È stata la prima esperienza di agitazione politica in cui Gandhi è stato guarito da quello che è sembrato essere una incorreggibile consapevolezza. Non che ebbe un improvviso attacco di egotismo; era conscio dei suoi limiti e in una lettera datata 5 luglio 1894 indirizzata a Dadabhai Naoroji, l’eminente leader del Indian National Congress, scrisse: “… Una parola per me stesso e l’ho fatto. Sono giovane ed inesperto e quindi soggetto a fare errori. La responsabilità assunta va un poco oltre la mia capacità per cui vedrà che non gli ho dato maggiore importanza, in quanto oltre la mia abilità, per arricchire me stesso alle spalle degli Indiani. Sono la sola persona disponibile che può trattare la questione”. Il concetto di inferiorità è relativo; in una comunità che lo guarda come un leader, Gandhi dimentica i propri limiti. Come la sola persona disponibile egli svolge sommessamente un compito che altrimenti avrebbe fuggito.
Gandhi era venuto in Sud Africa per un anno nel 1983. Avrebbe veramente dovuto
immaginare che vi sarebbe dovuto rimanere per la maggior parte di due decadi.
La lotta degl’Indiani emigrati per i diritti civili elementari che erano stati
l’immediata causa l’intervento di Gandhi nella politica di Natal fu solo un
sintomo del malessere razziale che aveva cominciato ad affliggere il
Continente Nero.
“Gli asiatici”, scrisse Lord Milner, “sono stranieri che propongono con
forza loro stessi su una comunità riluttante a riceverli”. In fatti
l’emigrazione indiana verso il Sud Africa nel 1860 si avviò su istanza dei
colonizzatori europei che possedevano vaste terre vergini ideali per
piantagioni di te, caffè e zucchero ma carenti di mano d’opera. I Negri non
potevano essere costretti a lavorare dopo l’abolizione della schiavitù.
Intermediari del reclutamento di manodopera per i coloni europei girarono
alcune delle regioni più povere e congestionate dell’India dipingendo di rosee
prospettive il lavoro in Natal. Trasporto, vitto ed alloggio gratuiti; una
paga di dieci scellini al mese per il primo anno aumentato di uno scellino per
ogni anno successivo; diritto ad un rientro gratuito in India dopo cinque anni
“per contratto” (in alternativa la sistemazione nella terra di adozione)
guidarono migliaia di poveri ed ignoranti Indiani verso la lontana Natal.
I coloni europei ed i commercianti non gradivano l’idea di lavoratori
Indiani sistemati come liberi cittadini dopo il periodo di cinque anni “per
contratto”. Una tassa di 3 sterline fu quindi imposta su ciascun membro della
famiglia di un lavoratore ex-contratto anche se questi voleva semplicemente
esercitare il suo diritto a risiedere regolarmente a Natal come da accordi
sottoscritti per la loro emigrazione dall’India. Fu una tassa esorbitante per
i poveri disgraziati i cui salari oscillavano tra dieci e dodici scellini al
mese.
I commercianti Indiani che avevano seguito i lavoratori Indiani a Natal
ebbero gli stessi problemi. Nessuno poteva commerciare senza licenza però un
europeo poteva averla su richiesta mentre un Indiano a costo di tanta fatica
ed esborso di soldi. E quindi fu istituito un questionario sull’educazione in
lingua europea per qualsiasi immigrato dall’India con l’esclusione,
naturalmente, per quei poveri semi-schiavi analfabeti che continuavano ad
essere immigrati.
I soprusi legali sugli Indiani furono abbastanza cattivi ma le umiliazioni
quotidiane che dovettero subire furono peggiori. Erano comunemente descritti
come “Sporcizia asiatica da essere completamente maledetti, pieni di vizi, che
vivono di riso e parassiti neri”. Non era loro permesso di camminare sui
marciapiedi. Non gli venivano rilasciati biglietti di prima e seconda classe.
Se un passeggero bianco obiettava venivano allontanati dallo scompartimento
del treno; dovevano a volte viaggiare sugli scalini di accesso alle carrozze.
Non erano ammessi negli hotel europei.
Gandhi realizzò che quello di cui aveva bisogno l’India fosse una
organizzazione permanente che guardasse oltre i loro interessi. Al di là del
riguardo per Dadabhai Naoroji, che era il presidente dell’Indian National
Congress nel 1893, egli chiamo la nuova organizzazione Natal Indian Congress.
Non era pratico della costituzione e delle funzioni dell’Indian National
Congress. Questa ignoranza si dimostrò un investimento in quanto forgiò il
Natal Congress nel miglior modo per essere adatto ai bisogni degli Indiani di
Natal come un corpo vivo funzionante negli anni e dedicato non solo alla
politica ma anche alla morale e all’avanzamento sociale dei suoi membri.
Sebbene servisse una comunità avendo poca esperienza politica, non fu un uomo
da scena (di sola immagine). Sebbene fosse un infaticabile segretario, Gandhi
acquisì interesse ed entusiasmo popolare ad ogni passo. Fece raccolta di
membri e sostenitori in maniera molto al di là della routine. Impiegò una
tecnica gentile ma irresistibile per esercitare pressione morale sui tiepidi
sostenitori. Una volta, in un piccolo villaggio, sedette tutta la notte senza
cenare finché all’alba il suo ospite, un commerciante Indiano, acconsentì a
sottoscrivere per il Natal Indian Congress da tre a sei sterline.
In questi pochi anni di apprendistato politico Gandhi formulo il proprio
codice di comportamento per un politico. Non accettò la vista populistica
secondo cui occorre battersi solo per la propria parte giusto o sbagliato che
fosse. Evitò esagerazioni e scoraggiò I suoi colleghi nel praticarlo. Il Natal
Indian Congress non fu soltanto semplicemente lo strumento per la salvaguardia
dei diritti politici ed economici per la minoranza indiana ma anche una leva
per una sua riforma ed unità interna. Egli non risparmiò al suo proprio
popolo, in modo chiaro e tondo, le critiche sui loro difetti. Non fu solo la
coraggiosa figura di riferimento degli Indiani di Natal ma anche il loro
critico severo.
Sotto la sua guida la comunità indiana di Natal si sforzò di assicurare
l’abrogazione delle leggi di discriminazione e avversarne le regole e
respingere future misure di oppressione. Gandhi fu in contatto con Naoroji ed
altri membri del comitato britannico del Indian National Congress di Londra.
Cercò il loro consiglio ed il loro supporto nel rappresentare il caso degli
Indiani attraverso il South African Indian presso il Secretary of State for
India, ed il British Colonial Secretary.
I foundatori del Natal Indian Congress
Fu un infaticabile corrispondente: bombardò i suoi amici, gli oppositori, gli
editori di giornali, ed autorità di tre continenti con telegrammi, lettere e
memorandi sui motivi di risentimento dell’India nel Sud Africa. È la misura
del successo di Gandhi come pubblicista a chè l’Indian National Congress
ricordò le sue proteste contro le disparità imposte ai coloni Indiani del Sud
Africa e tanto che il London Times gli dedicò diversi articoli di testa per il
suo problema. Nel 1896 concluse una breve visita in India per cercare pubblico
supporto alla causa che aveva fatto propria. Al ritorno a Natal da questo
viaggio, il 10 gennaio 1897, fu vicino al linciaggio nelle strade di Durban ad
opera di europei che si erano infuriati a causa dei suoi articoli di giornale
a sostegno della causa indiana nella propria terra d’origine.
Allo scoppio della guerra Boera nel 1899, Gandhi fondò l’Indian Ambulance
Corps di 1100 uomini.
Gandhi con l’Indian Ambulance Corps durante la guerra Boera
Vere Stent, l’editore del Pretoria News ha lasciato un affascinante
ritratto di Gandhi sul campo di battaglia: “Dopo una notte di lavoro che ha
distrutto uomini con una più grande corporatura, mi ritrovai di fronte a
Gandhi che di prima mattina, seduto sul bordo della strada, mangiava dei
biscotti di ordinanza. Ogni uomo in buona forma (generale) era noioso e
depresso ed invocava di cuore dannazioni su ogni cosa. Ma Gandhi era fermo nel
suo portamento, allegro e confidente nella sua conversazione con occhi pieni
di bontà”.
Deve essere riconosciuto che le idee di Gandhi sulla nonviolenza non erano ancora pienamente maturate. La sua opinione a quell’epoca era che i coloni Indiani, nelle colonie britanniche, mentre chiedevano tutti i privilegi della cittadinanza dovevano accettarne anche tutti gli obblighi derivanti inclusa la partecipazione alla difesa del paese ospitante. Il gesto di Gandhi nel creare l’ Ambulance Corps per conto di una minoranza a cui erano negati i diritti più elementari, fu una cosa bella che non fu apprezzata. La fine della guerra boera non portò alcun beneficio agli Indiani. I loro motivi di risentimento rimasero irrisolti. Infatti, nuove catene erano state forgiate nelle colonie boere.