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Capitolo 12                                       
 

Filosofia di Gandhi

“Il Vangelo della Libertà”

 

     Simon and Garfunkel - Mey be Ellene

Contenuto del Capitolo

Il Vangelo della libertà - Il Kashmir - Colonie straniere in India - L’india ed il Pakistan - La missione dell’India - L’essenza della democrazia - L’Indian National Congress - Ministeri Popolari - Ritorno al villaggio - Panchayat Raj - L’educazione - La protezione delle mucche - Cura della natura - Il sistema sanitario nazionale

 

 

 

“Il Vangelo della Libertà”

Non c’è niente di più lento della libertà.  La libertà è come una nascita.  Fino a quando non saremo completamente liberi, rimarremo schiavi.  La nascita avviene in un momento.

 

Schiavitù dorata

Le catene dorate non sono meno irritanti, per un uomo che si auto-stimi, che le catene di ferro.  Il problema è nelle catene, non nel metallo.

Nella mia mente le catene dorate sono peggiori di quelle di ferro mentre, per qualcuno, è facile ritenere seccante ed irritante la natura del secondo ed è incline a dimenticare il primo.  Se, quindi, l'India deve essere in catene, vorrei che fossero di ferro piuttosto che di oro o di altri metalli preziosi.

 

Diritto alla libertà

La libertà non è degna di essere goduta se non si connota come libertà a sbagliare e perfino a peccare.  Se Dio Onnipotente ha dato alla più umile delle Sue creature la libertà di sbagliare, capisco come gli esseri umani, essendo esperti e capaci, possano divertirsi nel privare altri esseri umani di quei preziosi diritti.

Così come ogni paese è in grado di mangiare, bere e respirare, allo stesso modo ogni nazione è in grado di badare ai suoi propri affari, senza curarsi della malvagità.

Il controllo imposto tutto il giorno è sbagliato ... Quando questo controllo è rimosso, la nazione respirerà liberamente, avrà il diritto di fare degli errori.  Questo antico metodo è il modo più adeguato di correggere gli errori che vengono compiuti in progressione.

 

La libertà individuale

È mia ferma convinzione per cui nessun uomo può perdere la sua libertà tranne che a causa della sua stessa debolezza.

Io do valore alla libertà individuale, ma voi non dovete dimenticare che l'uomo è essenzialmente un essere sociale.  Si è elevato dalla sua condizione attuale imparando ad adeguare il suo individualismo ai requisiti di progresso sociale.  L’individualismo senza restrizione è la legge della bestia della giungla.  Dobbiamo imparare a scoprire il significato fra libertà individuale e costrizioni sociali.  La sottomissione volontaria alle regole sociali finalizzate al benessere dell’intera società, arricchisce sia l'individuo che la società di cui si è membri.

Se si perde questa [ libertà individuale ], allora certamente sbanda tutto, se l'individuo cessa di essere al centro, che resta della società?  Solo la libertà individuale può incitare un uomo a cedersi volontariamente e completamente al servizio della società.  Se (la libertà) è strappata da lui, egli si trasforma in un automa e la società va in rovina.  Nessuna società può essere costruita sulla negazione della libertà individuale.  È contrario alla stessa natura dell'uomo.  Così come un uomo non svilupperà mai corna o coda, allo stesso modo non esisterà come uomo se non realizzerà la percezione di se stesso.  In realtà, anche coloro che non credononchezzerà la percezione di se stesso errori che in progressione vengono compiuti. nella libertà dell'individuo credono nella loro propria libertà.  Le edizioni moderne di chenghiz khan ne sono un esempio.

 

Il concetto di libertà

La mia concezione della libertà non è un concezione angusta.  È una dimensione estesa della libertà dell'uomo in tutto in tutta la sua maestà.

Ogni individuo deve avere la più completa libertà di usare il suo talento così come fatto dagli altri, ma nessuno è autorizzato all'uso arbitrario dei guadagni derivanti dalle sue capacità.  Egli è parte della nazione o della struttura sociale che lo circonda.  Di conseguenza, può usare le sue capacità non soltanto per se stesso ma per la struttura sociale di cui fa parte e sulla cui sofferenza vive.

La volontà di essere libero

Nessun tiranno è mai riuscito nel suo scopo senza tirarsi dietro la sua vittima, può essere, e spesso accade, con l’uso della forza.  La maggior parte della gente sceglie piuttosto di arrendersi alla volontà del tiranno piuttosto che soffrire per le conseguenze della sua opposizione.  Quindi il terrorismo forma parte integrante delle “azioni vendute” del tiranno.  Ma abbiamo casi nella storia dove il terrorismo non è riuscito ad imporre la sua volontà alla vittima.

Neppure il governo più dispotico può non levarsi in piedi tranne che col consenso dei governati, il cui consenso spesso è ottenuto dal despota con la forza.  Nel momento in cui il soggetto cessa di temere la forza dispotica, la sua forza è andata.

Nel momento in cui lo schiavo risolve che non sarà più uno schiavo, le sue catene cadono.  Libera se stesso e mostra la strada ad altri.  La libertà e la schiavitù sono condizioni mentali.  Di conseguenza, la prima cosa da dire a voi stessi è: “non accetterò più il ruolo di uno schiavo.  Non obbedirò agli ordini in quanto tali, ma disobbedirò loro quando sono in conflitto con la mia coscienza.”  Il cosiddetto padrone può frustarvi e provare a forzarvi nel servirlo.  Direte: “no, non ti servirò per i tuoi soldi o con le minacce.”  Ciò può indurre sofferenza.  La vostra capacità di soffrire illuminerà la torcia della libertà che non può mai essere buttata via.

 

Il prezzo della libertà

Che si sia uno o molti, dobbiamo rifiutare di comprare la libertà al costo del nostro auto-rispetto o delle nostre convinzioni più radicate.  Ho saputo che persino i bambini piccoli non si piegano quando viene fatto un tentativo di ostacolare un loro obiettivo dichiarato, anche per quanto fragile possa essere nella valutazione dei loro genitori.

Dobbiamo essere contenti di morire se non possiamo vivere come uomini e donne liberi.

L’uomo deve ringraziare se stesso per la sua dipendenza. Può essere indipendente tanto quanto lo voglia.

La libertà non è mai a caro prezzo. È l’alito della vita. Quanto non pagherebbe un uomo pur di vivere?

 

Libertà per i più umili

Provo sia dolore che sorpresa quando scopro che la gente prova ansia circa il suo futuro in un’India liberata.  Per me l'India che non garantisce la libertà al più umile dei suoi nativi, non soltanto nei suoi confini artificiali ma nei suoi confini naturali, non è un'India libera.  Il timore paralizza le nostre capacità di pensare, altrimenti sapremmo che la libertà è una condizione, e in ogni caso qualche cosa di migliore del presente, per ogni uomo o donna onesti.  Sono gli sfruttatori, gli arraffa soldi, i pirati e simili che devono temere l'avvento della libertà.

Tenterò d'ottenere una costituzione che libererà l'India da tutti i thralldom ed il padronato e gli concederò, se necessario, il diritto a peccare.  Lavorerò per un'India in cui i più poveri sentiranno di essere nel loro paese, e nella cui ricostruzione abbiano voce in capitolo;  un'India in cui la gente non sarà divisa in classi basse e alte;  un'India in cui tutte le comunità vivranno in una perfetta armonia.  Non può esserci posto in questa India per l’intoccabilità, o l’alcolismo e le droghe intossicanti.  Le donne godranno gli stessi diritti degli uomini.  Poiché saremo in pace con tutto il resto del mondo, ne sfruttando, ne sfruttati, dovremmo avere il più piccolo esercito immaginabile.  Tutti gli interessi non in conflitto con quelli della maggioranza silenziosa saranno rispettati scrupolosamente, stranieri o indigeni che siano.  Personalmente, odio la distinzione fra stranieri ed indigeni.  Questa è l'India dei miei sogni ... Sarò soddisfatto con niente di meno.

 

Nessuno sfruttamento

Se desidero la libertà per il mio paese, se posso aiutarlo, credetemi, non la vorrei se, appartenendo ad una nazione che conta su un quinto della razza umana, essa potesse sfruttare qualunque altra razza della terra o un singolo individuo.  Se desidero questa libertà per il mio paese, non la meriterei se non fossi convinto e non apprezzassi il diritto di ogni altra razza, debole o forte, alla stessa libertà.

Gli uomini che aspirano ad essere liberi possono solo lontanamente pensare ad asservire altri.  Se provassero a fare così, legherebbero soltanto le loro stesse catene di schiavitù in modo più stretto.

L'indipendenza della mia concezione significa niente di meno che realizzare "Il regno di Dio" in voi e su questa terra.  Lavorerei piuttosto per questo e non morirei nell'inseguire un sogno, anche se non fosse mai realizzabile.  Questo significa pazienza e perseveranza infinite.  Se l'India fosse soddisfatta con il semplice raggiungimento della indipendenza politica e per me non ci fosse niente di meglio da fare, mi ritirerei in Himalaia lasciandomi cercare da coloro che desiderano ascoltarmi.

Concretamente....  L'indipendenza dovrebbe essere politica, economica e morale. “Politica” significa necessariamente la rimozione del controllo dell'esercito britannico in ogni sua forma.  “Economica”  significa piena libertà dai capitalisti e dal capitale britannici, anche loro come controparti indiane.  In altre parole il più umile deve sentirsi uguale al più alto.  Questo può avvenire soltanto da capitale o da capitalisti che dividano la loro capacità ed il loro capitale con il più umile e gli ultimi.  “Morale” significa libertà dalle forze armate di difesa.

 

Gli strumenti della pace

L'India non ha mai intrapreso la guerra contro alcuna nazione.  Ha messo in atto, qualche volta, una difesa male organizzata o mezza organizzata, nel puro e semplice tentativo di auto-difesa.  Non ha, quindi, sviluppato una volontà di pace.  Può averla in abbondanza se la conosce oppure no.  Il modo con cui può promuovere la pace è di offrire una resistenza efficace allo sfruttamento attraverso mezzi pacifici.  Cioè, deve realizzare la sua indipendenza... attraverso mezzi pacifici.  Se saprà fare questo, sarà il più grande contributo che tutta una singola nazione avrà mai dato alla pace nel mondo.

Personalmente aspetterei il momento buono, se fosse necessario, piuttosto che cercare di ottenere la libertà del mio paese con mezzi cruenti.  Sento nei recessi più intimi del mio cuore, e dopo un'esperienza politica ininterrotta di trentacinque anni, che il mondo vomita a morte rovesciando anche l’anima.  Il mondo sta cercando una via d'uscita e mi adulo credendo che forse sarà privilegio dell’antica terra dell'India mostrare quell'uscita al mondo affamato.  Non ho, quindi, alcuna esitazione nell'invitare tutta la grande nazione terrestre a dare il loro caloroso contributo all’India nella sua lotta determinata.  Deve essere una vista degna quella di contemplare ed apprezzare milioni di persone che, votate alla sofferenza senza alcun desiderio di vendetta, possono rivendicare la dignità e l’onore della nazione.

Preferirei che l’India perisse piuttosto che vederla raggiungere la sua libertà sacrificando la Verità.

La mia anima non sarebbe soddisfatta se non lottasse per la libertà dell'India e non contribuisse alla pace del mondo.  Sono convinto che quando l'Inghilterra cesserà di depredare l'India, smetterà di depredare le altre nazioni.  Ad ogni modo, l'India non dividerà colpe sanguinarie.

Il significato dell’indipendenza dell’India

... La libertà dell’India deve rivoluzionare la prospettiva del mondo sulla pace e sulla guerra La sua impotenza interessa l’intera umanità.

La mia ambizione va ben oltre l'indipendenza.  Attraverso la liberazione dell'India cerco di liberare le cosiddette razze più deboli della terra dai talloni schiaccianti dallo sfruttamento Occidentale.

L'indipendenza nazionale non è una finzione.  È necessaria quanto l'indipendenza individuale.  Ma nessuno, se si basa sulla non-violenza, può mai essere una minaccia alla equa indipendenza della nazione o dell'individuo secondo le circostanze.  Come con indipendenza individuale e nazionale, così con quella internazionale.  La massima legale è anche morale.  “Sic utere tuo ut alienum non laedas” (“usa i tuoi averi senza ledere i diritti degli altri”). È stato detto bene che l'universo è compresso nell'atomo.  Non c’è una legge per l'atomo ed un’altra per l'universo.

 

Cooperazione internazionale

Desidero la cooperazione fra le nazioni per salvare la civiltà, ma la cooperazione presuppone delle nazioni libere degne della cooperazione.

 

Libertà delle razze sfruttate

Quando me ne sarò andato l'India sarà libera e, non soltanto l'India, ma il mondo intero sarà libero.  Non credo che gli Americani o gli inglesi siano liberi.  Non saranno liberi fin tanto che avranno il potere di tenere sottomesse le nazioni di colore.  So quale sia il mio scopo e conosco che cosa sia la libertà.  Gli insegnanti inglesi mi hanno insegnato il suo significato ed io devono interpretare quella libertà in funzione di quello che vedo ed ho sperimentato.

La libertà dell'India dimostrerà a tutte le razze sfruttate della terra che la loro libertà è molto vicina e che in nessun caso, d'ora in poi, saranno sfruttate.

 

Quello che per me significa Swaraj

Swaraj per me significa libertà per i nostri connazionali medi.  Non sono interessato alla semplice liberazione dell'India dal giogo inglese.  Sono deciso a liberare l'India da qualunque giogo.  Non desidero scambiare “il ceppo del re per la cicogna del re”.

Con lo Swaraj voglio dire che il governo dell'India debba venire dal consenso della gente come accertato dalla maggioranza della popolazione, adulti maschi o femmine, nativi o domiciliati, che abbiano contribuito con il loro lavoro manuale al servizio dello Stato e che anno avuto difficoltà a farsi registrare come elettori.  Lo Swaraj reale otterrà, non con l'acquisizione dell’autorità da parte di pochi, ma con l'acquisizione della capacità da parte di tutti a resistere all'autorità quando questa diventa un abuso.  Cioè lo Swaraj deve essere raggiunto istruendo le masse ad un senso della loro capacità di regolare e controllare l'autorità.

L’auto-governo significa uno sforzo continuo ad essere indipendenti dal controllo statale, tanto che sia un governo straniero quanto nazionale.

La parola Swaraj è una parola sacra, una parola di Vedic, che significa auto-controllo e auto-limitazione e non la libertà da tutte le restrizioni che “l'indipendenza” significa spesso.

 

Lo Swaraj per i poveri

Lo Swaraj del mio/nostro sogno non riconosce distinzioni di razza o religione.  Non deve essere il monopolio di gente letterata o di uomini facoltosi.  Lo Swaraj deve essere per tutti, compreso gli ultimi menzionati, e comprendendo enfaticamente i mutilati, i ciechi, gli affamati, i milioni di persone che lavorano duramente.

Lo Swaraj che io sogno è lo Swaraj dell'uomo povero.  Le necessità basilari di vita dovrebbero essere goduti da loro alla stessa stregua di quanto goduto dai principi e dalle persone danarose.  Ma questo non significa che si dovrebbe avere palazzi come loro.  Non sono necessari per la felicità.  Voi o io saremmo persi dentro di essi.  Ma dovreste ottenere tutte le amenità ordinarie di vita che un uomo ricco gode.  Non ho il minimo dubbio che lo Swaraj non sia un Poorna Swaraj finché queste amenità vi siano garantite con esso.

...  Quello che vogliamo dire e desideriamo con Poorna Swaraj ... è un risveglio delle masse, una presa di coscienza del loro vero interesse e la capacità di servire quell'interesse contro il mondo intero..... armonia, libertà dall’aggressione interna o esterna e un miglioramento progressivo delle condizioni economiche delle masse ...

Lo Swaraj reale deve essere sentito da tutti: uomo, donna e bambino.  Lavorare per quella consumazione è una vera rivoluzione. L'India si è trasformata in un modello per tutte le razze sfruttate della terra, perché l'India ha prodotto uno sforzo aperto e disarmato che ha richiesto il sacrificio di tutti senza infliggere ferita all’usurpatore.  A milioni in India non sarebbero stati svegliati se non per la lotta aperta e disarmata.  Ogni deviazione dal  percorso corretto ha significato un arresto provvisorio della rivoluzione evolutiva.

Nessuna regola di maggioranza

Si è detto che lo Swaraj indiano sarà la regola della comunità maggioritaria, cioè, degli Indù.  Non c’è potuto essere errore più grande di questo.  Se dovesse essere vero, io per primo mi rifiuterei di denominarlo Swaraj e lo combatterei con tutta la determinazione di cui sono capace, poiché per me l’Hind Swaraj è una regola per tutte le genti, è una regola di giustizia.  Se, secondo la regola, i ministeri fossero Indù o Mussulmani o Sikh e se le legislature fossero colmate esclusivamente da Indù o da Mussulmani o da qualunque altra Comunità, dovrebbero fare una giustizia uguale per tutti.

Oggi le nostre menti sono annebbiate dalla delusione.  Nella nostra ignoranza, litighiamo tra noi e ci dedichiamo al teppismo contro i nostri propri fratelli.  Ed in quanto tali non c’è ne salvezza ne Swaraj.  L'auto-disciplina o l’auto-controllo oltre se stessi è la prima condizione per di l’auto-controllo o lo Swaraj.

 

Libertà di espressione

In un grande paese come questo, deve esserci posto per tutte le scuole di onesto pensiero.  Ed il minimo, quindi, che dobbiamo a noi stessi ed agli altri, è di provare a capire il punto di vista dell'avversario e, se non possiamo accettarlo, gli dobbiamo il pieno rispetto così come ci aspettiamo nei nostri confronti.  È una delle prove indispensabili per una salubre vita pubblica e, quindi, appropriata per lo Swaraj.

La libertà di espressione verbale e scritta è il fondamento dello Swaraj.  Se la pietra fondamentale è in pericolo, dovete impiegare tutto il vostro potere per difendere quella singola pietra.

 

Il compimento dello Swaraj

Ho avuto l’ardire di sostenere che lo Swaraj non potrebbe essere concesso neppure da Dio.  Dovremmo guadagnarlo noi stessi.  Lo Swaraj per propria stessa natura non è dato da qualcuno.

Lo Swaraj è l'abbandono del timore della morte.  Una nazione che si permette di essere influenzata dal timore della morte non può raggiungere lo Swaraj e non può mantenerlo se lo raggiunge in qualche modo.

Lo Swaraj non può mai essere un regalo libero da una nazione all’altra.  È un tesoro da comprare con l’anima migliore della nazione.  Cesserà di essere un regalo quando l’avremo pagato caro ...  Lo Swaraj sarà il frutto di incessante lavoro, soffrendo oltre misura.

Certamente lo Swaraj non cadrà dal  cielo.  Sarà il frutto di pazienza, perseveranza, di lavoro incessante, del coraggio e dell'apprezzamento intelligente dell'ambiente.

Per me l'unica educazione allo Swaraj di cui abbiamo bisogno è la capacità di difenderci contro il mondo intero e di vivere la nostra vita naturale in perfetta libertà, anche se può essere piena di difetti.  Il buon governo è il sostituto dell’auto-governo.

Il pellegrinaggio allo Swaraj è un'ascensione dolorosa.  Richiede attenzione ai particolari.  Significa avere un’ampia capacità di organizzazione e penetrare nei villaggi solo per rendere  servizio ai suoi abitanti.  Significa una formazione nazionale, cioè, formazione delle masse.  Significa un risveglio della coscienza nazionale fra le masse.  Non salterà fuori come dal cilindro del mago.  Si svilupperà quasi impercettibilmente come l'albero del banyan.  Una rivoluzione cruenta non effettuerà mai il trucco.  La fretta qui è certamente inutile.

A volte si sente dire: “Lasciateci prendere il governo dell'India nelle nostre mani e tutto sarà reso giusto ...”  Non c’è mai stata superstizione più grande di questa.  Nessuna nazione ha ottenuto così la propria indipendenza.  Lo splendore della primavera si riflette in ogni albero e allora la terra intera si riempie di freschezza della gioventù.  Allo stesso modo, quando lo spirito dello Swaraj ha realmente pervaso la società ed uno sconosciuto venisse improvvisamente, osserverebbe l'energia in ogni settore di vita, troverebbe i servi della nazione tutti impegnati, ciascuno secondo le sue proprie capacità, in una varietà di attività pubbliche.

 

Le basi dell’auto-sacrificio

Lo Swaraj può essere perseguito soltanto dove c’è una maggioranza di gente leale e patriottica a cui il bene della nazione è preminente sopra qualunque altra considerazione compreso il proprio profitto personale.

Il mio Swaraj sarà... non un risultato dell'uccisione di altri ma un atto volontario di auto-sacrificio continuo.  Il mio Swaraj non sarà usurpazione sanguinaria dei diritti, e l'acquisizione del potere sarà una terra meravigliosa, il frutto naturale di un dovere ben ottemperato e svolto fedelmente.  Esso … fornirà la più ampia agitazione della razza di Chaitanya, non di quella Nero....  Può venire spesso come viene, quando l'orizzonte è più scuro.  Ma so che sarà preceduta dal sorgere di una classe di ragazzi e ragazzi che troveranno piena soddisfazione nel lavoro, nel lavoro ed in niente altro, ma  lavoro per la nazione.

Senza un grande, molto grande, esercito di auto-sacrificio e di lavoratori risoluti, il progresso reale delle masse lo ritengo un'impossibilità.  E senza quel progresso, non c’è qualcosa come lo Swaraj.  Il progresso verso lo Swaraj sarà nella proporzione identica all’aumento nel numero di lavoratori che oseranno sacrificare tutti loro per la causa dei poveri.

 

Attraverso la Verità e la Non-violenza

Se vogliamo realizzare lo Swaraj attraverso la verità e la non-violenza, l'unica strada è una graduale ma costante profusione dello sforzo costruttivo diretto dal basso verso l’alto.  Questo elimina la creazione intenzionale di una condizione anarchica per il rovesciamento dell'ordine stabilito a favore di un dittatore che volesse governare con un bastone di ferro producendo ordine dal disordine.

Abbiamo sovrani e governati che stanno vivendo da tanto tempo in una soffocante ed innaturale atmosfera che potremmo ben sentire, sin dall'inizio, ma che non riusciamo a percepire perché abbiamo perso la capacità di respirare l'ozono corroborante della libertà.  Se la realtà venisse ordinatamente, cioè, in modo non-violento, in quanto i partiti ritengono che sia giusto così, sarebbe una lezione rivelatrice per il mondo.

Il genio della nostra civilizzazione

Il mio Swaraj deve mantenere intatto il genio della nostra civilizzazione.  Vorrei scrivere molte nuove cose ma devono essere tutte scritte sulla distruzione indiana.  Prenderei volentieri in prestito dall'Occidente se potessi restituire con un interesse decente.

Se lo Swaraj non fosse finalizzato a civilizzarci e purificare e stabilizzare la nostra civilizzazione, non avrebbe alcun valore.  L'essenza stessa della nostra civiltà è che diamo un posto preminente alla moralità in tutti i nostri affari, pubblici o privati.

 

Non sono anti-Britannico

La mia fede nella natura umana è irreprensibile e, anche in circostanze con il carattere più avverso, ho trovato gli inglesi favorevoli alla ragionevolezza ed alla persuasione e così come desiderano sembrare sempre giusti anche quando in realtà sono ingiusti, è più facile per loro vergognarsi di quanto ad altri fare la cosa giusta.

La mia religione personale ... mi permette di servire i miei connazionali senza danneggiare gli inglesi o, a tal fine, qualcun altro.  Quello che non sono preparato a fare ai miei fratelli di sangue non farei agli Inglesi.  Non lo ferirei per guadagnare un regno.  Ma non coopererei oltre se diventasse necessario, così come mi ero allontanato da un mio fratello (ora defunto) quando è stato necessario.  Servo l'impero rifiutando di partecipare alle sue ingiustizie.

Non sono anti-Inglese;  non sono anti-Britannico;  Non sono anti-qualsiasi altro governo;  ma sono anti-falsità, anti-inganno ed anti-ingiustizia.  Per quanto il governo avvalli l’ingiustizia, potrà considerarmi suo nemico, nemico implacabile.

Nessuno potrà accusarmi di tendenza anti-Inglese.  Infatti, mi vanto di questa mia distinzione.  Ho copiato con riconoscenza  molte cose da loro.  Puntualità, reticenza, igiene pubblica, pensare autonomamente, esercitare giudizio e parecchie altre cose che devo al mio sodalizio con loro.

Il mio nazionalismo non è così angusto da non farmi sentire ... l’agoscia o il piacere degli [Inglesi] a suo riguardo.  Non desidero la felicità del mio paese discapito della felicità di un altro paese.

Non provo amarezza in me.  Dichiaro la mia associazione al più piccolo degli animali.  Perchè non allora con gli inglesi con cui siamo stati confinati, nel bene e nel male, per più di un secolo e fra cui annovero alcuni dei miei amici più cari?  Voi [ Inglesi ] mi troverete una facile proposta, ma se respingerete le mie offerte, andrò via, non amaramente, ma con un senso di insufficiente purezza per trovare posto nei vostri cuori.

Il mio amore per i Britannici è uguale a quello per la mia propria gente.  Non rivendico alcun merito per questo e per avere lo stesso amore per tutta l'umanità senza eccezione.  Questo non richiede reciprocità.  Io non ho alcun nemico sulla terra.  Questo è il mio credo.

... Nessun Indiano ha cooperato con il Governo Britannico durante i miei ventinove anni ininterrotti di vita pubblica, di fronte a circostanze che potrebbero aver indotto qualunque altro uomo a ribellarsi ... Ho messo in pericolo la mia vita quattro volte per l'impero;  al tempo della guerra con i Boeri, quando ero impegnato nel corpo delle ambulanze il cui lavoro è stato accennato nei dispacci del generale Buller;  ai tempi della sommossa dei Zulù a Natale, quando ero impegnato in un corpo simile;  all'inizio dell’ultima guerra, quando ho creato un corpo di ambulanze e, come conseguenza del gravoso addestramento ha subito un serio attacco di pleurite;  ed infine, nell'adempimento della mia promessa a lord  Chelmsford durante il congresso di guerra di Delhi, per cui mi sono impegnato in una così attiva campagna di reclutamento, nel distretto di Kaira, richiedendomi lunghe e provanti marce, che mi hanno causato un attacco di dissenteria dimostratasi quasi mortale.  Ho fatto tutto questo nella piena convinzione che atti come i miei dovessero fare acquisire al mio paese una condizione egualitaria nell'impero.

 

Regola autocratica

L'originalità potrebbe non esserci in un'organizzazione quasi di monopolio come il Governo dell'India. È la più grande autocrazia che il mondo abbia conosciuto.  La democrazia è stata riservata soltanto alla Gran Bretagna.  E quando domina e sfrutta milioni di persone che appartengono ad altre razze, diventa un male assoluto.  Corrompe l'isola intera con l'idea che tale sfruttamento sia la cosa migliore che una democrazia illuminata possa fare.  Dovrebbe ben ricordarsi di questo fatto fondamentale, se l’ho valutato correttamente.  Se riconosciamo questo, mentre ci occupiamo di problemi immediati, noi saremo pazienti con gli attori attuali.  Non siamo portati qui alla pazienza con la malvagità.

Ogni amico, che sia un vero amico e che venga in uno spirito di servizio, non in modo altezzoso, è il benvenuto.  L'India, quando diventerà indipendente, avrà bisogno di tutti questi contributi.  La diffidenza degli inglesi ... è là.  Non sparirà neppure portando gli studenti indiani in Inghilterra.  Dovete capirli e lasciarli vivere.  Ha le sue radici nella storia.

...  Finora gli indiani hanno conosciuto gli inglesi soltanto come membri del potere “sprezzante della razza”, quando non condiscendenti.  L'uomo qualunque non fa distinzione fra tali inglesi e un buono, umile europeo, fra l'inglese costruttore dell’Impero che ha conosciuto, di vecchio stampo, e di quelli del nuovo stampo che ora stanno venendo fuori, generati per riparare a quanto hanno fatto i loro antenati.

 

Un nuovo capitolo

Non posso dimenticarmi che la storia del legame della Gran Bretagna con l'India è una tragedia di promesse non realizzate e di speranze deluse.  Dobbiamo sviluppare una mente aperta.  Un ricercatore della verità non comincerà mai considerando la dichiarazione del suo avversario indegna di fiducia.  Così io spero ed effettivamente, nessun indiano responsabile ritiene il contrario.  Questa volta credo che i Britannici vogliano trattare.  Ma l'offerta [ di indipendenza ] è venuta improvvisamente ... la marea di amarezza è cresciuta tanto e questo non è un bene ...  Ciò costituisce una pietra miliare non soltanto nella storia dell'India o della Gran Bretagna ma nella storia di tutto il mondo ...

 

Il Commonwealth delle nazioni

La gloria più grande dell'India sarà costituita non considerando gli inglesi come suoi nemici implacabili, meritevoli di essere sbattuti fuori dall'India alla prima occasione possibile, ma nel trasformarli in amici ed in soci di un nuovo Commonwealth delle nazioni, al posto di un impero basato sullo sfruttamento delle nazioni e delle razze più deboli o non sviluppate della terra e quindi, in ultima analisi, [ basato ] sulla forza.

Andrews mi ha fatto capire l'importanza del ruolo del Re-Imperatore.  Il Re britannico è Re anche nei domini, ma è l'imperatore dell'India.  L'India da sola costituisce l'impero.  I domini sono popolati dai vostri [ cugini britannici ].  Ma noi indiani, con la nostre colture e tradizioni differenti, possiamo non appartenere mai alla famiglia britannica.  Possiamo appartenere ad una famiglia mondiale delle nazioni, ma prima di tutto, dobbiamo smettere di essere dei diseredati.  Penso che questo sia il giusto modo di predisporsi per acquisire l'indipendenza.  ...  Gli inglesi devono imparare ad essere Brahmins, non Banias.  Il bania, devo spiegare, è il commerciante, o come Napoleone lo ha definito, il negoziante.  Il Brahmin è l'uomo che è abbastanza intelligente da mettere la morale sopra i valori materiali della vita. ...  Gli inglesi devono ancora evolvere lo spirito britannico di Brahminical. ...  Se l'India avverte il bagliore dell’indipendenza, probabilmente prendere parte ad un tal trattato [ di alleanza difensiva con la Gran Bretagna ] per sua libera volontà.  L'amicizia spontanea fra l'India e la Gran Bretagna allora sarebbe estesa ad altre potenze e, fra loro, sarebbero in equilibrio, in quanto essi soli avrebbero la forza morale.  Per avere questa visione realizzata, io vorrei vivere per altri 125 anni.

Ramarajya

Per Ramarajya non voglio dire il Raj (l’accezione dovrebbe essere quella di “Impero o Dominio o Regno” in quanto Raj era l’Impero britannico in India) indù.  Cioè voglio dire Ramarajya Divine Raj, il regno di Dio.  Per me Rama e Rahim sono uno e rappresentano la stessa divinità.  Non riconosco altro Dio se non l'unico Dio di verità e di rettitudine.  Se Rama nella mia immaginazione non ha mai vissuto, o comunque non su questa terra, l’antico ideale di Ramarajya è indubbiamente un’ideale di vera democrazia in cui il cittadino medio potrebbe essere sicuro di una giustizia rapida senza una procedura elaborata e costosa.  Anche al cane, come descritto dal poeta, è garantita la giustizia sotto la Ramarajya.

La Ramarajya del mio sogno assicura uguali diritti al ricco ed al povero.

 

Definizione di Indipendenza

L’indipendenza politica non significa un'imitazione della Camera dei Comuni britannica, o la legislazione dei soviet russa o la legislazione fascista italiana o quella nazista tedesca.  Hanno sistemi adatti al loro genio.  Noi dobbiamo averne uno adatto a noi.  Quello che può essere è più di quanto io possa dire. L’ho descritto come Ramarajya cioè, sovranità del  popolo basata su autorità morale pura.

Gli amici mi hanno sfidato ripetutamente a definire l'indipendenza.  A rischio di ripetermi, devo dire che il mio sogno di indipendenza significa Ramarajya cioè, il regno di Dio sulla terra.  Non so se sarà come in cielo.  Non ho il desiderio conoscere questo scenario futuro.  Se il presente è abbastanza attraente, il futuro non può essere molto dissimile.

 

Nessuna coercizione

La mia concezione di Ramarajya esclude il rimpiazzo dell'esercito britannico con un esercito nazionale di occupazione.  Un paese che è governato anche dal proprio esercito nazionale non può mai essere moralmente libero e, pertanto, il suo cosiddetto elemento più debole non può crescere mai alla sua più piena altezza morale.

Non può esserci Ramarajya allo stato attuale delle disuguaglianze inique in cui alcuni rotolano nelle ricchezze e le masse non hanno neppure abbastanza da mangiare ... la mia opposizione ai socialisti ed altri consiste nell’uso della violenza come mezzo per raggiungere una riforma durevole.

Confronto il nirvana alla Ramarajya o al regno del cielo sulla terra ...  Il ritiro della potenza britannica non significa Ramarajya.  Come possiamo vestire gli abiti della non-violenza quando siamo stati tutti a lungo nutriti di violenza nei nostri cuori?

 

Il rispetto per gli altri

Il mio Induismo mi insegna a rispettare tutte le religioni.  In questo giace il segreto della Ramarajya.

Se desiderate vedere Dio sotto forma di Ramarajya, il primo requisito è l’auto-introspezione.  Dovete ingrandire i vostri propri difetti mille volte e chiudere i vostri occhi ai difetti del vostro prossimo.  Questo è l'unica strada al progresso reale.

 

 

Il Kashmir

Il problema e la soluzione

Qual’è la situazione?  È stabilito che un esercito ribelle, composto di Afridis e simili, abilmente comandato, stava avanzando verso Srinagar, bruciando e saccheggiando i villaggi lungo il suo cammino, distruggendo persino la centrale dell’energia elettrica, lasciando così Srinagar al buio.  È difficile da credere che questa invasione sia potuta avvenire senza un certo genere di incoraggiamento del governo pakistano.  Non ho sufficienti dati per esprimere un giudizio quanto ai meriti del caso.  Né è necessario al mio scopo.  Tutto quello che so è che aveva ragione il Governo dell’Unione a far velocemente affluire le truppe, anche se una manciata, a Srinagar.

 Questo deve salvare la situazione dando protezione ai Kashmiri ... L’esito è nelle mani di Dio. Gli uomini possono fare o morire.  Non posso disperarmi se la piccola forza dell’Unione sarà sconfitta, come gli Spartani (è probabile che si alluda alla battaglia delle Termopili n.d.t.); coraggiosamente difenderanno il Kashmir e ricorderò ...  i compagni musulmani, indù e sikh, uomini e donne, che sono morti al loro posto in difesa del Kashmir e che saranno un esempio glorioso per il resto dell'India.  Tale difesa eroica contagerà tutta l'India e ci dimenticheremo che gli indù, i musulmani ed i sikh sono mai stati nemici.

Sono stupito nel vedere che il governo del Pakistan dubiti della legittimità della rappresentanza dell’Unione al ONU e l’impegno che il Pakistan ha profuso nel dare una mano all'invasione del Kashmir da parte delle bande armate.  Le semplici smentite non tagliano il ghiaccio.  Era obbligo dell'Unione indiana andare in soccorso del Kashmir quando questi ha cercato il suo aiuto nell'espellere gli incursori ed era dovere del Pakistan cooperare con l'Unione.  Ma mentre il Pakistan ha professato la sua compiacenza a cooperare, esso non ha preso provvedimenti concreti in questo senso. ... Una guerra porterà entrambi gli stati ad oscillare verso una terza potenza e niente può essere più dannoso.  Prego per la rappacificazione e la benevolenza. ... La comprensione dovrebbe tuttavia essere vera.  Nutrire odio internamente può essere ancora più dannoso della guerra stessa.

 

 

Colonie straniere in India

 

a) GOA (La colonia portoghese)

Il tempo di cambiare

La piccola colonia portoghese che esiste semplicemente perché sopportata dal governo britannico e si permette di imitare malamente i suoi modi cattivi.  In un India libera, al GOA non può essere permesso di esistere come entità separata in opposizione alle leggi di un libero Stato.  Senza che sia sparato un colpo, la gente del GOA potrà esigere e ricevere i diritti di cittadinanza dello Stato libero.  Il governo portoghese attuale non potrà più contare sulla protezione delle armi britanniche per isolarsi e tenere sottomessi gli abitanti del GOA contro la loro volontà.  Vorrei raccomandare al governo portoghese del GOA di riconoscere i segni dei tempi e di accondiscendere a termini più onorevoli con gli abitanti, piuttosto che puntare a qualche trattato che potrebbe esistere fra loro ed il governo britannico.

 

Un regime di terrore

...  Ho visitato il Mozambico, Delagoa ed Inhambane.  Non ho notato alcun governo con scopi filantropici.  Effettivamente, sono rimasto stupito nel vedere la distinzione che il governo ha fatto fra gli indiani ed i portoghesi e fra gli stessi africani.  Né la storia della colonia portoghese in India dimostra la dichiarazione [ di regime ben disposto ].  Effettivamente, quello che vedo e conosco dei termini delle cose di GOA è a mala pena edificante.  Che gli indiani di GOA siano stati ammutoliti è prova, non della innocenza o della natura filantropica del governo portoghese, ma del regime di terrore istaurato.

...  È ridicolo … scrivere del Portogallo come la madrepatria degli indiani del GOA. Il loro paese è l'India quanto lo sia per me.  Il GOA è fuori dall'India britannica, ma è all’interno dell'insieme dell’India geografica.  E c’è pochissimo in comune, se mai ci fosse, fra i portoghesi e gli indiani del GOA.

 

La libertà civile

Agli abitanti del GOA dirò che dovrebbero liberarsi dal timore del governo portoghese, così come la gente di altre zone dell'India ha perso il timore della potenza del governo britannico e rivendicano il loro fondamentale diritto alla libertà civile e di tutto quanto esso implichi.

È ... più efficace per il successo del movimento che sia condotto dal Gomantakas nella sua forma più libera possibile, cioè, la libertà civile.  La più ampia questione dello Swaraj dovrebbe attendere il raggiungimento da parte di tutta dell'India a meno che, naturalmente, il governo portoghese non venga saggiamente a compromesso con gli abitanti della colonia seguendo trattative amichevoli.  Non può essere raggiunta da azioni dirette dei cittadini, tanto con violenza quanto con la non-violenza.  Nell'azione non-violenta il successo si raggiunge là dove ogni abitante è un eroe pronto a immolare la sua vita.  È tanto meno c’è da aspettarselo dal GOA rispetto alla più numerosa India britannica più esperta e sensibilizzata.  Di conseguenza, la più libera proclamazione possibile della libertà civile deve essere tenuto costantemente come obiettivo.  La seconda condizione di successo è che la lotta deve essere condotta con mezzi non-violenti e, quindi, anche con mezzi interamente aperti.  In terzo luogo, non ci dovrebbero essere partiti che lottano per il potere e la posizione.  Dove l'obiettivo è terreno comune, partiti diversi non hanno significato.

Ogni resoconto ricevuto personalmente da me e visto nei giornali di questa zona dell'India confermano la vista contraria [ che non c’è libertà civile in GOA ].  Suppongo, che il rapporto della sentenza della ... Corte Marziale di otto anni per il Dr. Braganza ed il suo esilio previsto lontano dalla colonia portoghese, sia di per se una conferma notevole del fatto che la libertà civile è un articolo raro in GOA.  Perchè un cittadino rispettoso della legge come il Dr. Braganza è considerato tanto pericoloso da essere scelto per l’esilio? ... Gli abitanti del GOA possono permettersi di aspettare l'indipendenza, fino a quando l’India, molto più grande, l’avrà guadagnata.  Ma nessun individuo o gruppo può rimanere così tanto senza libertà civile senza perdere il rispetto di se stesso.

... Il gioco degli amanti della caccia alla libertà civile sta accendendo l’allegria nel GOA.  Una piccola potenza, a causa della sua piccolezza, si comporta spesso impunemente là dove una potenza più grande non può ...  Che fa la potenza portoghese che si vanta di filantropia e dell'alleanza con la Chiesa Cattolica?  Quella potenza dovrà giustificarsi prima con l'uomo e poi con Dio.  Le anime degli innocenti ... piangeranno fuori dalle loro tombe o dalle loro ceneri.  Saranno più potenti della voce della vita, per quanto potente ed eloquente possa essere.

b) L’India francese

 

...  Le mani dell'imperialismo sono spesso tinte di rosso.  Le prime potenze imperialistiche si sono liberate del loro imperialismo come Ashoka. Solo il buono ed il meglio potrà venirne per il mondo che geme.  Uno può essere perdonato se da  credito alla Francia, dove il credito è attribuito, come in questo caso, all'India francese ...

Ritengo indubbiamente che gli indiani di questi possedimenti siano impediti a  fondersi con l’India indipendente in tempo utile.  Inoltre, gli indiani di questi territori non dovrebbero farsi giustizia da se.  Hanno mezzi costituzionali disponibili per loro e poi, c’è il nostro primo ministro [ Jawaharlal Nehru ] che ha rivendicato la libertà dell'Indonesia.  Certamente, non sta trascurando il suoi amici e parenti nelle due colonie.

....  Dopo tutto i francesi sono un  grande popolo, amanti della libertà.  Non devono essere sottoposti ad alcuna prevaricazione da parte dell'India che ha acquisito la libertà.

... Il mio parere è abbastanza enfatizzato.  Non è possibile che gli abitanti di queste piccole colonie straniere debbano essere costretti al servilismo di fronte a milioni di loro connazionali che si sono affrancati dal  giogo britannico.  Non potrei [ mai ] approvare una condizione inferiore nella piccola colonia straniera in India.  Spero ... che la grande nazione francese non si voglia mai macchiare della soppressione di gente sia nera o di colore marrone tanto in India quanto altrove.

 

L’india ed il Pakistan

 

Divisione anti-islamica

Sono convinto fermamente che la richiesta del Pakistan come portata avanti dalla Lega Musulmana sia anti-islamica e non ho esitato a definirla peccaminosa.  L’Islam concorre all'unità e alla fratellanza dell'umanità, e non ad interrompere il l’unicità della famiglia umana.  Di conseguenza, coloro che desiderano dividere l'India in gruppi antagonisti sono ugualmente nemici dell'India e dell’Islam.

 

La falsa teoria delle due nazioni

Ci possono essere argomenti di fondo per sostenere che i musulmani in India sono una nazione separata.  Ma non ho mai detto che ci sono tante nazioni in quanto ci sono altrettante religioni su terra.

La teoria “delle due nazioni” è un falso.  La vasta maggioranza dei musulmani dell'India è convertita all’Islam o ai discendenti dei convertiti.  Non si sono trasformati in una nazione separata non appena si sono convertiti.

Ho sempre sostenuto che non c’è distinzione fra i due [ Indù e Musulmani ].  Anche se le loro osservanze differiscono tra loro, questo non li separa.  Professano indubbiamente religioni differenti, ma, come altri, vengono dalla stessa radice.

 

Nessuna resistenza forzata alla divisione

Come uomo della non-violenza, non posso resistere con forza alla divisione proposta se i Musulmani dell'India realmente insistono su questo.  Ma può mai essere un partito disposto alla vivisezione?

La mia vita è fatta di compromessi, ma sono stati compromessi che mi hanno portato più vicino all'obiettivo. ...  Se Dio così vuole, posso dovere diventare un testimone impotente disfacendo il mio sogno.

... Se gli otto nuclei Musulmani lo vogliono, nessuna potenza sulla terra può impedirlo, nonostante un opposizione violenta o non-violenta.

Disfare il Pakistan con la forza equivale a disfare lo Swaraj.

È possibile cambiare il Pakistan, che ho dichiarato essere un male, in un bene genuino, se tutti i presagi di sventura vengono dissipati, le inimicizie trasformate in amicizia e la diffidenza reciproca lascia il posto alla fiducia.

La protezione delle minoranze

Non posso capire un Pakistan in cui nessun non-Musulmano può vivere in pace e sicurezza, ne un Hindustan dove i musulmani sono in pericolo.

Sto lavorando a questo scopo.  Sto lavorando in maniera tale che la comunità maggioritaria in ogni Stato debba progredire e generare le condizioni necessarie per la libertà.

La mia non-violenza mi offre la possibilità di dedicarmi al servizio delle minoranze.  Sarebbe come una nuova nascita e mi darebbe ulteriore forza se gli Indù ed i Musulmani di entrambi questi posti cominciassero a vivere in pace a vicenda ed a liberarsi della loro animosità.

È un proprio dovere della maggioranza del Pakistan, come della maggioranza dell'Unione, proteggere la piccola minoranza il cui onore e vita sono nelle loro mani .... Cacciare ogni musulmano dall'India e cacciare ogni indù e sikh dal Pakistan significheranno la guerra e la rovina eterna del paese.

Appianare le differenze: nessuna guerra

L'India ed il Pakistan dovrebbero risolvere le loro differenze attraverso mutue consultazioni e, in mancanza di questo, la possibilità di ricorrere reciprocamente ad un arbitrato.

Se il Pakistan persiste nel suo fare errato, spingerà per una guerra fra l'India ed il Pakistan.

Se l'India ed il Pakistan devono essere nemici perpetui ed farsi la guerra faccia a faccia, rovineranno la sovranità di entrambi e la loro libertà, duramente acquisita, presto sarà persa.  Non desidero vivere per vedere quel giorno.

È vero che non ci dovrebbe essere guerra fra le due sovranità.  Devono vivere come amici o morire come tali.  I due dovranno lavorare in stretta collaborazione.  Nonostante siano indipendenti a vicenda, avranno molte cose in comune.  Se sono nemici, possono non avere niente in comune.  Se c’è amicizia sincera, la gente di entrambi gli Stati può essere leale fra di loro.  Sono entrambi  membri dello stesso Commonwealth delle nazioni.  Come possono essere diventati nemici a vicenda?

 

 

La missione dell’India

 

Ricorso alla forza dell’anima

Ritengo che la missione dell'India sia differente da quella delle altre nazioni.  L'India se si adatta alla supremazia religiosa del mondo.  Non c’è similitudine al mondo del processo di purificazione che questo paese ha subito volontariamente.  L'India ha avuto meno bisogno di armi d'acciaio, essa ha combattuto con armi divine;  può tranquillamente fare così.  Altre nazioni sono state votate alla forza bruta.  La guerra terribile che continua in Europa fornisce un quadro ineludibile della verità.  L'India può vincere tutti con la forza dell’anima.  La storia fornisce numerosi casi per dimostrare che la forza bruta non sia prima della forza dell’anima.  I poeti hanno declamato a questo proposito ed i profeti hanno descritto le loro esperienze.

Che gli indiani non siano una nazione di vigliacchi è risultato dal coraggio personale e dall’audacia delle sue corti marziali, siano esse  indù, musulmane, sikh o gurkha.  Il mio punto di vista è che lo spirito di lotta sia estraneo al terreno dell'India e che probabilmente ha un più alto ruolo da giocare nello sviluppo del mondo.  Solo il tempo potrà mostrare quello che dovrà essere il suo destino.

Desidero vedere faccia a faccia Dio.  Dio, lo so, è la Verità.  Per me l'unico modo per conoscere Dio è la non-violenza -- AHIMSA -- amore.  Vivo per la libertà dell'India e morirei per essa, perché fa parte della Verità.  Soltanto l'India libera può adorare il vero Dio.  Lavoro per la libertà dell'India perché il mio SWADESHI mi insegna che, vivendo in essa ed avendo ereditato la sua cultura, sono il più adatto a servirla ed ha diritto di priorità al mio servizio.  Ma il mio patriottismo non è esclusivo, è calcolato non soltanto per non danneggiare qualunque altra nazione, ma per avvantaggiare tutti nel senso vero della parola.  La libertà dell'India come concepita da me può mai essere una minaccia per il mondo.

Il destino dell'India non segue la strada sanguinosa dell'Occidente, di cui mostra i segni di stanchezza, ma segue la strada senza sangue della pace che viene da una vita semplice e timorata di Dio.  L'India corre il pericolo di perdere la sua anima.  Non può perderla e vivere.  Non deve quindi pigramente e debolmente dire: “non posso fuoriuscire di corsa dall'Occidente”.  Deve essere abbastanza forte da resistergli tanto per la sua propria causa quanto per quella del mondo.

L'India ha una tradizione ininterrotta della non-violenza da tempi immemorabili.  Ma mai nella sua storia antica, per quanto so, è stata non-violenta completamente nell'azione che pervade la terra intera.  Tuttavia, credo in modo irremovibile che il suo destino sia quello di portare il messaggio della non-violenza all'umanità.  Può richiedere tempo per giungere a buon fine.  Ma per quanto giudico, nessun altro paese la precederà nell'adempimento di questa missione.

Sull'India è riposta la difficoltà di indicare la strada a tutte le razze sfruttate della terra.  Non potrà sopportare questa difficoltà se la non-violenza non la  pervaderà più di [ quanto faccia ] oggi.  Ho dovuto provare ad adattarci per quella missione dando un più ampio respiro alla nostra lotta.  L'India si trasformerà in un punto di riferimento portante per gli oppressi e le razze sfruttate soltanto se potrà rivendicare il principio della non-violenza nel suo proprio caso, per non vanificare tutto non appena sarà realizzata l'indipendenza dal controllo straniero.

 

Terra di dovere

L’India è essenzialmente KARMBHUMI (terra di dovere) in contraddizione con BHOGABHUMI (terra del divertimento.

Ogni cosa in India mi attrae. Essa ha tutto quello che un essere umano può volere con le sue più alte aspirazioni.

 

L’India ed il mondo

Un’India prostrata al sentire dell’Europa non può dare alcuna speranza all’umanità. Un’India risvegliata e libera ha un messaggio di pace e buona volontà per i gemiti del mondo.

L’India deve imparare a vivere prima che possa aspirare a morire per l’umanità.

… La mia ambizione è niente di meno che vedere i rapporti internazionali posti su una base morale grazie agli sforzi dell’India.

Voglio che la crescita dell’India sia tale per cui l’intero mondo possa beneficiarne, non voglio che l’India cresca a discapito di altre nazioni. Se, quindi, l’India fosse forte e capace, darebbe al mondo i suoi tesori d’arte e le sue spezie salutari, ma rifiuterebbe di dare oppio e liquori intossicanti sebbene il loro traffico porti molti benefici materiali all’India stessa.

Mi piacerebbe vedere l’India libera e forte così che essa possa offrire se stessa come sacrificio puro e volontario per migliorare il mondo. L’individuo, essere puro, sacrifica se stesso per la famiglia, quest’ultima per il villaggio, il villaggio per il distretto, il distretto per la provincia, la provincia per la nazione e la nazione per tutti.

Sono abbastanza umile da ammettere che c’è molto che noi si possa profittare e assimilare dall’Occidente. La saggezza non è monopolio di una razza. La mia resistenza alla civiltà occidentale è realmente un’opposizione alla indiscriminata ed irragionevole imitazione basata sull’assunzione che gli asiatici siano capaci solo di imitare quanto viene dall’Occidente. Io ritengo che se l’India avesse sufficiente pazienza per passare attraverso il fuoco della sofferenza e resistesse ad ogni illecito abuso della sua propria civiltà che, per quanto imperfetta indubbiamente sia, ha finora resistito alle ingiurie del tempo, essa potrà dare un contributo durevole alla pace ed al progresso del mondo.

L’India ha una missione di gran lunga la più nobile e cioè, stabilire rapporti di amicizia e pace nel mondo. La pace non può essere stabilita e aver posto nel mondo. La pace è stata rotta, come vediamo dappertutto, proprio mentre erano in corso le conferenze ad essa finalizzate.

Una lezione di tolleranza

La decenza e la tolleranza per essere di valore, devono essere capaci di resistere alle più severe sollecitazioni. Se non lo fossero, sarebbe un triste giorno per l’India…

L’Unione [Indiana] deve essere uno Stato teocratico ed i principi dell’Induismo devono essere imposti a chi non crede in questa religione? Io spero e prometto una terra in cui le razze asiatiche ed africane guardino veramente a tutto il mondo. Il mondo non si aspetta dall’India pochezza e fanatismo … si aspetta grandezza e bontà da cui l’intero mondo possa derivare una lezione ed una luce nella sua prevalente oscurità.

Un’India veramente libera ed indipendente è in grado di fornire aiuto ai suoi vicini come Afghanistan, Ceylon and Burma. Questo vale anche per i vicini di queste ultime tre e così, per implicazione, questi diventano anche altri vicini dell’India. E così se il sacrificio individuale è un sacrificio di vita esso abbraccia l’intera umanità.

 

L’India e l’Asia

Se l’India sbaglia, l’Asia muore. È stata appropriatamente definita la culla di molte culture e civiltà mescolate fra di loro. Che l’India sia e rimanga la speranza di tutte le razze sfruttate del mondo.

Tutti gli occhi sono puntati sull’India che è diventata la speranza dell’Asia e dell’Africa se non del mondo intero. Se l’India deve realizzare la speranza deve fermare il fratricidio e tutti gli Indiani devono vivere come amici e fratelli. Cuori puri sono la prima condizione di quello stato di felicità.

 

 

L’essenza della democrazia

 

Lo spirito di democrazia non è una cosa meccanica da regolare con l’abolizione delle forme. Essa richiede il cambiamento del cuore … [essa] richiede che venga inculcato lo spirito di fratellanza …

La democrazia deve in essenza significare l’arte e la scienza di mobilitare tutte le risorse fisiche, economiche e spirituali di tutte le varie componenti popolari a servizio del bene comune di tutti.

 

La disciplina

La più alta forma di libertà porta con se la più alta misura di disciplina ed umiltà. La libertà che viene dalla disciplina e dall’umiltà non può essere negata; una licenza senza briglie è segno di volgarità ingiuriosa verso se stessi ed il prossimo.

La democrazia disciplinata ed illuminata è la cosa più bella nel mondo.  Una democrazia con pregiudizi, ignoranza e superstizione condurrà se stessa nel caos e potrà auto-distruggersi.

 

La responsabilità individuale

In una vera democrazia ad ogni uomo e donna è insegnato a pensare a se stessi. Quanto questa reale rivoluzione possa essere imitata non so ma in ogni caso ogni riforma, come la carità,  deve cominciare dalle mura domestiche.

In democrazia la volontà individuale è governata e condizionata dalla volontà collettiva che è lo Stato che è governato da e per la democrazia. Se ogni individuo prende la legge tra le proprie mani non c’è uno Stato. Diventa un’anarchia come per esempio l’assenza di leggi sociali o dello Stato e questa strada porta alla morte ed alla distruzione della libertà. Quindi dovreste contenere il vostro odio e consentire che lo Stato assicuri la giustizia.

 

La prova

La prova più vera di democrazia è nella capacità di ognuno di agire come meglio crede fino a non ledere la vita o la proprietà di altri. È impossibile preservare la morale pubblica dal teppismo.

Un democratico nato è un disciplinato nato. La democrazia diventa per lui un fatto naturale in quanto abituato normalmente a prestare obbedienza volontaria alle leggi, umane o divine. … Coloro che sono ambiziosi servano la democrazia qualificandosi nel soddisfacendo prima questa dura prova di democrazia. Inoltre un democratico deve essere del tutto altruista. Egli deve pensare e sognare non in termini individuali o di parte ma solo di democrazia. Solo dopo acquisisce il diritto alla disobbedienza civile.

Non voglio che qualcuno debba rinunciare alle sue convinzioni o debba suicidarsi. Non credo che una sana ed onesta differenza di opinioni debba offendere la nostra causa. Ma l’opportunismo camuffa o rabbercia compromessi certamente volontari. Se dovete dissentire abbiate cura che la vostra opinione dia voce alle vostre intime convinzioni e non siano intese semplicemente come convenienti piagnistei di parte.

La democrazia tenderà a spezzarsi sotto la sollecitazione delle gonnelle (probabilmente qui si fa riferimento ad un  modo di far politica basato sulle ciarle da comari e non sulla democrazia). Essa può esistere solo se basata sulla verità.

Il capitale sfrutta il lavoro di quel tanto che serve a moltiplicarsi. La somma totale del lavoro, saggiamente realizzato, incrementa automaticamente la ricchezza, in questo consiste la vera democrazia, la vera Panchayat Raj.

La rappresentanza in democrazia

Credo che sia una totale delusione credere che un grande numero di delegati sia in ogni caso una migliore rappresentatività delle attività economiche o una sicurezza per i principi democratici. Millecinquecento delegati, gelosi degli interessi della gente, grandi menti e persone sincere, sarebbero ogni giorno  una miglior sicurezza per la democrazia che non seimila persone scelte in qualche modo. Per salvaguardare la democrazia la ente deve avere un forte senso di indipendenza, auto-rispetto e originalità, e dovrebbero propendere nel scegliere come loro rappresentanti solo persone buone e sincere.

Una vera democrazia non è inconsistente se poche persone rappresentano lo spirito, le speranze e le aspirazioni di coloro che dichiarano di rappresentare. Ritengo che la democrazia non possa evolversi con mezzi coercitivi. Lo spirito democratico non può essere imposto dall’esterno. Deve venire dall’interno.

La vera essenza della democrazia è quella per cui ogni persona rappresenta tutti i vari interessi che compongono la nazione. È vero che non si fanno esclusioni e non dovrebbero essere escluse speciali rappresentazioni di speciali interessi, ma tali rappresentanze non ne costituiscono la sua prova. Sono un segno dei suoi limiti.

In una vera democrazia per l’India, l’unità di base è il villaggio. … Una vera democrazia non può essere esercitata da venti uomini riuniti al centro. Deve essere esercitata dal basso dalla gente di ogni villaggio.

Sicuramente la timidezza non ha posto in democrazia, dove la gente in generale crede in qualcosa e vuole una cosa in particolare. I loro rappresentanti hanno mandato per dare forma alle richieste e renderle fattibili. Una attitudine mentale alla molteplicità è stata considerata favorevole per vincere a lungo le battaglie.

 

La gente

La voce della gente si può dire che sia la voce di Dio, la voce del Panchayat. Ma come può esserci la voce di Dio là dove la stessa gente è sfruttatrice …? Se la voce della gente è la voce di Dio questi devono essere sovra-parte. La Sua bilancia sarà sempre in equilibrio con la verità e la non-violenza.

Ho ripetuto innumerevoli volte che lavorare per la nazione non significa che questi lavoratori pubblici debbano avere un potere politico. Ma è necessario che la gente si rapporti costantemente con coloro che mette al potere. Questi possono essere facilmente contati. Sono pochi. Ma se la gente desse loro potere e fosse esercitato saggiamente e bene, le cose andrebbero bene da sole.

La gente, in democrazia, dovrebbe essere soddisfatta dirigendo l’attenzione del Governo sugli sbagli se ve ne fossero. Essi dovrebbero poter rimuovere il Governo se lo volessero. Ma non dovrebbero ostacolarlo promuovendo agitazioni contro di esso. Il nostro non è un governo straniero supportato da un esercito e da una flotta armata. Il nostro deve derivare la sua forza dalla gente.

In democrazia la volontà popolare dovrà governare …

Se la maggior parte della gente è egoista e degna di falsità come potranno la democrazia, Panchayat Raj, operare?

 

Maggioranza e minoranza

In problemi di coscienza la legge maggioritaria non ha posto.

Non spingiamo il mandato teorico a estremi ridicoli diventando schiavi di risoluzioni maggioritarie. Questo sarebbe un ritorno alla forza bruta in una forma più virulenta. Se i diritti delle minoranze devono essere rispettate, la maggioranza deve rispettare e tollerare le loro opinioni e le loro azioni … Sarà dovere della maggioranza vedere che le minoranze ricevano un ascolto consono e che non siano altrimenti esposte all’insulto.

Reclamando il diritto di libertà d’opinione e d’azione come facciamo, dobbiamo estendere lo stesso anche a d altri. La regola della maggioranza, quando diventa coercitiva, è tanto intollerabile quanto una minoranza burocratica. Dobbiamo pazientemente provare a portare la minoranza sulle nostre posizioni con gentile persuasione e argomentazioni.

La regola della maggioranza diventa stretta da applicare quando, per esempio, si deve riportare alla maggioranza problemi di dettaglio. Ma è schiavitù essere ben disposti  verso la maggioranza, nessun problema sulle sue decisioni … La democrazia non è una condizione in cui la gente opera come delle pecore. Sotto la democrazia la libertà individuale di opinione e di azione è gelosamente riguardata. Credo quindi che la minoranza abbia il giusto diritto di agire diversamente dalla maggioranza.

Una fede vivente non può essere manipolata dalle regole di maggioranza.

 

L’intolleranza

Se si vuole coltivare un vero spirito democratico non ci si può permettere di essere intolleranti. L’intolleranza tradisce il volere della fede nella causa di qualcuno.

Ho ripetutamente osservato che nessuna scuola di pensiero può reclamare il monopolio sul diritto di giudizio. Siamo tutti soggetti a sbagliare e spesso siamo obbligati a rivedere i nostri giudizi. In un grande paese come questo deve esserci posto per tutte le scuole di onesto pensiero. E il minimo, quindi, che dobbiamo a noi stessi come ad altri è provare a capire i punti di vista degli avversari e, se non possiamo accettarlo, rispettarlo nella stessa piena misura con cui noi ci aspettiamo che essi rispettino il nostro. Questa è una delle prove indispensabili di una sana vita pubblica e quindi adatta per lo Swaraj. Se non abbiamo ne carità ne tolleranza, non appianeremo mai le nostre differenze amichevolmente e quindi dovremo sempre sottometterci all’arbitrato di terze parti, per esempio, alla dominazione straniera.

L’intolleranza, la scortesia e la violenza … sono tabù in tutte le buone società e sono sicuramente contrarie allo spirito democratico.

L’evoluzione della democrazia non è possibile se non siamo preparati ad ascoltare l’altra parte. Chiudiamo la porta della ragione se rifiutiamo di ascoltare i nostri avversari oppure, avendoli ascoltati, ci facciamo beffe di loro. Se l’intolleranza diventa un’abitudine, corriamo il rischio di omettere la verità. Sebbene con i limiti che la natura ha posto sulla nostra comprensione, dobbiamo agire senza paura in accordo con la luce garante della nostra sicurezza, dobbiamo sempre tenere una mente aperta ed essere sempre pronti a considerare che quello che noi credevamo fosse vero dopo tutto era falso. Questa apertura mentale rafforza la verità in noi e  ne rimuove la croce da essa qualora ve ne fosse una.

 

Qualità, non quantità

Attribuisco una più alta importanza alla qualità di quanto ne attribuisca alla quantità … Nel mezzo del sospetto, della discordia, degli interessi antagonistici, della superstizione, della paura, della diffidenza e simili, non c’è solo insicurezza nelle persone ma può anche esserci pericolo per loro … Le persone (in senso di masse) diventano irresistibili quando agiscono come un solo uomo sotto un’esatta disciplina. Sono una forza auto-distruttrice quando ognuno spinge per la propria strada o quando nessuno conosce la strada da perseguire.

Vorrei solo chiedere ad un candidato: “Quanto sei uomo o donna? Hai la capacità di crescere all’occasione?” Una volta che lui o lei avesse superato questi test sceglierei per primo chi appartiene alla sezione numericamente più piccola. Darei così priorità alle minoranze seguendo questa linea consistente con il benessere dell’India intera e non dei soli Indù, dei Mussulmani o di ogni altra particolare comunità.

 Io chiedo di non essere intimiditi dal pensiero di una piccola comunità. È qualche volta un privilegio. Ho detto spesso che amerei appartenere ad una minoranza, perché questa maggioranza artificiale, che è il risultato di massa, riverente per me, costituisce un blocco al mio progresso. Ed a questo blocco lancerei violentemente la sfida …

La mia implicita fede nella non-violenza significa dare priorità alle minoranze quando queste siano realmente deboli. La resistenza sveglierà solo il loro sospetto rafforzando la loro opposizione.

L’opinione pubblica

L’opinione pubblica da sola può mantenere la società pura e sana.

Uno Stato popolare non può mai agire in anticipo rispetto all’opinione pubblica. Se ne è antagonista sarà distrutto.

La critica sana, ben informata e bilanciata sono l’ozono della vita pubblica.

La democrazia può solo rappresentare la media se non meno della media. Quindi un’istituzione democratica per essere pura deve attendere all’educazione “a tutto tondo” dei più umili e delle classi più basse. Deve fare pulizia di tutte le superstizioni e di tutti gli abusi sociali. In questo modo ci sarà una società ne Cristiana ne non-Cristiana; non ci sarà distinzione di sesso.

Quello che è veramente necessario per rendere la democrazia funzionante non è la conoscenza dei fatti ma una buona educazione.

Una sana pubblica opinione ha un’influenza di cui non abbiamo realizzato il pieno significato … La pubblica opinione diventa intollerabile quando assume toni violenti ed aggressivi.

La sola forza a disposizione della democrazia è quella della pubblica opinione. La Satyagraha, la disobbedienza civile ed i digiuni, non hanno niente in comune con l’uso della forza velato o aperto. Ma anche questi hanno un uso ristretto in democrazia.

 

La legislazione

La legislazione in anticipo della pubblica opinione è spesso più dannosa che utile. La non-cooperazione è il metodo più veloce per creare una pubblica opinione.

La democrazia richiede una sua istruzione paziente prima della legislazione.

 

Il lavoro politico

Ho sentito irresistibile impegnarmi in campo politico perché ho scoperto di non poter fare anche un lavoro sociale senza toccare la politica. Sento che il lavoro politico debba essere visto in termini di progresso sociale e morale. In democrazia nessun ambito di vita è avulso dalla politica.

 

La natura del potere

Il possesso del potere rende gli uomini ciechi e sordi, non riescono a vedere le cose sotto il proprio naso e non possono udire cose alla portata delle loro orecchie. In tal modo, per un governo intossicato dal potere, non c’è alcuna conoscenza di quanto possa fare. … Così i patrioti dovrebbero essere preparati a morire ad essere imprigionati e ad altre simili evenienze.

Il potere che viene dal servizio di fede rende nobili. Il potere che è visto in nome del servizio e che può essere acquisito con la maggioranza dei voti è una delusione ed una trappola da evitare.

Il potere è di due tipi. Uno è ottenuto ascoltando punizioni, l’altro con l’arte dell’amore. Il potere basato sull’amore è migliaia di volte più efficace e permanente di uno derivato dalla paura e dalla punizione.

Per me il potere politico non è un fine ma uno dei mezzi per permettere alla gente di migliorare la sua condizione in ogni ambito di vita. Potere politico significa capacità di regolare la vita nazionale attraverso i rappresentanti della nazione. Se la vita nazionale diventa così perfetta, come se fosse auto-regolata, non diventa necessaria alcuna rappresentanza. Si ha quindi uno stato di illuminata anarchia. Ed in tale stato ognuno è regolatore di se stesso. Ci si regola in modo tale da non rappresentare un ostacolo per il proprio prossimo. In questo stato ideale, quindi, non c’è potere politico perché non c’è uno Stato. Ma l’ideale non è mai pienamente realizzato nella vita reale. Dunque la classica regola di Thoreau è che quel governo è al meno il migliore possibile.

Mentre il potere imposto richiede spesso l’impiego della polizia e delle armi, il potere generato dall’interno dovrebbe averne un bisogno minimo o nullo.

La democrazia è una cosa impossibile finché il potere è diviso tra tutti, ma non bisogna lasciare che la democrazia degeneri in “governo di massa” (n.d.t. tale espressione è stata adottata per tradurre il termine “mobocracy” che pur presente nel testo non trova riscontro ne nel dizionario inglese, ne tantomeno, in quello italiano; può valere allora l’ipotesi per cui il termine sia traducibile come mobo=folla e cracy=crazia ovvero “potere della folla” a cui deve attribuirsi un senso di negatività rispetto al termine “democrazia” che esprime il concetto di “governo di molti” ma in senso positivo in quanto governo di espressione popolare). Anche un pariah, un lavoratore, che fa il possibile per guadagnarsi da vivere, sarà diviso nel suo auto-governo. Ma dovrete toccare il loro modo di vivere, andare da loro, vedere le loro casupole dove sono inscatolati come sardine. È per voi un dovere guardare oltre questa umanità. È possibile per voi costruire o sciupare le loro vite.

Non c’è alcuna istituzione umana che non abbia i suoi pericoli. Più grande l’istituzione, più grande la possibilità di abuso. La democrazia è una grande istituzione e, quindi, è suscettibile di essere molto abusata. Il rimedio, pertanto, non è la maggior disponibilità di democrazia ma il contenimento al minimo dei motivi di abuso.

… Quando la gente assume il potere politico, l’interferenza con la libertà della gente è ridotta al minimo. In altre parole, una nazione che tratta i suoi affari in modo corretto ed effettivo senza alcuna interferenza dello Stato, è veramente democratica. Dove non c’è questa condizione la forma di governo è democratica solo nominalmente.

 

La dittatura

Che un uomo possa controllarne molti è intollerabile. Deve finire. Il problema è “come”. Un modo è quello per cui la massa cominci a vivere. Tagliare la testa al dittatore è molto facile. Ricordate la leggenda di Ravana. Aveva dieci teste. Come una veniva tagliata, un’altra ne spuntava al suo posto. La morale è che nessun taglio di testa diventa necessario di fronte ad una dimostrazione di vita.

Il governo delle persone, dalle persone e per le persone non può essere condotto dalle offerte di un solo uomo quantunque grande egli possa essere.

Personalmente non ho in mente la furia di un governo come ho in mente la furia della massa. Quest’ultima è un segno di tempra nazionale e quindi più difficile da trattare rispetto a quella di un contadino che è confinato in una piccola corporazione. È più facile licenziare un governo che si è reso incapace di governare che aver cura di gente sconosciuta in una massa di pazzi.

Il governo di massa

… Niente è così facile come educare le masse per la semplice ragione per cui essi non hanno ne pensiero ne premeditazione. Agiscono freneticamente. Si pentono velocemente … Uso la non-cooperazione per far evolvere la democrazia.

 

… Dobbiamo insegnare a queste masse o uomini che hanno un cuore d’oro che hanno sentimento per il paese e che vogliono essere educati e guidati. Ma sono necessari dei lavoratori intelligenti, sinceri e appartenenti a questo paese così che questa nazione possa evolvere dal governo di massa.

Un’organizzazione democratica deve osare fare il giusto ad ogni costo.  Chi dà credito alle debolezze della gente degrada sia se stesso che la gente e li guida non verso la democrazia ma verso le regole della massa. La linea di demarcazione tra democrazia ed il governo di massa è spesso sottile ma rigida e più forte dell’acciaio più resistente. L’una conduce alla vita ed al progresso, l’altra alla morte pura e semplice. In ultima analisi, la causa dei nostri sbagli deve essere vista dall’interno e non dall’esterno. Tutti gli imperi del mondo non possono averci piegato, se come popolo, siamo stati sospettati e tentati. Questo non può essere considerato come semplice altruismo. Se comprendiamo i fatti salienti saremo veritieri e pazienti ed in rado di superare qualsiasi difficoltà che noi si possa incontrare sia interna che esterna.

 

Il militarismo

La democrazia e la dipendenza dall’esercito e dalla polizia sono incompatibili. Non si può dire che va bene in un posto e male in un altro. L’aiuto militare è degradante. In una democrazia, se l’elettorato elegge dei teppisti alla guida del governo, dopo saranno nella cattiva condizione che hanno provocato o altrimenti si riconvertirà  l’elettorato con la Satyagraha necessario. Questa è democrazia.

La democrazia e lo spirito militarista ritengo che siano una contraddizione in termini. Un democratico riceve forza non dalle armi che il suo Stato può mostrare di fronte al mondo ma dalla forza morale che il suo Stato può mettere a disposizione del mondo.

Lo spirito democratico non può essere stabilito in mezzo al terrorismo tanto governativo quanto popolare. Quanto al terrorismo popolare è più in antagonismo con la crescita dello spirito democratico che non quello governativo. Quest'ultimo rafforza lo spirito democratico mentre il precedente lo affossa.

 

Democrazia e non-violenza

La democrazia e la violenza possono non andare bene insieme. Gli stati che oggi sono nominalmente democratici sono diventati sia dichiaratamente totalitari o, se sono divenuti veramente democratici, devono diventare coraggiosamente non-violenti. È una bestemmia sostenere che la non-violenza possa essere praticata solo dagli individui e non dalle nazioni che sono composte da individui.

Il vero democratico è colui che con mezzi puramente non-violenti difende la sua libertà e quindi quella del suo paese ed alla fine quella dell’intera razza umana.

La vera democrazia o lo Swaraj di massa non può essere realizzata con falsità e mezzi violenti, per la semplice ragione che il corollario naturale del loro impiego sarebbe quello per cui tutte le opposizioni siano rimosse con la soppressione e lo sterminio degli antagonisti. Questo non va a favore della libertà individuale. La libertà individuale può avere piene attuazione solo sotto un regime di autentica AHIMSA.

La mia idea di democrazia è quella secondo cui il più debole dovrebbe avere le stesse opportunità del più forte. E questo non può mai avvenire eccetto che con la non-violenza. Nessun paese al mondo mostra oggi qualcosa che incoraggi ad avere riguardo per il debole … La democrazia Occidentale, come funziona oggi, è diluita col Nazismo o col Fascismo. La migliore è un mantello che nasconde le tendenze imperialistiche dei nazisti e dei fascisti.

Credo che la democrazia possa essere solo un risultato non-violento.

Nessuna democrazia perfetta è possibile senza che alle spalle abbia una stessa perfetta non-violenza.

 

Democrazia: Est e Ovest

La democrazia occidentale è alla sua prova, ammesso che non abbia ancora provato il suo fallimento. Può non essere riservata all’India per evolvere una vera teoria democratica dando una visibile dimostrazione della sua adeguatezza? La corruzione e l’ipocrisia non dovrebbero essere prodotti inevitabili della democrazia così come lo sono inevitabilmente oggi; ne costituiscono oggetto di massa per una vera prova di democrazia.

Secondo me la democrazia occidentale è solo definita tale così per dire. In essa sono certamente presenti dei germi di verità. Ma può solo essere realizzata quando tutta la violenza viene evitata e scompare la prevaricazione. Le due cose vanno insieme. Infatti la prevaricazione è una specie di violenza. Se l’India deve evolvere verso una vera democrazia non dovrebbe scendere a compromessi con la violenza e la falsità.

L’India sta provando ad evolvere verso una vera democrazia, per esempio, senza violenza. Le nostre armi sono quelle della Satyagraha espresse attraverso la Charkha, le industrie di villaggio, la rimozione dell’intoccabilità (si fa riferimento alla classe dei più diseredati appunto gli “intoccabili” n.d.t.), l’armonia comunale, proibizione e organizzazione non-violenta dei lavoratori come nell’ Ahmedabad. Questo significa sforzo di massa e educazione di massa. Noi abbiamo grandi strutture organizzative per condurre queste attività. Sono puramente volontarie e solo la loro sanzione costituisce servizio per le classi meno abbiette.

 

 

 

L’Indian National Congress

 

 

Decadimento del Congresso

Il Congresso morirà di una morte naturale e giusta se e quando sostituirà la ragione e quando sostituirà la ragione e l’influenza morale del Goondaismo.

Tutto quello che si vuole è la volontà di chiarire quanto stabilito dal Congresso di Augean. Ma se l’impegno dei capi del congresso è indifferente o inerte la corruzione non potrà che prendere piede. “Se il sale perde il suo sapore con che cosa si potrà salare?”

Il declino di Roma cominciò ben prima che fosse avvertito. Il Congresso, che è stato nutrito per più di cinquant’anni dai migliori cervelli del paese, non sbaglierà in tutto se la corruzione sarà sradiata in tempo.

Il Congresso e la non-violenza

L'influenza del congresso può essere esercitata efficacemente soltanto se fa sua la non-violenza.  Il suo solo capitale è la sua autorità morale.  Qualunque altra posizione può condurre ad una sanguinosa lotta interna ed al massacro.

Diventare nominalmente non-violenti quando nel vostro cuore c’è la spada non è soltanto ipocrita e disonesto ma anche da codardi.  La nostra non-violenza a viso aperto col governo britannico è stata la non-violenza del debole.  Altrimenti, perchè dovrebbero esserci tutti questi litigi fra noi stessi?  Non c’è niente di più demoralizzante della falsa non-violenza del debole e dell’impotente.  Se avessimo i requisiti di non-violenza in noi, la nostra vita pubblica sarebbe caratterizzata dalla massima tolleranza.  Allora ci sarà posto per altrettanti partiti quante sono le opinioni.  Le divergenze di opinione sarebbero un'indicazione di indipendenza sana della mente che è legge di vita, non di intrighi e di dispute di partito.  Questi ultimi sono incompatibili con l’indipendenza.

 

Obiettivo base

Il congresso cesserà di essere popolare se non potrà meritarla nei momenti di stress.  Se non riuscirà a  dare lavoro ai disoccupati ed agli affamati, non potrà proteggere la gente dalle razzie o insegnare loro come affrontarle, se non potrà aiutarli di fronte al pericolo, perderà il suo prestigio e la popolarità.

 

Un partito

Può esserci soltanto un partito nel congresso, cioè, quello dei membri del Congresso e nessun altro.  Questo non vuol dire che non c’è posto nel congresso per le individualità o per i gruppi con opinioni differenti.  Non credo nell'uniformità assoluta.  “Tutti gli uomini sono nati uguali e liberi” non è una legge di natura in senso letterale.  Tutti gli uomini sono nati uguali intellettualmente, per esempio, ma la dottrina di uguaglianza sarà rivendicata se coloro che hanno un intelletto superiore lo useranno non per l'auto-avanzamento a scapito di altri, ma per servizio a coloro che ne sono meno dotati.  Oggi nel congresso c’è di tutto ...

... Con l'avvento al potere, i membri del Congresso hanno cominciato a pensare che tutto gli appartiene.  In un certo senso è vero.  Ma questo non implica buttare al vento il senso di disciplina. La disciplina e l’umiltà vera dovrebbero essere un aspetto di orgoglio per i membri del Congresso.

Il congresso sarà al di sopra degli intrighi di partito e sarà un simbolo di unità e di servizio per tutta l'India.

 

Obiettivo del Poorna Swaraj

Non si può far morire l’Indian National Congress, che è la più vecchia organizzazione politica nazionale e che ha acquisito, dopo aver combattuto molte battaglie, la sua strada non-violenta alla libertà..  Può morire soltanto con la nazione.  Un organismo vivente si sviluppa sempre o muore.  Il Congresso ha vinto la libertà politica, ma non ha ancora vinto la libertà sociale, morale ed economica.  Queste libertà sono più forti di quella politica, anche perchè sono costruttive, meno emozionanti e non spettacolari.  Il lavoro costruttivo complessivo evoca l'energia di tutte le masse (i milioni di diseredati n.d.t.).  Il congresso ha la parte preliminare e necessaria della sua libertà.  Le parti più forti devono ancora essere acquisite.  Nella sua ascesa difficile alla democrazia, ha generato inevitabilmente dei cattivi comuni che conducono alla corruzione ed alla creazione di istituzioni popolari e democratiche soltanto di nome.  Come uscire dal falso sviluppo  poco praticabile?

 

Composizione

Il congresso deve eliminare il suo registro speciale dei membri che in nessun caso eccedono il suo nucleo costitutivo e neppure quindi facilmente identificabili.  Ha avuto un registro occulto di massa che potrebbe non essere desiderato.  Il suo registro dovrebbe ora essere esteso a tutti gli uomini e le donne per costituire la lista degli elettori nel paese.  Per suo vantaggio il Congresso dovrebbe controllare che nessun nome falso vi sia contenuto e che  nessun nome legittimo ne sia omesso.  Sul suo registro avrà una lista dei servi della nazione che sarebbero operai che fanno il lavoro assegnato loro di volta in volta.  Purtroppo per il paese, almeno per il momento, saranno previsti essenzialmente per gli abitanti delle città, la maggior parte dei quali andrebbe a lavorare nei villaggi dell'India.  Le righe andrebbero riempite  aumentando il numero degli abitanti dei villaggi.

 

Servi del popolo

Ci si aspetta che questi servi lavorino e servano gli elettori registrati secondo legge nei loro propri distretti.  Molti persone e partiti li corteggeranno.  I migliori vinceranno.  Così ed in nessun altro modo il Congresso può riguadagnare il suo  veloce declino, posizione unica nel paese.  Ma ieri il Congresso era involontariamente il servo della nazione, esso era KHUDA-I  ovvero KHIDMATGAR  servo del Dio.  Che ora affermi a se stesso ed al mondo che è soltanto servo di Dio: niente di più e niente di meno.  Se si impegna nell’inutile schermaglia per il potere, scoprirà una bella mattina che non esiste più.  Grazie Dio, esso non è più il solo possessore del campo.

Lok Sevak Sangh(*)

Comunque tagliata in due l'India, ottenendo l'indipendenza politica con i mezzi forniti dall’Indian National Congress, il Congresso nella sua forma attuale, cioè, veicolo di propaganda e macchina parlamentare, è sopravvissuta alla sua azione.  L'India deve ancora raggiungere l'indipendenza sociale, morale ed economica per i suoi settecentomila villaggi in modo distinto dalle sue città e e dai suoi paesi.  La lotta per l’ascesa civile sulla potenza militare sta per aver luogo nel progresso dell'India in modo da favorire il suo obiettivo democratico.  Essa deve essere tenuta fuori dalla insana competizione con i partiti politici e gli enti comunali. 

Per questi ed altri motivi simili, le risoluzioni del A. I. C. C. disperderanno l'organizzazione dell’attuale Congresso e consentirà il fiorire del Lok Sevak Sangh secondo le seguenti regole, con il potere di alterarle così come le circostanze potranno richiedere.

(* L'idea di Gandhi di un Congresso trasformato è stata pubblicata in Harijan sotto il titolo “His Last Will and Testament “.)

 

I Panchayat

Ogni Panchayat di cinque uomini o donne adulti che siano abitanti dei villaggi formerà un'unità.  Due Panchayat attigui formeranno un gruppo di lavoro sotto un  leader scelto al loro interno.  Quando ci sono cento Panchayat, i cinquanta leader sceglieranno fra di loro un leader di secondo grado e così via, i leader di primo grado nel frattempo lavoreranno sotto i leader di secondo grado. Gruppi paralleli di duecento Panchayat continueranno ad essere formati finché copriranno l'intera India, ogni gruppo successivo di Panchayats elegge il leader di secondo grado allo stesso modo del primo.  Tutti i leader di secondo grado serviranno insieme l'intera India e separatamente le loro rispettive zone.  I leader di secondo grado possono scegliere fra se stessi, ogni volta che lo ritengono necessario, un capo che per la durata della carica, dirigerà e comanderà tutti i gruppi.  (Mentre la formazione finale delle province o dei distretti è ancora in una condizione di cambiamento continuo, nessun tentativo è stato fatto di dividere questo gruppo di servi per Provincie o Consigli Regionali e la giurisdizione su tutta l'India è stata conferito al gruppo o nei gruppi che possono essere formati in un certo periodo.  Dovrebbe essere notato che questo corpo dei servi deriva la loro autorità o potere dal servizio fatto saggiamente e di buon grado al loro padrone, l'intera India.)

 

Qualifica dei lavoratori

Ogni lavoratore indosserà abitualmente il Khadi fatto da filato ed auto-prodotto o certificato dal A.I.S.A. e sarà un astemio.  Se Indù, deve abiurare l’intoccabilità in qualunque forma tanto per la sua persona quanto nella sua famiglia e deve credere nell’ideale dell’unità inter-comunale, nell’uguale rispetto e riguardo per tutte le religioni, nell’equità delle opportunità e stato per tutte le razze, dottrine religiose o sesso.  Entrerà in contatto personale con ogni abitante del villaggio all'interno della sua giurisdizione.  Iscriverà ed addestrerà gli operai fra gli abitanti del villaggio e manterrà un registro di tutti questi.  Manterrà un'annotazione del suo lavoro quotidiano.  Organizzerà gli abitanti del villaggio in modo da renderlo autonomo ed autosufficiente con la loro agricoltura ed il loro artigianato.  Istruirà la gente del villaggio sul risanamento e l'igiene ed appronterà tutte le misure per prevenire la diffusione delle malattie fra di loro.  Organizzerà la formazione della gente del villaggio dalla nascita alla morte seguendo le linee NAYI TALIM, in conformità con la politica stabilita dal Talimi hindustani Sangh.  Vedrà che quelli di cui i nomi mancano sulla lista degli elettori statutari siano debitamente inseriti in essa.  Consiglierà coloro che ancora non abbiano acquisito la qualifica legale affinché la acquisiscano ed ottengano il diritto della concessione.  Per i suddetti scopi ed altri che saranno aggiunti di volta in volta, addestrerà e misurerà la buona condotta in conformità con le regole stabilite dal Sangh.

 

Organizzazioni costruttive

Il Sangh affilierà le seguenti organizzazioni autonome: A.I.S.A., A.I.V.I.A., Hindustani Talimi Sangh, Harijan Sevak Sangh, Goseva Sangh.

 

Finanze

Il Sangh solleverà le finanze per l'adempimento della sua missione fra gli abitanti dei villaggi ed altri; uno sforzo speciale sarà posto nell’accrescere il benessere dell'uomo povero.

 

 

 

Ministeri Popolari

 

La creazione dei ministeri

Sarebbe decisamente sbagliato creare il ministero per la conciliazione degli interessi.  Se fossi un primo ministro e fossi tormentato da tali disturbi, dovrei dire ai miei elettori di scegliere un altro capo.  Questi uffici devono essere gestiti leggermente non strettamente.  Sono o dovrebbero essere corone di spine, non di importanza.  Gli uffici devono essere occupati per vedere se ci permettono di accelerare il passo che teniamo muovendoci verso il nostro obiettivo.  Sarebbe tragico se agli auto-ricercatori o ai zeloti disorientati fosse permesso di impedire il progresso imponendosi ai primi ministri. 

Se fosse necessario avere l’assicurazione da quelli che hanno coperto la carica di ministri con autorità, sarebbe doppiamente necessario avere assicurazioni di capire, di lealtà oltre il sospetto e di obbedienza volontaria alla disciplina.  Ed infine, la prova saliente è che la scelta deve essere limitata ai membri del partito a cui i primi ministri devono la loro nomina.  Nessuna primo ministro per un momento può imporre ad un uomo od una donna la sua scelta di partito.  È il capo perché gode la fiducia completa del suo partito circa la sua abilità, la sua conoscenza delle persone e ad altre qualità che caratterizzano la capacità di essere leader.

I ministri ed i legislatori del Congresso devono agire senza timore nello svolgimento del loro dovere.  Devono sempre essere pronti a rischiare la perdita delle loro poltrone o uffici.  Gli uffici e le poltrone nelle legislature non hanno alcun merito se non la loro capacità di aumentare il prestigio e il potere del Congresso.  E poiché entrambi dipendono completamente dal possedere qualità morali, sia pubbliche che personali, ogni carenza morale significa un colpo al Congresso.  Questa è l'implicazione necessaria della non-violenza.

Un ministro non nutre dubbi verso il suo partito e mai a scapito della nazione nel suo insieme.  Infatti, il Congresso avanza nella stessa misura in cui avanza la nazione.  E sa che, se non ha spada per dare battaglia al sovrano straniero, non ne ha per dare battaglia al suo avversario all'interno della nazione stessa.  E poiché l'Assemblea è il posto in cui tutte le Comunità vengono a contatto volenti o nolenti, è il posto in cui, vincendo sopra i suoi avversari, pensa a forgiare le sanzioni che possono essere rese irresistibili.  Tutti i problemi che interessano il corpo politico, compresa l’unità comunale, possono essere risolti se l'Assemblea è ... considerata uno strumento da usare per risolvere i problemi ...

Ci è una bellezza e un'arte nella semplicità che chi agisce può vedere.  Non richiede soldi per essere ordinata, chiara e degna.  Il fasto ed la pompa sono spesso sinonimi di volgarità.

Questo tenere l’ufficio è un passo verso un prestigio più grande o la sua perdita totale.  Se non deve essere una perdita totale, i ministri ed i legislatori devono essere vigili sul loro proprio comportamento privato e pubblico.  Devono essere, come la moglie del Cesare, al di sopra di ogni sospetto.  Non possono fare i propri affari a vantaggio di se stessi o dei loro parenti o amici.  Se i parenti o gli amici ottengono qualunque nomina, deve essere soltanto perché sono i migliori fra i candidati ed il loro valore di mercato è sempre più grande di quello che assumono sotto il Governo.

 

Un codice per i ministri

La tenuta di un ufficio nel Governo del Congresso deve essere nello spirito di servizio senza la minima aspettativa di guadagno personale.

Se il congresso desidera continuare come organizzazione della gente, i ministri non possono vivere come  SAHIB LOG né usare a fini privati strumenti del Governo previsti per funzioni ufficiali.

I ministri non dovrebbero essere sensibili [ alle critiche pubbliche ].  Dovrebbero prendere in buona considerazione tali critiche ...  I critici si aspettano molto di più da questi servi scelti della gente che non da altri in quanto a semplicità, coraggio, onestà e capacità di industriarsi ...

I nostri ministri sono della gente, per la gente.  Che non si arroghino conoscenze più grandi di quelle possedute da uomini più esperti che non occupano poltrone ministeriali.

I capi hanno le redini del governo e la disposizione di milioni di rupie è nelle loro mani.  Devono essere vigilanti.  Devono essere umili.  La gente spesso dimentica le loro parole.  Non dovrebbero mai promettere quello che non possono fare.  Quando si fa una promessa, deve essere mantenuta ad ogni costo.

I ministri sono [ servi della gente ].  Possono non fare niente contro i desideri espressi della gente.  Non occuperanno il loro posto neanche un giorno in più di quanto la gente desideri.

 

Il corpo legislativo

Esaminiamo il valore pratico del corpo legislativo.  Le legislature possono smascherare il Governo, ma questo è il servizio minore.  È lui che può dire alla gente perchè diventano vittime del governo in quanto ne conosce i difetti e può insegnare loro come sollevarsi contro tali torti: in questo modo rende un servizio reale.  I membri non possono assolvere a questo servizio essenziale, in quanto per loro funzione devono incitare la gente a chiamarli in causa per la riparazione dei torti.  L'altra funzione del  corpo legislativo e quella di prevenire una legislazione indesiderabile e portare nelle leggi che sono utili per il pubblico, tutto l’aiuto possibile che può essere dato ad un programma costruttivo.  Si suppone che il corpo legislativo faccia la volontà del popolo.  Per il momento l’eloquenza può essere di una certa utilità in questi corpi.  Ultimamente non ce ne bisogno.  Saranno richiesti esperti con conoscenze pratiche e coloro che possono dare anche il più piccolo aiuto.  In un'organizzazione che esiste per servizio e che ha boicottato titoli di proprietà ed altre misere cose analoghe, il sentimento che devono possedere i candidati ai corpi legislativi è la nocività di una macchia dell’onore.  Se un tal sentimento mette radici, porterà giù il nome del Congresso ed infine dimostrerà la propria rovina.  Se i membri del Congresso devono essere ridotti a tale degradazione, chi metterà carne e anima in milioni  di scheletri dell'India?  Su chi potranno contare l'India ed il mondo?

Un ministro del popolo è un responsabile del corpo legislativo e non può fare qualcosa senza il suo consenso.  Ogni membro scelto in una legislatura popolare è responsabile verso i suoi elettori.  Di conseguenza, l'elettore che rappresenta il pubblico dovrebbe ponderare bene prima di muovere delle critiche al governo espressione della sua volontà.  Inoltre si dovrebbe considerare un'abitudine sbagliata della gente.  Non gradiscono e non tassano chiunque.  Dove c’è buon governo, il contribuente ha un completo ritorno dei suoi soldi come, per esempio, la tassa sull'acqua in città.  Nessun contribuente potrebbe ottenere tanta acqua  in ragione di quanto paga.  Ma nondimeno e malgrado il fatto che la tassa è imposta dalla volontà popolare, i contribuenti si risentono sempre persino per il pagamento di tali tasse.  È, naturalmente, vero che non si può dimostrare facilmente il beneficio di tutte le tasse come quella che ho citato come esempio.  Ma mentre la società si sviluppa in forma e complessità e si sviluppa anche il campo dei servizi, è difficile spiegare al singolo contribuente quale sia il suo ritorno per ogni particolare tassa.  È chiaro, tuttavia, che le tasse in generale servono per il beneficio complessivo della società.  Se così non fosse, non terrebbe l’argomentazione per cui le tasse sono state imposte dalla volontà popolare.

 

L’India dei miei sogni

L'India, nel trovare l'indipendenza vera e l’auto-espressione con l’unità degli Indù e dei Musulmani e con i mezzi non-violenti, cioè, con puro auto-sacrificio, può indicare un'uscita dalla prevalente oscurità.

Se VOX POPULI deve essere VOX DEI , deve essere la voce dell’onestà, del coraggio, della gentilezza, dell’umiltà e del completo auto-sacrificio.

Credo che niente rimanga statico.  La natura umana va su e giù.  Speriamo che in India vada in su.  Altrimenti, per l'India non c’è niente oltre la delusione e, probabilmente, per il mondo intero. ...  L'India libera presenterà al mondo una lezione di pace, o di odio e violenza, di cui il mondo è già ammalato fino alla morte?

Se l'intera India accettasse questa [ legge eterna d’amore ], l'India diventerebbe senza dubbio la guida del mondo intero. ...  Vorrei soltanto suggerire che non ci dovrebbe essere resa tranne che alla ragione.

 

La nuova India

Sto solo sperando e pregando ... che cresca una nuova e forte India, non guerrafondaia, basata sull’imitazione dell'Occidente in tutte le sue bassezze, ma una nuova India che impari la cosa migliore che l'Occidente deve dare trasformandosi nella speranza, non soltanto dell'Asia e dell'Africa, ma di tutto il mondo dolente.  Devo confessare questa speranza nonostante oggi ci opponiamo ai militari e a tutto quello che la nuda forza fisica implica. ... A dispetto, tuttavia, della pazzia e della  vana imitazione dei luccichii dell'Occidente, in me e in molti altri persiste la speranza che l'India sopravviva al suo ballo di morte e che assuma quella statura morale che dovrebbe appartenergli dopo un addestramento alla non-violenza, comunque imperfetto, per un periodo ininterrotto di trentadue anni dal 1915.

Il paradiso sulla terra

Ricordo di aver letto, non so se a Delhi o ad Agra Fort quando li ho visitati nel 1896, dei versi su uno dei cancelli, che tradotti, si leggeva: “se ci fosse un paradiso in anticipo, sarebbe qui, sarebbe qui, sarebbe qui.”  Quel Fort, con tutta la magnificenza e le sue cose migliori, era secondo me un paradiso.  Ma amerei vedere quei versi giustamente scritti sui cancelli del Pakistan e su tutte le entrate.  In tale paradiso, che fosse nell'Unione o nel Pakistan, non ci sarebbero ne poveri ne mendicanti, ne alti ne bassi, ne datori di lavoro milionari ne impiegati semiaffamati, ne bevande ne droghe intossicanti.

 Ci sarebbe lo stesso rispetto per le donne così come viene assicurato agli uomini e la castità e la purezza degli uomini e delle donne sarebbero custoditi gelosamente; dove ogni donna, a meno che fosse sua moglie, sarebbe curata dall'uomo di qualsiasi religione, come madre, sorella o figlia secondo la sua età; dove non ci sarebbero gli intoccabili e dove ci sarebbe lo stesso rispetto per tutte le fedi.  Sarebbero tutti orgogliosi, gioiosi e volontari lavoratori per il pane.

 

 

Ritorno al villaggio

 

 

L’India reale

Ho creduto e ripetuto per innumerevoli volte che l'India debba essere trovata non nelle sue poche città ma nei propri 700.000 villaggi.  Noi cittadini abbiamo creduto che l'India dovesse essere trovata nelle sue città e che i villaggi fossero nati  per soddisfare i nostri bisogni.  Non ci siamo mai veramente fermati a domandarci se quella povera gente avesse abbastanza da mangiare e coprirsi e se avessero un tetto per ripararsi dal sole e dalla pioggia.

Fino ad ora gli abitanti dei villaggi sono morti a migliaia in modo che potessimo vivere.  Ora potremmo dovere morire in modo che essi possano vivere.  La differenza sarebbe fondamentale.  I primi sono morti senza saperlo ed senza volerlo.  Il loro sacrificio forzato ci ha degradati.  Se ora moriamo deliberatamente, la nostra volontà di sacrificio nobiliterebbe noi e l’intera nazione.  Non ci tireremo indietro di fronte al necessario sacrificio, se vivremo come una nazione indipendente di auto-rispettosi.

 

Villaggi e città

Le città sono capaci di prendersi cura di se stesse.  È dei villaggi che dobbiamo preoccuparci.  Dobbiamo disabituarli ai loro pregiudizi, alle loro superstizioni, alla loro misera prospettiva e non possiamo fare in nessun altro modo se non rimanere fra loro compartecipando alle loro gioie e ai loro dispiaceri,  diffondendo informazioni intelligenti ed erogando della formazione.

Ho scoperto che il cittadino ha sfruttato generalmente l’abitante dei villaggi, in effetti ha vissuto sulle spalle di questi poveracci.  Un funzionario britannico ha scritto molto circa lo stato della gente dell'India.  Nessuno, per quanto sappia, ha detto che l’abitante del villaggio indiano abbia abbastanza per mantenere insieme il corpo e l’anima.  Al contrario, hanno ammesso che la maggior parte della popolazione è al limite dell’inedia, il dieci per cento è semi-affamata e che milioni devono riposare contenti con un pizzico di sale sporco, peperoncini rossi e riso raffinato o grano secco.  Potete essere sicuri che, se a qualcuno fosse chiesto di vivere con quella dieta, non dovremmo pensare di sopravvivere per più di un mese o dovremmo aver paura di perdere le nostre facoltà mentali.  Ma i nostri abitanti dei villaggi vivono questa condizione quotidianamente.

 

I contadini

Nel momento in cui parlate con loro [ i contadini indiani ] e questi cominciano a parlare, troverete gocce di saggezza dalle loro labbra.  Dietro la cruda esteriorità troverete un profondo serbatoio di spiritualità.  Io chiamo questa cultura - non troverete una cosa simile in Occidente.  Provate ad impegnare un contadino europeo in una conversazione e troverete che è disinteressato alle cose spirituali.  Nel caso dell’abitante del villaggio indiano, una cultura antichissima è nascosta sotto una crosta di rozzezza.  Togliete l’incrostazione, rimuovete la sua povertà cronica ed il suo analfabetismo e troverete l'esemplare più fine di quello che un acculturato, curato e libero cittadino dovrebbe essere.

Oltre il 75 per cento della popolazione è fatta di agricoltori. ...  Ma non ci può essere molto spirito di auto-governo se togliamo o permettiamo che altri tolgano da loro quasi tutto il frutto del loro lavoro.

Solo quando le città realizzeranno di dover fare un adeguato ritorno al villaggio, per la forza ed il sostegno che ne derivano, invece di sfruttarli egoisticamente, fiorirà una relazione sana e morale tra le due parti. E se i bambini delle città svolgeranno la loro parte in questo nobile lavoro di ricostruzione sociale la vocazione con cui essi ricevono la loro educazione potrebbe essere direttamente riferita ai fabbisogni del villaggio.

Considero lo sviluppo delle città come una cosa dannosa, sfavorevole per l'umanità ed il mondo, sfavorevole per l'Inghilterra e certamente sfavorevole per l'India.  I Britannici hanno sfruttato l'India attraverso le sue città.  Queste ultime hanno sfruttato i villaggi.  L'anima dei villaggi è il cemento con cui la struttura delle città si è sviluppata.  Vorrei che il sangue che oggi gonfia le arterie delle città per funzionare, per una volta scorresse nei vasi sanguigni degli abitanti dei villaggi.

... So che, se l'India dovesse essere la guida di un'azione chiara basata su un chiaro pensiero, Dio confonderebbe la saggezza ... dei grandi uomini e fornirebbe ai villaggi la forza di esprimersi come dovrebbero.

L'India è fatta di villaggi, ma la nostra intellighenzia li ha trascurati ... la vita del villaggio non deve trasformarsi in una copia o in un’aggiunta della vita di città.  Le città devono adottare il modello di vita del villaggi e sussistere per essi.

 

Il nostro dovere

Dobbiamo identificarci con gli abitanti dei villaggi che lavorano duramente sotto il sole che batte caldo sui loro dorsi piegati e vedere come gradiremmo bere l'acqua dello stagno in cui gli abitanti dei villaggi bagnano, lavano i loro vestiti e le loro stoviglie ed in cui il loro bestiame beve e si rotola.  Allora e forse solo allora, rappresenteremo veramente le masse e questi, come sto scrivendo, risponderanno ad ogni chiamata.

Noi dobbiamo essere degli ideali abitanti dei villaggi, non quelli dalle idee strane o senza idee circa il risanamento e non dobbiamo prendere in considerazione come mangiano e che cosa mangiano.  Come la maggior parte di loro, cuciniamo in qualunque modo, mangiamo in qualunque modo, viviamo in qualunque modo.  Mostriamo loro la dieta ideale.  Asteniamoci dalla semplice simpatia ed antipatia, ma prendiamo alla radice queste simpatie ed antipatie. ...  Dobbiamo indicare loro che possono coltivare le loro verdure, senza molta spesa mantenendosi in buona salute.  Dobbiamo inoltre indicare che la maggior parte delle vitamine vanno perse quando sono cucinate. ...  Dobbiamo insegnare loro come economizzare tempo, salute e soldi. ...  Lionel Curtis ha descritto i nostri villaggi un mucchio di concime dell'asino.  Dobbiamo trasformarli in villaggi modello.  La nostra gente del villaggio non ha l'aria fresca benché sia circondata da aria fresca;  non ha alimenti freschi benché sia circondata dagli alimenti più freschi.  Sto comunicando come un missionario in materia di alimentazione, perché la mia missione è di rendere i villaggi qualcosa di bello.

L'unica strada è sedersi in  mezzo a loro e lavorare con fede incrollabile, come loro spazzini, loro infermieri, loro servi, non come loro padroni e dimenticare tutti i nostri pregiudizi ed i nostri averi precedenti.  Per un momento dimentichiamo anche lo Swaraj e certamente dimentichiamo “gli averi” la cui presenza ci opprime ad ogni passo.  Sono là.  Sono in molti ad occuparsi di questi grandi problemi.  Affrontiamo il lavoro più umile del villaggio che ora è necessario e che sarebbe tale anche dopo che avremo raggiunto il nostro obiettivo.  Effettivamente, quando il lavoro del villaggio ha successo in se ci porta più vicino all'obiettivo.

Il movimento del villaggio

Il movimento del villaggio è tanto una formazione della gente di città quanto per gli abitanti del villaggi.  Gli operai formati nelle città devono sviluppare la mentalità del villaggio ed imparare l'arte di vivere degli abitanti del villaggio.  Ciò non significa che devono morire di fame come gli abitanti del villaggio.  Ma significa che ci deve essere un cambiamento radicale nel vecchio stile di vita.

Nella [ mia immagine di indipendenza ], l'unità è la Comunità del villaggio.  La sovrastruttura di indipendenza non deve essere costruita sull'unità del villaggio, in modo che la parte superiore pesi verso il basso e schiacci i quaranta nuclei della gente che costituisce il livello inferiore. ...  Un'unità del villaggio come concepita da me è forte quanto il più forte.  Il mio villaggio immaginario consiste di 1.000 anime.  Una tal unità può dare un buon resoconto di se stessa se è ben organizzata su una base di autosufficienza.

Oggi viviamo col pericolo di dimenticarci come utilizzare le nostre mani.  Dimenticarsi di come vangare la terra e prendersi cura del terreno equivale a dimenticarsi di noi stessi.  Pensare che la vostra occupazione della poltrona ministeriale sarà rivendicata solo se servite le città, sarebbe dimenticare che l'India risiede realmente nelle sue 700.000 unità di villaggio.  Che cosa converrebbe ad un uomo se guadagnasse il mondo ma perdesse la sua anima nell'affare?

 

Il servizio completo al villaggio

L'India reale si trova nei 700.000 villaggi.  Se la civiltà indiana deve dare il suo pieno contributo alla definizione di un ordine stabile del mondo, è questa grande massa di persone che deve ... essere fatta vivere ancora.

Dobbiamo affrontare il triplice disadattamento che tiene i nostri villaggi saldamente in pugno:  (i) volere le fognature;  (ii) dieta carente;  (iii) inerzia. … Essi[ gli abitanti del villaggio ] non sono interessati al loro stesso benessere.  Non apprezzano i metodi sanitari moderni.  Non vogliono sforzarsi oltre l’arare i loro poderi o fare questo lavoro diversamente da come sono soliti.  Queste difficoltà sono reali e serie.  Ma non devono eluderle...  Dobbiamo avere una fede incrollabile nella nostra missione.  Dobbiamo essere pazienti con la gente.  Siamo noi stessi debuttanti nel lavoro di villaggi.  Dobbiamo occuparci di una malattia cronica.  La pazienza e la perseveranza, se le abbiamo, sormontano la montagna di difficoltà.  Siamo come le infermiere che non possono lasciare i loro pazienti perché hanno una malattia incurabile.

I villaggi hanno sofferto a lungo per la negligenza di coloro che ha avuto il beneficio della formazione.  Hanno scelto la vita della città.  Il movimento del villaggio è un tentativo di stabilire un sano contatto con i villaggi incitando quelli che sono accesi di spirito di servizio a stabilirsi nei villaggio e per trovare auto-espressione nel servizio agli abitanti del villaggio. ...  Coloro che si sono stabiliti nei villaggi con lo spirito di servizio non sono scoraggiati dalle difficoltà che hanno incontrato.  Hanno saputo prima di andare che avrebbero lottato contro molte difficoltà, compreso la scontrosità uniforme degli abitanti dei villaggi.  Quindi, soltanto quelli che hanno fede in se stessi e nella loro missione serviranno gli abitanti dei villaggi ed influenzeranno le loro vite.

 

Lavoratori

Una vera vita vissuta fra la gente è in se una lezione oggettiva che deve produrre il suo proprio effetto sugli ambienti più immediati.  La difficoltà con i giovani è, forse, quella per cui si è recato nei villaggi solo per vivere una vita senza avere alle spalle uno spirito di servizio.  Ammetto che la vita del villaggio non offre attrazioni per coloro che vi si recano alla ricerca di soldi.  Senza l’incentivo del servizio al villaggio la vita stonerebbe dopo che la novità fosse passata.  Nessun giovane che sarà andato in un villaggio può pensare di perdere il benché minimo contatto con la difficoltà.  Lo sforzo paziente indicherà che gli abitanti dei villaggi non sono molto differenti dagli abitanti  delle città e che risponderanno a bontà e ad attenzione.  È senza dubbio vero che uno non ha nei villaggi occasione di contatto con i grandi della terra.  Con lo sviluppo della mentalità del villaggio i capi  troveranno necessario fare un giro nei villaggi e stabilire con loro un rapporto vitale.  Inoltre, l’entrare in contatto col grande e col buono è a disponibile a tutti attraverso le opere dei santi come Chaitanya, Ramakrishana, Tulsidas, Kabir, Nanak, Dadu, Tukaram, Tiruvalluvar ed altri troppo numerosi da menzionare, benché ugualmente conosciuti e pii.

 

Letteratura

La difficoltà é tenere la mente sintonizzata alla ricezione dei valori permanenti.  Se questo significa pensiero moderno - politico, sociale, economico, scientifico - è possibile ottenere la letteratura che soddisferà la curiosità.  Ammetto, tuttavia, che non si trova tanto facilmente quanto quella religiosa.  I santi hanno scritto e parlato per le masse.  La moda di tradurre il pensiero moderno alle masse in un modo accettabile non ha ancora preso piede ma avverrà in tempo. Quindi, raccomanderei ai giovani …  Non di tentare, ma di persistere nel loro sforzo e con la loro presenza rendere i villaggi più vivibili ed amabili.  Che essi faranno servendo i villaggi in un modo accettabile ai suoi abitanti.  Ognuno può iniziare il proprio lavoro rendendo i villaggi più puliti e rimuovendo l'analfabetismo nella misura in cui se ne è capaci.  E se le loro vite saranno pulite, metodiche e industriose, non c’è dubbio che la loro opera si estenderà nei villaggi in cui potranno operare.

 

Samagra Gramaseva (un modello di supporto)

Un Samagra GRAM SEVAK deve conoscere tutti quelli che vivono nel villaggio e rendere loro  servizio come può.  Questo non significa che l'operatore potrà fare tutto da solo.  Lui mostrerà agli abitanti la strada per aiutarsi da soli e procurerà loro qualche aiuto ed i materiali che richiederanno.  Addestrerà i suoi assistenti.  Così convincerà gli abitanti dei villaggi che cercheranno e seguiranno i suoi consigli.  Supponendo che vada e mi stabilisca in un villaggio con un GHANI (pressa per l’olio del villaggio), non sarò un GHANCHI ordinario (addetto alla pressa dell'olio) che guadagna 15-20 rupie al mese.  Sarò un Mahatma GHANCHI.  Ho usato la parola “Mahatma” per scherzo, ma voglio dire che piuttosto che un GHANCHI io mi trasformerò in un modello affinché gli abitanti del villaggio possano seguirlo.  Sarò un GHANCHI che conosce la Gita ed il Quran.  Avrò imparato abbastanza da poter insegnare ai loro bambini.  Non posso farlo così a tempo perso.  Gli abitanti del villaggio verranno da me e mi chiederanno:  “Prego prenda accordi per formare i nostri bambini”.  Dirò loro:  “Posso trovare un insegnante, ma dovrete sopportarne le spese”.  E saranno preparate ad agire così i più disposti.  Insegnerò a filare e quando verranno a chiedermi i servizi di un tessitore, gli troverò un tessitore alle stesse condizioni di quelle con cui ho trovato un insegnante.  Ed il tessitore insegnerà loro come tessere i loro propri panni.  Inculcherò loro l'importanza dell'igiene e del risanamento e quando verranno a chiedermi una pulitrice, dirò loro:  “sarò la vostra pulitrice e li addestrerò tutti nel lavoro.”  Questa è la mia concezione di Samagra Gramaseva.  Potete dirmi che non troverò mai un GHANCHI di questo tipo in questa epoca.  Allora dirò che non possiamo sperare di migliorare i nostri villaggi in questa epoca. … Dopo tutto, l'uomo che fa funzionare un oleificio è un GHANCHI.  Ha soldi ma la sua forza non risiede nei suoi soldi.  La forza reale si trova nella conoscenza.  La conoscenza vera dà una condizione morale ed una forza morale.  Tutti chiedono il parere ad un uomo simile.

Indagine economica

I villaggi verranno esaminati e sarà redatta una lista delle cose che possono essere prodotte localmente con poco o nessun aiuto e che possono essere usate dal villaggio o venduti all'esterno; tali prodotti per esempio possono essere costituiti da presse per l’olio e pasticceria, olio per cucina preparato con le presse, riso polverizzato a mano, TADGUD, miele, giocattoli, stuoie, carta fatta a mano, sapone del villaggio, ecc. se presi così, con sufficiente cura, i villaggi, la maggior parte di loro attivi quanto depressi o in via di estinzione, torneranno a nuova vita ed esibiranno le immense possibilità che hanno di soddisfare sia la maggior parte di loro bisogni autonomamente che quelli delle città ed i paesi dell'India.

 

Arti ed artigianato

Gli abitanti dei villaggi dovrebbero sviluppare un così alto grado di capacità professionali che gli articoli preparati da loro indirizzerebbero un ricettivo mercato esterno.  Quando i nostri villaggi saranno completamente sviluppati, non ci in loro sarà penuria di uomini con un alto grado di capacità e talento artistico.  Ci saranno poeti del villaggio, artisti del villaggio, architetti del villaggio, linguisti e ricercatori.  Al bisogno, non ci sarà niente nella vita degno di essere posseduto che non sarà prodotto nei villaggi.  Oggi i villaggi sono mucchi di concime.  Domani saranno come piccoli giardini dell’Eden dove dimoreranno persone molto intelligenti che nessuno potrà ingannare o sfruttare.  La ricostruzione dei villaggi, seguendo queste linee guida, dovrebbe cominciare ora. .... La ricostruzione dei villaggi non dovrebbe essere organizzata su una base provvisoria ma permanente.

 

Riorganizzazione economica

Nella mia opera interamente dedicata allo Swadeshi (vedi capitolo XIII n.d.t.) ho indicato come alcuni sui aspetti possono essere affrontati immediatamente con beneficio per milioni di affamati sia economicamente che igienicamente.  Il più ricco possessore di terreni può ripartire così il beneficio, se il riso può essere sfarinato nei villaggi superando il vecchio metodo, gli stipendi riempirebbero le tasche delle sorelle addette alla macina del riso e milioni di consumatori di riso otterrebbero un certo sostentamento dal riso integrale anziché dall’amido puro che il riso raffinato fornisce.  L’ avarizia umana, che non tiene conto della salute o della ricchezza della gente che tiene sotto i piedi, è responsabile degli orribili mulini di riso che si vedono in tutti gli stadi della sua produzione.  Se l'opinione pubblica fosse forte, chiuderebbe i mulini del riso semplicemente consumando riso non raffinato e farebbero appello ai proprietari dei mulini affinché arrestassero un traffico che insidia la salute di una nazione intera e toglie ai poveri gli onesti mezzi di sopravvivenza.

... Direi che, se il villaggio perisce, anche l'India perirà.  L'India non sarà più l’India.  La sua propria missione nel mondo andrà persa.  La rinascita del villaggio è possibile soltanto quando non è più  sfruttato.  L'industrializzazione su vasta scala necessariamente condurrà ad uno sfruttamento passivo o attivo degli abitanti dei villaggi così come si presenteranno i problemi di concorrenza e di introduzione dei prodotti sul mercato.  Di conseguenza, dobbiamo concentrarci sul villaggio che è autonomo, producendo principalmente per un uso interno.  Se si realizzerà questo carattere dell'industria del villaggio, non ci sarà obiezione da parte degli abitanti del villaggio persino all’uso delle macchine e degli attrezzi moderni che possono fare e possono permettersi di usare.  Solo che non dovrebbero essere usati come mezzi di sfruttamento degli altri.

 

Una economia non violenta

Non potete sviluppare la non-violenza sulla civiltà della fabbrica, ma può essere sviluppata sull’autonomia dei villaggi. … L'economia rurale, come l’ho concepita io, evita lo sfruttamento complessivo e lo sfruttamento, è l'essenza della violenza.  Quindi, dovete essere orientati mentalmente al rurale prima che possiate essere non-violenti e per essere orientati mentalmente al rurale dovete avere fede nella ruota della filatura (si fa riferimento ad un componente particolare di un più articolato strumento artigianale usato all’epoca per la filatura n.d.t.)

Dobbiamo fare una scelta fra l'India dei villaggi che sono antichi quanto lei stessa e l'India delle città che sono una creazione della dominazione straniera.  Oggi le città dominano e vuotano i villaggi in modo che si sbriciolino fino alla rovina.  La mia mentalità di Khadi mi dice che le città debbano essere asservite ai villaggi ...  Lo sfruttamento dei villaggi è in se violenza organizzata.  Se desideriamo che lo Swaraj sia costruito sulla non-violenza, dovremo dare ai villaggi il loro posto più adeguato.

 

La riforma alimentare

Poiché la riorganizzazione economica dei villaggi è stata cominciata con la riforma alimentare, è necessario scoprire gli alimenti più semplici e meno costosi che possano permettere agli abitanti del villaggio di riguadagnare la salute persa.  L'aggiunta di verdure ai pasti permetterà loro di evitare molte malattie di cui ora sono sofferenti.  L'alimento degli abitanti del villaggio è carente in vitamine;  molte di loro possono essere fornite da fresche foglie verdi.  Un medico eminente mi ha detto che un uso adeguato di verdura a foglie verdi debba essere considerato per rivoluzionare le nozioni consuete di alimentazione e molto di quello che oggi è fornito dal non piccante può essere fornito dalle foglie verdi.

Il potere delle macchine

Se potessimo avere l’elettricità in ogni casa del villaggio, non dovrei preoccuparmi dei suoi abitanti che maneggiano i loro strumenti ed attrezzi, con l'aiuto dell'elettricità.  Ma allora le comunità del villaggio o lo Stato possederebbero le proprie centrali elettriche così come hanno i loro pascoli.  Ma dove non c’è l’elettricità e nessun macchinario, le cose sono da fare almeno con le mani.

Considero, in migliaia di villaggi, la presenza di forza motrice per la macina dei cereali, come il limite della nostra debolezza.  Suppongo che l'India non produca tutti i motori o le macchine per la frantumazione. …

 L’installazione di tali macchine e motori su vasta scala nei villaggi è inoltre un segno di avarizia.  È opportuno riempire in questo modo le tasche di qualcuno a scapito dei poveri?  Ognuna di queste macchine rende migliaia di manufattori di CHAKKIS senza lavoro e toglie occupazione a migliaia di casalinghe ed artigiani che fanno questi CHAKKIS.  Inoltre, il processo è infettivo e contagerà ogni industria del villaggio.  Il deperimento di quest’ultimo significa anche il deperimento dell'arte.  Se significasse la riscoperta di vecchi mestieri in funzione dei nuovi, uno non avrebbe molto da dire contro di esso.  Ma questo non è quello che sta accadendo.  In migliaia di villaggi in cui le macchine elettriche esistono, manca la musica dolce, al mattino presto, delle smerigliatrici a lavoro.

 

 

 

Panchayat Raj

 

 

I villaggi repubbliche

L'India ha avuto esperienza di … repubbliche del villaggio, come sono state definite da Mayne.  Immagino che inconsciamente siano state governate con non-violenza. … Uno sforzo ora deve essere fatto per farle rivivere nell'ambito di un programma non-violento intenzionale.

La strada migliore, più rapida e più efficiente deve essere intrapresa dal basso. ... Ogni villaggio deve trasformarsi in una repubblica autosufficiente.  Ciò non richiede risoluzioni coraggiose.  Richiede lavoro coraggioso, d’insieme, intelligente.

L'indipendenza deve cominciare dal basso.  Quindi, ogni villaggio sarà una repubblica o un Panchayat che ha pieni poteri.  Segue, quindi, che ogni villaggio deve essere autonomo e capace di controllare i suoi affari anche nell’ipotesi di difendersi contro il mondo intero.  Sarà addestrato e preparato a morire nel tentativo di difendersi contro tutti gli attacchi esterni.  Quindi,  è l'individuo che è l’elemento di base.  Ciò non esclude la dipendenza e l'aiuto volontario dei vicini o del mondo.  Sarà una scelta libera e volontaria in funzione delle forze reciproche in gioco.  Una tal società è necessariamente molto acculturata ed ogni uomo e donna conosce quello che lui o lei desidera e sa, inoltre, che nessuno dovrebbero desiderare qualche cosa che altri non possano avere con lo stesso lavoro.  Questa società deve essere basata naturalmente sulla verità e sulla non-violenza che, a mio parere, non sono possibili senza un credo vivente in Dio, che significa auto-esistere. La Forza vivente, che tutto conosce, è unita ad ogni altra forza conosciuta al mondo, non dipende da nessuno e vivrà anche quando tutte le altre forze potranno in teoria perire o cessare di avere effetto.  Non posso spiegare la mia vita senza credere in questa avvolgente luce vivente.

 

Allargare i cerchi

In questa struttura composta di innumerevoli villaggi ci saranno cerchi sempre crescenti e mai ascendenti.  La vita non sarà una piramide con l'apice rivolto dalla parte inferiore.  Ma sarà un cerchio oceanico di cui il centro sarà l'individuo sempre pronto a morire per il villaggio, finché alla fine il tutto diventerà una vita composta da individui, mai aggressivi nella loro arroganza, ma mai umili, che dividono la maestà del cerchio oceanico di cui sono unità integrali.  Di conseguenza, la circonferenza esterna non userà la forza per schiacciare il cerchio interno, ma darà la forza a tutti gli interni e deriverà la sua propria potenza da essi.  Ci si può schernire rimbeccando che questa è tutta un’Utopia e, pertanto, non degna di un singolo pensiero.  Se il punto di vista di Euclide, comunque incapace di essere da guida per il genere umano, ha un valore durevole, il mio quadro ha il proprio (valore n.d.t.) perché l'umanità possa vivere.

 

L’ideale

Lasciate che l'India viva per questa immagine vera, comunque mai realizzabile nel suo insieme.  Dobbiamo avere una nostra immagine di quello che desideriamo, prima di poterlo approcciare.  Se mai ci dovesse essere una repubblica per ogni villaggio in India, allora rivendicherei per vera la mia visione in cui l'ultimo è uguale al primo o, in altre parole, nessuno deve essere il primo e nessuno l’ultimo.  In questa visione ogni religione ha il suo posto di diritto e paritetico.  Siamo tutte foglie di un maestoso albero il cui tronco non può essere strappato dalle sue radici che sono profonde nelle viscere della terra.  Il vento più forte non potrebbe spostarlo.  In questa (visione n.d.t.) non c’è posto per le macchine che spostano il lavoro dell'essere umano concentrando il potere nelle mani di pochi.  Il lavoro ha il suo posto unico in una colta famiglia umana.  Ogni macchina che aiuta un individuo ha un posto.  Ma devo confessare che non mi sono mai seduto a pensare quale potrebbe essere quella macchina.  Ho pensato alla macchina da cucire della Singer.  Ma persino quella è superflua.  Non lo ho bisogno di lei per dare un contenuto alla mia visione.

So che il lavoro [ di fare un villaggio ideale ] è tanto difficile quanto fare dell'India un paese ideale.  Ma, mentre per un uomo è possibile realizzare la sua ambizione riguardo ad un singolo villaggio un certo giorno, il corso della vita di un uomo è troppo corto per tutta l'India.  Ma se un uomo può produrre un villaggio ideale, avrà fornito un modello non soltanto per il paese intero, ma forse per il mondo intero.  Dopo di questo un ricercatore non può aspirare a nient’altro.

 

Sotto le repubbliche dei villaggi

Non ho descritto la povertà impressionante dell'India contenente milioni di ignoranti.  Ho descritto a me stesso l'India che progredisce continuamente seguendo le linee più adatte alle sue inclinazioni.  Tuttavia, non l’ho dipinta di terza classe o anche di prima classe quale copia della morente civiltà dell'Occidente.  Se il mio sogno si realizzasse ed ognuno dei sette lakhs dei villaggi si trasformasse in una repubblica in cui si vive bene: in essa non ci sono illetterati, tutti vogliono un lavoro, tutti sono utilmente occupati ed hanno cibo per nutrirsi, le case bene arieggiate e Khadi sufficiente per coprire il corpo, e tutti gli abitanti del villaggio conoscono ed osservano le leggi dell'igiene e del risanamento di cui lo Stato deve variare e aumentare i bisogni dandogli risposte adeguate a meno che non voglia ristagnare.

Lo Swaraj del villaggio

La mia idea del villaggio Swaraj è quella di una vera repubblica, indipendente dai suoi vicini ed autosufficiente per i suoi bisogni, ma interdipendente per tutti quelli per cui la dipendenza sia necessaria.  Così, in primo luogo, ogni villaggio si preoccuperà di sviluppare le sue coltivazioni per uso alimentare e quelle del cotone per la confezione dei vestiti.  Dovrebbe avere una riserva per il suo bestiame, strumenti di ricreazione e campo da giuoco per adulti e bambini.  Poi, se c’è più terra disponibile, svilupperà raccolti rimunerativi, escludendo GANJA, tabacco, oppio e simili.  Il villaggio gestirà un teatro, una scuola e una sala pubblica.  Avrà i suoi impianti idrici che assicureranno un rifornimento idrico potabile. 

Questo può essere fatto attraverso pozzi  controllati o con i serbatoi.  La formazione sarà obbligatoria fino al corso base finale (si allude forse ad una formazione elementare di base n.d.t.).  Quanto più possibile, ogni attività sarà condotta su base cooperativa.  Non ci saranno caste come quelle che abbiamo noi oggi con la loro classificata intoccabilità.  la Non-violenza con la sua tecnica della Satyagraha e la non-cooperazione saranno le sanzioni per la comunità del villaggio.  Ci sarà un servizio obbligatorio di protezione del villaggio che sarà definito, tramite rotazione, a partire dal registro tenuto dal villaggio.

 

Il governo del villaggio

Il governo del villaggio sarà condotto dal Panchayat di cinque persone, scelto annualmente dagli abitanti adulti, maschi e femmine, che possiede le qualifiche minime prescritte.  Questi avranno tutte le autorità e le giurisdizioni richieste.  Poiché non ci sarà un sistema di punizioni nel senso dell’accezione comune attuale, questo Panchayat costituirà il corpo legislativo, l'ordinamento giudiziario e quello esecutivo tutti uniti perché  funzioni per il suo anno d'ufficio. .... Non ho esaminato qui la questione dei rapporti con i villaggi vicini e con il centro supposto che ve ne sia la necessità.  Il mio scopo qui è quello di delineare un profilo di governo del villaggio.  Qui c’è una democrazia perfetta basata sulla libertà individuale.  L'individuo è l'architetto del suo proprio governo.  La legge della non-violenza regola lui ed il suo governo.  Lui ed il suo villaggio possono rifiutare di obbedire alla forza di una parola.  La legge che governerà ogni abitante è quella per cui egli soffrirà fino alla morte nella sua difesa e dell’onore del suo villaggio. … Non c’è niente di intrinsecamente impossibile nel quadro qui disegnato.  Modellare un tale villaggio può essere il lavoro di una vita.  Ogni amante della vera democrazia e della vita del villaggio può prendere un villaggio, considerarlo un suo mondo ed un suo lavoro esclusivo e troverà dei buoni risultati.

 

L’opinione pubblica

Quando il Panchayat Raj è stabilito, l'opinione pubblica farà quello che la violenza non può mai fare.  Il potere attuale degli zamindar, dei capitalisti e dei rajas può rimanere in auge fintanto che la gente comune non realizzi la sua propria forza.  Se la gente non-coopera con la malvagità dello zamindari o del capitalista, deve morire di inoperosità.  Nel Panchayat Raj, soltanto il Panchayat sarà obbedito ed il Panchayat può agire soltanto con la legge fatta da loro.

Le leggi vere fanno lavorare duramente milioni di persone.

 

Il kisan l'anima dell'organizzazione

Nel Panchayat Raj, l'uomo che dovrebbe contare di più in India è naturalmente il kisan.  Come proporlo è il problema.

Più grande è il potere del Panchayat, migliore è per la gente.  Inoltre, perché il Panchayat sia efficace ed efficiente, il livello di formazione della gente (che lo compone) deve essere elevato considerevolmente.  Non concepisco l'aumento del potere della gente in termini militari, ma in termini morali.  Naturalmente, a questo proposito giuro su NAI TALIM.

 

Funzione del Panchayat

È una prerogativa del Panchayat far rivivere l'onestà e l'industria. ...  È prerogativa dei Panchayat insegnare agli abitanti del villaggio ad evitare le cause, se devono aver luogo.  Questo assicurerà una giustizia veloce senza alcun dispendio.  Non c’è bisogno ne della polizia ne dei militari. ...  Poi il Panchayat dovrebbe curare il miglioramento del bestiame.  Dovrebbe mostrare un costante incremento nel rendimento utile. ... il Panchayat dovrebbe inoltre provvedere ad un aumento delle quantità di derrate alimentari sviluppate nel loro villaggio.  Ciò deve essere compiuto correttamente rendendo fertile il terreno.  Avete il coraggio degli indigeni.  Dovreste bandire le bevande e le droghe intossicanti da voi.  Spero che sradichiate l’intoccabilità se ve ne fosse ancora qualunque traccia nel vostro villaggio.  Gli Indù, i Musulmani, i Sikh, il Parsee ed i Cristiani dovrebbero vivere tutti come fratelli e sorelle.  Se realizzaste tutto quello a cui ho fatto cenno, dimostrereste un’indipendenza reale e la gente verrebbe da tutta l'India per vedere il vostro villaggio modello e a prenderne ispirazione.

Stato del Panchayat

Se vedessimo il nostro sogno di Panchayat Raj, cioè, vera democrazia realizzata, considereremmo il più umile ed il più piccolo indiano come essere uguale al maggior latifondista dell'India.  Questo presuppone che tutti siano puri o che diventeranno puri se non sono.  E la purezza deve andare mano nella mano con la saggezza.  Nessuno allora farà distinzione fra comunità, casta e appartenenti ad altra casta.  Ognuno considererebbe tutti uguali a lui e li terrebbe insieme in una rete di seta d’amore.  Nessuno considererebbe un altro inttoccabile.  Riterremmo uguali tanto il lavoratore che lavora duramente quanto il ricco capitalista. 

Ognuno saprebbe guadagnarsi onestamente da vivere col sudore della fronte senza fare distinzione fra l'intellettuale ed il lavoro fisico.  Per accelerare questo processo, ci trasformeremmo volontariamente in spazzini.  Nessuno che abbia saggezza toccherebbe mai l'oppio, il liquore o altre bevande tossiche.  Ognuno osserverebbe lo Swadeshi come regola di vita e l'uomo considererebbe ogni donna, che non fosse sua moglie, come la madre, la sorella o la figlia secondo la sua età, senza nutrire lussuria per lei nel suo cuore.  Sarebbe pronto a perdere la sua vita quando l'occasione lo richiede, mai vorrà prendere la vita di un altro. ...

 

 

L’educazione

 

Il vecchio aforisma: “ la formazione è ciò che rende liberi” è tanto vero oggi quanto lo era prima.  La formazione qui non significa la semplice conoscenza spirituale, né la liberazione indica soltanto la liberazione spirituale dopo la morte.  La conoscenza include tutto l'addestramento utile per il servizio all'umanità e liberazione significa la libertà da tutto il modo della servitù anche nella vita attuale.  La servitù è di due generi:  schiavitù da dominazione esterna e schiavitù dai propri bisogni artificiali.  La conoscenza acquisita nel perseguire questo solo ideale costituisce il vero studio.

 

Conoscenza delle condizioni di vita

Oggi l’acqua pura, la buona terra, l’aria fresca ci sono sconosciute. Non conosciamo il valore inestimabile del cielo e del sole. Se facessimo un saggio uso di queste cinque forze e se mangiassimo con una dieta appropriata ed equilibrata avremmo fatto il lavoro degli esperti. Per acquisire questa conoscenza non abbiamo bisogno ne di lauree ne di soldi. Quello di cui abbiamo bisogno è una vivente fede in Dio, uno zelo per il servizio, una conoscenza delle cinque forze della natura ed una conoscenza della dietetica. Tutto questo può essere acquisito senza sprecare tempo in scuole o università.

L'interrogazione persistente e la sana curiosità sono il primo requisito per acquisire la sapienza di qualsiasi genere.  La curiosità dovrebbe essere temperata dall’umiltà e dal riguardo rispettoso per l'insegnante.  Non deve degenerare nel impudenza.  Quest’ultima è il nemico della ricettività della mente.  Non ci può essere conoscenza senza umiltà e volontà di imparare.

L’educazione deve essere di un nuovo tipo per il bene della creazione di un nuovo mondo.

Non è la letteratura o la sapienza che fanno un uomo ma l’educazione dalla vita reale.

Con la concessione degli adulti, o anche prima di essa, sono favorevole alla formazione universale, non necessariamente letteraria ma neanche come fosse un sussidio.  La formazione inglese,  sono convinto, ha affamato le nostre menti, le ha debilitate e non le ha mai preparate per una cittadinanza coraggiosa.  Darei loro (alle menti n.d.t.) sufficienti conoscenze delle lingue più ricche di cui tutto il paese sarebbe fiero.  La formazione nella comprensione della cittadinanza è un affare di breve durata se siamo onesti e sinceri.

 

Dignità del lavoro

Ritengo che, poichè la maggior parte del nostro tempo è dedicata a lavorare per guadagnaci il pane, i nostri bambini debbano, già dalla loro infanzia, comprendere la dignità di tale lavoro.  Ai nostri bambini non si dovrebbe insegnare a disprezzare il lavoro.  Non c’è ragione per cui il figlio del contadino, dopo essere andato a scuola, diventi inutile perché farà anche lui il lavoratore agricolo.

La formazione letteraria dovrebbe seguire la formazione manuale che si è ricevuto in dono e che distingue visibilmente l'uomo dalla bestia.  È un superstizione pensare che lo sviluppo più completo dell'uomo sia impossibile senza la conoscenza indubbiamente aggiunta alla grazia di vita, ma in nessun caso è indispensabile per la crescita fisica, morale o materiale dell'uomo.

Ritengo che una vera formazione intellettuale possa venire soltanto con un esercizio ed un addestramento adeguati degli organi del corpo, per esempio, mani, piedi, occhi, orecchi, naso, ecc.  Cioè un uso intelligente degli organi del corpo in un bambino, fornisce il senso migliore e più rapido per sviluppare il suo intelletto.  Ma a meno che lo sviluppo della mente e del corpo seguisse di pari passo il risveglio corrispondente dell'anima, solo il primo si dimostrerebbe essere un povero affare sbilenco.  Per addestramento spirituale intendo la formazione del cuore.  Uno sviluppo adeguato e completo della mente, quindi, può avvenire soltanto quando procede di pari passo con la formazione delle facoltà fisiche e spirituali del bambino.  Costituiscono un insieme indivisibile.  Secondo questa teoria, allora, sarebbe un grosso errore supporre che possano essere sviluppati in modo frammentario o indipendentemente uno dall’altro.

 

Un’armoniosa unione

Gli effetti rovinosi dell’assenza di un efficace coordinamento ed armonia tra le varie facoltà del corpo, mente ed anima rispettivamente, sono ovvi. Esse ci circondano; solo che abbiamo perso la loro percezione proprio per la nostra perversa associazione. …

L'uomo non è ne solo intelletto, ne un grossolano corpo animale, ne solo cuore o anima.  Un’adeguata combinazione armoniosa di tutte e tre le componenti è necessaria per costituire l'uomo nella sua interezza e costituisce l'obiettivo vero della formazione.

Per formazione intendo un disegno completo della cosa migliore nel bambino e nell’uomo: corpo, mente e spirito.  Il sapere leggere e scrivere non è la conclusione della formazione ma neppure l'inizio.  È soltanto uno dei mezzi con cui l'uomo e la donna possono essere istruiti.  Il sapere leggere e scrivere in se è formazione.  Quindi comincerei la formazione del bambino insegnandogli un’attività artigianale utile permettendogli di produrre dal momento che comincia il suo addestramento. … Ritengo che il maggior sviluppo della mente e dell'anima siano possibili con questo sistema di formazione.  In ogni caso ogni attività artigianale deve essere insegnata non soltanto meccanicamente come è fatto oggi, ma scientificamente, cioè, il bambino dovrebbe conoscere il perchè ed il dove di ogni processo.

Aderisco di più all’aspetto culturale dell’educazione che non al saper leggere e scrivere.

Il lavoro manuale utile, realizzato intelligentemente, è il modo PER ECCELLENZA con cui sviluppare l’intelletto. ... Un intelletto equilibrato presuppone uno sviluppo armonioso del corpo, della mente e dell'anima. … Un intelletto sviluppato per mezzo di un lavoro socialmente utile sarà uno strumento di servizio e facilmente non sarà sviato in percorsi indiretti.

Nai Talim

Ogni mestiere di base che serva da strumento di formazione deve rispondere alla prova di universalità.

Mestiere, arte, salute e formazione dovrebbero essere tutti integrati in uno schema unico.  Il NAI TALIM è una bella miscela dei quattro e riguarda la formazione intera dell'individuo a partire dalla concezione e fino al momento della morte. ... Invece di considerare il mestiere e l'industria come differenti dalla formazione, si dovrebbe considerare il primo come mezzo per il secondo.

Il mio NAI TALIM non dipende dai soldi.  Il suo costo dovrebbe essere già compreso nel processo educativo in se.  Qualunque le critiche possano essere, so che l'unica formazione possibile è quella dell’ “autosufficienza”.

È chiamato il nuovo metodo di formazione, dato che non è una importazione o un'imposizione straniera, ma è consistente con l'ambiente dell’India che si compone principalmente di villaggi.  Crede nella stabilizzazione dell'equilibrio fra il corpo, la mente e lo spirito di cui l'uomo è fatto.  È diverso dal tipo occidentale che è principalmente militarista, in cui la mente ed il corpo sono l’aspetto primario della formazione rispetto alla subordinazione dello spirito.  Questa è la cosa migliore fatta quando la formazione è data con l’attività artigianale.  L'altra peculiarità consiste nel fato che è destinata ad essere completamente autosufficiente.  Quindi, non richiede un dispendio di milioni nella formazione.

Gli insegnanti guadagnano quello che prendono.  È proprio dell'arte di vivere.  Di conseguenza, sia l'insegnante che l'allievo devono produrre molto durante l’insegnamento e l’apprendimento.  Arricchisce la vita fin dall'inizio.  Rende la nazione indipendente dalla ricerca di occupazione.

Il nostro sistema di formazione conduce allo sviluppo della mente, del corpo e dell'anima.  Il sistema ordinario si preoccupa soltanto della mente.

È popolarmente e correttamente descritto come formazione da lavoro artigianale.  Questo è vero.  La radice di questa nuova formazione è molto più profonda.  Si trova nell'applicazione della verità e dell'amore in ogni genere di attività umana, tanto della vita individuale quanto di quella comune.  La nozione di formazione attraverso il lavoro artigianale nasce dalla contemplazione dell’amore e della verità che pervadono le attività della vita.  L'amore richiede che la formazione vera debba essere facilmente accessibile a tutti ed utile ad ogni abitante del villaggio nella sua vita quotidiana.  Tale formazione non è ne derivata, ne dipendente dai libri.  Non ha relazioni con una specifica religione.  Se definita religiosa, è una religione universale da cui tutte le religioni specifiche sono derivate.  Di conseguenza, è imparata dal libro della vita che non costa niente e che non può essere tolta da alcuna forza sulla terra.

 

L’educazione universitaria

Lo scopo della formazione universitaria dovrebbe essere quella di emanare i veri servi della gente che vivranno e moriranno per la libertà del paese.  Sono quindi dell'opinione che la formazione universitaria dovrebbe essere coordina e considerata formazione di base …

Per quanto riguarda la formazione delle donne, non sono sicuro che debba essere differente da quella degli uomini e di quando dovrebbe avere inizio.  Ma sono fortemente dell'opinione che le donne dovrebbero avere le stesse opportunità degli uomini e perfino opportunità speciali ove necessario.

Non sono mai stato un fautore dell’educazione all’estero dei nostri allievi.  L’esperienza mi dice che questi, al ritorno, si trovino per essere spine quadrate in fori rotondi.  E questa esperienza è la più ricca e contribuisce di più allo sviluppo di quanto spunta dal terreno.

 

Un codice per gli studenti

L'agitazione è soltanto per coloro che hanno terminato i loro studi.  Mentre studia, l'unica occupazione degli allievi deve essere quella di aumentare la loro conoscenza. … Tutta la formazione erogata in un paese deve essere, in modo dimostrabile, nella promozione del progresso del paese in cui è stata prodotta.

Gli allievi dovrebbero essere, soprattutto, umili e corretti. ...  Il più grande per essere tale deve essere il più umile per scelta.  Se posso parlare per la mia conoscenza del credo indù, la vita di un allievo deve essere quella di un SANNYASI fino al momento in cui terminerà gli studi.  Seguendo la disciplina più rigorosa.  Non può sposarsi, ne indulgere in dissipazioni.  Non può indulgere nel bere e cose simili.  Il suo comportamento deve essere un modello di auto-limitazione esemplare.

 

Metodo di istruzione

Trovo tutti i giorni la prova che la nostra falsa formazione deindianizzante, aumenti e continui a fare del male a milioni di persone. … Sembra che pensiamo che nessuno possa sperare di essere come un Bose a meno che non conosca l'inglese.  Non posso concepire una superstizione più brutta di questa.  Nessun giapponese sente di essere così impotente come noi sembriamo essere. ... Il metodo di istruzione dovrebbe essere alterato immediatamente ed a qualsiasi costo, i dialetti riportati al loro legittimo posto.  Preferirei il caos provvisorio nell'istruzione superiore allo spreco criminale che si accumula quotidianamente.  Per migliorare la condizione ed l’indicatore di valore dei dialetti, la lingua dei tribunali dovrebbe essere la lingua della provincia in cui la corte è situata.  Gli atti delle legislature provinciali devono essere nello stesso dialetto, e persino nei dialetti, là dove una provincia avesse più di un dialetto all'interno dei suoi confini. … Al centro l’hindustani quale convenzione nazionale.  A mio parere, questa non è una questione da decidere tra accademici. … Quando questo paese diventerà realmente libero, la questione del metodo sarà risolta solo in un modo.  Gli accademici designeranno i programmi di esame e prepareranno i testi scolastici di conseguenza.  Ed i prodotti della formazione dell'India libera risponderanno ai requisiti del paese.  ... Per quanto noi, classi istruite, ci trastulleremo con questo problema, temo proprio che non riusciremo a produrre l'India libera e sana del nostro sogno.  Dobbiamo far uscire dalla schiavitù il nostro sforzo gravoso, se è educativo, economico, sociale o politico.  Lo sforzo in se è tre quarti della battaglia.

Non ho alcun dubbio che quanti hanno nelle loro mani l’educazione della gioventù, per forgiare le loro menti, scoprano che la lingua madre risulti tanto naturale per lo sviluppo della mente dell'uomo quanto il latte della madre per lo sviluppo del corpo dell'infante.  Come può essere al contrario?  Il bimbo prende la sua prima lezione dalla propria madre.  Io, quindi, ritengo che sia un peccato contro la lingua madre infliggere ai suoi bambini una lingua diversa per lo sviluppo della loro mente.

 

La lingua nazionale

La lingua interprovinciale ... può solo essere l’hindustani scritto in Urdu o Nagari. ... La mia richiesta è di bandire l'inglese come usurpatore culturale, come abbiamo bandito con successo il ruolo politico dell’usurpatore inglese.  La ricca lingua inglese manterrà sempre il suo posto naturale per le relazioni internazionali del commercio e della diplomazia.

La ridistribuzione delle province su una base linguistica è necessaria se i dialetti devono assumere la loro statura completa.  L’hindustani deve essere la lingua libera - Rashtra Bhasha - dell'India, ma non può sostituire i dialetti.  Non può essere il mezzo di istruzione nella provincia - molto meno dell’inglese.  La sua funzione è far realizzare un rapporto organico degli indiani con l'India.

La lingua inglese

Il più alto sviluppo della mente degli indiani deve poter avvenire senza una conoscenza dell’inglese.

È mio ponderato parere che la formazione inglese, nel modo con cui ci è stata erogata, ha reso incapaci gli indiani istruiti all’inglese; ha richiesto uno sforzo severo in termini di energia nervosa degli allievi indiani ed ha fatto di noi degli imitatori.  …  Nessun paese può trasformarsi in una nazione producendo una razza di traduttori.

L'inglese oggi è evidentemente la lingua del mondo.  Quindi le assegnerei un posto come una seconda lingua facoltativa, non nella scuola, ma nei corsi universitari.  Questa può essere solo per pochi selezionati non per le masse. … È la nostra schiavitù mentale che ci fa sentire incapaci di fare a meno dell'inglese.  Non si può mai sottoscrivere questo credo disfattista.

 

La letteratura

Non devo essere stato capito per denigrare l'inglese o la sua nobile letteratura.  Le colonne del HARIJAN sono prova sufficiente del mio amore per l'inglese.  Ma la nobiltà della sua letteratura non può più servirsi della nazione indiana di quanto si serva del clima temperato o del paesaggio inglese.  L'India deve fiorire nel suo proprio clima, paesaggio e nella sua propria letteratura, anche se tutti e tre possono essere inferiori al clima, al paesaggio ed alla letteratura inglesi.  Noi ed i nostri bambini dobbiamo costruire sulla nostra propria eredità.  Se ne prendiamo in prestito un altra, impoveriamo la nostra.  Non possiamo mai svilupparci sulle vittime straniere.  Desidero che la nazione abbia i tesori contenuti in quella lingua e, per quella materia, in altre lingue del mondo, attraverso i propri dialetti.  Non devo imparare il bengalese per conoscere le bellezze delle produzioni incomparabili del Rabindranath.  Si imparano con delle buone traduzioni.  I ragazzi e le ragazze di Gujarati non devono imparare il russo per apprezzare le piccole storia del Tolstoy.  Le imparano con delle buone traduzioni.  È un vanto degli inglesi che il meglio della produzione letteraria mondiale sia disponibile in quella nazione, in un semplice inglese, entro una settimana dalla sua pubblicazione.  Perchè ho bisogno di imparare l'inglese per avere il meglio di quanto Shakespeare e Milton hanno pensato e scritto?

 

Province linguistiche

Ho avuto un ruolo importante nell’assicurazione del Congresso circa il riconoscimento della ridistribuzione delle province, per gli scopi del Congresso, su una base linguistica.  Mi sono sempre mosso perché il governo accettasse tale ridistribuzione.

Credo che la base linguistica sia la base corretta per la delimitazione delle province.  Non dovrei occuparmi di due province che parlano la stessa lingua, se non sono attigue.  Se il Kerala e Karnataka parlassero la stessa lingua, li tratterei come due province distinte.

 

Università provinciali

Credo che ci dovrebbero essere tali università se ...  questi ricchi dialetti e la gente che li parla devono raggiungere la loro realizzazione completa.  Allo stesso tempo temo che tradiamo noi stessi nell’eccessiva fretta che mettiamo nel raggiungere l’obiettivo.  Il primo passo dovrebbe essere la ridistribuzione politica linguistica delle province.

Lo spirito esclusivo è alla vigilia più importante.  Ognuno pensa a se stesso ed alla sua famiglia.  Nessuno pensa all’India nel suo insieme.  La forza centripeta è indubbiamente là, ma non è vocale, mai chiassosa;  considerando che la centrifuga è in superficie e per sua stessa natura fa il rumore più forte, esige l'attenzione di tutti.  Si manifesta nelle questioni comunali.  Questo ha dato risalto a timori in altri campi. ... Anche i riformatori più zelanti posporrebbero i problemi più discussi ad un periodo più promettente in cui, nell'interesse del paese, la virtù “di dare e ricevere” sarebbe riconosciuta liberamente e tutti gli interessi particolari sarebbero subordinati all'unico interesse del benessere dell'India, che includerebbe il benessere di tutti.  Di conseguenza, coloro che, come me, desiderano che suggerimenti entrino in gioco proprio adesso, devono lavorare per determinare un’amosfera sana, che promuova l'accordo al posto della discordia, la pace al posto della disputa, il progresso al posto della regressione e la vita al posto della morte.

 

Nessun provincialismo esclusivo

Sostengo che la gente di tutte le province appartiene all’India e che l'India appartiene a tutti.  L'unica condizione è che nessuno possa andare e risiedere in un'altra provincia per sfruttarla o governarla o danneggiare comunque il suo interesse.  Tutti sono servi dell'India e vivono soltanto nello spirito di servizio.

La rovina della nostra vita è il nostro provincialismo esclusivo; al contrario, la mia provincia deve essere estesa ai confini dell’India in modo che alla fine si estenda ai confini della terra.  Altrimenti perisce.

Unità dell’India

Il congresso ha già adottato il principio [ della ricostituzione delle province su una base linguistica ] ed ha dichiarato la sua intenzione di dargli un seguito costituzionale non appena avrà assunto il potere;  come tale, la ridistribuzione sarà favorevole all'avanzamento culturale del paese.  Ma tale ridistribuzione non dovrebbe agire contro l'unità organica dell'India.  L'autonomia non è e non dovrebbe significare la rottura, o in futuro quelle province potrebbero andare nel senso che avranno scelto, indipendenti l’una dall’altra o dal centro.  Se ogni provincia comincia a considerarsi come un'unità separata e sovrana, l’indipendenza dell'India perderà il suo significato e con esso sparirà anche la libertà di varie unità. …

 Il mondo esterno non ci conosce come Gujaratis, Maharashtri[an]sTamilians ecc., ma soltanto come indiani.  Dobbiamo, quindi, scoraggiare risolutamente tutte le tendenze centrifughe ritenendoci e comportandoci come indiani.  Conforme a questa considerazione preminente, una ridistribuzione linguistica delle province dovrebbe dare uno slancio alla formazione ed al commercio.

 

 

La protezione delle mucche

 

 

Il posto delle mucche

La mucca è un poema di pietà.  Si legge la pietà in un animale dolce.  È la madre di milioni di indiani.  La protezione della mucca significa protezione dell’intera creazione dei “senza parola” che Dio ha fatto.  Il vecchio profeta, chiunque fosse, ha cominciato dalla mucca.  L'appello dell'ordine più basso della creazione è il più forte di tutti perché è senza parola.

... La mucca è il tipo di vita animale più puro.  Ci prega a nome di tutte le specie animali perché ricevano giustizia dalle mani dell'uomo e prima di tutto che vivano.  Sembra che ci parli attraverso i suoi occhi:  “non siete stati messi sopra di noi per ucciderci e mangiare la nostra carne o al contrario di maltrattarci, ma per essere nostri amici e guardiani '.

Io l’adoro e difenderò il suo culto contro il mondo intero.

Madre mucca è in molti sensi migliore della madre che ci ha dato i natali.  Nostra madre ci dà il latte per un  paio di anni e quindi si aspetta che la serviamo quando cresciamo.  Madre mucca non si aspetta niente da noi se non erba e grano.  Nostra madre si ammala spesso e questo prevede che noi ci si metta al suo servizio.  Madre mucca raramente si ammala.  E ci presta tanti altri servizi che non si esauriscono con la sua morte.  Quando muore nostra madre, significano spese di sepoltura o di cremazione.  Madre mucca è utile sia da morta che da viva.  Possiamo usare ogni parte del suo corpo - carne, ossa, intestini, corna e pelle.  Bene, non dico questo per sottovalutare la madre che ci da la nascita, ma per mostrarvi la sostanza di quanto mi spinge all’adorazione della mucca.

 

La mucca nell’Induismo

Il fatto centrale dell’Induismo è la protezione della mucca.  La protezione della mucca è per me uno dei fenomeni più belli dello sviluppo umano.  Prende l'essere umano oltre questa specie.  La mucca per me significa l'intero mondo sub-umano.  L'uomo attraverso la mucca è incoraggiato a realizzare la sua identità con tutto quello che vive.  Perchè la mucca sia stata selezionata per l’apoteosi mi è chiaro.  La mucca era in India la compagna migliore.  Era la dispensatrice di abbondanza.  Ha dato non soltanto il latte, ma ha anche permesso l'agricoltura. ... La protezione della mucca è il regalo dell’Induismo al mondo.  E l’Induismo vivrà tanto a lungo quanto ci saranno Indù a proteggere la mucca. ... Gli Indù saranno giudicati non dai loro TILAKS, non dal corretto salmodiare del MANTRAS, non dai loro pellegrinaggi, non dal loro rispetto più puntiglioso delle regole di casta, ma dalla loro capacità di proteggere la mucca.

 

La macellazione della mucca

Non ucciderei un uomo per proteggere una mucca, così come non ucciderò una mucca per conservare una vita umana, per quanto preziosa essa sia.

La mia religione mi insegna che dovrei, attraverso il mio comportamento personale, infondere nelle menti di coloro che potrebbero avere idee differenti, la convinzione che l'uccisione della mucca sia un peccato e che, quindi, che deve essere abbandonata.

La macellazione della mucca potrebbe non essere mai interrotta per legge.  Solo la conoscenza, la formazione e lo spirito gentilezza verso di lei può porre fine ad essa.  Non sarà possibile conservare questi animali che sono un fardello sulla terra e persino l’uomo se fosse un peso.

La mia ambizione è niente di meno che vedere stabilito nel mondo intero il principio di protezione della mucca.  Ma questo richiederebbe che mettessi in ordine  in primo luogo la mia propria casa.

La protezione della mucca per me non significa semplicemente proteggere la mucca.  Significa proteggere quanti nel mondo sono deboli e impotenti.

Lasciatemi ripetere ... che la proibizione legislativa è la parte più piccola di tutto il programma di protezione della mucca.  ... La gente sembra pensare che, quando una legge è approvata contro la malvagità, quest’ultima muoia senza ogni altro ulteriore sforzo.  Non c’è un auto-inganno più grossolano.  La legislazione è intesa ed è efficace contro un ignorante o una  piccola minoranza malpensante;  ma non c’è legislazione che opposta da un'opinione pubblica intelligente ed organizzata, o con il pretesto della religione, avversata da una minoranza fanatica, che possa riuscire mai nell’intento.  Più studio la questione della protezione della mucca, più forte si sviluppa in me la convinzione che tale aspetto, unito a quello della sua progenie, possa essere raggiunto soltanto se l’azione di sforzo costruttivo è continuo e segue le linee da me suggerite.

 

Goseva (la conservazione delle specie animali)

La conservazione del bestiame è una parte vitale della GOSEVA.  È una questione vitale per l'India. … C’è l’esigenza urgente di uno studio profondo e di spirito di sacrificio.  Raccogliere soldi e  distribuire carità non significa capacità reale di guadagno.  Il vero guadagno è sapere conservare il bestiame e comunicare questa conoscenza a milioni di persone  per vivere in modo ideale e investire i soldi in questa attività.

Finché le semplici necessità economiche di protezione della mucca saranno solo un affare, questi potranno essere facilmente assicurati se la domanda sarà rivolta solo su questo terreno.  In tale evenienza: tutto il bestiame improduttivo, le mucche che danno meno di quanto prendono, il bestiame vecchio ed inadatto, sarebbero macellati senza pensarci due volte.  Questa economia inumana non ha posto in India, anche se, paradossalmente, gli abitanti di questa terra possono essere considerati colpevoli di molti atti inumani.

Dimostrazioni positive

Come può, allora, la mucca essere un risparmio senza doverla uccidere quando cessa di produrre la quantità economica di latte o quando, al contrario, si trasforma in una spesa antieconomica?  La risposta alla domanda può riassumersi come segue:  dagli Indù che fanno il loro dovere verso la mucca e la sua progenie.  Se fosse così, il nostro bestiame sarebbe l'orgoglio dell'India e del mondo.  Oggi è il caso contrario.  Imparando dalla zootecnia.  Oggi vige una perfetta anarchia in questo settore lavorativo. 

Occorre sostituire l’attuale metodo crudele della castrazione con il metodo più umanitario esercitato in Occidente. Con una riforma minuziosa dei PINJRAPOLES [ istituzioni per le mucche invecchiate ] dell'India che oggi, in generale, sono gestiti con ignoranza e senza alcuna pianificazione da uomini che non conoscono il loro lavoro.  Quando queste cose primarie saranno fatte, si troverà che i Musulmani, di loro propria volontà, riconosceranno la necessità, se non altro per amore dei loro fratelli di Indù, di non macellare la carne di manzo oppure il contrario.  Il lettore osserverà che dietro i precedenti requisiti risiede una cosa cioè l’AHIMSA, altrimenti conosciuta come la pietà universale.  Se questa cosa suprema è realizzata, ogni altra diventa facile.  Dove c’è l’AHIMSA, c’è pazienza INFINITA, calma interiore, distinzione, auto-sacrificio e vera conoscenza.

 

Allevamento in cooperativa del bestiame

È quasi impossibile per un singolo coltivatore occuparsi del benessere del suo bestiame, nel suo ambito famigliare, in modo adeguato e scientifico.  Fra le altre cause, la mancanza di uno sforzo collettivo è stata la causa principale del deterioramento della mucca e del bestiame in generale.  Il mondo d’oggi si sta muovendosi verso un obiettivo di sforzo collettivo o cooperativo, in ogni ambito di vita.  Molto in questo senso è stato fatto e si sta compiendo.  È entrato anche nel nostro paese, ma in una forma così distorta che i nostri poveri non ne hanno potuto trarre vantaggio.  Parallelamente, con l'aumento nella nostra popolazione, sono diminuiti quotidianamente i possedimenti terrieri del coltivatore medio.  Inoltre, quello che l'individuo possiede è spesso frammentato.  Per tali coltivatori mantenere il bestiame nel loro ambito familiare è una politica suicida;  ma questo è oggi la loro condizione.  Coloro che attribuiscono il primo posto agli aspetti economici e prestano scarsa attenzione alle considerazioni religiose, etiche o umanitarie, affermano dall’alto degli edifici che il coltivatore sta per essere divorato dal suo bestiame per via del costo della loro alimentazione che è maggiore di quello che rendono.  Dicono che è folle non macellare all'ingrosso tutti gli animali inutili.  Quello che dovrebbe essere fatto dai filantropi è allora la questione.  La risposta ovviamente è trovare la strada per cui si possa salvare non soltanto le vite del nostro bestiame, ma anche vedere che non si trasformino in un fardello opprimente.  Sono sicuro che uno sforzo cooperativo può aiutarci in larga misura.  Il seguente confronto può essere utile:  col sistema collettivo, nessun coltivatore può mantenere il bestiame nel suo ambito domestico come oggi.  Inquinano l'aria e sporcano i dintorni.  Non c’è ne intelligenza ne umanitarismo nel vivere con gli animali.  L'uomo non è destinato a fare così.  Lo spazio preso dai bestiami oggi sarebbe risparmiato al coltivatore ed alla sua famiglia se fosse adottato il sistema collettivo.  Man mano che il numero di bestie aumenta, la sua sede diventa insufficiente per il coltivatore.  Così è obbligato a vendere i vitelli ad uccidere i bufali maschi oppure a farli morire di fame.  Questo inumanità sarebbe evitata se la cura del bestiame fosse intrapresa su una base cooperativa.  L’allevamento collettivo del bestiame disporrebbe dell’intervento veterinario per gli animali quando questi siano malati.  Nessun singolo coltivatore può permettersi questo per i propri animali.  Allo stesso modo con il sistema collettivo, un toro selezionato può essere mantenuto facilmente per il bisogno di parecchie mucche. Questo al contrario è impossibile tranne che per carità.  Il pascolo o il pascolo comune per gli animali sarebbe facilmente disponibile con il sistema cooperativo, mentre oggi, non c’è generalmente nulla del genere per i singoli coltivatori.  La spesa per il foraggio sarebbe comparativamente molto inferiore col sistema collettivo.  La vendita del latte a buoni prezzi sarebbe notevolmente facilitata e non ci sarebbe l’esigenza o la tentazione di adulterare il latte come fa il singolo allevatore.

È impossibile effettuare individualmente le prove di idoneità di ogni singola bestia, ma questo potrebbe essere fatto facilmente per il bestiame di un villaggio intero in modo da rendere più facile il miglioramento della razza.  I vantaggi su menzionati dovrebbero essere argomenti sufficienti per sostenere l'allevamento cooperativo del bestiame.  Ma l’argomento più forte a suo favore è che il sistema individualistico è stato il modo di rendere pietosa tanto la nostra propria condizione quanto quella del nostro bestiame.  Possiamo salvare noi e loro soltanto facendo questo cambiamento essenziale.  Credo anche fermamente che non deriveremo tutti i benefici dell'agricoltura finché non adotteremo il sistema cooperativo.  Non è meglio per cento famiglie di un villaggio coltivare collettivamente le loro terre e dividere le entrate piuttosto che dividere la terra comunque in cento parti?  E quello che si applica alla terra si applica ugualmente al bestiame.  Il problema diventa un altro quando si considera la difficoltà a convertire la gente ad adottare questo modo di vivere più conveniente.  La strada diritta e stretta è sempre dura da attraversare.  Ogni passo del programma di servizio alla mucca è cosparso di problemi spinosi.  Ma soltanto superando le difficoltà possiamo sperare di rendere il percorso più facile.  Il mio scopo per il momento è mostrare la maggiore superiorità dell’allevamento collettivo del bestiame rispetto allo sforzo individuale.  Ritengo inoltre che quest’ultimo sia sbagliato e che solo il primo sia corretto.  In realtà, l'individuo può persino salvaguardare solo la sua indipendenza con la cooperazione.  Nell’allevamento del bestiame, lo sforzo individuale ha condotto all’egoismo ed alla inumanità, mentre lo sforzo collettivo può ridurre entrambe le malvagità, se non rimuoverle complessivamente.

 

 

Cura della natura

Credo che l'uomo abbia egli stesso un piccolo bisogno di droga.  999 casi su mille possono essere fatti rinvenire per mezzo di una dieta ben dosata, di un trattamento della terra e dell'acqua e di rimedi domestici simili.

Ritengo che là dove le regole di risanamento personale, domestico e pubblico siano osservate rigorosamente e si assume la cura dovuta in materia di dieta ed esercizio, questo dovrebbe salvaguardare dalle malattie.  Dove c’è la purezza assoluta, interna ed esterna, la malattia diventa impossibile.  Se la gente del villaggio potesse capire questo, non avrebbero bisogno dei medici, di HAKIMS o di VAIDYAS. ...

 

Una vita migliore

La cura della natura implica un modo ideale di vita e questa a sua volta presuppone termini di vita ideali in città ed in villaggi.  Il nome di Dio è, naturalmente, il perno su cui gira il sistema di cura della natura.

La cura della natura implica che il suo trattamento debba essere il meno costoso ed il più semplice possibile.  L’ideale è che tale trattamento venga effettuato nei villaggi.  Gli abitanti del villaggio dovrebbero potere fornire i mezzi e le attrezzature necessari.  Quello che non fosse disponibile nei villaggi dovrebbe essere procurato altrove.  La cura della natura significa un cambiamento per una migliore prospettiva di vita in se.  Significa regolare la propria vita in conformità con le norme igienico-sanitarie.  Il problema non è ottenere gratuitamente le medicine dall'ospedale o pagarle.  Chi ottiene gratuitamente le medicine dall'ospedale accetta la carità.  L'uomo che accetta la cura della natura non elemosina mai.  L’auto-aiuto aumenta l’auto-rispetto.  Chi Segue le misure per curare se stesso elimina i veleni dal sistema e prende le dovute precauzioni contro le future malattie.

 

La giusta dieta

Una giusta dieta ed una dieta equilibrata sono necessarie.  Oggi i nostri villaggi sono in fallimento come lo siamo noi stessi.  Produrre abbastanza verdure, frutta e latte nei villaggi, è una parte essenziale dello schema di cura della natura.  Il tempo passato su questo argomento non dovrebbe essere considerato uno spreco.  Si limita a procurare benefici per tutti gli abitanti dei villaggi e, quindi, per tutta l'India.

L'essenza della cura della natura è che impariamo i principi dell'igiene e del risanamento e ci atteniamo a queste norme così come ci si deve attenere alle norme concernenti una nutrizione adeguata.  Così facendo ognuno si trasforma nel suo stesso medico.  L'uomo che mangia per vivere, che è amico dei cinque alimenti: terra, acqua, etere, sole ed aria e che è un servo di Dio, il creatore di tutto questo, non si ammalerà.  Se farà così, rimarrà calmo contando su Dio e morirà in pace se necessario.  Se ci sono delle erbe medicinali nei campi del suo villaggio, può usarle.  Gli abitanti dei villaggi vivono e muoiono così: senza un lamento.  Non hanno così tanto come hanno sentito parlare da un medico, e tanto meno ne hanno mai visto uno in faccia.

Malattia

La malattia balza da una frattura ostinata o ignara delle leggi della natura.  Segue, quindi, che il ritorno attuale a quelle leggi dovrebbe significare la guarigione.  Una persona che ha provato a resistere alla natura, o soffrire la punizione inflitta dalla natura o, per evitarla, cercare l'assistenza del medico o del chirurgo in funzione delle circostanze.  Ogni sottomissione alla punizione meritata rinforza la mente dell'uomo, ogni tentativo di evitarla lo fiacca.

Il mio amore per la cura della natura e del sistema indigeno non mi impediscono di affermare che la medicina occidentale lo ha definito (il sistema indigeno? n.d.t.) come magia nera malgrado quanto ho stigmatizzato.  Ho usato termini duri e non li ritiro, a causa del fatto che (l’Occidente n.d.t.) ha approvato la vivisezione e tutte le cose terribili che rappresenta e perché non si arresterà di fronte a nessuna pratica che prolunghi la durata del corpo, per quanto malvagia possa essere, e perché ignora l'anima immortale che risiede nel corpo.  Aderisco alla cura della natura nonostante le sue grandi limitazioni e nonostante le miti pretese degli amanti della natura.

 

Significato per i villaggi

La cura che ho della natura è dedicata solamente agli abitanti dei villaggi ed ai villaggi.  Di conseguenza, non c’è posto in essa per il microscopio, i raggi X e le cose simili.  Né è c’è posto per le medicine come il chinino, l’emetina e la penicillina.  L'igiene personale e la vita sana hanno un’importanza primaria.  E questi dovrebbero bastare.  Se ognuno potesse realizzare la perfezione in questa arte, non sarebbero le malattie.  E se mentre si obbedisce a tutte le leggi della natura per curare la malattia, comunque si fosse colpiti, il rimedio sovrano si trova sempre nel RAMANAMA.  Ma questa cura del RAMANAMA non può diventare universale in un batter d'occhio.  Nel convincere il paziente, il medico deve essere il corpo vivente della forza del RAMANAMA.

Cominciamo a preoccuparci veramente dei villaggi.  I bambini e gli adulti del villaggio vengono a noi.  Insegniamo loro come vivere veramente.  Dottori per il 99% delle malattie causate dall’igiene, dal consumo di alimenti sbagliati e dall'iponutrizione.  Se possiamo insegnare l'arte di vivere a questo 99%, possiamo permetterci di trascurare l’1%.  Non dobbiamo preoccuparci per loro.

Vorrei conoscere quello che gli uomini e gli scienziati medici stanno facendo per il paese.  Si troverebbe che loro vanno prontamente in terre straniere ad imparare i nuovi modi di trattare speciali malattie.  Penso che dovrebbero rivolgere la loro attenzione verso i sette lakhs dei villaggi dell'India.  Scoprirebbero immediatamente che tutti gli uomini e le donne qualificati sono richiesti a servizio del villaggio, non seguendo i modi di curare dell'Occidente, ma seguendo le modalità dell'Est.  Si adatteranno da soli a molti sistemi indigeni.  L'India non ha bisogno delle droghe importate dall'Occidente quando ha un inesauribile magazzino di una varietà di droghe che crescono negli stessi villaggi.  Ma più che le droghe devono insegnare alla gente il giusto modo di vivere.

 

 

Il sistema sanitario nazionale

 

La coscienza civile

L’igiene nazionale può essere assicurata soltanto se c’è una coscienza nazionale e un'insistenza nazionale sull’igiene dei luoghi pubblici.  L’intoccabilità deve rispondere molto per la scarsa igiene delle nostre vie e dei nostri bagni, sia privati che pubblici.  Ai suoi esordi, l’intoccabilità era una regola di risanamento ed ancora lo è in tutti gli altri paesi.  Cioè, una persona o una cosa sporca sono intoccabili, e non appena la sua sporcizia è lavata via, la persona o la cosa non solo più da considerarsi intoccabili.  Di conseguenza, una persona che rovista tra i rifiuti, che sia un BHANGI rimunerato o una madre non pagata, sono sporchi fino a che non si siano ripuliti dal loro lavoro sporco.

 

Municipalità

Nessun comune può fare fronte alla scarsa igiene ed alla congestione attraverso il  semplice processo di tassazione e dei servizi remunerati.  Questa riforma vitale è possibile soltanto tramite una vasta e volontaria cooperazione della gente, sia ricca che povera.

Se fossi un contribuente all'interno della giurisdizione di una consiglio locale o di un comune, rifiuterei di pagare una singola ulteriore tassa supplementare e raccomanderei altri a fare lo stesso a meno che i soldi versati fossero restituiti quattro volte tanto.  Coloro che entrano nei consigli e nei comuni locali come rappresentanti vanno là non per cercare onori o per dedicarsi in rivalità reciproche, ma per rendere un servizio amorevole e questo non dipende dai soldi.  Il nostro è un paese di poveri.  Se i nostri consiglieri comunali fossero impregnati da uno spirito reale di servizio, si convertirebbero in risanatori non pagati, in creatori di strade e di BHANGIS, sarebbero orgogliosi di fare questo.  Inviterebbero i loro colleghi consiglieri, che non possono risiedere nel Congresso, ad unirsi a loro e se avessero fede in se stessi e nella loro missione, il loro esempio non fallirebbe ad ottenere adesioni.  Questo significa che un consigliere comunale deve essere come un orologio.  Non dovrebbe fare solo i propri interessi.  Il passo successivo dovrebbe essere quello di censire l'intera popolazione adulta all'interno della giurisdizione comunale o del consiglio locale.  Tutti dovrebbero essere chiamati a dare il loro contributo alle attività comunali.  Dovrebbe essere gestito un normale registro.  Coloro che non siano in grado di dare il loro contributo in danaro ma che risultino sani fisicamente possono adattarsi a contribuire liberamente con il loro lavoro.

 

Offese contro la natura

Chiunque sporchi l'aria, che sputi trascuratamente, che getti rifiuti e immondizia, o altrimenti sporca per terra, pecca contro l'uomo e la natura.  Il corpo dell'uomo è il tempio di Dio. Chiunque sporcasse l'aria è come se dissacrasse quel tempio.  Nomina RAMA invano.

Il senso di igiene nazionale o sociale non è una virtù da noi.  Possiamo fare ogni tipo di bagno, ma non ci occupiamo di pulire il pozzo o il serbatoio o il fiume in cui ci bagniamo.  Dobbiamo considerare questo difetto come il grande vizio responsabile della condizione disgraziata dei nostri villaggi, delle sacre sponde dei sacri fiumi e delle malattie che nascono dal marciume.

L’armonia comunale

Se non durante il corso della mia vita, so che dopo la mia morte sia gli Indù che i Musulmani testimonieranno il che non ho mai cessato di desiderare ardentemente la pace comunale.

Il mio desiderio è quello di potere cementare i due [ Indù e Musulmani ] se necessario con la mia anima.

Ho lo stesso amore sia per i Musulmani che per gli Indù.  Il mio cuore batte tanto per i Musulmani quanto per gli Indù.  Se potessi tenerlo aperto, scoprireste che non ci sono scompartimenti in esso, ne uno riservato all'Indù, ne un altro per il Musulmano e così via.

 

Il significato di unità

L’ [ unità degli Indù e dei Musulmani ] è stata la mia passione fin dalla gioventù.  Considero alcuni dei più nobili musulmani come miei amici.  Ho una figlia devota all’Islam più che a me.  Vive per quell'unità e allegramente morirebbe per essa.  Ho avuto il figlio dell’ultimo Muezzin del Jama Masjid di Bombay come compagno leale dell’Ashram.

L’ [ unità degli Indù e dei Musulmani ] è costituita dal fatto di avere uno scopo comune, un obiettivo comune e dei dispiaceri comuni.  È promossa meglio cooperando per raggiungere l'obiettivo comune dividendo i dispiaceri di un altro e con tolleranza reciproca.

L'unità degli Indù e dei Musulmani significa non soltanto l'unità fra Indù e Musulmani, ma fra tutti coloro che credono nell'India quale loro sede, senza riguardo alla fede cui appartengono.

L'amore è la base della nostra amicizia come lo è per la religione.  Cerco di guadagnare l'amicizia del Mussulmano per diritto di amore.  E se l'amore persiste anche da parte di una Comunità, l'unità si trasformerà in un fatto assodato nella nostra vita nazionale.

 

Una famiglia

La strada d’oro è quella di essere amici con il mondo e considerare tutta la famiglia umana come i membri di una sola famiglia.  Chi fa distinzioni fra la famiglia di uno e quella di un altro diseduca i membri della propria famiglia ed apre la strada alla discordia e all’ateismo.

 

Tumulti comunali

L’illegalità [ dell’attività comunale] è un mostro con molte facce.  Danneggia tutti alla fine, compreso coloro che sono soprattutto responsabili di esso.

Se le rivalse cesseranno in modo unilaterale le rivolte non continueranno.

Vendicarsi contro i parenti dei membri della stessa comunità religiosa che sbagliano è un atto da vigliacchi.

Deve risultare all’Islam e così pure agli Indù che, chiunque sia puro di carattere, lavorerebbe fra tali uomini (GOONDAS).

Dovremmo convertire e controllare gli elementi di teppismo.

Non c’è posto per il GOONDAISMO in tutte le religioni degne di tale nome, sia l’Islam, l’Induismo o qualsiasi altra.

 

Rispetto per le religioni

Ciascuno deve rispettare religione dell’altro e deve astenersi dal pensare anche segretamente cattiverie dell'altro.  Non può essere permessa nessuna propaganda che insulti altre religioni.

Insultare la religione di un altro, rilasciare dichiarazioni incoscienti, proferire falsità, rompere la testa a uomini innocenti, dissacrare templi o  moschee, sono una negazione di Dio.

La chiave di soluzione del groviglio [ comunale ] si trova in ogni seguace della cosa migliore della sua religione e che ha lo stesso riguardo per le altre religioni e per i loro seguaci.

Nel provare ad esplorare i tesori nascosti dell’antica cultura, sono arrivato a questa conclusione inestimabile per cui tutto quello che è permanente nell’antica cultura indù si ritrova anche nell'insegnamento di Gesù, del Buddha, di Maumetto e di Zoroaster.

L’Induismo ha assorbito il meglio di tutte le fedi di tutto il mondo ed in questo senso non è una religione esclusiva. Per cui non ha nulla contro l’Islam  ed i suoi seguaci.

La spada non è l’emblema dell’Islam.  Ma l’Islam è nato in un ambiente in cui la spada era ed ancora rimane, la legge suprema. …  La spada è ancora troppo in evidenza fra i Musulmani.  Deve essere inguainata se l’Islam deve essere quello che esso significa: pace.

Il contributo distintivo islamico … è il suo vero credo nell’univocità di Dio e un'applicazione pratica della verità secondo cui tutti gli appartenenti al Suo popolo sono fratelli fra di loro.

Islam significa pace. La pace non può essere confinata ai Musulmani. Deve significare pace per tutto il mondo.

Proselitismo

I giorni delle conversioni con la forza sono passati.

È il passaggio di fedeltà da un campo ad un altro e la mutua negazione di fedi diverse che fa aumentare l’odio reciproco.

Non c’è nulla nel Corano che giustifichi l’uso della forza per la conversione.

Così come noi non rompiamo la testa di qualcuno per il rispetto di principi civili, allo stesso modo non possiamo farlo per il rispetto di principi religiosi.

Sono convinto che le masse non desiderano combattere, se non lo vogliono i loro capi.  Se quindi i capi concordano che le reciproche liti debbano essere, come in tutti i paesi avanzati, cancellati dalla nostra vita pubblica essendo barbare ed irreligiose, non ho dubbi che le masse li seguirebbero tranquillamente.

 

Arbitrato

L’ [ arbitrato ] è un metodo antico e civile.

La mutua tolleranza è necessaria in ogni tempo e per tutte le razze.

Una onesta pubblica opinione deve fare l’impossibile per scoraggiare quelle parti che seguono le vie legali ed ogni caso [ di disputa ] deve essere riportata ad un arbitrato privato o ad una corte di tribunale.

 

Musica davanti alle moschee

Dove gli Indù stiano osservando deliberatamente e da tanto tempo l'abitudine a fermare la musica davanti alle moschee, devono continuare a farlo.  E dove suonano musica senza interferenze, la pratica dovrebbe continuare.  Dove il problema è compreso ed i fatti sono controversi entrambe le Comunità devono riferire la questione ad arbitrato.

 

La mucca

La religione Indù consiste nel salvare la mucca e non può sempre essere la sua religione a salvare la mucca facendo ricorso alla forza verso un non Indù.

… Sarebbe avventato … e improprio per una maggioranza Indù costringere con la legge una minoranza Musulmana definendo statutariamente la proibizione della macellazione della mucca.

 

Le scritture

Il mio consiglio circa l’adozione della scrittura (Hindi ed Urdu) da parte di Indù e Musulmani è quello di basarsi su un metodo comune.

 

I servizi

Sarà fatale al buon governo se introdurremo [ nei ministeri ] lo spirito comunale.

Le minoranze avranno diritto alla giustizia più piena. Solo efficienza e merito dovranno contare …

 

Tolleranza

L'unità che vogliamo durerà soltanto se coltiveremo un cedere e una disposizione caritatevole verso ogni altro.

La tolleranza è l'unica cosa che permetterà alle persone che appartengono a differenti religioni di vivere come  buoni vicini ed amici.

Secolarismo

Il nazionalismo è più grande del settarismo.  Ed in questo senso, siamo Indiani in primo luogo e Indù, Musulmani, Parsi e Cristiani dopo.

Lo Stato è costretto ad essere interamente secolare. … Tutti i soggetti saranno così uguali di fronte alla legge.  Ma ogni singolo individuo sarà libero di professare una religione senza che sia ostacolato a condizione che non trasgredisca per consuetudine.

 

Eguale cittadinanza

Alle minoranze si deve far realizzare che sono cittadini dello Stato in cui vivono e di pari valore alla popolazione maggioritaria, nel cercare giustizia.

Se la maggioranza Indù farà tesoro della sua religione e del suo dovere questo avverrà a tutti i costi. Essi prevedranno i limiti o gli errori di una minoranza che non ne ha una ma che segue la maggioranza nel rispettare la legge.

Dovreste trattare i Musulmani come concittadini. Il rispetto della scrittura Urdu richiede lo stesso trattamento.

Nessuna oppressione deve essere sentita dalle minoranze comunque piccole esse siano. C’è la necessità di trattare al meglio tutte le questioni [ come la lingua e la scrittura ].

Mio unico obiettivo con rispetto delle questioni Indù-Musulmane, è che la soluzione deve essere completa solo quando le minoranze sia indiana che pakistana si sentano perfettamente sicure anche quando sono minoranza rispetto all’altra.

Le donne Indù e Sikh dovrebbero andare dalle sorelle Musulmane e cercare di fare amicizia con loro. Dovrebbero invitarle a particolari cerimonie o occasioni speciali. I ragazzi e le ragazze Musulmane devono essere accettati dalle scuole comuni, non comunali. Dovrebbero essere accomunati dallo sport.

 

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