e così facendo li lascia agire indisturbati fino alla propria  rovina.
Torno  a casa stanco, ma soddisfatto.
Il mattino il Dr Floyd lo venne a prendere e d insieme fecero colazione.
Si avviarono in elicottero verso lo spazioporto distante circa tre ore dalla metropoli.
La metropoli vista dall’alto assomigliava ad un drago che morente emette fumi malsani dalle proprie viscere, incuteva timore e si provava rispetto come per un grande guerriero ormai ferito a morte.
Allo spazioporto li attendevano il Dr Harvey, la dottoressa Russel il dr Stoickov ed alcune persone che dal loro aspetto sembravano appartenere alla Nomenklatura.
Kansh venne presentato, e la dottoressa Russel lo esorto  a seguirla.
Entrarono in uno studio medico.
"Kansh questa è una parte molto importante del nostro progetto, le isole vergini provocano sensazioni molto forti e molto belle, poche persone nella propria vita riescono a visitarle, perché poche persone possono permetterselo. Abbiamo messo a punto un riproduttore portatile che dovrebbe permetterle di utilizzare il chip quando lo ritiene utile, cosi  avrà  sempre sotto controllo la situazione e cosi  testeremo l’efficacia di questo portatile, adesso pero  si sdrai che le faccio un check up completo prima della partenza".
Dopo il check up il Dr Harvey illustro  a Kansh il funzionamento del riproduttore portatile, e si avviarono verso la navetta.
Navi spaziali utopia per millenni, sogno degli uomini per conquistare le galassie.
Le galassie, contenitori vuoti di pulviscolo stellare.
Stazioni orbitanti sedi di laboratori di ricerche genetiche, talvolta proibite.
Lo spazio, sogno di uomini per millenni, raccoglitore sterile di rifiuti.
Kansh passò il check in, graziose creature lo attendevano all’entrata della navetta, forse robot, forse umane, comunque graziose.
La navetta poteva ospitare una decina di passeggeri massimo, non molti vanno alle colonie vergini, non molti possono permetterselo, la natura è un lusso che si paga caro.
Il valore delle cose lo si comprende quando le abbiamo perdute pensò Kansh, il comandante annunciò la partenza, de un forte sibilo si levò nell’aria.
La nave rollò sulla pista e si levò violentemente in aria, la  spinta fu impressionante e Kansh rimase come ebbro per un po’, il LED lampeggiava insistentemente ed i sensi cominciavano a risvegliarsi.
Dopo circa quattro ore dall’oblò si cominciava a scorgere tra le nubi violacee una terra dal colore verde e su di essa crescevano gli alberi, si erano proprio alberi, i passeggeri rimasero come storditi alla vista di cosi  tanti alberi e forse tutti veri, di legno, con corteccia ruvida  al tatto, con odore di resina, e forse con qualche nido di uccello, l’eccitazione cresceva il registratore captava le forti emozioni di Kansh e le immagazzinava nella sua memoria.
Guardando con attenzione, gli alberi parvero chiedere pietà per i loro simili uccisi da chissà quali colonne di cemento, parvero piangere la loro immobilità e parvero gridare la loro rabbia, orgogliosi, fieri, maestosi e fragili, venerabili, vitali ma ignorati.
Poco lontano lo spazioporto, costruzione essenziale, semplice.
La navetta atterrò ed una voce fraterna annuncio  l’arrivo alle colonie vergini oasi di vita e  rigenerazione.
L’uomo ha colonizzato il pianeta lo ha spremuto e lo ha distrutto, noncurante delle proprie necessita  interiori, rimpiazzate dal denaro.
Kansh monto  sul piccolo velivolo che lo doveva portare al residence.
Il viaggio fu di un’emozione incredibile, il velivolo sorvolava il suolo a bassa quota per far ammirare il paesaggio, Kansh vide gli alberi, immobili, protesi verso l’infinito, signori di ere passate, vecchi saggi ormai muti, pianse.
E vide un lago, l’acqua era come uno specchio, l’anima ci si poteva riflettere, non era oleoso come le pozze della città’, era blu, di un blu accecante, il sole artificiale vi si rifletteva formando giochi di luce accecanti.
In questo spettacolo la condizione di uomo tornava alla mente, Kansh si dimentico  delle conquiste spaziali, del sole artificiale, della copertura elettromagnetica che proteggeva la terra dai raggi cosmici e ne permetteva la sopravvivenza trattenendo il calore al suo interno, si dimentico  del male ed i suoi nervi ebbero un sussulto come di gioia improvvisa.
Il LED sembrava impazzire.
Arrivo  al residence.
Il suo appartamento era molto accogliente, immerso nel verde semisintetico, dalla finestra di camera si poteva scorgere il lago, con dietro il bosco, decise che ci sarebbe andato dopo aver riposato.
Il sonno prese forma e divenne morbido e soffuso.
La forma divenne colore, pastellato e quiete , mite.
La registrazione dei sensi svolgeva il suo compito.
Al risveglio Kansh era riposato come da molto avrebbe voluto esserlo, decise di fermare il tempo.
Innestò il jack ed accese il dispensatore di felicità.
L’immagine rivolta fuori dalla finestra verso il lago che piano piano avvolse il bosco e si fuse con lui in colori unici ed irripetibili, la musica le note, Kansh si sentì risucchiare verso le profondità del soffice del bello del tutto.
00.05 - 00.04 - 00.03 - 00.02 - 00.01 - 00.00
PROCEDURA RIENTRO SOGGETTO AVVIATA. DISCONNETTERE SOGETTO....
Kansh si sentì vuoto, una sensazione di malessere come svegliarsi da un bel sogno, era di nuovo lui, con le sue tristezze e debolezze.
Decise di registrare più  emozioni possibile, e si avvio  verso il bosco.
Il laghetto era piatto ed una calma irreale regnava nell’aria pareva quasi di palparla.
Il bosco avvicinandosi mostrava la sua possente mole.
Gli alberi visti dal basso erano ancora più maestosi, il profumo scorreva nell’aria e permeava la pelle.
Una debole brezza fece tremare Kansh, quasi commuovendolo.
Si sedette su di un masso sul ciglio di un dirupo.
Il nero cavallo del tempo pareva ora solo trottare, scandito dai ritmi della natura, dai colori del cielo che volgeva al tramonto.
Kansh si sentì parte della natura, penetrato da essa come le radici di un albero scavano la terra fondendosi ad essa e traendone la linfa vitale.
Tornò al residence camminando impaziente, doveva rivivere tutto, permearsi di sensazioni.
Posizionò il timer a 50 minuti, venti in più del solito.
Dopo 40 minuti le sensazioni divennero sublimi, indescrivibili, pura essenza di pace.
Una vaga sensazione di squilibrio accompagnò il rientro.
Chiamò un taxi che lo portò sorvolando la foresta ad un grosso complesso turistico dove avrebbe mangiato prodotti della terra.
Era eccitato.
Non aveva mai mangiato prodotti della terra. Si chiamavano verdure ed avevano le forme più bizzarre.
Il ristorante era un enorme cilindro alto circa 200 metri sopra il livello della crosta terrestre, era come un’enorme vetrata, in ogni punto la vista era formidabile, e più  in alto si sedeva più  era imponente la vista delle enormi praterie sottostanti.
Per Kansh era stato prenotato un posto all’ultimo piano.
La società produttiva ha sostituito il cibo con impianti di produzione, lo spazio è stato sfruttato al massimo, il cibo è adesso costruito dall’uomo nei laboratori alimentari, il cibo deve essere di veloce consumazione perché il tempo deve essere impiegato per produrre e lo spazio deve essere impiegato per produrre, il cibo sintetico costa poco e non è soggetto a variazioni climatiche, lunari, insomma sempre disponibile, è la legge della pratica che porta all’annientamento della natura, è la legge dell’ozio che porta all’annientamento dell’uomo.
E  il consumo sfrenato che porta all’annientamento di tutto.
Kansh cominciò a mangiare e scoprì che l’uomo aveva creato sapori simili ma mai uguali.
Un senso d’apprensione lo circondò ed un tremolio della mano ne fu  il segnale.
Al pensiero della tristezza rabbrividì, si alzò ed andò in bagno.
La terra era sporca, grigia, infestata da maligni, demoni senza cuore che spolpano operai miserabili e meschini.
Il genere umano stava autodistruggendosi, e la tristezza stava avanzando come un’ombra sulla terra, tremante tiro  fuori il registratore ed impostò il timer a 15 minuti, collegò il jack e lo accese.
La paura si affievolì e la tristezza divenne soltanto un ricordo impossibile, inesistente.
Le armonie sonore percorrono la mente, schiudendo porte serrate da catenacci rugginosi, acque limpide si riversano su stagni putridi lavando il fango e profumando l‘aria.
Al rientro dalla pace Kansh si sentì sollevato e se andò  a casa.
Arrivato a casa si stese e posiziono  il timer ad un 1ora e15 minuti e partì per un nuovo viaggio nell’ignoto.
I giorni successivi Kansh visito  il mare azzurro, le cascate.i prati, i fiori, le rocce, registrando ed assimilando sensazioni fortissime ed uniche, la natura con la sua bellezza strega gli uomini come sirene che incontrano i viaggiatori solitari.
Le emozioni erano riassorbite due volte al giorno da Kansh.
Il giorno della partenza Kansh decise di riassorbire tutto.
Posiziono  il timer a due ore e si catapultò come un hacker nella rete cibernetica dei sensi.
La mente deve sempre avere la felicità, pensò, io posseggo le chiavi del paradiso, devo far fissare la felicita  nei miei neuroni, io ho bisogno degli istanti, io devo averli, ne devo avere sempre di più  non posso staccarmene, il tempo non conta, è annientato, lo spazio non esiste è solo la tua mente l’unico spazio infinito che esiste.
BUIO le vene si dilatano e la felicita  scorre in loro, arriva al cervello come una mazzata.
Il tempo passa.
Due ore
Rientro.
Kansh stordito si lava il viso e si avvia all’aeroporto.
Dopo il decollo i prati verdi scorrono sotto di lui, ma ormai non portano emozioni, devono essere riprovate, sono registrate, la mano comincia a tremare, Il timer, trenta minuti, il jack, SI PARTE.
Le luci, i suoni, i colori, Bellissimoooooooooooooooooooooooooooooo.
All’arrivo vi era la dottoressa Russel ed il Dott. Stoickov ad attenderlo, Kansh scese, si salutarono, e si avviarono al laboratorio.
"Come è andata signor Kansh ? le sono piaciute le isole vergini?.  Chiese la dottoressa Russel; Kansh non rispose, continuava a fissare fuori dal finestrino dell’auto.
Distese di ferro scuro e rugginoso assemblato in capannoni per lo stoccaggio dei beni consumistici, queste erano le fabbriche, mostri d’acciaio divoratori d’uomini, risucchiano l’essere nelle sue viscere e lo risputano vecchio e spolpato.
Il buio lo permeo  e comincio  a piangere.
Prese il registratore e lo programmo  per tre ore.
Inserì la presa alla sua corteccia celebrale e premette il play.
"Signor Kansh che fa’? , dobbiamo collegarci al laboratorio per testare i risultati e controllare la sua salute psicofisica, perché  si e  connesso adesso ?  disse la dottoressa.
"E  inutile non ci può  sentire dottoressa, controlli il timer."
"Tre ore !, maledetto pazzo cosa vuole fare liquefarsi il cervello "
Al laboratorio portarono Kansh in sala medica ancora in collegamento lo distesero su un lettino ed aspettarono il rientro dal viaggio.
00.05 - 00.04 - 00.03 - 00.02 - 00.01 - 00.00
PROCEDURA RIENTRO SOGGETTO AVVIATA. DISCONNETTERE SOGETTO....
Kansh rimase immobile con gli occhi socchiusi.
"Non rientra cazzo, il soggetto non rientra !!!  disse la dottoressa.
"Le onde neurotiche sono quasi piatte, non capisco ".
Il dottor Harvey esamino  i report del registratore:   Ha assunto dosi massicce di onde celebrali positive dottor Stoickov, io penso che ne sia intossicato."
"Dottor Harvey  che quantità  ne ha assunta ?"
"Circa 5.000 lambda"
"Maledizione."
"Guardate il Computer !!"disse Floyd
Il terminale segnalava un valore di onde neuroniche in negativo ma il cuore continuava a pulsare.
"Il soggetto sembra avere una deficienza di onde neuroniche, e ne ha bisogno se vogliamo tenerlo in vita !."
"Dai calcoli sembra avere bisogno delle onde sulla frequenza di Heaven, quelle che emette il registratore ."disse Stoickov.
"E  come se fosse diventato dipendente dalla propria felicita  allora? "chiese la dottoressa Russel.
"Se vogliamo filosofeggiare si’, se invece vogliamo essere tecnici diciamo che probabilmente il suo cervello assorbendo dosi massicce di onde sulla frequenza di heaven ne ha assunto il valore come valore standard, ed inizialmente soggetto forse ne ha risentito in maniera parziale, come stati di tristezza, depressione, o paura, ma dopo l’ultimo collegamento, forse troppo prolungato il cervello ne ha avuto bisogno in maniera vitale, ed il oggetto e  piombato in uno stato di buio completo, apatia totale."
"E  prigioniero delle proprie paure insomma ?"
"Può  darsi."
"Ricolleghiamolo al registratore.  Disse Harvey, gli altri annuirono.
Fu ricollegato ed il monitor dove scorrevano a video i grafici delle sue onde comincio  a segnalare una presenza di attività  celebrale positiva, più  il tempo passava e più  il suo cervello sembrava rinascere,
"Kansh !! Kansh !!, mi sentiii?  urlava Stoickov ma il soggetto non rispondeva.
"E  vivo , ma non risponde al mondo esterno e  prigioniero di se stesso e della sua felicita  , se proviamo a farlo rientrare forse lo riavremo."
"Dobbiamo provarci !!  disse la dottoressa.
Cominciarono la procedura di rientro.
"Il suo cervello !!! sto  perdendo il suo cervello!!!! Abbassamento drastico di onde neuroniche, lo perdiamo nuovamente, cosi  lo stiamo uccidendo, dobbiamo interrompere il rientro!!!   disse Stoickov.
"Il soggetto non e  in grado di tollerare un calo di Felicita’, e  totalmente dipendente dalle onde da lui registrate.  disse Floyd.
"Dobbiamo tenerlo in vita e studiare un sistema di disintossicazione.  disse la dottoressa.
Furono attaccate delle flebo per nutrirlo e fu impostato un programma per far loopare le sensazioni da lui registrate ed il tempo di durata era cosi  impostato all’infinito.
Prigioniero del benessere, avido vampiro di felicità  Kansh mori’50 anni più’tardi per arresto cardiaco, ed a nulla valsero gli studi effettuati dagli umani per strapparlo dal paradiso e riportarlo nel purgatorio Terrestre.





Dedicato all’uomo ed alle sue debolezze.
1995