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C’e’ una strada nonviolenta ad un mondo di Pace?

di Wilfred Wellock.

 

Jaisalmer - Vicolo con mucca

Nell'affrontare questo problema è necessario ricondurlo alle relative radici ed il primo fatto da enfatizzare è che la guerra è un'espressione di cattivi rapporti umani, mentre la pace esprime la tranquillità dei rapporti armoniosi tra le persone.  Quindi la differenza fra guerra e pace è la differenza fra una conoscenza e una non conoscenza del modo di vivere e degli stati di salute morali, spirituali e di integrità fisica, sia personali che sociali.  L'arte della vita include una severa disciplina rivolta all'obbedienza degli ordini della verità.  I fallimenti dovuti al comportamento umano saranno sempre nella natura stessa delle cose, ma quello che è importante è che la diffusione di tali aberrazioni sono evitabili per mezzo di vigilanza sociale e di una potente consapevolezza sociale dei valori sociali e degli standard di comportamento.  In ogni società dovrebbero esserci ampi mezzi istituzionali per assicurarli.  La continua vigilanza è ancora e sempre sarà, la legge fondamentale della salute morale, spirituale e del progresso sociale. 

Oggi, tuttavia, ci si deve confrontare con un'ampia ondata di materialismo che, come un uragano, attraversa il mondo nonostante le religioni professate e la politica seguita.  In ogni paese i valori spirituali sono in declino e gli standard morali si stanno indebolendo sotto la pressione degli appetiti, delle richieste di eccitamento e delle auto-indulgenze. 

In tutto l'Occidente lo scopo prevalente dei governi, dei partiti politici e della gente è generalmente massimizzare i redditi, produrre e consumare merci e servizi.  Il risultato è una domanda persistente di più alti redditi, di ulteriori mercati per maggiori importazioni/esportazioni delle merci, di alimenti, materie prime e beni di lusso col conseguente aumento delle tensioni sociali sia nel paese che a livello internazionale a seguito alla concorrenza intensa di un numero sempre più crescente di voraci nazioni interessate ai mercati ed ai rifornimenti.

In questa situazione è il minimo pensare in termini di tagliare corto alla pace del mondo.  Nessun immaginabile congresso di pace ha potuto ora assumere un definitivo punto basilare verso quell'obiettivo.  Il mondo intero vive nel timore di una guerra nucleare, mentre un’ampia rete di viziosi rapporti internazionali tiene le nazioni nel timore reciproco sotto la difficoltà della crescita degli armamenti.  Queste sono le realtà dietro i problemi della pace e della guerra oggi, e da loro i governi si ritirano come facevano prima per la peste.

Le due forze primarie che stanno determinando oggi il corso degli eventi in seno e tra le nazioni sono timore e avarizia ed in larga misura il timore è il prodotto dell’avarizia.

La causa principale dei cambiamenti che ha condotto all'estensione del principio dell’avarizia alle sue dimensioni attuali, era la rivoluzione industriale che ha messo radici circa due secoli fa, in Gran Bretagna.  La costruzione delle fabbriche era un'innovazione nella produzione benché fuori misura rispetto ai meccanismi con cui la gente veniva invitata a lavorare le varie ore stipulate, dato che gli stipendi erano dettati dai proprietari denominati successivamente capitalisti.  Questo ha permesso ad un datore di lavoro di vivere, anche sontuosamente, sul lavoro dei suoi colleghi e di dare alla sua famiglia una buona formazione e privilegi che agli operai di fabbrica sono sembrati favolosi.

Da questi semplici inizi è balzata la potenza industriale:  le condizioni di oggi.  Nella loro scia sono venuti problemi infiniti e tutte le soluzioni proposte.  Fra quest’ultime ci sono i sindacati ed i partiti politici, laburista, socialista, anarchico e comunista, che combatteranno tutti con strumenti mirati a liberare gli operai dalle ingiustizie e dallo sfruttamento del capitalismo.  Come abbiamo già detto, il principio dell’avarizia si è espresso a seguito della concorrenza per i mercati mondiali, le forniture ed anche per la conquista e lo sfruttamento dei territori coloniali che, insieme, hanno condotto alla prima guerra mondiale ed hanno dato alla luce la Russia comunista.  È seguito il Trattato di Versailles che ha lanciato la Germania verso il fallimento completo, da dove sono venuti Hitler, il Nazismo ed infine la seconda guerra mondiale.

Jaisalmer - Donna con bimba

Ma come sempre, quando il potere si trasforma in tirannia, viene il giorno della resa dei conti.  La logica di questi eventi disastrosi ha penetrato milioni di menti della classe operaia in ogni paese occidentale.  Perchè, hanno chiesto, tutte queste cose diaboliche dovrebbero accadere in un paese “Cristiano”?  Le chiese hanno sostenuto le due guerre mondiali e hanno sempre sostenuto il capitalismo con tutte le sue divisioni ed i suoi antagonismi di classe.  Che cosa, allora, ha difeso la Chiesa?  La religione è stata fuori gioco?  La risposta è venuta con le chiese vuote.  La Cristianità Ortodossa ha perso il suo potere e la sua direzione.  L'operaio si è allontanato, privo di tutte le guide spirituali, poichè non era disponibile nessun’altra religione, cultura o filosofia.  Così trascurata, la gente comune ha gradualmente accettato i valori materialistici del capitalismo.

Le conseguenze sono di fronte a noi.  Oggi gli operai di tutte le classi, anche le professioni comprese quelle degli insegnanti, medici, avvocati, scienziati ed in fine i funzionari, stanno intraprendendo un gigantesco conflitto sociale per dividersi le risorse nazionali, in parte uno contro l’altro e tutti contro il governo.

Un risultato è stato un abbassamento catastrofico dei livelli morali.  Quello che fa guadagnare i soldi è giustificato.  Il gioco d’azzardo e tutti i giochi di probabilità che precedentemente erano condannati da una coscienza quasi universale, così come il clamore per i soldi in quanto profitto o stipendi o tutto quello che sta abbattendo le barricate della probità e dell'onestà, sono ora accettati quasi universalmente, apertamente e senza vergogna o scrupolo, ad un tasso terribile.

Di conseguenza, le politiche stanno diventando sempre più sospette.  Anche il lavoro ed il movimento socialista in gran parte hanno perso la loro anima, la maggior parte di loro sono diventate classi medie.

Per quanto l'Occidente sia preoccupato, abbiamo raggiunto così l'era di un materialismo trionfante.  Oggi quel materialismo e le tendenze economiche e sociali da cui è trionfato, stanno estendendo i loro tentacoli fino alle estremità della terra.  Hanno preso il Giappone, sono penetranti in India ed ora stanno entrando in Africa.

Così è venuto il tempo perché il mondo intero affronti le aride realtà del nostro tempo, particolarmente il fatto che durante le ultime decadi la condizione dell'uomo si è notevolmente deteriorata.  Il suo futuro è minacciato da due importanti calamità:  una guerra di sterminio e la tendenza persistente e crescente verso la centralizzazione del potere industriale, finanziario e politico nelle mani dei magnati, di piccoli gruppi di politici ed altri  ben radicati nel potere sociale ed aventi titolo.

New Delhi - La grande moschea

Non c’è tempo da perdere.  Gli ultimi obiettivi di espansione degli armamenti indicati dai due Dinosauri, registrano la supremazia e l'impasse dei poteri economico e militare nel mondo moderno.  L'alta percentuale di ricchezza totale che questo dispendio consuma, indica quanto grande sia il loro timore, che è una forza di demoralizzazione e distruttività spirituale.  Tuttavia né l'uno né l'altro Dinosauro riconosce un limite a tale potere o la necessità di fissare un limite alla sua accumulazione, sebbene esista una legge che non può essere trasgredita con la legge dell’impunità dei limiti o della debolezza dell’uomo.  Una volta che il concetto di integrità umana sparirà, verrà presto il momento in cui vivere non avrà più senso. Quel punto si sta raggiungendo ora nell'ovest, malgrado si intensifichi il fascino e la frenesia dell'eccitamento perpetuo, dell'indulgenza e della vita tumultuosa.  Già dietro la facciata di un modo di vivere commercializzato e volgarizzato uno può vedere la fitta di una depressione profonda, si percepiscono le ombre di un dubbio molesto e perfino di un desiderio per l'aria fresca e dolce di una vita semplice e sana.

I megatoni si moltiplicano, ma le immagini di depressione rifiutano di affrontare la grandezza della loro minaccia, da dove larghe fette della pubblica opinione spostano a mala pena un muscolo quando sono informati del fatto che i megatoni che ora sono installati potrebbero eliminare interi continenti nello spazio di alcuni minuti.  Il fatto poco chiaro è che il timore della vita sta diventando spaventoso quanto era una volta il timore della morte.  La vita si è trasformata così a buon mercato che la distanza fra essa e la morte è quasi sparita.  La morte che perde il suo pungiglione, la libertà che muore in misura sempre crescente.

A tutto questo è stato posto un limite quando i valori economici del capitalismo hanno cominciato a discendere verso la parte inferiore della scala sociale.  Oggi, ad ogni livello sociale, l’interesse preminente è la ripartizione del reddito nazionale, da cui le politiche sono degenerate in un duello fra le parti migliori della stessa società.

Così l'idealismo di cinquanta anni di fa - cristiano, socialista, o quello che è sparito, come il concetto di una società uguale – è stato lasciato indietro dal peso morto di un materialismo rabbioso che sta cancellando le ultime vestigia dei valori spirituali che una volta erano altamente stimati.

In questa situazione molto seria farei tre considerazioni:  in primo luogo, che quanto visto in precedenza fornisca la base con cui esaminare ogni strumento efficace nella lotta per pace del mondo.  In secondo luogo, quella politica di pace non può riuscire in mezzo al prevalente e crescente materialismo e a tutte le attività ed istituzioni antisociali che ha fatto crescere.  In terzo luogo, che l'emergere di un mondo pacifico deve seguire una rivoluzione a due facce in cui entrambe funzionino simultaneamente, vale a dire, una resistenza personale unilaterale diffusa alla guerra ed a tutti gli armamenti nucleari, una decentralizzazione sociale ed industriale e l’appagamento del diritto di ogni persona alla responsabilità, all'auto-espressione creativa ed ai valori spirituali di partecipazione cooperativa alle attività industriali.

La guerra e la violenza sono ovviamente fuori gioco e devono essere completamente abbandonate se la civiltà deve sopravvivere.  L'unica civiltà che può sopravvivere alle tempeste ed ai conflitti che sono inseparabili dalle società aggressive di oggi, deve poggiare sulle persone e così pure la cultura ed il  modo di vivere che possono produrlo.  La pace non è un simbolo sacro che si siede in cima ad una civiltà come un Dio dorato, ma un modo di vivere che deve essere sostenuto da istituzioni e cultura sociale, industriale, religiosa.  Gandhi è stato uno dei primi a vedere completamente l'importanza di questa verità e a riconoscere l'importanza di sviluppare l'India, sia su scala industriale che culturale, su linee molto diverse da quelle che ora ci sono in Occidente.

Durante i suoi anni più avanzati Gandhi ha preso molto in considerazione il problema dell'integrità umana ed il suo successo.  Si è concentrato su due istituzioni integranti: industria e formazione.  Le sue inchieste in Inghilterra, durante i suoi giorni di studente, lo avevano convinto che l'India avrebbe fatto un errore tragico se avesse copiato i metodi industriali occidentali.  Ha deplorato il pensiero stesso degli uomini di trasformare l'India con le macchine come stava accadendo nell'Occidente.  Ha preferito uno sviluppo più lento e più sano.  Ha acconsentito che ci fossero delle macchine a condizione che aiutassero l'artigiano sostituendo il lavoro dell'asino, ma non permettendo di rubare all'artigiano il diritto alla responsabilità nell'industria, all'auto-espressione ed ai valori umani di lavoro cooperativo per il bene comune.  Ha visto in India, con i suoi 500.000 villaggi, una grande occasione per costruire un nuovo genere di democrazia nel villaggio.  In ogni villaggio ci sarebbero state l'agricoltura ed un certo numero di piccole industrie.  Questi avrebbero cominciato con attrezzi manuali ma avrebbero usato i loro cervelli per studiare attrezzi e metodi occidentali in modo da selezionare i loro propri attrezzi e meccanismi di produzione di alta qualità traendone soddisfazioni.  L'intera economia del villaggio si sarebbe sviluppata gradatamente come la meditazione e l'esperienza hanno determinato.  Per soddisfare le esigenze di questo modello industriale e sociale ha evoluto il suo sistema di formazione di base, che cerca di equilibrare l’insegnamento del libro e l’istruzione teorica con il lavoro creativo manuale. 

Tempio Indu

 In India, io stesso ho visto sei piccole ragazze filare il cotone a scuola, mentre cantavano gioiosamente una loro canzone.  Il sistema esprime l'armonia del sapere, del fare e dell'essere.  In primo luogo è stato adottato nelle piccole scuole dei villaggi ma adesso è adottato con successo anche all'università.  Questo concetto di auto-governo della formazione, dell’industria e della comunità  definisce tutte le funzioni di un processo di produzione in cui tutte le persone mostrano gli strumenti indicati da Gandhi, per lo sviluppo di una società pacifica in India e nel mondo intero.

Ovviamente l'ovest altamente industrializzato e centralizzato non può copiare il modello di Gandhi.  Deve quindi trovare un altra strada per raggiungere lo stesso obiettivo.  I principi di base che la visione di Gandhi implicano non sono discutibili.  Includono il diritto universale alla responsabilità, all'auto-espressione creativa ed ai valori umani della cooperazione, nel lavoro quotidiano di ognuno.  Questi diritti richiedono la cultura delle piccole comunità come base necessaria di una democrazia valida.  Oggi non si può prevedere quanto velocemente potremo muoverci verso la decentralizzazione industriale.  Ovviamente l'inizio deve avvenire con l’approccio alle piccole industrie.

È così necessario che noi occidentali cominciamo a pensare in termini di inaugurazione di una nuova era creativa in cui la quantità ceda il posto alla qualità, l'abbondanza alla sufficienza, la complessità alla semplicità, la rapidità alla meditazione, la moda alla individualità, la limitazione al carattere, la frammentazione mentale all'integrità spirituale, la sazietà alla soddisfazione ed il contante alla cultura.

Tradizionalmente, nella maggior parte dell’Europa occidentale, la formazione ha significato la cultura dell’intera persona, non soltanto nelle scuole private e nelle università, ma anche nell'apprendistato.  Praticamente tutte le vecchie associazioni di mestiere prevedevano nei loro  statuti che un capo artigiano dovesse preparare i suoi apprendisti per la vita intera, compreso generalmente le sue abitudini e la sua moralità.  In alcuni casi hanno dovuto insegnare loro una lingua straniera, solitamente il Francese, affinché quando avessero completato il loro apprendistato come costruttori, falegnami, pittori, ecc. avessero potuto viaggiare attraverso l’Europa per studiare le modalità di lavoro dei grandi maestri di Francia, Belgio, Olanda, Italia, ecc. e poichè le Associazioni avevano rapporti stretti con la Chiesa, i loro membri erano ospitati liberamente nei monasteri disseminati a migliaia nel viaggio da Londra a Roma.

Tempi Indu

Ci sono fortunatamente molti segni di inquietudine da parte di singoli filosofi e piccoli gruppi, riguardo alle tendenze attuali, nella maggior parte dei paesi e stanno facendo numerose franche proteste contro alcune delle tendenze più sinistre.  Effettivamente potrei riempire parecchie pagine con un loro breve resoconto.  Molte imprese comunitarie di affari stanno funzionando in molti paesi europei, mentre non poche società private di affari stanno tentando di coltivare uno spirito di squadra attraverso vari mezzi che coinvolgono un certo grado di sacrificio dei profitti.  Un'organizzazione è comparsa in Gran Bretagna con lo pseudonimo di “Demintry” che predica e si esercita nella decentralizzazione di almeno una percentuale del capitale di un’attività economica.  Una di queste iniziative economiche si descrive come “Commonwealth”, un’altra come “Comunità Industriale”.  Il verdetto di questi esperimenti è “soddisfazione a tutto tondo”. 

Hanno dimostrato definitivamente che la partecipazione proprietaria è un principio valido negli affari sia finanziariamente che spiritualmente, ed hanno rivoluzionato i rapporti umani sviluppando un senso di unità di scopo.  Una di queste imprese assegna, da accordo generale, il 20 per cento dei profitti ai suoi lavoratori ed una somma identica, ancora col consenso comune, ad un'ampia varietà di cause pubbliche, locali, nazionali ed internazionali, stabilendo così collegamenti vitali con il proprio territorio, la nazione e con il mondo più in generale.

La pretesa della partecipazione proprietaria è forte.  Il lavoro è un fattore vitale nella produzione, ma potrebbe essere infinitamente più vitale e più fruttuoso con la partecipazione proprietaria.  I soldi sono investiti in macchine, allora perchè non in esseri umani che possiedono il potere, se applicato ad un ambito giusto ed umano, di migliorare enormemente il prodotto sia in quantità che in qualità.  Il crimine più grande del capitalismo è stato il suo rifiuto di una vasta riserva di potere e di entusiasmo creativi considerando gli operai come macchine piuttosto che come persone i cui istinti ed impulsi naturali, desiderano ardentemente l'auto-espressione.  I mezzi devono essere trovati per risvegliare ed usando i loro più fini poteri troppo a lungo ignorati.

Inoltre le operazioni finanziarie correnti rivendicano fortemente la richiesta di condivisione della proprietà.  Durante le ultime decadi gli enormi profitti della maggior parte del nostro commercio di distribuzione e produttivo, sono stati distribuiti agli azionisti che non hanno fatto nient'altro che firmare le ricevute mentre, secondo una giustizia rigorosa, una percentuale considerevole di essi avrebbe dovuto essere restituita alla gente in prezzi più bassi ed agli operai in stipendi più alti o come capitale di partecipazione proprietaria.

Il fatto importante è che sia cominciata la rivoluzione industriale in nome dell'integrità umana.  L’operazione da fare è quella di estenderla in ogni modo possibile.  Vale soprattutto per gli operai della piccola industria per condurre agitazioni finalizzate alla partecipazione proprietaria, facendosi appoggiare quanto più possibile dai loro sindacati.  È necessario soltanto un piccolo successo per aprire la strada a quello che potrebbe essere il risveglio generale e una potente spinta verso una democrazia creativa.  L'avanzamento nelle principali industrie contribuirà ad indicare la strada alla decentralizzazione dell’industria pesante.

In Occidente il pubblico protesta contro la produzione e l'uso delle armi nucleari conseguendo risultati spettacolari, tuttavia hanno toccato soltanto una frangia dell'opinione pubblica.  È mia convinzione che in periodo di decadimento sociale come il presente, non riusciranno a raggiungere lo scopo senza l'ispirazione di una rivoluzione sociale costruttiva.  È nell'azione diretta simultanea di entrambi questi  fronti che vedo l'unica speranza di muoversi verso un'umanità libera ed un mondo pacifico.

 

 (*) Images Copyrighted by Historylink101.com & found at India Picture Gallery.

 

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