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I figli

 

      Lucio Battisti - Amarsi un po

Nascere, Crescere, Vivere e Amare

 

Carissima Maria,

Poiché hai apprezzato molto la mia “poesia” ho pensato bene di proportene un’altra che, questa volta, è dedicata ai figli e che ho composto in occasione della nascita di Margherita ricordi? L’ho titolata

 

 

Ai miei figli

 

 

Alito dei miei pensieri

Riversato dal fato, da dimensione surreale

Incognita svelata nell’attimo evanescente

Di una nascita intrisa di dolore

Frutto di un’attesa esasperante

Di tremori, paure, di speranze e intese.

 

E la vita si rivela

Attinta da un fiume di acqua eterna

Ed è l’approdo: un mondo freddo e ostile

Temperato dall’amore di chi in attesa

Libera le membra da un dolore antico

Orme ripercorse verso il sollievo, verso un marito.

 

L’amore esplode in un vagito

E le membra tese di una madre sfinita

Ti accolgono, ti stringono,

Ti offrono l’ultimo barlume di energia

Legandoti al seno …

Una storia antica che ancora si rinnova.

 

Il cuore impazzisce ed in un attimo cresci

Sei più parte di me ogni giorno che avanza

E tenerti per mano è sentirti vicino

E ad ogni alito che emetti tu poni radici

Insieme ai tuoi la vita corre felice

Più di quanto tu pensi l’esperienza fluisce.

 

Non ti accorgi del tempo, l’infanzia svanisce

L’amore ha protetto i momenti decisi

E cresci ogni volta e ad ogni istante ancora

Tra antichi problemi che ti fanno da sprona

Ed un giorno ti trovi quasi fosse un aurora

A tenere per mano chi il tuo cuore ha reciso.

 

Un pensiero ricorre anima mia

E voglio fartene dono quale stilla più pura

Il bene dei tuoi è l’approdo sicuro

Nei momenti più bui ed in tutti gli albori

Fanne conto, ogni volta che vuoi

E vivi comunque tutto quello che puoi.

 

Spero ti piaccia o che almeno ci trovi un senso. E poi, tutto sommato è quello che direi ai miei figli vedendoli nascere, crescere e amare qualcuno. Insomma ho condensato in poche strofe quello che mi sembra rappresenti la cosa più sensata da dire ad un figlio: vivi e fa tesoro delle tue esperienze, belle o brutte che siano; ti saranno compagne nella vita e costituiranno i tuoi unici  punti veri di riferimento sia nei rapporti con gli altri che nelle tue scelte. Questo discorso apparentemente forse fa un po a pugni con il resto dell’educazione: i valori forti di base (l’amore, l’amicizia, i genitori stessi, il bene del prossimo ecc.) , la cultura, il credo politico che costituiscono i veri punti di riferimento per ogni persona e tuttavia l’esperienza mi sembra che esprima la mediazione tra questi valori ed il vissuto. Voglio dire che di fatto, le esperienze, che si voglia o no, finiscono col farti percepire in maniera tangibile i grandi valori e gli ideali di vita dando loro una dimensione del tutto personale e calata nella storia di ogni giorno. Insomma credo che il detto popolare secondo cui “l’esperienza fa l’uomo furbo” non è del tutto infondata, anzi, forse è proprio molto vera; se considero che ognuno di noi è la risultante delle proprie esperienze vissute e che essendo dotati di intelligenza ci adattiamo all’ambiente che ci circonda, inevitabilmente i grandi ideali finiscono con l’essere verificati nella quotidianità e, di conseguenza, rivissuti non in maniera astratta ma “col senno di poi”.

Diversamente vivremmo asetticamente, perseveranti anche negli errori e le conseguenze del nostro operare, sarebbero inevitabilmente sempre le stesse (nel bene e nel male!) e questo non credo sia accettabile.

Al di là di questo poi, c’è sempre l’amore verso i propri figli. Sincero, disinteressato, a volte straripante (per non dire invadente!) ma sempre teso a volerli proteggere da tutto e dal mondo; un amore forte, quasi eterno, viscerale e incondizionato che ti porta a vedere i figli sopra ogni cosa, prima di tutto e di tutti: “Ogni scarafone è bello a mamma sua” dicono a Napoli. Non a caso la saggezza popolare stigmatizza questo amore; forse perchè anche in natura pare che niente si sottragga a questa legge. Fanno lo stesso gli animali coi loro cuccioli! Ma anche qui c’è da chiedersi se i genitori abbiano o no il diritto/dovere di sostituirsi ai figli nelle loro scelte considerando che sono già dotati di un notevole bagaglio di esperienze e che vorrebbero trasferirglieli per evitare che commettano “i soliti errori” e che si facciano “male”. Il fatto è che si cresce solo facendole le esperienze; e probabilmente si impara tanto di più, quanto più negative sono le conseguenze di certi atti. Non a caso i media riportano sempre notizie di catastrofi, incidenti, eventi mortali e quant’altro possa suonare a volte lesivo della persona! Pare ci provino gusto? No, non credo. Piuttosto è probabile che le cose negative ci colpiscano più di quelle positive ed attirino maggiormente la nostra attenzione proprio per il fatto che evitarle ci aiuti a sopravvivere! Ma in ogni caso è giusto che le esperienze siano vissute sulla propria pelle. Da sempre le raccomandazioni ai figli lasciano il tempo che trovano; basta ricordare quando noi avevamo il ruolo di figli ed i nostri genitori erano lì pronti a raccomandarsi e a tentare di indicarci la strada migliore.  Che pretese … Come se io non sapessi qual è la mia strada e quali siano le cose migliori per me! Che assurdità!! E così la cosa si perpetua; di generazione in generazione i figli molto spesso ripercorrono gli errori dei padri forse consapevoli che solo vivendo le cose sulla propria pelle, queste abbiano il senso del vero e quindi siano accettabili. E poi, in ultima analisi … “penso e quindi sono!”; al contrario sarei una nullità!!

Ed è da qui che forse nascono i conflitti generazionali tra genitori e figli; voglio dire che probabilmente mio figlio non solo pensa diversamente da me in quanto essere diverso (ovvero in quanto possessore di propri neuroni, proprie esperienze e propria capacità di pensiero ecc. ecc.) che cresce in una dimensione sociale diversa da quella vissuta da me e dalla mia generazione, ma anche perché sente di voler “superare” i miei limiti perché ha bisogno di sentirsi “più grande e più bravo di me” pena il fatto che possa annichilirsi. E da qui che nasce allora la mia convinzione iniziale. L’unica cosa che posso augurare ai miei figli e che vivano appieno la loro vita facendo tesoro delle loro esperienze; solo esse, infatti, insieme a qualche consiglio accettato, saranno i loro riferimenti per la vita.

Tu che ne pensi?

Ciao e a presto

Mario

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Risposta

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Le tue poesie le sento come veramente vissute e sofferte e credo davvero sia un bel dono, riuscire a comunicare come fai tu le sensazioni e le emozioni che si provano. E' evidente il senso che hanno e rispecchiano pienamente l'essere genitore e le speranze che si hanno quando nasce una nuova vita ... Il difficile rimane poi riuscire a mantenere questi propositi.


Essere genitore è la cosa più difficile, prendere decisioni per un'altra persona, tutelandola pienamente in tutti gli aspetti della sua personalità e della sua vita e amandola per come e per chi è ... Non è forse la prova più alta di amore ?


Mi parli di tanti valori ... e avrei voglia di sapere da te come la pensi su alcune cose della mia vita, che i valori che tu dici li ha tralasciati tutti meno che uno ... Un giorno forse ci troveremo a parlarne, chissà che ne uscirà ...
Vorrei proseguire con la mia mail e rispondere a tante cose che dici e che condivido con la mente se non con le azioni ma ora devo andare. Ti mando queste poche righe per non lasciare ancora silenzio tra noi, nella speranza/promessa di riprendere al più presto. Ti mando un saluto affettuoso ...
 

Maria
 

 

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