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Capitolo 4                                       
 

Filosofia di Gandhi

“La fede”

     Simon and Garfunkel - El condor pasa

Contenuto del Capitolo

 La fede

Il vangelo della Fede -   Limiti della Ragione - Il significato di Religione - La mia Religione - Futilità della forza - Moralità - Diversità di Religione - Unità di base - Le Scritture - Dettati Religiosi - Il significato di Dio - Nessun Dio personale - La Sua personalità - La Potenza di Dio - Le sue regole - Genesi del male - Miracoli - Incarnazione - Le leggi di Dio - Scoperte della Natura - I nomi di Dio

Ramanama

 

 Il mio Salvatore - Il miglior culto - Un solo DioPotenza curativaPurezza di Pensiero - La preghiera il cibo della mia anima - Salvaguardia nella prova - La risposta di Dio - Carattere della preghiera - Necessità di pregare - Essenza della Preghiera - Efficacia del silenzio - Potenza della preghiera

Il mio Induismo non è esclusivo

Abbracciando tutti - Induismo ed Ahimsa - Madre Gita - La strada del Buddha - Il governo morale del mondo - La Cristianità in Occidente - La personalità di Cristo - Quello che Cristo significa per me - L’Islam religione di pace - L’uso della forza - Il Corano

Religione e Politica

La vita un insieme integrale

Templi ed idolatria

Carattere dell’idolatria - Luoghi di culto - La maledizione dell’insensibilità - Insensibilità e casta - Il Dharma Varnashrama - Matrimoni e banchetti tra caste - Caste - Caste e varna

Il Vangelo della Fede

È la fede che ci guida attraverso mari tempestosi, la fede che muove le montagne e la fede che salta gli oceani. Quella fede è niente ma vivente, apre gli occhi alla coscienza di Dio. Colui che ha perseguito quella fede non vuole niente. Corporalmente malato, è spiritualmente in salute; fisicamente povero, si rotola in ricchezze spirituali

Senza fede questo mondo diventerà uno zero in un attimo. La vera fede è l’appropriazione dell’esperienza ragionata della gente che noi crediamo abbia vissuto una vita purificata dalla preghiera e dalla penitenza. Credo, quindi, in profeti e reincarnazioni che sono vissuti in epoche remote che non sono oziose superstizioni ma la soddisfazione di un innato volere spirituale.

La fede non è un fiore delicato che appassirebbe sotto il fragile temporale. La fede è come le montagne Himalaiane che non possono cambiare. Nessuna tempeste può smuovere le montagne Himalaiane dalle loro fondamenta  … ed io voglio che ognuno di voi coltivi quella fede in nDio e nella religione.

 

Limiti della Ragione

L’esperienza mi ha reso abbastanza umile da farmi capire gli specifici limiti della ragione. Così come una questione fuori luogo diventa  immondizia, il cattivo uso della ragione è da lunatici. I razionalisti sono esseri ammirabili, il razionalismo è un’idea mostruosa quando dichiara la propria onnipotenza. L’attribuzione di onnipotenza alla ragione è un cattivo pezzo di idolatria tanto quanto il culto dell’accumulare pietre credendo che siano Dio.

Io tengo non per la soppressione della ragione ma per un dovuto riconoscimento di quello che in noi santifica la ragione stessa.

A me è tanto chiaro quanto una lucerna che la dove c’è un’attrattiva verso la ragione pura e indecisa, non dovrebbe esserci attrattiva verso un’autorità per quanto grande possa questa essere.

Ci sono soggetti da cui la ragione non può portarci via  e dobbiamo accettare le cose con fede. La fede quindi non contraddice la ragione ma l trascende. La fede è come un sesto senso che opera in quei casi in cui la ragione non da valore alcuno.

 

Il significato di Religione

Lasciatemi spiegare cosa intendo per religione. Non è la religione Indù che io certamente premio rispetto a tutte le altre religioni, ma la religione che trascende l’Induismo, che cambia la vera natura di qualcuno, che lega indissolubilmente alla verità che è dentro di noi e che purifica sempre. E’ l’elemento permanente della natura umana che non paga alcun costo troppo grande per trovare piena espressione e che lascia l’anima del tutta irrequieta finché non ha trovato da se il suo Creatore e si è resa conto della corrispondenza tra se stessa ed il Creatore.

La religione, non alludo a quella formale, o consueta religione, è quella che è alla base di tutte le religioni, che ci porta faccia a faccia con il nostro Creatore.

 

La mia Religione

La mia religione non ha limiti geografici. Se ho una fede vivente in essa trascenderà il mio amore per la stessa India.

La mia non è una religione da carcere. Ha una stanza per l’ultimo della creazione di Dio. Ma è provata contro l’insolenza, l’orgoglio di razza,  religione o colore.

C’è indubbiamente un senso che rende una dichiarazione vera quando dico che ho la mia religione più cara del mio paese e che, quindi, sono prima un Indù e poi un nazionalista. Non divento meno nazionalista del più grande tra questi. Con questo voglio semplicemente dire che gli interessi del mio paese sono identici a quelli della mia religione. Allo stesso modo, quando dico che prediligo la mia salvezza sopra ogni altra cosa, sopra anche la salvezza dell’India, non significa che la mia personale salvezza richieda il sacrificio della politica dell’India o la salvezza di qualcun altro. Questo significa che entrambe vanno insieme.

Questo è la massima della vita che io abbia accettato, cioè, che nessun lavoro dell’uomo, nessuna questione per quanto grande sia, prospererà veramente a meno che non abbia un fondamento religioso.

Ho abbastanza fede nella mia causa e nella umanità. Il popolo Indiano non è peggiorre di qualcun altro; possibilmente è migliore. Infatti la causa presume fede nella natura umana. Sebbene l’oscurità scenda sul cammino, Dio lo illuminerà e dirigerà i miei passi, se avrò fede nella sua guida e sufficiente umiltà da riconoscere la mia debolezza senza quella guida infallibile.

Questo può essere considerato ostinazione ma è mia ferma fede considerare che chi ha intrapreso qualcosa nel nome di Dio, e in piena fede in Lui, anche alla fine dei suoi giorni, non lavora invano, ed io sono sicuro che il lavoro che ho intrapreso non è mio ma di Dio.

Questo è il dharma (1) riportato dai libri santi, (2) seguiti dai saggi, (3) interpretati da chi impara e che (4) fanno appello al cuore. La prima delle tre condizioni deve essere soddisfatta prima che la quarta diventi operativa . In questo modo non si deve seguire il precetto di un ignorante o di un mascalzone sebbene essi lodino se stessi a qualcuno. La rigorosa osservanza dell’inoffensività, non-inimicizia e rinuncia sono i primi requisiti che una persona deve seguire per redigere una legge p.e. il dharma.

 

Futilità della forza

Ho la convinzione profonda che nessuna religione può essere sostenuta dalla forza bruta.  Al contrario, coloro che di spada feriscono sempre di spada periscono.

Le religioni, come le nazioni, pesano nell'equilibrio.  Quella religione e quella nazione saranno cancellate dalla faccia della terra perchè spingono la loro fede verso l’ingiustizia, la falsità  o la violenza.

 

Moralità

Per me la morale include la spiritualità. … Nella mia carriera di riformatore, ho considerato tutto dal punto di vista morale.  Se sono impegnato nell'affrontare una domanda politica o sociale o economica, il lato morale di esso prevale sempre e pervade il mio intero atteggiamento.

Non c’è una moralità assoluta per tutte le circostanze.  Ma c’è una moralità relativa, che è abbastanza assoluta, per i mortali imperfetti che siamo.  Quindi, è assolutamente immorale bere i liquori alcolici tranne come medicina, nelle dosi medicinali e sotto consiglio medico.  Similmente, è assolutamente sbagliato provare desiderio per qualche donna tranne che per la propria moglie.  Entrambe queste posizioni sono state dimostrate per motivi di paura.  Gli argomenti di sostegno sono sempre stati avanzati.  Sono stati avanzati contro l'esistenza stessa del Dio – che è la Somma di tutto. La Fede che trascende la ragione è la sola nostra Roccia Antica.  La mia fede mi ha salvato e ancora mi salva dai pericoli.  Non mi ha mai tradito.  Non si è mai saputo che abbia tradito qualcuno.

 

Diversità di Religione

In realtà ci sono tante religioni quanti sono gli individui.

Le religioni sono strade differenti che convergono sullo stesso punto.  Che cosa importa se prendiamo strade differenti a condizione che raggiungiamo lo stesso obiettivo?

Non condivido la credenza per cui può o ci sarà una religione sulla terra.  Mi sto sforzando, quindi, a trovare un fattore comune ed indurre la tolleranza reciproca.

 

Unità di base

L'anima delle religioni è una, ma è riprodotta in un gran numero di forme.  L’ultima resisterà fino alla fine dei tempi.  Gli uomini saggi ignoreranno la superficialità esterna e vedranno la stessa anima che vive sotto una varietà di superfici.

Credo che tutte le grandi religioni del mondo siano più o meno vere.  Dico più o meno perché credo che tutto quello che la mano umana tocchi, a ragione del fatto che gli esseri umani sono imperfetti, diventi imperfetto.  La perfezione è l'attributo esclusivo di Dio ed è indescrivibile, intraducibile.  Credo che per ogni umano sia possibile diventare perfetto proprio come il Dio è perfetto.  È necessario per noi tutti aspirare alla perfezione, ma quando quella condizione benedetta è raggiunta, diventa indescrivibile, indefinibile.  E quindi ammetto, in tutta umiltà, che persino il Vedas, il Corano e la Bibbia siano parole imperfette di Dio e, per gli esseri imperfetti che siamo, sottoposti ad un gran numero di passioni, è impossibile persino capire la parola di Dio nella sua pienezza.

Dovrei amare tutti gli uomini -- non soltanto in India ma nel mondo -- che appartengono a fedi differenti, per diventare gente migliore dal contatto con gli altri e se questo accade, il mondo sarà un posto migliore da vivere di quello che è oggi.  Supplico per la più vasta tolleranza e sto lavorando a tale scopo.  Chiedo alla gente di esaminare ogni religione dal punto di vista degli stessi studiosi di quella religione.  Non mi aspetto che l'India del mio sogno sviluppi una religione, cioè, che sia interamente Indù, o interamente tolleranti, ma che le sue religioni coesistano tra di loro e con ogni altra.

Tempo fa sono giunto alla conclusione, dopo una  preghiera di ricerca e studio e discussioni con molta gente che ho incontrato, che tutte le religioni erano e che hanno errori al loro interno e che, mentre seguo la mia, tanto cara che è l’Induismo, ne segue logicamente che dovremmo seguirle tutte con la stessa affezione e che non dovremmo fare distinzione tra loro.

La credenza in un Dio è la pietra d'angolo di tutte le religioni.  Ma non prevedo un periodo in cui ci sarà in pratica una sola religione sulla terra.  In teoria, poiché c’è un solo Dio, può esserci soltanto una religione.  Ma in pratica, non ci sono due persone che ho conosciuto e che hanno avuto la stessa identica concezione di Dio. Quindi, forse, ci saranno sempre religioni differenti che rispondono a temperamenti e circostanze climatiche differenti.

Credo nella verità fondamentale di tutte le grandi religioni del mondo.  Penso che tutte siano date da Dio e ritengo che siano state necessarie per la gente a cui queste religioni sono state rivelate.  Credo, inoltre, che se tutti noi potessimo leggere le scritture delle altre religioni, dal punto di vista dei seguaci di quelle fedi, troveremmo che erano una alla base dell’altra  e che erano utili una all’altra.

Le religioni non sono per la separazione degli uomini l'uno dall’altro.  Sono fatte per accomunarli.

 

Le Scritture

Per me la Vedas è da ritenersi divina e non scritta, 'La lettera Killeth.'  È lo spirito che ha dato la luce.  E lo spirito della Vedas è purezza, verità, innocenza, castità, umiltà, semplicità, perdono, comandamento e tutto quello che rende un uomo e una donna nobili e coraggiosi.

Non credo nella divinità esclusiva della Vedas.  Credo che anche la Bibbia, il Corano e il Zend-Avesta abbiano un’ispirazione divina  quanto la Vedas.  La mia credenza nelle scritture Indù mi non chiede di accettare ogni parola ed ogni verso come ispirati da Dio. …  Non voglio essere limitato da un'interpretazione, comunque sia stata desunta, se è ripugnante per ragione o senso morale.

Non sono un letterato.  Di conseguenza, provo a capire lo spirito delle varie scritture del mondo.  Applico la prova della verità e del ahimsa stabilita da queste scritture stesse per la loro interpretazione.  Rifiuto quello che è in contraddizione con questa prova e mi approprio di tutto quello che con essa sia coerente.

Non ho rilevato alcuna differenza fra il Discorso della Montagna (Le Beatitudini n.d.t.) e la Bhagavad Gita.  Quello che il Discorso descrive in un modo grafico, la Bhagavad Gita riduce ad una formula scientifica.  Non può essere un libro scientifico nel senso accettato del termine, ma ha definito la legge dell’amore – che denominerei la legge dell’abbandono -- in un modo scientifico.  Il Discorso della Montagna dà la stessa legge in un linguaggio meraviglioso.  Il Nuovo Testamento mi ha dato conforto e gioia senza limiti, dopo la repulsione provata per quelle parti del Vecchio Testamento.  Oggi, supponendo di essere privato del Gita e dimenticando tutto il suo contenuto avendo una copia del Discorso, riceverei la stessa gioia da esso come ottengo dalla Gita.

C’è una cosa in me ed è quella che amo vedere il lato positivo delle cose e non il negativo e così posso ricevere conforto e ispirazione da ogni  grande libro di qualunque grande religione.  Non posso riprodurre un singolo verso della Gita o del Nuovo Testamento;  un bambino Indù o cristiano può ripetere meglio quei versi;  ma quei bambini intelligenti non possono privarmi dell'assimilazione dello spirito dei due libri che oggi è in me.

La propria esperienza, quindi, deve essere la guida finale.  La parola scritta aiuta indubbiamente, ma anche quella deve essere interpretata e quando ci sono le interpretazioni in conflitto, il ricercatore è l’arbitro finale.

Credo che non ci sia superstizione in me.  La verità non è la verità soltanto perché è antica.  Né è necessariamente da considerarsi con sospetto perché è antica.  Ci sono alcuni fondamenti di vita, su cui non si può essere leggeri perché sono di difficile applicazione nella stessa vita.

 

Dettati Religiosi

Se l'India non deve dichiarare il fallimento spirituale, occorre che l'istruzione religiosa della propria gioventù sia ritenuto almeno necessaria quanto l'istruzione secolare.  È vero che la conoscenza dei libri religiosi non è equivalente a quella della religione.  Ma se non possiamo dare religione, dobbiamo soddisfare le esigenze fornendo ai nostri ragazzi e ragazze quello che c’è di meglio.  E se c’è qualche istruzione data nelle scuole o non, gli allievi più cresciuti devono coltivare l'arte dell’auto-apprendimento tanto verso gli argomenti religiosi quanto verso gli altri.  Possono iniziare le loro proprie classi dibattendo proprio come hanno fatto fino ad ora i club dei filatori.

Non credo che lo Stato possa interessarsi o fare fronte alla formazione religiosa.  Credo che la formazione religiosa debba essere la sola preoccupazione delle associazioni religiose.  Senza mescolare la religione con l'etica.  Credo che l'etica fondamentale sia comune a tutte le religioni.  L'insegnamento dell'etica fondamentale è indubbiamente una funzione dello Stato.  Dalla religione non mi viene in mente l'etica fondamentale ma quello che prende il nome di Confessione Religiosa.  Abbiamo sofferto abbastanza da una religione statalista e da una Chiesa Stato.  Una società o un gruppo, che dipende parzialmente o interamente dall’aiuto statale per l'esistenza della sua religione, non merita, o, meglio ancora, non ha alcuna religione degna di questo nome.

Un programma di dettati religiosi deve includere uno studio sui principi delle fedi escludendo i propri.  A questo fine gli allievi dovrebbero essere addestrati a coltivare l'abitudine di capire e di apprezzare le dottrine delle varie grandi religioni del mondo in uno spirito di riverenza e tollerante apertura mentale.

 

Il significato di Dio

Chi dà la legge e la legge.

Dio può essere chiamato con qualsiasi altro nome che delinei la viva Legge di Vita o, in altre parole, la Legge e chi dà la Legge confluiscono in un’unica entità.

Dio stesso è sia la legge che colui che dà la legge.  La questione di qualcuno creato da Lui, quindi, non si pone, meno di tutti da una creatura insignificante quale l'uomo.  L'uomo può costruire una diga, ma va oltre le sue possibilità fare il legno.  Può, tuttavia, descrivere Dio nella sua mente in molti sensi.  Ma come può l'uomo che è incapace di creare un fiume o il legno creare Dio?  Quel Dio che ha generato l'uomo è, quindi, verità pura.  Il contrario è un'illusione.  Tuttavia, chiunque può dire, se gradisce, che Dio è ne il fine ne la causa.  Come è predicabile per lui.

 

Nessun Dio personale

Io non considero Dio come una persona.  La verità per me è Dio e la Legge di Dio e Dio non sono cose o fatti differenti, nel senso che un re di questa terra e la sua legge sono differenti.  Poiché Dio è un'Idea, è legge egli stesso.  Di conseguenza, è impossibile concepire Dio che viola la legge.  Egli, quindi, non regola le nostre azioni e non si chiude in se stesso.  Quando diciamo che regola le nostre azioni, stiamo usando semplicemente un linguaggio umano e proviamo a dargli un limite.  Altrimenti lui e la sua legge rimangono dappertutto e governano tutto.  Di conseguenza, non penso che risponda in dettaglio ad ogni nostra richiesta, ma non c’è dubbio che regoli la nostra azione …  la libera volontà che godiamo è meno di quella di un passeggero ammucchiato su una piattaforma.  Benché sappia che la mia libertà è meno di quella di un passeggero, io apprezzo quella libertà, come ho assimilato dalla Gita che l'uomo è il creatore del suo proprio destino nel senso che ha libertà di scelta quanto al modo in cui usa quella libertà.  Ma non è il controllore dei risultati.  Nel momento in cui pensa di esserlo, lo assale il dolore.

Questo tuttavia deve essere abbastanza chiaro.  L’Onnipotente non è una persona come noi.  Lui o esso è la più grande forza vivente o la Legge nel mondo.  Di conseguenza, non agisce per capriccio, né la Legge ammette emendamenti o miglioramenti.  La Sua volontà è fissa ed immutevole ogni altra cosa cambia ogni secondo.

 

La Sua personalità

Non ho visto Dio faccia a faccia.  Se lo avessi visto, non avrei alcun motivo di parlare con voi.  Il mio pensiero sarebbe abbastanza potente da rendere il discorso e l'azione da parte mia inutili.  Ma ho una fede imperitura nell'esistenza di Dio. Millions in tutto il mondo condividono con me questa fede. Il più istruito non può muovere la fede di milioni illetterati.

Dio è buono.  Non c’è alcuna malvagità in lui. Dio ha fatto l’uomo a sua propria immagine.  Purtroppo per noi, l'uomo lo ha adattato in se stesso.  Questa arroganza ha buttato l'umanità in un mare di difficoltà.  Dio è l’Alchimista Supremo.  In sua presenza tutto il ferro e le scorie si trasformano in oro puro.  Allo stesso modo trasforma tutto il male in bene..  Di nuovo, Dio vive, ma non come noi.  Le sue creature vivono ma per morire.  Ma Dio è vita.  Di conseguenza, la bontà e quanto essa delinei non è un attributo.  La Bontà è Dio. la Bontà concepita lontana da Lui è una cosa senza vita ed esiste soltanto mentre è una politica di pagamento.  Così sono tutte le morali.  Se devono vivere in noi, devono essere considerate e coltivate nel loro rapporto con Dio.  Noi proviamo a diventare buoni perché desideriamo raggiungere e realizzare Dio. Tutte le etiche sono asciutte senza vita.  Vengono da Dio, vengono con vita in loro.  Vengono in noi e ci nobilitano.  Per contro, Dio è concepito senza bontà è senza vita.  Gli diamo vita nella nostra inutile immaginazione.

C’è quasi un abisso tra “vedere Dio faccia a faccia” e “vederLo intriso alla Verità da debita distanza”.  A mio parere, le due dichiarazioni non sono soltanto incompatibili ma ciascuna spiega l'altra.  Vediamo l'Himalaia da una distanza molto elevata e quando siamo in cima, abbiamo visto faccia a faccia l'Himalaia.  In milioni possono vederla da centinaia di miglia se sono nella visuale, ma i pochi che arrivano in cima, dopo gli anni di viaggio, la vedono faccia a faccia.

Non ho mai avuto il minimo dubbio circa il fatto che Dio è e che il Suo nome più vivido sia Verità.

 

La Potenza di Dio

Tutto ciò che abbia un inizio ha una fine.  Il sole, la luna e la terra devono tutti finire un giorno, anche se potrebbe accadere dopo un numero incalcolabile di anni.  Dio soltanto è immortale, indeperibile.  Come può chiunque trovare le parole per descriverlo?

Dio non può essere realizzato con l’intelletto.  L’intelletto può condurre uno fino a un certo punto e non oltre.  È un aspetto di fede e di esperienza derivata da fede.  Uno ha potuto contare sull'esperienza migliore di qualcun’altro oppure è soddisfatto con niente meno dell’esperienza personale.  La fede piena non ha bisogno di esperienza.

Dio da solo conosce la verità assoluta.  Di conseguenza, ho detto spesso, la verità è Dio.  Ne consegue che uomo, essere limitato, non può conoscere la verità assoluta.

Chiamo quella grande Potenza non col nome di Allah, non col nome di Khuda o di Dio, ma col nome di Verità.  Per me la Verità è Dio e la Verità va oltre tutti i nostri programmi.  La verità intera è compresa soltanto all'interno del cuore di quella Grande Potenza-Verità.  Mi hanno insegnato fin dai primi giorni di considerare la verità come qualcosa di irraggiungibile.  Un grande uomo inglese mi ha insegnato credere che non è possibile conoscere Dio.  È comprensibile, ma comprensibile soltanto fino al punto in cui il nostro limitato intelletto concede.

Dio è pura potenza. Può cambiare il cuore degli uomini e portare una vera pace tra di loro.

 

Le sue regole

Oggi, in Occidente, la gente parla di Cristo, ma le regole del loro vivere sono realmente anti-Cristo.  Similmente, c’è gente che parla di Islam, ma realmente segue la strada di Satana.  È una situazione deplorevole. … Se la gente seguisse la strada di Dio, ci non sarebbero tanta corruzione ed affarismo che vediamo nel mondo.  I ricchi stanno diventando più ricchi ed i poveri sempre più poveri.  Affamati, nudi e con la morte in faccia.  Questi non sono i contrassegni del regno di Dio, ma quelli di Satana, Ravana o dell’Anti-Cristo.  Non possiamo pensare di portare il regno di Dio sulla terra soltanto ripetendo il suo nome con le labbra.  Il nostro comportamento deve essere conforme alle Sue strade non a quelle di Satana.

Solo quando Dio regna nei cuori degli uomini questi sono in grado di perdere il loro odio.

Tutte le regole universali di comportamento conosciute come i comandamenti di Dio sono semplici e facili da capire e seguire se la volontà è focalizzata su di essi.  Sembrano soltanto essere difficili a causa dell'inerzia, che regna sull'umanità.  L'uomo è un essere progressivo.  Non c’è niente ad un punto morto in natura.  Soltanto Dio è immobile, era, è e sarà lo stesso, ieri, oggi e domani  , ma mai muovendosi.  Non abbiamo tuttavia, preoccuparci degli attributi di Dio.  Dobbiamo renderci conto che non stiamo mai progredendo.  Quindi, sostengo che se l'umanità deve vivere, deve rientrare in modo crescente sotto il controllo della Verità e della non-violenza.  È in considerazione di queste due regole fondamentali di comportamento che noi dobbiamo vivere.

Una mente non focalizzata su Dio è vagabonda e difetta della qualità di un tempio di culto (in quanto non dedita alla preghiera n.d.t.).

 

Genesi del male

Perchè ci sia il male nel mondo è una domanda a cui è difficile rispondere.  Posso solo dare una risposta da “paesano” (letteralmente sarebbe “villager’s” ovvero “gente di villaggio” n.d.t.). Se c’è il bene, ci deve anche essere il male, proprio come dove c’è la luce, là c’è anche l’oscurità, ma è vero soltanto nella misura in cui noi umani mortali ce ne interessiamo.  Prima di Dio non c’era ne il bene ne il male.  Noi  poveri paesani possiamo discutere della sua opera in termini umani, ma il nostro linguaggio non è di Dio.  Il Vedanta dice che il mondo è maya.  Anche se quella spiegazione è una ciarla dell'umanità imperfetta.  Io, quindi, dico che non voglio rompermi la testa su tale argomento.  Anche se mi fosse permesso di approfondire i recessi più intimi della casa di Dio non dovrei neanche preoccuparmene.  Perchè non saprei cosa fare là.  È sufficiente per la nostra crescita spirituale sapere che Dio è sempre il fautore del bene.  Ma questa è ancora una spiegazione da paesano.

Non posso rappresentare l'esistenza del male con alcun metodo razionale.  A voler fare questo equivale a misurarsi con Dio.  Sono quindi abbastanza umile da riconoscere il male in quanto tale.  E chiamo Dio “grande sofferente” e paziente precisamente perché consente che il male sia nel mondo.  So che non ha malvagità.  È l'autore di esso ma non toccato da esso.  So anche che non conoscerò mai Dio se non lotterò con e contro il male anche a costo della stessa vita.  La mia fede è rafforzata dalla mia propria esperienza umile e limitata.  Più provo a diventare puro, più ritengo di essere vicino Dio.  Quanto meglio di oggi sarei se  la mia fede non fosse semplice apologia: ma è diventata immobile come l’Himalaia e come le sue cime bianche e splendenti?

In un senso strettamente scientifico Dio è in fondo sia il bene che il male.  Dirige il pugnale dell’assassino non meno del bisturi del chirurgo.  Ma per gli scopi umani il bene ed il male sono distinti ed incompatibili, come simbolicamente lo sono la luce e l’oscutità, Dio e Satana …

Dire che Dio permette il male in questo mondo può non essere piacevole da sentire.  Ma se è ritenuto responsabile del bene, segue che deve essere responsabile anche del  male.  Dio non ha consentito a Ravana di esibire una forza incomparabile?  Forse, la causa fondamentale della perplessità viene da una mancanza della comprensione reale di che cosa sia Dio.  Dio non è una persona.  Trascende una descrizione.  È il legislatore, la legge e l'esecutore.  Nessun essere umano può arrogarsi questi Poteri da solo.  Se così fosse sarebbe considerato un puro dittatore.  Noi tutti lo adoreremmo come Dio.  Ciò è la realtà, una chiara incomprensione a cui risponderà una domanda: Dio permette il male?

Si dice che l’effetto esterno sia soltanto un riflesso dell'interno.  Se siete buoni, il mondo intero sarà buono con voi.  Al contrario, se vi sentite tentati di considerare qualcuno cattivo, è probabile che la malvagità sia dentro di voi. …  Noi non dobbiamo nè pensare male di altri  nè sospettare che altri pensino male di noi.  L'inclinazione a prestare l'orecchio alle cattiverie è un segno di mancanza di fede.

 

Miracoli

Credo e non credo nei miracoli.  Dio non opera con i miracoli.  Ma la mente divine è rivelata come un flash e all’uomo sembra sia un miracolo.  Non conosciamo Dio, lo conosciamo soltanto attraverso la sua legge.  Lui e la sua legge sono una.  Non c’è niente fuori della sua legge.  Neppure i terremoti e le tempeste avvengono senza la sua volontà -- non un filo d’erba cresce senza che Lui lo voglia.  Satana è qui solo su Sua sofferenza, non indipendentemente da Lui.

L'uomo non può essere trasformato da cattivo a buono tutto d’un tratto.  Dio non esercita la magia.  È anche all'interno della Sua propria legge.  La sua legge, tuttavia, è differente dalla legge dello Stato.  Ci possono essere errori in seguito, ma Dio non può sbagliare.  Se dovesse andare oltre i limiti della Sua legge, il mondo sarebbe perso.

La storia ci fornisce una serie completa di miracoli dove masse di persone sono convertite in un batter d'occhio ad un punto di vista particolare.  Si prenda la guerra dei Boeri.  Ha dato alla lingua inglese la parola 'Maffeking '.  La gente è diventata pazza il Giorno di Maffeking. Appena nel giro di due anni, la nazione Britannica ha subito una trasformazione.  Come Henry Campbell Bannerman divenne il premier praticamente aumentarono tutti i guadagni di guerra.  La recente vittoria laburista alle elezioni è un altro caso emblematico.  Per me è un miracolo sufficiente che, nonostante la sua oratoria e brillantezza, Churchill abbia cessato di essere l’idolo dei Britannici che ancora ieri pendevano dalle sue labbra e lo ascoltavano con timore.  Tutti questi esempi sono sufficienti per sostenere la fede di un credente come me che, quando tutte le potenze passeranno una sola rimarrà, chiamatela Dio, Natura o comunque vogliate.

 

Incarnazione

Tutta la vita dei corpi è in realtà un incarnazione di Dio, ma è insolito considerare ogni essere umano una incarnazione.  Le generazioni future rendono questo omaggio ad uno che, nella sua propria generazione, ha assunto un  comportamento straordinariamente religioso.  Posso non vedeci niente di male in questo processo;  non assume niente della grandezza di Dio e non è fatta violenza alla Verità … Questa credenza nel incarnazione è una testimonianza di alta ambizione spirituale dell'uomo.  L'uomo non è in pace con sè finchè non diventa come Dio.  Il tentativo di raggiungere questa condizione è il supremo, l'unica ambizione degna.  E questa è auto-realizzazione.  E questa auto-realizzazione è l’obiettivo della Gita e di tutte le scritture.

Credo, quindi, che profeti e incarnazioni vissuti in periodi non siano superstizioni da buttare via ma il raggiungimento di un volere intimo spirituale.

 

Le leggi di Dio

Il linguaggio umano può descrivere ma in modo imperfetto i disegni di Dio.  Sono convinto del fatto che sono indescrivibili ed inscrutabili.  Ma se l'uomo mortale tenterà di farlo, non ha mezzo migliore che il suo proprio discorso inarticolato.

Non conosciamo tutte le leggi di Dio né il loro funzionamento.  La conoscenza dello scienziato più insigne o dello spiritualista più grande è simile ad una particella di polvere.  Se Dio non è un essere umano, come per me il mio padre terreno, è infinitamente più.  Mi segue nei più piccoli dettagli  della mia vita.  Credo letteralmente che non una foglia si muova che Lui non voglia.  Ogni alito che respiro dipende dalla sua benevolenza.  Lui e la sua legge sono una.  La legge è Dio. Ogni cosa attribuita a Lui non è un semplice attributo.  È l'attributo.  È Verità, Amore, Legge ed altri milioni di cose come l'ingegnosità umana può definire.

Le leggi della natura sono immutevoli, immodificabili e non ci sono miracoli che possano infrangerle o interromperle.  Ma noi, esseri limitati, immaginiamo tutti i generi di cose ed attribuiamo le nostre limitazioni a Dio.  Noi possiamo copiare Dio, ma non Lui noi.  Non possiamo dividere il tempo per Lui. Il tempo per Lui è eternità.  Per noi c’è passato, presente e futuro.  E che cos’è la vita umana di cento anni se non un granello nell’eternità del tempo?

 

Scoperte della Natura

Condivido quello che il mondo intero -- civilizzato e  non – ritiene circa la calamità del terremoto in Bihar venuto all'umanità come punizione per i propri peccati.  Quando questa convinzione viene dal cuore, la gente prega, si pente e si purifica … Ho una conoscenza limitata del Suo scopo.  Tali calamità non sono un puro capriccio della divinità o della Natura.  Obbediscono alle leggi fissate come certamente i pianeti si muovono obbedendo alle leggi che governano i loro movimenti.  Soltanto io non conosco le leggi che governano questi eventi e, pertanto, li definisco calamità o disordini.

Questa nostra esistenza terrena è più fragile dei braccialetti di vetro di cui le signore si adornano.  Potete conservare i braccialetti di vetro per le migliaia di anni se li conservate in una cassa e non li adoperate.  Ma questa esistenza terrena è così capricciosa che può essere eliminata in un batter d'occhio.  Di conseguenza, mentre abbiamo ancora il tempo di respirare, sbarazziamoci delle distinzioni di alto e basso, purifichiamo i nostri cuori e rendiamoci pronti a guardare in faccia il nostro Creatore quando un terremoto o qualche calamità naturale o la morte ci assalgono durante il corso ordinario della nostra esistenza.

C’è uno scopo divino dietro ogni calamità fisica.  È possibile che la scienza perfezionata un giorno possa dirci in anticipo quando i terremoti accadranno, poiché già oggi ci dice delle eclissi.  Sarà un altro trionfo della mente umana.  Ma ogni trionfo persino moltiplicato indefinitamente non determina la purificazione di se stessi senza cui niente ha valore.  Chiedo a coloro che apprezzano la necessità di purificazione interna di unirsi in preghiera a che possiamo leggere il disegno di Dio dietro tali scoperte della natura, che possano renderci umili e prepararci ad incontrare il nostro Creatore quando venga la chiamata e che noi si possa essere sempre pronti a condividere le sofferenze dei nostri compagni augurandoci che non ve ne siano mai.

 

I nomi di Dio

Dio ha mille nomi, o piuttosto, è senza nome.  Possiamo adorarlo o pregarlo con qualsiasi nome ci piaccia.  Alcuni lo denominano Rama, alcuni Krishna, altri lo denominano Rahim, ma altri lo chiamano Dio. Tutti adorano lo stesso spirito, ma così come non tutti mangiano lo stesso cibo, non tutti usano gli stessi nomi.  Ciascuno sceglie il nome secondo le sue tradizioni ed Egli, essendo l'Abitante del nostro intimo, la Potenza ed l’Onniscenza conosce il nostro sentire interno e ci risponde secondo i nostri bisogni.  Il culto o la preghiera, quindi, non devono essere effettuati con le labbra, ma con il cuore.  Ed è per questo che possono essere fatti sia dal muto che da chi balbetta, tanto dall'ignaro quanto dallo stupido.  E le preghiere di coloro le cui lingue sono dolci ma i cui  cuori sono pieni di veleno, non sono sentite mai.  Quindi, chi vorrebbe pregare Dio, dovrebbe avere un cuore puro.  Rama era non soltanto sulle labbra di Hanuman, lui era affascinato del suo cuore.  Diede a Hanuman una forza inesaustiva.  E così con la sua forza alzò la montagna ed attraversò l'oceano.

Parlo di Dio come esattamente credo che Egli sia … Credo che Dio sia creativo come pure non-creativo.  Ciò è anche il risultato della mia accettazione della dottrina secondo cui la realtà ha molte sfaccettature.  Dalla piattaforma del Jains dimostro la funzione non-creativa di Dio e da quella di Ramanuja la funzione creativa.  In effetti, pensiamo tutti all'impensabile, descriviamo l’indescrivibile, cerchiamo di conoscere quello che non sappiamo e questo perchè la nostra capacità di discorso esita, è inadeguata e spesso anche contraddittoria.  Ecco perchè la Vedas descrive Brahman come 'non questo ', 'non questo '.

A mio parere, Rama, Rahaman, Ahuramazda, Dio o Krishna sono tutti tentativi da parte dell'uomo di chiamare quella forza invisibile che è la più grande di tutte le forze.  È insito nell'uomo, benché egli sia imperfetto, di ambire incessantemente verso la perfezione.  Nel tentativo cade in fantasticherie.  E, così come un bambino prova a levarsi in piedi, e cade giù ancora ed ancora ed infine impara a camminare, nondimeno l'uomo, con tutta la sua intelligenza, è un infante puro rispetto a Dio che è infinito e senza età.  Ciò può sembrare un'esagerazione ma non lo è.  L'uomo può descrivere Dio soltanto con il suo proprio povero linguaggio.

 

Ramanama

 

Il mio Salvatore

Benchè la mia ragione ed il mio cuore realizzarono tempo fa il più alto attributo e nome di Dio come Verità, riconosco Verità quale nome di Rama.  Nell'ora più scura della mia prova, quel nome mi ha salvato e mi sostiene ancora adesso.  Può essere l'associazione con l'infanzia, può essere il fascino che Tulsidas ha modellato in me.  Ma il fatto più importante è là e mentre scrivo queste righe, rivivo con la memoria le scene della mia infanzia, quando ero solito visitare tutti i giorni il Ramji Mandir adiacente alla mia casa natia.  Il mio Rama risiedeva là.  Mi ha conservato da molti timori e peccati.  Non era superstizione per me.  Il custode dell’idolo può essere stato un uomo cattivo.  Ma non ho niente contro di lui.  I misfatti (le assunzioni di fede n.d.t.) potrebbero essere accaduti nel tempio.  E di nuovo non ricordo nulla di loro.  Di conseguenza, non mi hanno condizionato.  Quello che era ed è vero per me lo è per milioni di Indù.

Quando ero un bambino, la mia tata mi ha insegnato a ripetere il Ramanama ogni volta che ero impaurito o triste ed esso è stato la seconda natura per me man mano che la conoscenza cresceva e gli anni avanzavano.  Posso persino dire che la Parola è nel mio cuore, se non più oggi sulle mie labbra, per tutte le ventiquattro ore.  È stato il mio salvatore e sono rimasto sempre con esso.  Nella letteratura spirituale del mondo, il Ramayana di Tulsidas ha una posizione importante.  Ha un fascino che non ho trovato nel Mahabharata e perfino nel Ramayana del Valmiki.

 

Il miglior culto

Io stesso sono stato un devoto di Tulasidas sin dalla mia infanzia e, quindi, ho sempre adorato Dio come Rama.  Ma so che se, cominciando con Omkar, uno passa in rassegna l'intera gamma dei nomi di Dio usati in tutti i climi, tutti i paesi e tutte le lingue, il risultato è lo stesso.  Lui e la sua legge sono una.  Osservare la sua legge, quindi, è la forma migliore di culto.

 

Un solo Dio

Io rido dentro me quando qualcuno obietta che il Rama o la salmodia del Ramanama siano solo per gli Indù, come possono i Musulmani quindi prendervi parte?  E c’è un Dio per i Musulmani,  un altro per gli Indù, i Paris o i Cristiani?  No, c’è soltanto un Dio onnipotente ed onnipresente.  È chiamato in tanti modi e lo ricordiamo col nome che ci è più familiare.  Il mio Rama, il Rama delle nostre preghiere non è il Rama storico, il figlio di Dasharatha, il re di Ayodhya.  È l’eterno, il sempre esistito, l’unico.  Lui soltanto  adoro.  Vedo solo il Suo aiuto e così dovreste anche voi.  Appartiene ugualmente a tutti.  Io, quindi, non vedo ragione per la quale un Musulmano o qualcun altro debba obiettare di possedere il Suo nome.  Ma in nessun modo si è limitati a riconoscere Dio come Ramanama.  Si può pronunciare per se stessi  Allah o Khuda per non sciupare l'armonia del suono.

Per me … Rama, descritto come il Signore di Sita, figlio di Dasharatha è l’essenza di potenza il cui nome iscritto nei cuori rimuove tutte le sofferenze mentali, morali e fisiche.

 

Potenza curativa

Una domanda appropriata è perchè un uomo che recita regolarmente il Ramanama e conduce una vita pura dovrebbe cadere ad opera del male.  L'uomo è per natura imperfetto.  Un uomo premuroso si sforza di raggiungere la perfezione, ma non la ottiene mai.  Inciampa sulla via ma involontariamente.  Tutta la legge di Dio si realizza in una vita pura.  La prima cosa  è definire i  propri limiti.  E dovrebbe essere evidente che nel momento che si trasgredisce quei limiti, si cade vittime del male.  Così una dieta equilibrata assunta in conformità con i bisogni libera dalla malattia.  Ma come si fa a conoscere per qualcuno quale sia la sua dieta più adeguata?  Molti enigmi possono essere immaginati.  Si dovrebbe avere la pretesa per cui ognuno dovrebbe essere il medico di se stessi in modo da scoprire le proprie limitazioni.  L'uomo che farà così  certamente vivrà fino a 125 anni.

Ramanama non può effettuare il miracolo di ristabilirvi le membra perse.  Ma può effettuare il grande miracolo di farvi godere una pace inefficace, nonostante la perdita, mentre vivete e rubate la morte del suo sprone e la tomba della sua vittoria alla fine del viaggio.  Poiché la morte deve venire presto o tardi per  tutti, perchè ci si dovrebbe preoccupare anzitempo?

La pratica delle cure naturali non richiede un’alta qualifica accademica o grande erudizione.  La semplicità è l'essenza di universalità.  Niente che abbia significato a favore di milioni di persone richiede grande erudizione.  Quest’ultima può essere acquisita soltanto da pochi e, pertanto, può avvantaggiare soltanto il ricco.  Ma l'India vive nei suoi sette lakhs di villaggi oscuri, molto piccoli, fuori dalle grandi vie, in cui la popolazione in alcuni casi eccede appena alcune centinaia e molto spesso perfino poche decine.  Vorrei andare e risiedere in qualcuno di questi villaggi.  Quella è l'India reale, la mia India, non potete privare questa gente umile delle cure di medici altamente qualificati e delle attrezzature ospedaliere.  Semplicemente, i rimedi naturali e il Ramanama sono la loro unica speranza.

 

Purezza di Pensiero

La semplice recitazione del Ramanama non ha niente a che fare con la cura delle malattie.  La fede cura, se la conosco correttamente, è cura cieca, come dice l'amico e quindi rende ridicolo il nome vivente del Dio vivente.  Quest’ultimo non è un parto dell’immaginario fantastico di qualcuno.  Deve venire dal cuore.  È credenza cosciente in Dio ed in una conoscenza della Sua legge che permette la cura perfetta senza altro aiuto.  Quella legge secondo cui una mente perfetta è responsabile di una perfetta salute del corpo.  Una mente perfetta viene da un cuore perfetto, non il cuore conosciuto dallo stetoscopio del medico ma il cuore che è la sede di Dio.  È chiaro che la realizzazione di Dio nel cuore è impossibile per un pensiero impuro o ozioso che attraversi la mente.  La malattia è impossibile dove c’è purezza di pensiero.  Una tal condizione può essere difficile da raggiungere.  Ma la prima misura nel sentirsi in salute è la sua consapevolezza.  La successiva è quella del tentativo corrispondente fatto.  Questa alterazione radicale della vita di qualcuno è naturalmente accompagnata dal rispetto di tutte le altre leggi naturali fino ad ora scoperte dall'uomo.  Uno non può prendersi gioco di loro e sostenere di avere un cuore puro.  Si può giustamente dire che il possesso di un cuore puro dovrebbe fare ugualmente bene anche senza Ramanama.  Soltanto, non conosco altro modo per raggiungere la purezza.  Ed è il metodo seguito da tutti i vecchi del mondo.  Uomini di Dio, non ciarlatani.

La forza spirituale è come qualunque altra forza al servizio dell'uomo.  Indipendentemente dal fatto che sia stata usata per le indisposizioni fisiche dell’età, con più o meno successo, è intrinsecamente sbagliato non usarla, se può essere usata con successo per la cura delle indisposizioni fisiche.  Nell'uomo che è costituito da materia e spirito, l’una agisce e condiziona l'altro.  Se curate la malaria prendendo il chinino, senza pensare ai milioni di persone che non lo usano, perchè dovreste rifiutare di usare il rimedio solo perché gli altri non lo usano per la loro ignoranza?  Potete non essere puri e buoni solo perché milioni di altri non lo sono per ignoranza o perché se la spassano?  Se non sarete avulsi dalle nozioni false della filantropia, vi rifiuterete di prestare servizio verso quei milioni (di poveracci) stessi rimanendo sporchi e malati.  Certamente rifiutare di essere spiritualmente buono o puri è peggio che rifiutare di essere fisicamente puri e buoni.

Ripetere il Ramanama e seguire il rito di Ravana nella pratica attuale è sbagliato e inutile.  È ipocrisia pura.  Qualcuno può ingannare se stesso o il mondo, ma non si può ingannare l’Onnipotente.

  

La preghiera il cibo della mia anima.

Sostengo di essere un uomo di fede e preghiera ed anche se anche fossi tagliato a pezzi, spero che Dio mi dia la forza per non negarlo e di asserire che è.

Nessun mio atto è fatto senza la preghiera.  L'uomo è essere fallibile.  Non può mai essere sicuro dei suoi passi.  A cosa può riferirsi la risposta alla sua preghiera se è un eco del suo orgoglio.  Come guida infallibile l'uomo deve avere un cuore perfettamente innocente incapace di malvagità.  Non posso fare alcuna dichiarazione in tal senso. La mia è un’anima imperfetta che lotta, si sforza  e sbaglia.

Se anche fossi ucciso, non continuerò a  ripetere i nomi Rama e Rahim, che per me significano lo stesso Dio.  Con questi nomi sulle mie labbra, morirò allegramente.

  

Salvaguardia nella prova

In tutte le occasioni di prova Egli mi ha salvato.  So che la frase “dio mi ha salvato” per me oggi ha un significato più profondo ed ancora ritengo di non aver afferrato il suo intero significato.  Soltanto un’esperienza più ricca può aiutarmi in una comprensione più completa.  Ma in tutte le mie prove -- di natura spirituale, come avvocato, nel dirigere istituzioni e in politica -- posso dire che Dio mi ha aiutato.  Quando ogni speranza mi ha abbandonato, “quando gli aiuti vengono a mancare e gli agi fuggono”, sperimento che l'aiuto arriva da qualche parte, che non conosco.  La preghiera è stata la salvezza della mia vita.  Senza di essa sarei stato un lunatico per tanto tempo.  La mia autobiografia vi dirà che ho avuto la mia equa condivisione delle più amare esperienze pubbliche e private.  Mi hanno gettato in una temporanea disperazione, ma se ho potuto superarle, è stato grazie alla preghiera.  Ora posso dirvi che la preghiera non ha fatto parte della mia vita nel senso che lo è stato la verità.  Ne sono venuto fuori per pura necessità, come mi sono trovato in quella situazione difficile quando non avrei potuto  essere felice senza di essa.  E più la mia fede in Dio è aumentata, più irresistibile è diventato l’intenso desiderio per la preghiera.  La vita mi è sembrata più noiosa e vuota senza di essa.  Ho atteso al servizio Cristiano in Sud Africa, ma non è riuscito a far presa su di me.  Non potrei unirmi a loro in preghiera.  Essi supplicavano Dio, ma non riuscivo a fare così, io sbagliai egregiamente.  Ho cominciato a non credere in Dio e nella preghiera fino a quando, in una fase avanzata nella vita, non ho sentito altro che vuoto nella vita.  Ma allora ritenni che, come l'alimento era indispensabile per il corpo, così era indispensabile la preghiera per l'anima.  Infatti, l'alimento per il corpo non è necessario così come la preghiera per l'anima.  La fame è spesso necessaria per mantenere il corpo in salute, ma non c’è qualcosa come la fame di preghiera....  Nonostante la disperazione mi facesse protagonista di fronte sull'orizzonte politico, non ho perso mai la mia pace.  Infatti, ho trovato gente che invidiava la mia pace.  Che la pace, vi dico, viene dalla preghiera;  Non sono un uomo di cultura, ma sostengo umilmente di essere un uomo di preghiera.  Quanto alla forma sono indifferente.  Ognuna è una legge in se in quell’ambito.  Ma ci sono alcune strade bene contrassegnate ed è sicuro camminare lungo le piste battute, percorse dagli antichi insegnanti.  ... ho dato la mia testimonianza personale.  Lasciate che ognuno provi e trovi che, come conseguenza della preghiera quotidiana, si aggiunga qual cosa di nuovo alla propria vita, qualcosa a cui niente possa essere paragonato.

 

La risposta di Dio

Mai ammettere la sconfitta in una causa sacra e predisponete le vostre menti d'ora in poi a finché siate puri e troviate una risposta da Dio.  Ma Dio non risponde mai alle preghiere dell'arrogante, né alle preghiere di coloro che tentano di negoziare con Lui....  Se gli chiedeste di aiutarvi, andreste a lui in tutta la vostra nudità, vi avvicinereste senza timore o dubbi sapendo che Egli può aiutare esseri caduchi come voi.  Dio che ha aiutato milioni che si sono rivolti a Lui, volete che vi lasci a mani vuote?  Non fa eccezioni per nessuno qualunque e vi accorgerete che ognuna delle vostre preghiere avrà una risposta.  Dico questo per la mia esperienza personale.  Sono passato attraverso il purgatorio (da intendersi come le innumerevoli prove a cui si è sottoposto n.d.t.).  Cercate in primo luogo il regno dei cielo e tutto il resto lo riceverete in più.

Non ho mai scoperto che Dio difettasse nella risposta.  Lo ho trovato vicino alla mano quando l'orizzonte è sembrato più scuro -- nelle mie ardue prove in prigione quando non navigavo in buone acque.  Non posso ricordare un momento nella mia vita in cui ho avvertito un senso di abbandono da parte di Dio.

  

Carattere della preghiera

La supplica, il culto e la preghiera non sono superstizioni;  sono atti più reali di quelli relativi il consumo, bere, sedersi o camminare.  Non è un’esagerazione dire che solo loro sono reali e tutti gli altri irreali.  L’adorazione o la preghiera non sono il prodotto dell’eloquenza;  non sono un omaggio delle labbra.  Vengono dal cuore.  Se, quindi, realizziamo quella purezza di cuore quando questo “è colmo solo d’amore”', se manteniamo tutte le corde ben intonate, “al loro tremito daranno una musica mai vista “.  La preghiera non ha bisogno di discorsi.  È indipendente da ogni sforzo dei sensi.  Non ho il minimo dubbio che la preghiera sia un mezzo infallibile di purificazione del cuore dalle passioni.  Ma deve essere unita alla massima umiltà.

Quando si prega è meglio avere un cuore senza parole che parole senza cuore.

Andiamo al tempio per adorare non la pietra o l'immagine di metallo, ma Dio che risiede in esso.  L'immagine si trasforma in quello che l'uomo fa di essa.  Non possiede alcuna capacità indipendentemente dalla santità con cui è investita da chi prega.  Di conseguenza tutti, compreso i bambini, dovrebbe osservare il silenzio perfetto durante la preghiera.

La preghiera diventa impossibile se non c’è una fede vivente nella presenza di Dio in essa.

La preghiera è la prima ed ultima lezione nell'imparare l'arte nobile e coraggiosa (si fa riferimento al modo di rapportarsi a Dio definito in questo modo nei paragrafi precedenti n.d.t.) o l’autosacrificio nei vari momenti della vita, culminanti nella difesa della libertà e dell’onore della propria nazione.  Indubbiamente, la preghiera richiede una fede vivente in Dio.

L'uomo spesso ripete il nome di Dio come un pappagallo-saggio e si aspetta della frutta da questo modo di fare.  Il vero ricercatore deve avere quella fede vivente che dissiperà non soltanto la falsa ripetitività del pappagallo-saggio presente in lui, ma anche dai cuori degli altri.

  

Necessità di pregare

Così come il cibo è necessario per il corpo, la preghiera è necessaria per l'anima.  Un uomo può poter fare a meno del cibo per un certo numero di giorni -- come Mac Swiney ha fatto per oltre 70 giorni -- ma, credendo in Dio, l'uomo non può, non dovrebbe vivere un momento senza preghiera.

Ci sono molti che, se dalla pigrizia mentale o dal cadere in un'abitudine sbagliata, credono che Dio è e che ci aiuterà anche se inascoltato.  Perchè, allora, è necessario recitare il Suo nome?  È vero che se il dio è, è indipendentemente dalla nostra credenza.  Ma la realizzazione di Dio va infinitamente oltre la semplice credenza.  Quella può venire soltanto con la pratica costante.  Ciò è vero per tutta la scienza.  Quanto è più vero della scienza di tutte le scienze?

La preghiera è la chiave del mattino e la serratura della notte.

Sto dandovi un po' della mia esperienza e quella dei miei compagni quando dico che chi ha avvertito la magia della preghiera può fare a meno del cibo per giorni, ma non un singolo momento senza preghiera.  Senza la preghiera non c’è pace interna.

Sono convinto che, se un uomo potesse esercitarsi nella presenza di Dio per tutte le ventiquattro ore, non ci sarebbe l’esigenza di un tempo separato per la preghiera.  Ma la maggior parte della gente trova questo impossibile.  Il sordido mondo giornaliero è d’accordo con loro.  Per loro la pratica di ritiro completo della mente da tutte le cose esterne, anche se potesse avere luogo soltanto per alcuni minuti giornalieri, potrebbe trovare infiniti usi.  La comunione silenziosa li aiuterà ad avvertire una pace indisturbata nel mezzo dell’agitazione, a porre un freno alla rabbia e a coltivare la pazienza.

Dovrebbe essere una regola generale che le preghiere non devono essere ritardate da qualcuno in terra.  Dio non ferma mai il tempo.  Dai primi giri la ruota del Suo tempo non ha mai cessato di continuare a girare. Come dato di fatto c’è che non esiste un inizio per Lui o per il Suo tempo. … Come può qualcuno permettersi di non avere il tempo per offrire preghiere a Lui la cui attenzione non si arresta mai?

Nel primo shloka di Ishopanishad che è giornalmente ripetuto all'inizio della preghiera, qualcuno ha chiesto per dedicare tutto a Dio ed allora usa l’estensione (della preghiera) richiesta.  La principale condizione stabilisce è che uno non deve desiderare le cose che appartengono ad un altro.  Queste due massime contengono il quintessenza della religione Indù.

  

Essenza della Preghiera

In un altra shloka che è recitata durante la preghiera mattutina è detto, “non chiedo il potere temporale, non chiedo di andare in paradiso, né di raggiungere il Nirvana. Chiedo di potere alleviare il dolore di coloro che soffrono.”  Dolore che potrebbe essere fisico, mentale o spirituale.  Dolore spirituale dovuto alla schiavitù dalle passioni di qualcuno è a volte più grande anche di quello fisico.  Ma Dio non scende in persona ad alleviare la sofferenza.  Lavora attraverso l’opera umana.  Di conseguenza, la preghiera a Dio che gli consenta di alleviare la sofferenza di altri deve esprimere la sua voglia e la sua prontezza  di impegnarsi a tal fine.  La preghiera... non è esclusiva.  Non si limita alla propria casta o comunità.  Comprende tutto.  Comprende tutta l’umanità.  La sua realizzazione significherebbe istituire il regno dei cieli sulla terra.

La vera meditazione consiste nella chiusura delle percezioni mentali a tutto quanto è diverso dall'oggetto della propria devozione.  Quindi la chiusura degli occhi durante le preghiere è un aiuto a tale concentrazione.  La concezione che l'uomo ha di Dio è naturalmente limitata.  Ognuno deve quindi pensare a Lui nel migliore dei modi, a condizione che tale concezione sia pura e alta.

Può veramente pregare chi ha la convinzione che Dio sia dentro di lui.  Chi non ce l’ha non deve pregare.  Dio non sarà offeso, ma posso dire per esperienza che chi non prega è certamente un perdente.  Che cosa importa, quindi, se un uomo adora Dio come una Persona ed un altro come Forza?  Entrambi sono nel giusto secondo le loro credenze.  Nessuno conosce e, forse, mai conoscerà quale sia il senso assolutamente adeguato della preghiera.  L’ideale deve sempre rimanere l’ideale.  Bisogna ricordasi che Dio è la Forza fra tutte le forze.  Tutte le altre forze sono materiali.  Ma Dio è la forza vitale o lo spirito che pervade tutto, comprende tutto e pertanto va oltre la comprensione umana.

  

Efficacia del silenzio

Molto spesso ho sentito che un ricercatore della verità deve essere silenzioso.  Conosco l'efficacia meravigliosa del silenzio.  Ho visitato un monastero di Trappisti in Sud Africa.  Era un bel posto.  La maggior parte dei residenti in quel posto osservavano un voto di silenzio.  Ho domandato al padre superiore il motivo di questo e mi disse il motivo era apparente:  “siamo esseri umani delicati.  Non conosciamo molto spesso quel che diciamo.  Se desideriamo ascoltare la piccola voce che parla sempre dentro di noi, non riusciremo a farlo se parliamo continuamente.”  Ho capito quella lezione preziosa.  Conosco il segreto del silenzio.

L'esperienza mi ha insegnato che il silenzio è una parte della disciplina spirituale di un devoto della Verità.  L'inclinazione a esagerare nel sopprimere spiritualmente o materialmente o modificare la Verità, è una debolezza naturale dell'uomo ed il silenzio è necessario per superarla.  Un uomo di poche parole sarà raramente senza concetti nel suo discorso;  misurerà ogni parola.

Il silenzio delle labbra cucite non è silenzio.  Uno può raggiungere lo stesso risultato tagliando la sua lingua, ma quello non sarebbe ugualmente il silenzio.  È silenzioso chi, avendo la capacità di parlare, non proferisce parole inutili.

Il silenzio è ora diventata una mia necessità fisica e spirituale.  Originalmente è stato assunto per alleviare il senso di pressione.  Quindi ho voluto tempo per scrivere.  Dopo, tuttavia, avendolo esercitato per un certo tempo, ne ho colto il valore spirituale.  Ha improvvisamente intuito attraverso la mia mente che quello era il momento in cui avrei potuto meglio essere in comunione con Dio. Ed ora mi sento come se fossi fatto naturalmente per il silenzio.

La preghiera è per ricordarsi di Dio e per purificare il cuore e può essere offerta anche osservando il silenzio.

Poichè credo che pregare in silenzio sia spesso una forza più potente di ogni altra azione evidente, nella mia impotenza prego continuamente in fede che la preghiera di un cuore puro non rimanga mai senza risposta.

  

Potenza della preghiera

Posso dare la mia propria testimonianza e dire che una preghiera sentita col cuore è indubbiamente lo strumento più potente che l'uomo possiede per superare la vigliaccheria e tutte le altre vecchie cattive abitudini.

Finché non ci ridurremo a nullità non potremo conquistarci la malvagità.  Dio non chiede niente di meno della completa auto-rinuncia quale prezzo per l'unica libertà reale che è opportuno avere.  E quando un uomo perde se stesso, immediatamente si ritrova al servizio di tutti gli altri.  Si trasforma nel suo piacere e nel suo svago.  È un uomo nuovo, non si stanca mai di impegnare se stesso nel servizio alla creazione di Dio.

C’è una lotta eterna che infuria in seno all'uomo fra le potenze dell’oscurità e della luce e lui che non ha un saldo ancoraggio alla preghiera da poterci contare, sarà una vittima delle potenze dell’oscurità.  L'uomo di preghiera sarà in pace con se e con il mondo intero;  l'uomo che si intressa agli affari del mondo senza un cuore pieno di preghiera sarà misero e renderà anche il mondo misero. ... La preghiera è l'unico modo di portare ordine, pace e riposo nelle nostre azioni quotidiane ... Se ci si prende cura  delle cose della vita le altre cose si prenderanno cura tra di loro.  Rettificando un angolo di un quadrato gli altri angoli saranno automaticamente rettificati.

La preghiera non è un ozioso divertimento per donne anziane.  Capito correttamente ed applicato, è lo strumento di azione più potente.

Quando la mente è completamente riempita del Suo spirito, uno non può avere cattiva volontà o nutrire rancore verso chiunque e, allo stesso modo, il nemico si libererà della sua inimicizia e diventerà un amico.  Non dico che mi sia successo di convertire i nemici in amici, ma in numerosi casi ho visto cessare l’odio quando la mente era colma della Sua pace.  Una successione ininterrotta di insegnanti del mondo, sino dall'inizio dei tempi, ha testimoniato lo stesso.  Dichiaro di sostenerlo.  So che è interamente dovuto alla Grazia di Dio.

Uno con un cuore cattivo non può mai essere cosciente della presenza di Dio che tutto purifica.

Dio risponde alla preghiera a suo modo, non nel nostro.  I suoi modi sono differenti da quelli mortali.  Quindi sono inscrutabili.  La preghiera presuppone la fede.  Nessuna preghiera è vana.  La preghiera è come qualunque altra azione.  Porta i suoi frutti che li vediamo o non, e il frutto della preghiera del cuore è molto più potente dell'azione cosiddetta.

 

 

Il mio Induismo non è esclusivo

  

Abbracciando tutti

Per me l’Induismo è del tutto sufficiente.  Ogni varietà di credo trova accoglimento sotto la sua ampia tolleranza (ho usato il termine tolleranza al termine inglese folk: famiglia, gente, popolazione. Qui Gandhi fa riferimento alla grande tolleranza dell’Induismo verso tutte le altre religioni quale sua caratteristica intrinseca n.d.t.).

Non posso ulteriormente descrivere il mio sentire l’Induismo più che la mia stessa moglie.  Mi ha fatto sentire come nessuna altra donna del mondo ha mai fatto.  Non che non abbia difetti;  ma oso dire che lei ha molto di più di quanto io percepisca.  Ed il sentimento di un legame indescrivibile è là.  Nondimeno resto legato all’Induismo nonostante i relativi difetti e limitazioni.

... L’Induismo non è una religione esclusiva.  In esso c’è spazio per il culto di tutti i profeti del mondo.  Non è una religione di missionari nel senso corrente del termine.  Senza dubbio ha assorbito molte religioni al suo interno, ma questo è stato di un processo di carattere evolutivo e impercettibile.  L’Induismo dice ad ognuno di adorare Dio secondo la propriA fede vincente o Dharma e così essa  vive in pace con tutte le religioni.

Non c’è niente al mondo che potrebbe trattenermi dal professare il Cristianesimo o qualunque altra fede, dal momento che ne avvertissi la verità o l'esigenza.  Dove c’è timore, non c’è religione... se potessi definirmi, diciamo, un Cristiano, o un Musulmano, con la mia propria interpretazione della Bibbia o del Corano, non esiterei a definirmi tale.  Per cui Indù, Cristiano e Musulmano sarebbero termini sinonimi.  Credo che nell'altro mondo non ci siano ne Indù, ne Cristiani ne Musulmani.  Là sono tutti giudicati non secondo le loro etichette, o le professioni, ma secondo le loro azioni, indipendentemente dalle loro professioni.  Durante la nostra esistenza terrena ci saranno sempre queste etichette.  Quindi preferisco mantenere l'etichetta dei miei antenati a condizione che non limiti il mio sviluppo e non escluda  che io assimili tutto quanto c’è di buono altrove.

So che gli amici si confondono quando dico che sono un Indù Sanatanist e che sbagliano a cercare in me qualcosa che essi associano con un uomo identificato solitamente come tale. Ma quello è perché, piuttosto che essere un fedele Indù,  trovo spazio nella mia fede per l’insegnamento Cristiano, Islamico e Zoroastriano e così il mio Induismo sembra a qualcuno che sia un agglomerato ed alcuni mi credono anche un eclettico.  Bene, definire un uomo eclettico è come dire che non ha fede, ma la mia è una fede vasta che non oppone i Cristiani -- neppure un fratello di Plymouth -- e neppure i Musulmani più fanatici.  È una fede basata sulla più vasta tolleranza possibile.  Rifiuto di accusare un uomo per i suoi atti fanatici perché provo a vedere le cose dal suo punto di vista.  È quella vasta fede che mi sostiene.  È una posizione in qualche modo imbarazzante, lo so -- ma ad altri, non a me!

Il valore principale dell’Induismo si trova nel ritenere che tutta la vita (non soltanto gli esseri umani, ma tutti gli esseri con sentimento) è una, cioè, tutta la vita viene da un’unica fonte universale, che la si chiami Allah, Dio o Parameshwara.

Il mio Induismo non è settario.  Include tutto quello che io sappia essere il miglio dell’Islam, della Cristianità, della Verità di Zoroastrianismo e del Buddismo... la Verità è la mia religione e l’ahimsa è l'unico mezzo della sua realizzazione.  Ho rifiutato una volta per tutte la dottrina della spada.

  

Induismo ed Ahimsa

L’Induismo con il relativo messaggio dell’Ahimsa è per me la religione più gloriosa nel mondo – così come mia moglie è per me la donna più bella nel mondo -- ma altri possono ritenere lo stesso circa la loro propria religione.

Il contributo più distintivo e più grande dell’Induismo alla cultura dell'India è la dottrina del Ahimsa.  Ha dato una precisa impronta alla storia del paese negli ultimi tre mila anni e più e non è cessato neppure oggi di essere una forza vivente per milioni di Indiani.  È una dottrina crescente ed il suo messaggio deve ancora essere comunicato.  Il relativo insegnamento ha finora pervaso la nostra gente che una rivoluzione armata è diventata sempre più un'impossibilità in India non perché, come alcuni vorrebbero, noi si sia una razza fisicamente debole, e per essa (la rivoluzione n.d.t.) non è richiesta una grande forza fisica così come la volontà diabolica di premere un grilletto per sparare ad una persona, ma perché la tradizione dell’Ahimsa ha colpito la radice profonda della gente.

  

Madre Gita

Non credo che la Gita insegni la violenza per fare del bene.  È preminentemente una descrizione del duello che continua nei nostri propri cuori.  L'autore divino ha usato un avvenimento storico per inculcare la lezione di assolvere ai propri doveri anche a costo della propria vita.  Inculca le attività da svolgere indipendentemente dalle conseguenze, per noi mortali limitate dalla nostra struttura fisica, senza la capacità delle azioni di controllo e che salvano noi stessi.  La Gita distingue fra le potenze della luce e dell’oscurità e dimostra la loro incompatibilità.

Benché ammiri molto la Cristianità, non riesco ad identificarmi con la Cristianità Ortodossa ... So che l’Induismo soddisfa pienamente la mia anima, riempie il mio intero essere e trovo consolazione nella Bhagavad Gita e negli Upanishads come non provo nel Discorso della Montagna.  Non che io non premi l’ideale lì presente;  non che qualcuno dei preziosi insegnamenti del Discorso della Montagna non abbia lasciato un'impressione profonda in me, ma devo confessare ... che, quando il dubbio mi assale, quando le delusioni mi colpiscono e quando non vedo un raggio di luce all'orizzonte, mi giro verso la Bhagavad Gita e trovo un verso per confortarmi;  immediatamente comincio a sorridere nel mezzo del dispiacere opprimente.  La mia vita è stata piena di tragedie e se queste non hanno lasciato alcun effetto visibile ed indelebile su di me, lo devo agli insegnamenti della Bhagavad Gita.

Quanto a me, mi rivolgo a mia madre Gita ogni volta che mi trovo in difficoltà e finora non ha mai sbagliato nel confortarmi.  È possibile che coloro che ricevono conforto dalla Gita possano ottenere l'aiuto più grande e vedano qualcosa di complessivamente nuovo, se venissero a conoscere il senso con cui io la interpreto giorno per giorno.

Oggi la Gita è non soltanto la mia Bibbia o il mio Corano;  è di più: è la mia madre.  Ho perso la madre terrena che mi ha dato la nascita tanti anni fa;  ma questa madre eterna ha occupato completamente il suo posto accanto a me da allora.  Non è cambiata mai, non mi è mai mancata.  Quando sono in difficoltà o nell'afflizione, cerco rifugio nel suo seno.

  

La strada del Buddha

È mia opinione personale che la parte essenziale degli insegnamenti del Buddha ora facciano parte integrante dell’Induismo.  È oggi impossibile per l'India Indù ripercorrere i suoi passi per seguire la grande riforma che Gautama portò all’Induismo.  Dal suo sacrificio immenso, la sua grande rinuncia e la purezza immacolata della sua vita hanno lasciato un indelebile impronta sull’Induismo e l’Induismo deve un eterno debito di gratitudine a quel grande insegnante ...  Quello che oggi l’Induismo non ha assimilato del Buddismo non è una parte essenziale degli insegnamenti del Buddha e della sua vita.  È mia ferma convinzione che il Buddismo o, piuttosto, l'insegnamento del Buddha abbia trovato la sua piena fruizione in India e non potrebbe essere al contrario, dato che Gautama era egli stesso un Indù tra gli Indù.  Ricevette il meglio  dell’Induismo ed ha dato vita ad alcuni degli insegnamenti che erano stati sepolti nel Vedas e invasi dalle erbacce.  Il suo grande spirito Indù ha tracciato la strada attraverso la foresta delle parole, parole insignificanti, che si erano sovrapposte alla verità d’oro della Vedas.  Ha ridato senso ad alcune parole della Vedas un significato che gli uomini della sua generazione non conoscevano ed ha trovato in India il terreno più congeniale.  E dovunque il Buddha andasse, è stato seguito e circondato non dai non-Indù ma dagli Indù, coloro i quali seguivano la legge vedic.  Ma l'insegnamento del Buddha, come il suo cuore, tendeva ad allargarsi e ad abbracciare tutto e così è sopravvissuto al suo stesso corpo ed ha invaso la faccia della terra.  E  a rischio di essere chiamato seguace di Buddha, considero questo successo come un trionfo dell’Induismo.  Il Buddha non ha rifiutato mai l’Induismo, ma ne ha esteso le basi.  Gli ha dato una nuova vita e una nuova interpretazione.  Ma... vorrei dire a voi tutti che l'insegnamento del Buddha non è stato assimilato nella relativa pienezza come se fosse a  Ceylon, o in Birmania, o in Cina, o nel Tibet...

  

Il governo morale del mondo

L’ho sentito a volte in contese improprie ed ho letto libri che parlavano espressamente dello spirito del Buddismo che il Buddha non ha creduto in Dio.  A mio umile parere una tal credenza contraddice il centrale insegnamento del Buddha ... la confusione si è alzata sul suo rifiuto, un giusto rifiuto, di tutte le bassezze passate nel corso della sua generazione con lo pseudonimo di Dio.  Ha indubbiamente rifiutato la nozione che un essere denominato Dio fosse mosso da malevolenza, si pentirebbe delle sue azioni e, come i re della terra, potrebbe essere aperto alle tentazioni ed ai doni e potrebbe possibilmente avere favoriti.  La sua intera anima si volse indignata contro la credenza che un essere denominato Dio potesse aver richiesto, per la sua soddisfazione, il sangue vivo degli animali affinché potesse essere accontentato dai sacrifici degli animali che erano sue proprie creature.  quindi, ha reintegrato Dio al suo giusto posto ed ha detronizzato l’usurpatore che sul momento è sembrato occupare quel Bianco Trono.  Ha dato risalto e riaffermato l'esistenza eterna ed inalterabile del governo morale di questo universo.  Senza alcuna esitazione ha detto che la legge era Dio stesso.  Le leggi di Dio sono eterne ed inalterabili e non separabili da Dio stesso.  È uno stato indispensabile della sua stessa perfezione.  E quindi la grande confusione secondo cui il Buddha ha non creduto in Dio ma semplicemente nella legge morale ed a causa di questa confusione circa Dio stesso, si è fatto confusione anche sulla giusta comprensione della parola Nirvana.  Nirvana non è indubbiamente estinzione assoluta.  Per quanto ho potuto capire dell’aspetto centrale della vita di Buddha, Nirvana è estinzione assoluta di tutte le nostre bassezze, tutti i nostri vizi, tutto ciò che in noi è corrotto e corruttibile.  Nirvana non è la nera e morta pace della tomba, ma la pace vivente, la felicità vivente di un'anima che è cosciente di se e cosciente di aver trovato la propria dimora nel cuore dell’Eterno ...  Il grande contributo del Buddha all’umanità fu il restituire Dio al Suo posto eterno ed ancora più grande, secondo il mio umile parere, fu il suo contributo all’umanità l’esigere stima per tutte le vite, che lo rende ancora più alto.

  

La Cristianità in Occidente

È mio fermo parere che l’Europa oggi rappresenti non lo spirito di Dio o della Cristianità, ma lo spirito di Satana.  Ed i successi di Satana sono più grandi quando compare il nome di Dio sulle sue labbra.  L’Europa è oggi soltanto nominalmente Cristiana.  In realtà sta adorando Mammone. “è più facile che un cammello passi attraverso la cruna di un ago che un ricco entri nel Regno dei Cieli.”  Così realmente ha parlato Gesù Cristo.  I suoi cosiddetti seguaci misurano il loro progresso morale dai loro possessi materiali.

È un fatto molto curioso dell’Occidente che sebbene professi il Cristianesimo, lì non ci siano ne Cristianità ne Cristo, ne ci dovrebbe essere la guerra.  Questo è quello che capisco del messaggio di Gesù.

La Cristianità è stata sfigurata quando è andata in Occidente.  Sono spiacente di doverlo dire.

Chiedo ai miei fratelli Cristiani... di non prendere la loro Cristianità così come viene interpretata in Occidente.  Là, sappiamo, combattono tra loro come mai prima d’ora.  Dopo tutto, Gesù era un Asiatico dipinto con vestiti arabi normali.  Era l'essenza dell’umiltà.  Spero che i Cristiani dell'India esprimano nelle loro vite Gesù crocifisso, quello della Bibbia, e non come interpretato all'Ovest con le dita  macchiate di sangue.  Non desidero criticare l’Occidente.  Conosco e stimo le sue molte virtù. Ma mi limito a precisare che il Gesù dell'Asia è travisato in Occidente tranne che dai singoli individui.

L'influenza indiretta della Cristianità ha accelerato l’Induismo nella vita ...  Ma l'effetto del Cristianesimo sull'India in generale deve essere giudicato nella vita vissuta in media dai Cristiani e dal relativo effetto su di noi.  Sono spiacente di doverlo dire ma è stato disastroso.

  

La personalità di Cristo

Posso dire che non mi sono interessato mai ad un Gesù della storia.  Non mi preoccuperei se fosse dimostrato da qualcuno che l'uomo chiamato Gesù non è mai vissuto e che quello che è stato narrato nei Vangeli era il parto dell'immaginazione dello scrittore.  Il Discorso della Montagna però sarebbe per me ancora attuale.

Non posso attribuire una divinità esclusiva a Gesù.  È divino quanto Krishna o Rama o Mohamed o Zoroaster.  Allo stesso modo, non considero ogni parola della Bibbia come ispirata da Dio, così come non lo considero per la Vedas o per il Corano.  In generale ciascuno di questi libri certamente lo è, ma tuttavia non lo risultano molte cose prese individualmente.  La Bibbia è soltanto un libro religioso così come la Gita ed il Corano.

Benché, non possa sostenere di essere un Cristiano nel senso di seguace, l'esempio di sofferenza di Gesù è un elemento che costituisce la mia fede imperitura nella non-violenza e che regola tutte le mie azioni, di questo mondo e temporali.

  

Quello che Cristo significa per me

Che cosa ... Gesù significa per me?  Per me, è uno dei più grandi insegnanti che l'umanità abbia mai avuto.  Per chi crede in Lui, Egli è il solo figlio prediletto da Dio.  Potrebbe, il fatto che io accetti o non accetti questa credenza, fare in modo che Gesù abbia più o meno influenza nella mia vita?  Mi è proibita  tutta la grandezza del suo insegnamento e della sua dottrina?  Non posso crederlo.

A me [ la parola 'prediletto'] implica una nascita spirituale.  La mia interpretazione, in altre parole, è che nella propria vita di Gesù è la chiave della sua prossimità a Dio;  come egli ha espresso, e nessun altro potrebbe, lo spirito e la volontà di Dio.  È in questo senso che lo vedo e lo riconosco come il figlio di Dio.

Credo che sia impossibile valutare i meriti delle varie religioni del mondo e, inoltre, credo che sia inutile e nocivo persino tentarlo.  Ma ognuna di loro, a mio giudizio, comprende una comune forza motivante:  il desiderio di innalzare la vita dell'uomo dandogli uno scopo.  E poiché la vita di Gesù ha l'importanza ed la meditazione trascendentale a cui ho alluso, credo che Egli appartenga non solo alla Cristianità, ma all'intero mondo, a tutte le razze e le genti – sembrerebbe piccolo sotto una sola bandiera --  nome o dottrina che possano vivere, o fede che possano professare, o Dio che possano adorare magari ereditato dai loro antenati.

C’è molta ignoranza e superstizione in India.  Ma nel profondo di noi c’è quella fede in Dio – l’istinto per la religione.

Se Maometto venisse oggi in India, disconoscerebbe molti dei suoi cosiddetti seguaci e (riconoscerebbe) proprio me come vero Musulmano, allo stesso modo Gesù (riconoscerebbe) me come vero Cristiano.

"Come possiamo riportare l'uomo di nuovo a Dio o all'insegnamento di Gesù o a quello di Maometto?"  Potrei dare la risposta che Gesù ha dato ad uno dei suoi seguaci:  "faccia la volontà del padre mio che è in cielo, non dica soltanto Signore, Signore."  Che rende fedeli voi, me e ogni altro.  Se abbiamo fede nel Dio vivente, tutti staranno bene con noi.  Spero di non perdere quella fede anche il giorno della mia morte.  Nonostante i miei difetti e le imperfezioni di cui sono ben conscio, la mia fede in Dio è ogni giorno più luminoso ed infiammante.

Se non osservassi lo stesso consiglio che ho dato ad una donna minacciata di disonore e senza prospettiva di aiuto o di fuga,  commetterei un suicidio.

  

L’Islam religione di pace

Considero l’Islam come una religione di pace così come lo sono il Cristianesimo, il Buddismo e l’Induismo.  Non c'è nessun dubbio che ci siano differenze di sfumature, ma l'oggetto di queste religioni è la Pace.

Il contributo distintivo dell’Islam alla cultura nazionale dell'India è il suo fedele credo nell’unicità di Dio e di una pratica applicazione della verità e della fratellanza  tra gli uomini per coloro che sono nominalmente all'interno del relativo credo.  Richiamo questi due contributi distintivi.  Per l’Induismo lo spirito di fratellanza si è troppo filosofizzato.  Allo stesso modo, benché l’Induismo filosofico non abbia altro dio ma Dio, non può essere negato che l’Induismo pratico non è così enfaticamente intransigente come l’Islam.

  

L’uso della forza

Non c’è niente nel Corano che prescriva l'uso della forza per la conversione.  Il Santo Libro dice nel linguaggio più chiaro possibile, “non c’è costrizione nella religione”.  La vita intera del Profeta è un ripudio di costrizione nella religione.  Nessun Musulmano, per quanto sappia, ha approvato mai delle costrizioni.  L’Islam cesserebbe di essere una religione del mondo di esso se dovesse contare sulla forza per la propria diffusione.

Ho espresso il mio parere per cui i seguaci dell’Islam usano troppo liberamente la spada.  Ma questo non è dovuto all'insegnamento del Corano.  Ciò è dovuto, a mio parere, all'ambiente in cui l’Islam è nato.  Il Cristianesimo ha un record di sangue contro di esso non perché Gesù lo desiderasse, ma perché l'ambiente in cui si è diffuso non era sensibile a reagire al suo alto insegnamento.

  

Il Corano

Più di una volta ho letto il Corano.  La mia religione mi permette, mi obbliga, ad assimilare tutto quello che c’è di buono in tutte le grandi religioni della terra.

Certamente considero l’Islam come una delle religioni ispirate e, quindi, il Santo Corano come un libro ispirato e  Maometto come uno dei profeti.

Sono giunto alla conclusione che l'insegnamento del Corano è essenzialmente a favore della non-violenza.  La non-violenza è meglio della violenza, è detto nel Corano.  La non-violenza è incoraggiata come dovere;  la violenza è consentita come necessità.

 

 

Religione e Politica

 

La vita un insieme integrale

Sostengo che la mente umana o la società umana non siano divisi in compartimenti stagni denominati sociali, politici e religiosi.  Ogni azione e reazione interagiscono l’un l’altro.

La vita degli esseri umani è un insieme indiviso, nessuna linea può mai essere tracciata fra i relativi compartimenti differenti, non fra l'etica e la politica.  Un commerciante che guadagna la sua ricchezza con l’inganno riesce soltanto a ingannarsi quando pensa che i suoi peccati possano essere rimessi spendendo una certa quantità di suoi guadagni illeciti in scopi pseudo-religiosi.  La vita di tutti i giorni di un essere non può mai venire separata dal suo essere spirituale.  Entrambi agiscono e reagiscono uno sull’altro.

Il politico che è in me non ha mai dominato una mia singola decisione e se sembro partecipare alla politica, è soltanto perché le politiche ci circondano oggi come la spirale di un serpente da cui uno non può uscire, a prescindere dai sui tentativi.  Desidero, quindi, combattere contro il serpente come ho fatto coscientemente con più o meno successo dal 1894, e come ora ho scoperto, mai inconsciamente da quando ho raggiunto gli anni della discrezione.  Abbastanza egoisticamente, poiché desidero vivere in pace nel mezzo di una urlante tempesta che ulula intorno me, sto sperimentando su me stesso ed i miei amici l’introduzione della religione nella politica.

Per vedere faccia a faccia l'universale e pervadente spirito della Verità, ognuno deve amare il più piccolo della creazione come se stesso.  Ed un uomo che aspiri a questo non può permettersi di rimanere fuori da alcun campo di vita.  Ecco perchè la mia devozione alla Verità mi ha guidato nel campo della politica;  e posso dire senza la minima esitazione, ma in tutta umiltà, che coloro che dicono che la religione non abbia nulla a che fare con la politica non conoscono il significato di religione.

Non potrei condurre una vita religiosa a meno che mi identificassi con l’intera umanità e non potessi fare a meno di partecipare alla politica.  La gamma intera delle attività dell'uomo oggi costituisce un intero indivisibile.  Non potete dividere il lavoro sociale, economico, politico e puramente religioso in scompartimenti stagni.  Non conosco alcuna religione separata da attività umana.  (La religione) fornisce una base morale a tutte le altre attività che, sarebbero altrimenti carenti, riducendo la vita ad un labirinto “di sembianze e furore senza alcun significato “.

Ho sentito irresistibile entrare in campo politico perché ho trovato che non potrei svolgere un’attività sociale senza il tocco della politica.  Ritengo che il lavoro politico deve essere considerato nei termini di progresso sociale e morale.  In democrazia non c'è niente che  non sia trattato dalla politica.

Per me, le politiche teocratiche sono sporcizia assoluta, devono sempre essere evitate.  Le politiche nazionali e quelle che interessano il benessere delle nazioni devono essere una delle preoccupazioni di un uomo che è incline alla religione, cioè di un cercatore di Dio e della Verità.  Per me, Dio e la Verità sono termini convertibili e se chiunque mi dicesse che Dio fosse un dio di falsità o un dio di tortura, rifiuterei di adorarlo; di conseguenza è nella politica che dobbiamo stabilire il Regno dei Cieli.

Non posso isolare la politica dalle cose più profonde della mia vita, per la semplice ragione che le mie politiche non sono corrotte, inestricabilmente sono legato alla non-violenza ed alla verità.

Non potrei vivere anche per un singolo secondo senza religione.  Molti dei miei amici politici disperano di me perché dicono che persino le mie politiche sono derivate dalla religione.  E dicono bene.  Le mie politiche e tutte le altre mie attività sono derivate dalla mia religione.  Vado oltre dicendo che ogni attività di un uomo di religione deve essere ricondotta a Dio, che equivale a dire, che Dio regola ogni vostro alito.

Effettivamente, la religione dovrebbe pervadere tutte le nostre azioni.  Qui la religione non significa settarismo.  Significa credere nel governo morale e ordinato dell'universo.  Non è meno reale solo perché è invisibile.  Questa religione oltrepassa l’Induismo, l’Islam, il Cristianesimo, ecc.  Non li sostituisce.  Li armonizza e dà loro la realtà.

La vita dei milioni (nell’accezione gandhiana sono i poveri) è la mia politica, da cui non oso liberare me stesso senza negare il senso della mia vita e Dio.  Che la mia politica possa  prendere una strada differente [ dopo il 15 agosto 1947, quando l'India sarà libera ] è abbastanza possibile.  Ma quello sarà determinato dalle circostanze.

C’è indubbiamente un senso nell’affermazione quando dico che giudico la mia religione più cara del mio paese e che, quindi, sono prima un Indù e dopo un nazionalista.  Non divento da questo punto di vista meno nazionalista del migliore di loro.  Voglio dire semplicemente che gli interessi del mio paese siano identici a quelli della mia religione.  Similmente, quando dico che prediligo la mia salvezza sopra ogni altra cosa, e sulla salvezza dell'India, questo non significa che la mia salvezza personale richieda un sacrificio per cui le due cose debbano andare necessariamente insieme.

La religione non è una prova della nazionalità, ma un aspetto personale fra l'uomo ed il suo Dio.  Nel senso della nazionalità sono tutti indiani qualunque sia la religione da loro professata.

 

 

Templi ed idolatria

 

Carattere dell’idolatria

Ammetto il culto degli idoli.  Un idolo non eccita alcun sentimento di venerazione in me.  Ma penso che il culto degli idoli faccia parte della natura umana.  Noi bramiamo il simbolismo.  Perchè qualcuno dovrebbe essere più composto in una chiesa che altrove?  Le immagini sono un aiuto all’adorazione.  Nessun Indù considera un'immagine come Dio.  Non considero il culto degli idoli un peccato.

Sono sia un idolatra che un iconoclasta in quelli che concepisco essere il vero senso dei termini.  Vedo lo spirito dietro il culto degli idoli. Gioca il ruolo più importante nella crescita della razza umana ...  Sono un iconoclasta nel senso che suddivido la forma sottile di idolatria in figure di fanatismo che rifiutano di vedere la virtù in qualunque altra forma di adorazione della Divinità ad eccezione della propria.  Questa forma di idolatria è più mortale per essere più fine ed evasiva che non la forma tangibile e grossolana di culto che identifica la Divinità con un piccolo pezzo di pietra o con un’immagine dorata.

Sono sia un sostenitore che un avversario del culto delle immagini.  Quando tale pratica degenera in idolatria e si incrosta con credenza e false dottrine, diventa necessario combatterla come grosso male sociale.  D'altra parte, il culto delle immagini nel senso di impiegare l’ideale di qualcuno  concretamente è insito nella natura dell'uomo ed è anche valuatabile come aiuto alla devozione.  Così adoriamo un'immagine quando offriamo l'omaggio ad un libro che consideriamo santo o sacro.  Adoriamo un'immagine quando visitiamo un tempio o una moschea con la sensibilità della santità o della venerazione.  Non vedo niente di male in tutto questo.  Al contrario, essendo l’uomo dotato di una comprensione limitata, è difficile che possa fare diversamente.  Nondimeno, lontano dal vedere qualche cosa di male o nocivo nel culto di un albero, trovo che sia una cosa istintiva con un profondo patos ed una bellezza poetica.  Simbolizza una vera venerazione per l'intero regno vegetale che, con il suo infinito panorama di meravigliose figure e forme, dichiara a noi, come era per milioni di linguaggi, la grandezza e la gloria di Dio ...

Molto differente, tuttavia, è il caso dei voti e delle preghiere che i devoti offrono prima degli alberi.  Tali offerte devolute per fini egoistici, se fatte in chiese, in moschee, tempi o alberi e santuari, sono una cosa da non consigliare.  Facendo delle richieste o delle offerta di voti a fini egoistici non si è collegati ad un culto di immagini come effetto e causa.  Una preghiera egoistica personale è dannosa se fatta prima a un'immagine o a un dio invisibile.  Tuttavia che nessuno assuma, da queste mie considerazioni, che io sostenga il culto dell'albero in generale.  Non difendo il culto dell'albero perché lo considero come un aiuto necessario per la devozione, ma soltanto perché riconosco che Dio si manifesta in forme innumerevoli in questo universo ed ognuna di queste manifestazioni esige la mia reverenza spontanea.

Per quanto riguarda il culto di idoli, non potete fare a meno di esso in un modo o nell’altro.  Perchè un Mussulmano dà la sua vita per difendere una moschea che chiama casa di Dio?  E perchè un Cristiano va in una chiesa e quando è tenuto a prendere un giuramento, giura sulla Bibbia?  Non che ci veda qualche obiezione.  E che cos’è se non idolatria dare ricchezze incalcolabili per costruire moschee e tombe?  E che cosa fanno i Cattolici Romani quando si inginocchiano d’avanti alla Vergine Maria e d’avanti ai Santi, figure abbastanza immaginarie di pietra o dipinte su tela di canapa o su vetro?  Anche qui, non è la pietra che adoriamo, ma è Dio che adoriamo nelle figure di pietra o di metallo, quantunque rudi possano essere.

 

Luoghi di culto

Non considero l'esistenza dei tempi come un peccato o una superstizione.  Certe forme di culto comune e di luoghi comuni di adorazione sembrano essere una necessità umana.  Se i tempi debbano contenere immagini o no è un aspetto del temperamento e del gusto.  Non considero un luogo di culto Indù o Cattolico che contenga immagini come se fosse dannoso o frutto della superstizione e una moschea o un luogo di culto Protestante buono o non esente da superstizione soltanto a causa del fatto che non contengono delle immagini.  Un simbolo quali una Croce o un libro possono diventare facilmente idolatri e quindi, superstizione.  Ed il culto dell'immagine del bambino Krishna o della Vergine Maria possono nobilitare ed esentare dalla superstizione.  Dipende dall'atteggiamento del cuore del credente.

I luoghi di culto a me non sono soltanto mattone e malta.  Sono un'ombra della realtà.  Per ogni chiesa, ogni moschea ed ogni tempio distrutto a centinaia sono aumentati quei luoghi.

Non so di alcuna religione o setta che abbia fatto o sta facendo a meno della sua casa di Dio, descritta come tempio, moschea, chiesa, sinagoga o agissari.  Ne è certo che qualche grande  riformatore compreso Gesù hanno distrutto o abbandonato completamente dei tempi.  Tutti loro hanno cercato di bandire la corruzione dai tempi così come dalla società ... ho smesso di visitare tempi  da anni, ma non mi considero per questo una persona migliore di prima.  Mia madre non ha mai mancato di andare al tempio quando era in condizione di poterlo fare.  Probabilmente la sua fede era ben più grande della mia, benché non visitassi tempi.

Tempi o moschee o chiese ...  non faccio distinzione fra queste diverse residenze di Dio.  Sono quello che la fede le ha rese.  Sono una risposta alla grande voglia dell'uomo che in qualche modo vuole raggiungere l’invisibile.

L'acquisizione della coscienza [ della presenza vivente di Dio all'interno di qualcuno ] non richiede o non significa andare al tempio.

I nostri corpi sono i tempi reali e non le costruzioni di pietra.  Il posto migliore per il culto congregazionale è all'aperto con il cielo qui sopra come baldacchino e  madre terra qui sotto per pavimento.

  

La maledizione dell’insensibilità

Non desidero rinascere.  Ma se devo farlo sarei un’insensibile, di modo che posso ripartire i dispiaceri, le sofferenze e gli affronti livellati tra di loro affinché possa tentare di liberarmi da quel misero stato.  Quindi ho pregato a ché, se dovessi rinascere ancora, farei così non come un Brahmin, un Kshatriya, un Vaishya o Shudra, ma come Atishudra.

Ero legato al lavoro per l'estinzione “dell’insensibilità” molto prima che fossi legato a mia moglie.  Ci sono state due occasioni nella nostra vita comune in cui si è dovuto scegliere fra impegnarsi contro l’insensibilità e restante con mia moglie e avrei preferito la prima.  Ma grazie alla mia buona moglie, le crisi sono state evitate.  Nel mio Ashram, che è la mia famiglia, ho parecchi insensibili ed una dolce ma birichina ragazza che vive come mia propria figlia.

L'amore della gente ha presto introdotto il problema dell’insensibilità nella mia vita.  Mia madre ha detto: ”non dovete toccare questo ragazzo, lui è un’insensibile” “perchè no?”  Ho chiesto in risposta e da quel giorno è cominciata la mia ribellione.

Swaraj è un termine insignificante, se vogliamo mantenere un quinto dell'India in sottomissione perpetua e negare loro deliberatamente i frutti della cultura nazionale.  Stiamo cercando l’aiuto di Dio in questo grande movimento di purificazione, ma neghiamo i diritti umanitari alle più servili fra le sue creature.  Inumani noi stessi che non possiamo supplicare il Trono per liberarci dalla inumanità di altri.

È una semplice fanatica ostinazione persistere nel perseguire l’uomo nel sacro nome della religione.

Per riformare l’Induismo e per la sua reale protezione, la rimozione dell’insensibilità è la cosa più grande... la rimozione dell’insensibilità è ... un processo spirituale.

Se vivesse l’insensibilità l’Induismo morirebbe.

Non vorrei mai  che l’Induismo morisse e che l’insensibilitàvivesse.

Nella lotta all’insensibilità e nel dedicarmi a quella battaglia, io non ho altra ambizione che vedere rigenerata completamente l’umanità.  Può essere un semplice sogno, irreale tanto quanto l'argento che ricopre il mare.  Non è così perme mentre il sogno mi abbandona e nelle parole di Romain Rolland: “la vittoria si trova non nella realizzazione dell'obiettivo, ma in un inseguimento implacabile dopo esso.

  

Insensibilità e casta

È sbagliato distruggere la casta a causa della paria (abitante dell'India non facente parte di nessuna casta e perciò tenuto in gran disprezzo n.d.t.), in quanto sarebbe come distruggere un corpo a causa della crescita di qualcosa di brutto in esso o del raccolto a causa delle erbacce.  L’assenza di paria, nel senso che intendiamo, dovrebbe essere distrutto completamente.  È un eccesso da rimuovere, se il sistema intero non deve perire.  L’insensibilità è il prodotto, quindi, non del sistema di caste, ma della distinzione tra massimo e minimo che è strisciata nell’Induismo e lo sta corrodendo.  L'attacco all’insensibilità è così un attacco a questa definizione di alto e basso.  Nel momento in cui l’insensibilità fosse rimossa, il sistema in se di caste sarebbe purificato, che equivale a dire, secondo il mio sogno, che si risolverebbero da sole nel vero Varnadharma, le quattro divisioni della società, ognuna complementare all'altra e nessuna inferiore o superiore a qualsiasi altra, ciascuna necessaria per il corpo intero dell’Induismo come qualsiasi altra.

  

Il Dharma Varnashrama

Il Dharma Varnashrama definisce la missione dell'uomo su questa terra.  Non è nato giorno dopo giorno per esplorare i modi per ammassare ricchezze e per esplorare i motivi differenti di vita;  al contrario, l'uomo è sostenuto affinché possa utilizzare ogni atomo della sua energia allo scopo di conoscere il suo Creatore.  Lo limita, quindi, allo scopo di tenere corpo e anima insieme, all'occupazione dei suoi antenati.  Questo è il Dharma Varnashrama  niente di più e niente di meno.

Credo, tuttavia, a Varna che è basata sui mestieri ereditari.  I Varna sono quattro per contrassegnare le quattro occupazioni universali -- profondere conoscenza, sostenere l’indifeso, continuare l'agricoltura ed il commercio e prestando servizio con il lavoro fisico.  Queste occupazioni sono comuni a tutta l'umanità, ma l’Induismo, li riconosce come la legge del nostro essere, l’ha usata nel regolare i rapporti ed i comportamenti sociali.  La gravitazione ha impatto su tutti noi, a prescindere dal fatto che uno la conosca o no.  Ma gli scienziati che conobbero la legge la scoprirono per via dei risultati che essa aveva prodotto sul mondo.  Nondimeno l’Induismo ha impattato il mondo dalla  scoperta e dall’applicazione della legge di Varna.  Quando l’Indù fu assunto con inerzia, l'abuso di Varna ha provocato innumerevoli caste, con le limitazioni inutili e nocive per i matrimoni ed i banchetti tra caste.  Queste limitazioni possono essere necessarie nell'interesse della castità e dell'igiene.  Ma un Brahmana che sposa una ragazza di Shudra, o viceversa, non commette offesa contro la legge dei varna.

Oggi Brahmins e Kshatriyas, Vaishyas e Shudras sono semplici etichette.  C’è una tale e assoluta confusione di Varna che lo capisco e mi auguro che tutto l’Indù si definisca volontariamente Shudras.  Questo è l'unico modo di dimostrare la verità di Brahminism e fare rivivere Varnadharma nella sua vera condizione.

Credo che ogni uomo sia venuto al mondo con determinate tendenze naturali.  Ogni persona è venuto al mondo con determinate limitazioni che non può sormontare.  Da un'osservazione attenta di quelle limitazioni è stata dedotta la legge di Varna.  Ha stabilito determinate sfere di azione per certa gente con determinate tendenze.  Ciò ha evitato tutta un’indegna competizione.  Pur riconoscendo limitazioni, la legge di Varna non ha ammesso alcuna distinzione tra alto e basso;  da un lato, ha garantito ad ognuno i frutti dei suoi lavori e dall’altra, ha impedito di far pressioni sui suoi vicini.  Questa grande legge è stata degradata ed è caduta in discredito.  Ma la mia convinzione è che un ordine sociale ideale sarà evoluto soltanto quando le implicazioni di questa legge saranno completamente capite e date da seguire.

  

Matrimoni e banchetti tra caste

Benché non ci sia nel Varnashrama la proibizione dei matrimoni e dei banchetti tra caste, non ci può essere costrizione.  Deve essere lasciato alla libera scelta dell'individuo quanto a dove lui o lei si sposerà o pranzerà.

  

Caste

Considero le sole quattro divisioni come fondamentali, naturali ed essenziali.  Le innumerevoli caste secondarie sono a volte una convenienza, spesso un ostacolo.  Più presto ci sarà la fusione meglio sarà.

Dal punto di vista economico, il suo valore era una volta molto grande.  Ha assicurato l’ereditarietà;  ha limitato la competizione.  Era il rimedio migliore contro il pauperismo.  Ed ha presentato tutti i vantaggi delle cooperative commerciali.  Anche se non ha promosso l’iniziativa o linventiva là dove, queste non sono arrivate per altra via ...  Storicamente parlando, le caste possono essere considerate come esperimenti dell'uomo o adattamenti sociale nel laboratorio della società indiana.  Se potessimo provare il loro successo, potremmo offrirle al mondo come lievito e come rimedio migliore contro la concorrenza senza cuore e la disgregazione sociale nata dall’avarizia e dall’ingordigia.

  

Caste e varna

... ho detto frequentemente che non credo nelle caste in senso moderno.  È un’escrescenza e un handicap verso il  progresso.  Né credo nelle disuguaglianze fra gli esseri umani.  Siamo tutti assolutamente uguali.  Ma l'uguaglianza è delle anime e non dei corpi.  Quindi, è una condizione mentale.  Abbiamo bisogno di cose e di far valere l’uguaglianza perché vediamo le troppe disuguaglianze nel mondo fisico.  Dobbiamo realizzare l'uguaglianza nel mezzo di questa disuguaglianza esterna apparente. L’assunzione di superiorità di un uomo su un altro è un peccato contro Dio e l’uomo.  Così la casta, finché farà valere distinzioni nella condizione, è da considerarsi una malvagità.

Le distinzioni di casta ci hanno si sono così profondamente radicate che hanno infettato anche i Musulmani, i Cristiani ed i seguaci di altre religioni in India.  È vero che le barriere di classe sono state trovate in più o meno in altre parti del mondo.  Ciò significa che è un atteggiamento comune della razza umana.  Può essere eliminato soltanto tramite l'inculcamento della religione nel suo vero senso.  Non ho trovato sanzioni per tali barriere e distinzioni nelle scritture di alcuna religione.  Agli occhi della religione tutti gli uomini sono uguali.  Apprendimento, intelletto o ricchezza non autorizzano nessuno a dichiararsi superiore a coloro che difettano di tali attributi.  Se ogni persona fosse riempita e santificata con l'essenza della purificazione e la disciplina della vera religione, si sentirebbe in obbligo di ripartire i suoi vantaggi con coloro che ne hanno meno.  Quella che è così, nella nostra attuale condizione caduca, la vera religione ci richiede a tutti noi di diventare Atishudras per scelta.  Dobbiamo considerarci non come proprietari, ma come gli amministratori della nostra ricchezza e usarla per servizio alla società, prendendo per noi stessi nient'altro che un giusto ritorno per il servizio reso.  Con questo sistema non ci sarebbe nessun povero, nessun ricco.  Tutte le religioni sarebbero giudicate uguali.  Tutti i litigi di natura religiosa, di casta o di rimostranza economica cesserebbero di disturbare la pace sulla terra.

 

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