Filosofia di Gandhi

“Senza Paura”

Contenuto del Capitolo

Il Vangelo del Coraggio - Cognizione del Coraggio - Paura di Dio - Il coraggio dell’anima

Il Vangelo del Coraggio

Il coraggio isola la libertà da tutte le paure esterne – paura della malattia, ferite del corpo o morte, di spossatezza, di perdita di un caro e di un parente, di perdita della reputazione o di portare offesa, e così via.

Cognizione del Coraggio

Il coraggio perfetto può essere capito solo da Lui che lo ha realizzato, il Supremo, in quanto implica la grandezza della liberta rispetto alle delusioni. Ma uno può sempre progredire verso questo obiettivo attraverso il determinato e costante sforzo ed incrementando la confidenza in se stesso … Come per il nemico interno dobbiamo sempre andare oltre la sua paura. Noi siamo giustamente impauriti dalla Passione Animale e dalla Rabbia. Le paure esterne cessano di sommarsi quando noi riusciamo a conquistare questi traditori. Tutte le paure girano intorno al corpo quale centro e dovrebbero, quindi, sparire quando ci si sbarazza dell’attaccamento al corpo.

Così troviamo che tutta la paura è fabbricata sulla base della nostra propria visione. La paura non ha posto nei nostri cuori quando noi abbiamo scosso via l’attaccamento alla ricchezza, alla famiglia ed al corpo. 'Tena tyaktena bhunjithah' è un nobile comandamento. La ricchezza, la famiglia ed il corpo sono qui considerati alla stessa stregua; noi dobbiamo solo cambiare atteggiamento verso di loro. Tutte queste cose non sono nostre ma di Dio. Niente è nostro in questo mondo.  Anche noi stessi siamo Suoi. Perché allora dobbiamo avere paura?

L’Upanishad quindi ci spinge “all’attaccamento verso le cose che ci piacciono”. Come dire che dobbiamo essere interessati a loro non come proprietari ma solo come amministratori fiduciari. Egli, per conto di cui noi le teniamo, ci darà la forza e le armi necessarie per difenderle contro tutti.

Quando noi così cessiamo di essere dei padroni e ci riduciamo al rango di servi più umili della polvere che calpestiamo, tutte le paure si dissolveranno come nebbia; otterremo una pace interiore e vedremo Satya Narayan  (il Dio di Verità) faccia a faccia.

Paura di Dio

Se abbiamo paura di Dio cesseremo di aver paura degli uomini.

Non c’è molta superstizione o ipocrisia intorno per cui uno debba aver paura di fare anche le cose giuste. Ma se uno da strada alla paura, anche la verità verrà soppressa. La regola d’oro è di agire senza paura su quello che uno crede essere giusto.

Il coraggio non significa arroganza o aggressività. Quelli di per se stessi sono un segno di paura. Il coraggio presuppone calma e pace mentale. Per questo è necessario avere una vita di fede in Dio.

La paura è una cosa che mi è antipatica. Perchè un uomo dovrebbe avere paura di un altro uomo? L’uomo dovrebbe aver paura solo di Dio e quindi può perdere tute le altre paure.

Il coraggio dell’anima

Ogni individuo deve pensare all’arte dell’auto-difesa. E’ più uno stato mentale che deve essere inculcato che non quello che il nostro corpo dovrebbe imparare per vendicarsi. La nostra educazione mentale deve essere fatta quando ci si sente senza aiuto. Il coraggio non è una qualità del corpo, è dell’anima. Ho visto codardi rinchiusi in una corazza di muscoli e raro coraggio in fragili corpi. Al più debole di noi fisicamente deve essere insegnata l’arte di superare le paure e di dare una buona impressione di noi stessi.

Siamo sulla soglia della penombra – che sia alba o tramonto non lo sappiamo. Una è seguita dalla notte l’altra annuncia l’alba. Se vogliamo vedere albeggiare il giorno dopo la penombra  e non la lugubre notte  è necessario che ognuno di noi si comporti bene … per realizzare la verità in questa congiuntura, per rappresentarla in ogni contesa e per predicarla e praticarla ad ogni costo risolutamente.

Per la nostra marcia verso la libertà abbiamo scelto la vecchia strada della verità e della non-violenza e dobbiamo seguire le indicazioni di Dio per cui coloro che seguono un cammino diritto e stretto non dovranno mai soffrire e si ispireranno con la fede e la speranza.

In questo paese di auto-repressione e timidezza, la maggior parte sull’orlo della vigliaccheria, non possiamo avere molto coraggio, molto auto-sacrificio … io voglio … il più grande coraggio dell’umile, del gentile, del non violento, il coraggio che fa montare la forca senza pregiudizi o che protegge da qualche intenzione di fare del torto ad una singola anima.

Non c’è nessun coraggio più grande di un risoluto rifiuto di piegare il ginocchio a qualche potenza terrena, per quanto grande, e che senza amarezza di spirito ed in pienezza di fede quello spirito solo vive e nient’altro.

Abbiamo due scelte di fronte a noi. Possiamo diventare una grande potenza militare o, se seguiamo la mia strada, possiamo diventare una grande non-violenta ed invincibile potenza. In entrambi i casi la prima condizione è quella di abbandonare la paura.

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