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La politica

 

      Lucio Battisti - Io vorrei

Siamo diventati più poveri !

Cara Maria,

ho letto con vivo interesse la tua ultima mail considerando che non ti sentivo da tanto e devo confessare che l’aspettavo con un po di ansia. Spero proprio che tu risolva al più presto i problemi di lavoro conscio che sono quelli che non ti fanno vivere sogni tranquilli e che generalmente ognuno si porta anche a casa contribuendo a “movimentare” la propria esistenza e quella di chi gli sta vicino. Dai forza! Sono sicuro che riuscirai a superarli … un grande “in bocca al lupo” e se pensi che possa fare qualcosa conta pure su di me.

In questi giorni, forse per il fervore e l’accanimento dei media, sono stato anch’io contagiato dalla ressa di voci, telegiornali, incontri e comunicati sulle elezioni politiche e, al di là del proprio credo o simpatia per questo o quel partito, devo confessarti che sono rimasto piuttosto perplesso dai modi e dai toni con cui è stata condotta questa campagna elettorale. E lo dico senza voler fare il “qualunquista” ma solo e semplicemente perché ormai è palese che i nostri politici tendono a spettacolarizzare ogni evento pubblico e mediatico a cui partecipano, in modo che, comunque, si parli di loro a prescindere da quello che dicono e da quanto la gente capisce dei loro discorsi. Sembra importante solo che, come dicono gli esperti, “il targhet” percepisca che la persona politica ci sia e che si crei “il personaggio”. In molte tribune che ho seguito, soprattutto da quei politici del centro destra, si tendeva ad affermare che il programma degli avversari era irrealistico (anziché illustrare il loro programma) e che le storture prodotte nell’ultima legislazione erano da imputare a “eredità” del passato; come se loro al potere non ci sono stati in questi ultimi sette anni. Come se il loro governo non si sia reso responsabile del nostro depauperamento (un euro vale come le vecchie mille lire quindi  abbiamo perso il 50% del nostro potere d’acquisto) privilegiando il liberismo più sfrenato ad una politica di controllo e contenimento dei prezzi; come se il loro governo non si sia accorto che sono state trasferite ingenti masse di ricchezze dai ceti più poveri e dai lavoratori dipendenti verso i ceti più alti, i liberi professionisti, gli imprenditori e quanti altri si ritrovano nella parte alta della catena di produzione.

Io non capisco molto di politica ma percepisco la mia capacità di spesa ed il livello dei prezzi: se qualche illustre personaggio politico ha potuto triplicare il suo già cospicuo patrimonio (come raccontava qualche settimana fa il “Corriere”) mentre sono aumentate le persone sulla soglia di povertà allora forse qualcosa non è andato per il verso giusto. Se le tante promesse sono rimaste disattese ed è stata privilegiata la tassazione indiretta a quella diretta (oltre che aiutare gli amici hanno dato una bella spinta alla evasione fiscale depenalizzando per esempio il falso in bilancio!) vuol dire che il nostro livello di civiltà è sceso notevolmente … più di quanto era lecito aspettarsi. E d’altro canto: cosa ci si poteva aspettare da chi aveva problemi con la giustizia o era legato alle logge massoniche deviate che altro compito non avevano se non quello di creare amicizie ed opportunità di affari per gli accoliti?

È un quadro avvilente; sembra che il bene comune non stia a cuore ai nostri governanti che, invece, danno priorità ai loro affari personali e a quelli di pochi. E se anche la Confindustria è arrivata a prendere le distanze dalla coalizione e dal governo che ci hanno guidati ultimamente … allora probabilmente i miei sospetti hanno un qualche fondamento anche al di là della opportunistica posizione della Confindustria.

Lo so, il discorso è molto più complesso ed una valutazione politica seria può solo prescindere da questo contesto; tuttavia ogni tanto un piccolo sfogo è necessario se non altro a farci sentire “vivi e attenti” per quanto noi si possa percepire dei grandi interessi che circondano il potere e chi lo esercita. Voglio dire che è lecito che una parte governi (se l’altra non è all’altezza o è debole o persegue indirizzi diversi da quanto la maggioranza degli elettori persegue) ma non posso ammettere che si contrabbandi l’interesse di pochi come opportunità per la maggioranza degli italiani.

Fatta questa digressione quasi in termini di sproloquio, domenica sono andato a votare come gli altri quaranta milioni circa di italiani e adesso siederò alla finestra a vedere i risultati del voto. Non ti nascondo il desiderio di cambiamento pur sperando di non cadere dalla padella alla brace; ma peggio di così! È vero che al peggio non c’è mai limite però bisogna aver pur fiducia che qualcosa cambi. Sono convinto che si possa concedere qualche sciopero in meno purchè i livelli di vita e di benessere aumentino per chi ha più bisogno; giorni fa la televisione parlava di una bimba di Bari morta per una malattia causata dalla sua e dall’indigenza dei suoi genitori. I media ci chiedono, anche giustamente, di aiutare i poveri dell’Africa o dell’America Latina e tuttavia spesso dimenticano di puntare i riflettori sulle povertà di casa nostra; sulle periferie degradate, sui bisogni di tanti italiani che versano ormai in condizioni di disperata povertà e nell’indifferenza generale. Come diceva Gandhi occorre che prima di andare a sistemare le cose lontane dal proprio villaggio, occorre chiedersi e valutare se non sia il caso di sostenere chi è a noi più vicino e che abbia le stesse priorità di superamento dei bisogni. È quasi un delitto non prendersi cura del nostro vicino ma di occuparci di qualcuno che sta a migliaia di chilometri lontano … viene il sospetto che, in questo modo, si possa lucrare di più sugli aiuti per via di un minor controllo (quello che sembra sia successo tempo fa con gli aiuti alla Bosnia!). Al contrario, il nostro vicino è là; a portata di mano. E la sua vista a volte sembra quasi non ci riguardi perché o ci vergogniamo di lui o riteniamo che il suo stato di bisogno non possa esistere nella nostra civile società. Come se il bisogno fosse solo l’espressione di una esigenza primaria (e non mancano neanche questi casi!!); quasi che il diritto ad una vita dignitosa e decorosa  debba essere uno stato scontato nella nostra Italia opulenta e che quindi non sia necessario il nostro interessamento. O forse semplicemente l’invidia del vicino ci porta a dire che, alla fin fine, si merita il suo stato di bisogno perché io sono migliore di lui; lo vedo da me che è un povero stupido o che le sue pretese mi fanno arrabbiare! Chi sta lontano neanche lo conosco, non so che faccia abbia; se è simpatico oppure no. Non mi ha mai dato fastidio quindi … si merita la mia attenzione e gli spiccioli della mia carità.

Scusa tanto lo sfogo ma questi sono temi che fanno ormai parte del mio sentire e del modo con cui viene approcciata e gestita molto spesso la carità qui da noi. Sembra che tutto quello che non abbia un suo tornaconto debba essere lasciato agli stupidi ed agli illusi; che spacchino loro le montagne se sono capaci …. Il risultato delle nostre miserie.

 

Ciao e a risentirci presto.

 

Mario

 

 

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