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Discorso tenuto all’accoglienza in Madras

21 aprile 1915

 

Amber - Fort and landscape (*)

In risposta al discorso di benvenuto letto dal sig. G. A. Natesan a nome della Indian South African League, ad una riunione nella Victoria Public Hall di Madras, il 21 aprile 1915, con la presidenza del Dott. Sir Subramania Iyar, Gandhi ha detto:

Sig. presidente ed amici, - a nome mio e di mia moglie sono profondamente riconoscente per questo vostro grande onore resoci qui a Madras, io dico, da questa Presidenza, ed all'affetto che è stato prodigato abbondantemente verso di noi da questa grande ed illuminata - non benevola - Presidenza.  Se c’è qualche cosa che abbiamo meritato, come è stato dichiarato in questo stupendo discorso, posso soltanto dire che lo metto ai piedi del mio Padrone sotto la cui ispirazione ho lavorato tutto questo tempo nel mio esilio in Sud Africa.  (stanno tutti a sentire).  Allo stesso modo i sentimenti espressi in questo discorso sono soltanto profetici.  Sir (rivolgendosi al Presidente), li accetto da voi e da questa grande assemblea come benedizione e come preghiera affinché tanto mia moglie quanto io stesso si possa avere la forza, l'inclinazione e la vita da dedicare a qualunque cosa noi si possa realizzare in questa nostra sacra terra a servizio della Madrepatria.  (acclamazioni).

Non c’è da meravigliarsi se siamo venuti a Madras.  Come il mio amico, il sig. Natesan, forse vi dirà, c’è stato un ritardo ed abbiamo trascurato Madras.  Ma non abbiamo fatto niente del genere.  Sappiamo di avere riservato un angolo nei vostri cuori ed abbiamo saputo che non ci avreste mal giudicato se non fossimo venuti a Madras prima di andare in altre presidenze e in altre città.  Ma, Sir, se ci siamo meritati un decimo delle parole usate in questo discorso, che termini proponete di usare per coloro che hanno perso la vita e quindi hanno svolto il loro compito a favore dei vostri  connazionali che soffrono nel Sud Africa?  Che parole proponete di usare per Magappan e Narayansawmy, ragazzi di diciassette o diciotto anni, che hanno affrontato coraggiosamente e con fede semplice tutte le prove, tutte le sofferenze e tutte le umiliazioni per l’onore della Madrepatria (acclamazioni).  Che parole proponete di usare per quanto riguarda Valliamma, quella dolce ragazza di diciassette anni che è stata liberata dalla prigione di Maritzburg, ridotta pelle ed ossa che ha sofferto  per la febbre e per cui è morta dopo circa un mese di tempo (urla di vergogna).

Era il Madrassis che di tutti gli indiani è stato scelto dalla grande Divinità per guidarci in questo grande lavoro.  Sapete che nella grande città di Johannesburg, il Madarasis considera il Madrassis come disonorato se questi non ha attraversato almeno una volta o due volte le prigioni durante questa terribile crisi che i vostri connazionali del Sud Africa hanno vissuto durante questi otto lunghi anni?  Avete detto che ho ispirato questi grandi uomini e donne, ma non posso accettare questa considerazione.  Sono state loro, le persone di semplice pensiero, che hanno lavorato con fede, senza mai prevedere la minima ricompensa, ad avermi ispirato, a mantenermi ad un livello adeguato, che mi hanno ispirato col loro grande sacrificio, con la loro grande fede, la loro grande fiducia in un grande Dio, a farmi fare il lavoro che sono stato in grado di fare.  (acclamazioni).  È stata una sfortuna che mia moglie ed io siamo stati obbligati a lavorare senza avere grande importanza mentre voi avete ingrandito le proporzioni (crisi di 'No?  No?')  di questo piccolo lavoro che abbiamo potuto fare.

Credetemi, miei cari amici, se voi non considerate, sia in India che nel Sud Africa, che noi siamo poveri mortali, stessi individui, della medesima sostanza di cui voi stessi siete fatti, se voi non considerate che è impossibile per noi fare qualsiasi cosa senza il vostro aiuto e senza che voi facciate le stesse cose che noi siamo preparati a fare, voi sareste perduti, e anche noi saremmo perduti, ed il nostro servizio sarebbe inutile, neanche per un momento ho creduto che noi costituissimo ispirazione per qualcuno. L'ispirazione è stata data da loro a noi e potevamo essere solo mediatori fra i poteri che si definivano Governanti e quegli uomini per i quali la riparazione era così necessaria.  Eravamo semplicemente collegamenti fra le due parti e niente più.  Era mio dovere, ricevere l’educazione che mi è stata data dai miei genitori per interpretare quello che doveva essere da noi continuato in mezzo a quella gente semplice ed essi hanno approfittato dell’opportunità.  Hanno capito il potere della forza religiosa e fu così che ci hanno ispirati,  hanno completato il loro lavoro e sono morti per voi e per me; lasciamo che siano loro ad ispirare voi e noi.

Stiamo ancora vivendo e chi sa se il diavolo non ci possederà domani e non abbandoneremo il posto del dovere prima che qualche nuovo pericolo non ci si presenti, ma questi tre sono andati per sempre.  Un uomo anziano di 75 anni dalle United Provinces, Harbart Singh, è riuscito a costruire una maggioranza ed è morto in prigione in Sud Africa;  egli ha meritato la corona che cercate di posare su di noi.  Questi giovani meritano tutti gli aggettivi che avete così affezionatamente, ma ciecamente rivolto a noi.  Erano non soltanto Indù quelli che hanno lottato, ma c’erano Musulmani, Parsi e Cristiani e quasi tutte le zone dell'India sono state rappresentate nella lotta.  Hanno capito il pericolo comune ed hanno realizzato anche quale fosse il loro destino di Indiani e sono stati loro, solo loro, che hanno opposto la forza dell’anima contro le forze fisiche.  (applauso forte.) 

 

 

Fonte:  Speeches and Writings of Gandhi

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