@
I MARTUZZI
ANTICA FAMIGLIA DI
COTIGNOLA
ISCRITTA
NELL'ELENCO DEI NOMI NEL 1407
NOBILE PER
CONFERMA DI LODOVICO IL MORO (mpr<1870 & mf >1870)*
I Martuzzi erano annoverati con gli Attendoli fra i “PRIMI HOMINES” ai quali il pubblico di Cotignola
aveva concesso il privilegio di inserire il COTOGNO nel proprio stemma.
Comandanti di truppe, i Martuzzi seguirono le sorti di Giacomuzzo (Muzio) Attendolo (Sforza).
Nel secolo XV “Aurelius Martutius Cotiniolae” è menzionato come capitano dello Sforza;
Alfonso nel 1538 fu autorevole componente del consiglio di Cotignola;
Alessandro, n. nel 1625,
fu dottore in filosofia e medicina, nonché capitano e priore di Cotignola;
(Fonte: Enciclopedia
Storico-Nobiliare Italiana di Vittorio Spreti vol.8 pag.278-279)
Elaborazione in contrasto della foto dello stemma marmoreo presente sul cippo dei Conti
con sostituzione della capra e ridimensionamento del ramarro
poi colorato e smaltato da Bruno Martuzzi
Fusignano
(RA)
In realtà a Cotignola non
esiste una famiglia Martuzzi da tempo memorabile, ho verificato varie
enciclopedie storiche e incrociato più di 600 Martuzzi
delle Parrocchie di Cotignola, Boncellino, Traversara, Villanova e di S.Michele
in Bagnacavallo, nonché i dati delle biblioteche locali e ho trovato che:
1)
potrebbe
essere verosimile l’ipotesi che uno dei nove fratelli
Martucci, di origine greca e di stirpe guerriera (nutro però qualche dubbio dell’effettiva origine greca, in quanto in
quel periodo Atene era uno “stato crociato” retto dalla Compagnia Catalana
d'Oriente), fuggiti da Firenze nel 1343 durante
la sommossa contro Gualtieri di Brienne, Duca di Atene, possa essersi stabilito
in Romagna, dove nacque
la prima compagnia di ventura italiana nel 1378
, e che poi abbia preso il nome Martuzzi, ipotesi suffragata dalle frequenti
storpiature del nome latino Martutiys e Martuccys, e alla dedizione alle “armi”
di entrambe le “casate”, dedizione affermata pure dal suffisso MART,
abbreviazione latina di Martius, marzo, mese dedicato a Marte, Dio della
guerra (in marzo iniziavano le guerre), oltre al fatto che lo stemma inquartato
dei “conti” Martucci è simile a quello dei “cavalieri” Martuzzi rintracciato da
mio padre … devo puntualizzare però che non si ha la prova documentata
sull’affermazione del numero dei fratelli, il Dott.Gildo Martucci, proprietario
del palazzo-museo cinquecentesco di Canosa Sannita non ne è certo e non esclude
la mia supposizione che possa essere un numero simbolico (come le 9 monete del
ns. stemma, potrebbero rappresentare le 9 palle visibili della corona da
Conte).
2)
questo è il più
antico doc. rintracciato sui Martuzzi, purtroppo perso con
3)
il “ramo nobile”, insignito da Ludovico il
Moro presumibilmente nel 1495, anno in cui lo stesso Ludovico conferì il
titolo di città a Cotignola, pare estinguersi
nel 1766 con la sepoltura nella chiesa di S.Francesco a Cotignola del sacerdote
Alessandro, nato da Ludovico e Bolis Maria (un Bolis in seguito fu
conte).
4)
si può dedurre
che il ramo dei Martuzzi trasferito a Napoli seguendo lo “Sforza” nelle sue
imprese ed estinto a metà del 1700 (affermazione di G. B. di Crollalanza citata
nel “Annuario della nobiltà italiana” e nel “Dizionario storico-blasonico”) ,
fosse la progenie dello stesso Aurelio citato nel “Condottieri,
capitani, tribuni” del 1936 di Corrado Argegni come “Vir
clarissimus” che si distinse nel Napoletano con lo Sforza presumibilmente nel
periodo 1414-1416.
5)
Cristoforo
del "ramo dei conti, nonché mio lontano progenitore" era presente a
Bagnacavallo nel 1649, anno di
nascita del figlio Girolamo per cui la data indicata come trasferimento
da V.Spreti è decisamente errata.
6)
nel 1677 un
Alessandro (probabilmente il magistrato che fa riferimento
il Fra’ G.Bonoli) e gli eredi di un Paolo, entrambi di Cotignola, avevano dei
terreni a Boncellino di Bagnacavallo confinanti con Baldini, Tesselli,
Vitelloni e territorio di Cotignola (Fonte “Campione Brignani” Biblioteca
Bagnacavallo)… pagina che mi ha fatto sorgere il dubbio Martucci-Martuzzi.
7)
nel primi del 1700 c’erano soltanto 3 famiglie (a parte i due rami in via di estinzione) i cui capostipiti
furono:
a- Cristoforo
(n.1683) di Girolamo (n.1649) fu
Cristoforo (n.1623) (ramo dei futuri
Conti)
b- Girolamo
(n.1692) di Giovanni (matrim.1675) fu
Cristoforo (n.1623) (il mio ramo
detto “Zaganello”-“Fanghì”, il soprannome Zaganell deriva sicuramente dal
cognome della moglie di Girolamo (n.1692), Giovanna Zaganelli)
c- Francesco
(n.1680) fu Cristoforo (n.1650~) del
fu Cristoforo (n.1623) (ramo
detto dei Razzìno, soprannome
proveniente dalla moglie di Francesco (n.1680),
Sono tre cugini, le cui mogli, Tarlazzi Lucia, Zaganelli Giovanna e Cassani
Antonia Maria (moglie quest’ultima del Cristoforo dei futuri Conti) fanno parte
di “famiglie” importanti Cotignolesi, presenti nel Consiglio della Città.
8)
i due rami
(b&c) dei Zaganelli e dei Razzino si rinsalderanno verso fine 1700 tramite
il matrimonio con due sorelle Tesselli,
la cui madre è anch’essa una Martuzzi (Maria Maddalena di Giacomo), queste sposando
Giuseppe (n.1728 da Girolamo dei “Zaganelli”) e Francesco (n.1741 da Cristoforo
fu Francesco dei “Razzino”), daranno vita ai 2 rami più numerosi dei MARTUZZI
(Notare che pure la famiglia Tesselli è di una certa importanza in quanto
faceva parte del Consiglio stabile della città di Bagnacavallo e che parte dei
ns. tratti somatici sono certamente dei Tesselli, vedi la mia somiglianza con
il “maestro” Cesare)
9)
gli antenati
di Domenico
Giulio Cesare(n.1885) padre
della Corale “Canterini
Romagnoli” (vedi pag. 76
di questo pdf ), sono Giuseppe
Serafino (n.1850) di Michele (n.1820) fu Giovanni Battista.(n.1790) di Francesco
(n.1741) da Cristoforo (n.1715) fu Francesco dei “Razzino”)
10)
i nomi dei
Martuzzi di Cotignola del 1500/1600 per buona parte iniziano con la lettera “A”
(Aurelio, Alfonso Annibale, Antonio) o sono in onore degli Sforza a
riconoscenza della nobiltà ricevuta da Ludovico il Moro ecco perché compare
spesso Ludovico, Alessandro e Francesco
mentre i nomi del ramo
“Bagnacavallese” tra 1600 e il 1800 sono principalmente di Santi (Cristoforo,
Girolamo, Domenico, Giovanni, Giuseppe, Antonio e Paolo
A tuttoggi i gruppi
risiedono per la maggior parte a Bagnacavallo e Comuni limitrofi, in
tutt’Italia si annovera circa 60 nuclei. (Dato
approssimativo ma attendibile, vedi PAGINE
BIANCHE) ), e sicuramente discendono direttamente dai Nobili di Cotignola (vedasi
attestazione del 1844 - questa
un’estrapolazione)
Nel 1750 viene ammesso nel consiglio della città di Bagnacavallo, come terriero, Cristoforo (n.1683), trisnonno del Conte Giacinto Eduardo Giovanni (n.1833),
Domenico GAETANO, il bisnonno del suddetto Conte è il fratello di Antonio Amedeo, notaio nonché sacerdote e oratore citato dallo “Spreti”, che verrà poi sepolto in Chiesa S.FilippoNeri (Presumibilmente a Roma o a Padova, poiché non esiste chiesa in Romagna dedicata a S.F.N.)
Giacinto Ignazio Girolamo Pasquale (n.1748), il nonno del suddetto Conte, fu uno dei familiari alla corte del Principe cardinal Albani
e Gaetano Cristoforo Maria (n.1802), il padre, fu Governatore e Gonfaloniere di Bagnacavallo nel 1855 e fu CAMERIERE SEGRETO DI CAPPA E SPADA dei Papi PioIX e LeoneXIII.
Fu iscritta al patriziato di Ascoli nel 1845 (mf)* e decorata con il titolo di Conte nel 1856 (mpr)*
Nel libro d'oro della nobiltà italiana del "Collegio Araldico", compare a pag. 871/872 questo stemma:
Arma:
D’azzur. Al cotogno al nat.. srad. frutt. da nove pezzi d’oro, accomp. da tre stelle (8) d’arg.,
sinistrato da un ramarro passante sulla campagna verde.
Motto:
FIDELITAS
E mentre lo stemma
dei Martuzzi ora viventi è quello di cavaliere con scudo “inquartato”
con riferimenti a Cotignola di RA (il leone e il cotogno con i color oro e azzurro), stemma trovato a Faenza da mio padre, probabilmente nella raccolta “stemmari Tassinari Baccarini Calzi” della Biblioteca Manfrediana.
( La famiglia ricevette il titolo di NOBILE per conferma
di Ludovico Il Moro tra il 1400 e il 1500,
ovvero ante approvazione del Regio Decreto del 8
maggio 1870,
Questo lo stemma dei Martucci
per cui precedentemente era
trasmissibile x (mpr)* e per gli
altri figli il titolo di cavaliere )
Stemma inquartato, stranamente simile a quello dei conti Martucci
( Stesso leone d’oro rampante su sfondo azzurro con fascia di stelle e albero su sfondo oro )
( si differenzia per
il castagno al posto del cotogno,
---
QUEST’ALTRO STEMMA SOTTOSTANTE
appare come “alias” a pagina 278 dell’ Enciclopedia Storica Nobiliare Italiana di Vittorio Spreti del 1928.
In pratica questo
stemma è il più consono a quel ramo famigliare nominato “conte” il 29.09.1856 da Pio IX,
ed estinto con il Conte Edoardo nel 1914 (non avendo eredi maschi),
questo perché lo si trova pure sul cippo dei Conti nel cimitero
che dirò in seguito.
In realtà il titolo dei Conti Martuzzi viene poi concesso con RR.DD.
10.04.1927 ai discendenti maschi della figlia Bianca Martuzzi in Ripandelli ma
poi il 4 novembre 1958 il titolo viene trasmesso al collaterale Nobile Decio
Ripandelli per estinzione della discendenza del Nobile Umberto Menotti
Ripandelli, marito della Bianca Martuzzi (fonte Corpo della Nobiltà italiana circolo
giovanile)
L'azzurro è il colore che richiama il cielo ed il mare. In araldica significa: devozione, fedeltà, ricchezza. Graficamente si rappresenta con delle linee poste orizzontalmente. Il Crollalanza nell’Enciclopedia Araldico-Cavalleresca afferma che in Romagna le tre stelle in campo azzurro indicano famiglia ghibellina. Le stelle possono variare il numero delle punte (nel Medioevo si rappresentava di solito con 8 punte). |
Nell’araldica ecclesiastica le stelle a 8 punte rappresentano le otto beatitudini evangeliche, secondo alcuni studiosi, simboleggia il Salvatore. Il verde richiama la terra verdeggiante, in araldica significa: amore, amicizia, onore e vittoria. Graficamente si rappresenta con delle linee poste diagonalmente dalla destra alla sinistra dello scudo. |
MARTUZZI
“ D’azzurro al
cotogno al naturale sradicato, fruttato di nove pezzi d’oro, accompagnato da
tre stelle di otto raggi d’argento, sinistrato da una capra saliente di argento
addestrato da un cavallo bianco fermo. Bardato e sellato di rosso e imbrigliato
da un cavaliere caduto vestito di rosso, il tutto sulla campagna di verde,
caricata a sinistra da un ramarro. Il tronco del cotogno attraversato da un
cartello con l’iscrizione in nero: FIDELITAS ”
INTERPRETAZIONE:
Albero di cotogno,simbolo di Cotignola (RA), raffigurato con le radici su fondo azzurro con tre stelle d’argento a otto raggi, con nove monete d’oro come frutta d’albero e con a sinistra dell’albero una capra d’argento rampante. (sembrerebbe ricompensa da onorata fatica, vedi significato della capra*, e potrebbe rappresentare la concessione del titolo, 9 palle visibili della corona da Conte, anche se la capra saliente è presente pure in data antecedente nel “tabellionato” del notaio Pietro Martuzzi 1750-1813 e nello stemma del canonico Giovanni Martuzzi 1748-1788, entrambi zii del
Conte Gaetano. (vedasi
qui a lato) A destra dell’albero un cavallo bianco bardato di rosso e con il cavaliere vestito di rosso caduto a terra, su fondo verde (forse a ricordo della morte del capostipite, essendo l’Aurelio cavaliere-capitano degli Sforza). A sinistra dell’albero un ramarro*, simbolo di affezione, amore, fedele custodia Nel Dizionario Storico-Araldico dell'Antico Ducato di Ferrara di Ferruccio Pasini Frassoni il ramarro viene descritto “giustamente” come “lucertola d’oro*”).. Sul tronco dell’albero la scritta del motto di famiglia: FIDELITAS (FEDELTA’) |
|
---
Nel 1893 il conte Edoardo Martuzzi acquista la villa a Vignola (MO) dai Marchesi Rangoni, qui si era trasferito, lontano dallo “Stato Pontificio”, abbracciando la causa dell’ Unità d’Italia e partecipando come luogotenente nel I° regg,Granatieri di Sardegna e della Guardia Naz. .
Fu decorato di medaglia d’argento al valor militare,
della med. comm. delle guerre d’ Indipendenza e dell’Unità d’Italia (camp. 1859 e camp. 1860-61),
della med. comm. francese, della camp. d’Italia (1859)
e morì nel 1914 senza eredi maschi.
Giace assieme al padre in un piccolo cimitero
in zona forese del Faentino, appresso alla loro ex villa di campagna
(andata distrutta durane
Mi piace ricordare quanto c’è scritto sul cippo di colui che “si spense nel bacio di Dio”, il Conte GAETANO Cristoforo Maria MARTUZZI, sono tre semplici parole, “VOLLE MODESTO TUMULO” , ma questa tre semplici parole mi hanno veramente toccato e mi rendono orgoglioso di esser un Martuzzi.
Da notare
·
che il
cimitero, come la ex-villa di campagna, è a 50 metri da una ex-chiesa dei
Domenicani, che come mi avevan detto (ora
ne ho conferma), fu dedicata a Giovanni
Battista (questo il
trittico d’altare della chiesa “Madonna col Bambino, Angeli e i SS. Domenico,
Andrea, Giovanni Evangelista e Tommaso d’Aquino” che rimase fino al 1891, ora in Pinacoteca)… guarda caso sia lo zio che
un fratello del Conte Gaetano si chiamavan Giovanni
Battista ( lo zio era il curato della chiesa di S.Michele di Bagnacavallo, morto a
soli 40 anni).
· e che la chiesa di Campiglio a Vignola eretta nel 1882 fu dedicata a San Michele, patrono di Bagnacavallo nonché il Santo, Arcangelo che più si confaceva ai Martuzzi (S.Michele è il protettore della fede, Principe delle Milizie Angeliche … come i Martuzzi sono stati “capitani” di milizie)
E QUESTO INFINE
è lo stemma presente sulla torre rotonda della Villa Martuzzi-Ripandelli a Campiglio di Vignola
Stemma di marmo, volutamente realizzato in modo semplice per renderne facile lettura,
prodotto dallo scultore Giuseppe Graziosi per conto del Conte Edoardo (1833 -1914)
Significati dei seguenti
simboli & abbreviazioni in araldica:
capro-capra:
Prolificità e potenza della stirpe. Onorata fatica, diligenza, sicurezza, virtù
persistente.
Ramarro/lucertola: Simbolo di “affezione, benevolenza ed amore” ad è altresì “emblema di
fedele custodia, poiché si oppone alla serpe che vuole nuocere all’uomo”, in
quanto al colorazione oro della “lucertola”, è perfettamente conforme ai colori
base del ns. stemma primario nonché di Cotignola, leone d’ORO in campo azzurro.
(mf) :
titolo trasmissibile sia ai maschi che alle femmine (ma non ai successori di
quest’ultime)
(mpr) : titolo
trasmissibile ai maschi primogeniti
(mpr<1870 & mf >1870) = Precedentemente al 8 maggio 1870 la
trasmissibilità del titolo di NOBILE era x (mpr), poi con il Regio Decreto del 8 maggio 1870 si
è concessa la trasmissibilità x (mf)
I colori dominanti dello
stemma, oro e azzurro, possiedono
rispettivamente i seguenti significati simbolici:
oro: amore, beneficenza,
clemenza, costanza, dominio, fede, felicità, giustizia, gloria, prodigalità,
magnanimità, nobiltà, ricchezza.
azzurro:
amor di dio, amor patrio, bellezza, grazia, fama, fedeltà, giustizia,
innocenza, purità, nobiltà, santità,
vittoria.
Infine un doveroso
ringraziamento alla sig.ra Carroli della Biblioteca di Bagnacavallo, al sig.
Libero della Parrochia di S.Michele, all’ Associazione culturale “Centro Studi Vignola” e al
forum “iagiforum” nelle persone/nickname:
Bagnoli, Pascale, Guido5 e De Battisti.
===============> Ricerca
completa in formato PDF <===============
|