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Vangelo secondo Giovanni
IL VANGELO DI GIOVANNISin dai primi tempi cristiani è stato notato che il quarto vangelo è il più originale. Nei suoi confronti gli altri tre risultano abbastanza simili tra di loro tanto da essere chiamati "Sinottici". Essi danno importanza soprattutto a ciò che Gesù ha detto e fatto in Galilea: un unico viaggio a Gerusalemme conclude la sua attività; Giovanni invece, dà molto spazio all'azione che Gesù ha svolto in Galilea (1, 35-42), presentando almeno tre suoi viaggi a Gerusalemme (1,13; 5,1; 7,10). I Sinottici riferiscono circa trenta episodi miracolosi; Giovanni ne cita sette, di cui tre soltanto ricordati negli altri vangeli, e li chiama con nomi diversi: "segni" o "opere". I Sinottici presentano l'insegnamento di Gesù con frasi brevi e con molte parabole; Giovanni mentre sembra ignorare le parabole (riferisce due stimolanti esempi ai capitoli 10 e 15), riporta invece lunghi discorsi solenni (per esempio i discorsi d'addio, durante l'ultima cena). Giovanni ha un suo stile tipico, semplice, maestoso. Alcune parole sono frequenti: amare, giudicare, testimoniare, verità, vita, mondo ... Nei confronti degli altri vangeli si avvertono anche differenze impressionanti: non si dice nulla dell'istituzione dell'Eucaristia; non compaiono il Padre nostro, le beatitudini, l'infanzia di Gesù. Singolare è il modo di presentare Gesù. Soltanto nel vangelo di Giovanni leggiamo alcune importanti definizioni di Gesù: Io sono la luce (8,12; 9,5), la porta (10,7-9), il buon pastore (10, 11, 14), la vera vite (15,1), la via, la vewrità e la vita (14,6), la risurrezione e la vita (11,25), il pane che da la vita (14,6). Gesù è un uomo reale, ma già prima della risurrezione egli è colmo della "gloria" di Dio. Sin dal principio il suo conoscere, agire e parlare sono rivelazione di essere celeste, del "Figlio", Parola di Dio presente nel mondo. Perciò, sin dal principio, per i discepoli è possibile "vedere, comprendere e credere". Molto probabilmente questo vangelo è scritto per lettori che non conoscono gli altri vangeli, anche se da tempo ascoltano la predicazione cristiana. Le intenzioni dell'autore sono dichiarate in 20,30: aiutare a credere che Gesù è il Messia il Figlio di Dio. Infatti Giovanni sembra insistere nel mostrare che Cristo è, allo stesso tempo, grande e potente come Dio stesso, e umano e concreto come Gesù di Nazaret. L'autore non dice il suo nome. Per antichissima tradizione si afferma che è il discepolo prediletto spesso citato nel vangelo (13,23-26; 19,25-27; 20,2-12; 21,1-4) e che corrisponde al discepolo Giovanni, uno dei Dodici. Giovane al tempo di Gesù, egli avrebbe scritto nella sua vecchiaia. Ciò è probabile, ma non del tutto certo. Per alcune pagine del vangelo sembra che siano da segnalare anche altri autori (per esempio a proposito del capitolo 21). Tuttavia nessuna delle ipotesi non tradizionali si è imposta come sicura. Il quarto vangelo, scritto forse in tempi diversi e da più persone, probabilmente da discepoli dell'apostolo Giovanni a partire dalla sua predicazione, è completato verso l'anno 100 d.C.
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