Chicago - Hard habit to break

Discorso tenuto all’incontro di preghiera

Il problema del Kashmir

4 gennaio 1948

 

Amber - mercato

Oggi si parla di guerra dappertutto.  Tutti temono che scoppi una guerra fra i due paesi.  Se questo accadrà sarà una calamità sia per l'India che per il Pakistan.  L'India ha scritto all’O.N.U. perché ogni volta che da qualche parte ci sia il timore di una guerra, all’O.N.U. è chiesto di promuovere un accordo e di fermare lo scoppio del conflitto.  L'India quindi ha scritto al O.N.U. e per quanto il tentativo è sembrato essere insignificante, ha potuto condurre ad una guerra fra i due paesi.  È un lungo memorandum ed è stato cablato (inviato via cablogramma n.d.t.).  I capi del Pakistan Zafrullah Khan e Liaquat Ali Khan hanno da allora ricevuto la dichiarazione pubblicamente.  Sarei tentato di dire che i loro argomenti non hanno attrattiva per me.

Potete chiedere se approvo l’approccio del Governo dell’Unione verso l’O.N.U.;  posso dire che per un verso lo approvo e per un altro non approvo quello che hanno fatto.  Lo approvo, perché dopo tutto che altro potevano fare?  Sono convinti che quello che stanno facendo è giusto.  Se ci sono invasioni della frontiera del Kashmir, la conclusione evidente è che deve esserci la connivenza del Pakistan.  Il Pakistan può negarlo.  Ma la smentita non sposta il problema.  Il Kashmir è stato annesso a determinate condizioni.  Se il Pakistan assilla il Kashmir e se lo sceicco Abdullah che è la guida del Kashmir chiede aiuto all'Unione Indiana, quest’ultima è costretta a fornire l'aiuto.  Tale aiuto quindi è stato fornito al Kashmir.  Allo stesso tempo il Pakistan è stato invitato ad uscire dal Kashmir e ad arrivare ad un accordo sulla questione, con l'India, al di là delle trattative bilaterali.

Se non può essere raggiunto nessun accordo allora la guerra è inevitabile.  E proprio per evitare la possibilità di una guerra che il Governo dell’Unione si è mosso.  Che abbiano agito giustamente o no solo Dio lo sa.  Qualunque fosse stato l'atteggiamento del Pakistan, se avessi avuto modo, avrei invitato i rappresentanti del Pakistan in India; ci saremmo potuti incontrare, discutere la questione e lavorare per un accordo.  Ci tengono a dire che desiderano un accordo amichevole ma non fanno niente per creare i termini per un tale accordo.  Quindi dirò umilmente ai capi responsabili del Pakistan che, anche se siamo ora due paesi - che è una cosa che io non ho mai desiderato - noi dovremmo provare almeno ad arrivare ad un accordo in modo da poter vivere come vicini pacifici.

Ammettiamo per la discussione che tutti gli indiani siano cattivi, ma almeno il Pakistan che è una nazione appena nata che è sempre più venuta in essere in nome della religione, almeno lei dovrebbe essere pura.  Ma essi stessi non lo rivendicano.  Non argomentano che i Musulmani non hanno commesso atrocità in Pakistan.  Quindi direi che ora è loro dovere, quanto più possibile, arrivare ad una comprensione amichevole con l'India e vivere con lei in armonia.  Gli errori sono stati fatti da entrambi i lati.  Di questo non ho dubbio.  Ma questo non significa che dobbiamo persistere in quegli errori, perchè alla fine distruggeremo soltanto noi stessi in una guerra e l’intero sub-continente passerà nelle mani di una qualche terza potenza.  Questo sarà l’immaginabile peggior destino per noi.  Rabbrividisco nel pensare ad esso.  Di conseguenza, i due Domini dovrebbero assumere Dio come testimone e trovare uno accordo.

Il problema è ora di fronte all’O.N.U..  Non può essere ritirato da quell’ambito.  Ma se l'India ed il Pakistan vengono ad un accordo, le grandi potenze dell’O.N.U. dovranno sottoscrivere quell’accordo.  Non avranno nulla da obiettare.  Loro stessi potranno solo dire che faranno la cosa migliore per vedere i due paesi giungere ad una comprensione attraverso reciproche discussioni.  Preghiamo Dio affinché noi si possa o imparare a vivere in amicizia  con chiunque o a risolverci a combattere fino alla fine.  Questo può essere folle ma prima o poi ci purificherà. 

Ora alcune parole circa Delhi. 

Sono venuto a sapere di avvenimenti che sono accaduti la scorsa sera nel Brijkishan.  Ero andato nel Campo per la preghiera serale.  Sono venuto via dopo la preghiera ma poi sono rimasto ancora lì per parlare alla gente nel Campo.  Ci sono alcune case musulmane a poca distanza dal Campo. Circa quattro o cinquecento internati del Campo, la maggior parte donne e bambini ma anche alcuni uomini – sono usciti dal Campo per prendere possesso delle case.  Mi sono detto che non si sono dedicati ad alcun genere di violenza.  Alcune case erano libere.  Alcune erano occupate dai proprietari.  Hanno provato a prendere possesso anche di queste ultime.  La polizia era lì vicino a portata di mano.  Sono immediatamente andati sul posto e secondo le informazioni che ho, hanno riportato la situazione sotto controllo verso le nove. 

New Delhi - Tempio di Laksmi Narayan

La polizia è rimasta là.  Capisco che ha dovuto usare il gas lacrimogeno.  Il gas lacrimogeno non uccide ma può essere abbastanza doloroso.  Mi sono detto che qualcosa è accaduto ancora oggi. Tutto quello che posso dire è che tutto ciò deve farci vergognare.  I rifugiati non hanno ancora imparato dalla loro immensa sofferenza a contenersi?  È veramente inconcepibile occupare le case della gente.  È un dovere del governo trovare loro riparo o qualsiasi altra cosa di cui possano aver bisogno.  Oggi il governo è proprio nostro.  Ma se rifiutiamo di obbedire al nostro proprio governo e rifiutiamo di obbedire alla polizia e occupiamo con forza le case, il governo è probabile che non tolleri oltre la cosa.  Ed è ancora peggio che tali cose accadano nella città capitale dell'India in cui ci sono tanti ambasciatori di tutto il mondo.  Vogliamo mostrare loro lo spettacolo di gente che occupa qualunque cosa?  È tanto più spiacevole che le donne ed i bambini siano stati usati come schermo.  È inumano.

È come se i sovrani musulmani mantenessero un gregge di mucche sotto il tiro delle loro armi per assicurarsi che gli Indù non combattano.  È incivile, un comportamento barbaro.  Ed è ancora più barbaro mettere davanti donne e bambini per farsi scudo contro la polizia quando carica.  È abusare della femminilità.  Devo chiedere umilmente a tutti i rifugiati - donne e bambini - di non comportarsi in questo modo.  Li lascino perdere.  Se non lo fanno, oltre ad una guerra fra indiani e pakistani, ci uccideremo in una disputa reciproca.  Possiamo perdere Delhi e renderci gli zimbelli del mondo.  Se vogliamo che l'India rimanga un paese libero, dobbiamo fermare le cose che stanno accadendo oggi.

 

Fonte: - Collected works-Vol. 90, Pp 356-58

 

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