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Il Mediterraneo nel Terzo Millenio

Giorgio La Pira

L'Europa del Sud e l'utopia...concreta di Giorgio La Pira

di Franco Nocella

1951. Ecco il "Segno dei Tempi": "Volevo soltanto riferirmi a quei segni rivelatori, precorritori, sintomatici della presenza di un piano divino nel processo della storia umana. Bisogna che noi cristiani impariamo a leggere la storia degli uomini come intrecciata, seppure distinta, con la storia della salvezza e ritenere che entrambe si muovono verso la stessa direzione. Per que­sto bisogna levare lo sguardo e vedere: bisogna attentamente osserva­re... perché qualcosa di grande sta avvenendo, sta maturando, sotto il nostro sguardo ancora attonito: la nuova primavera storica avanza con velocità che ogni giorno più si accresce". (Giorgio La Pira)

"La pace mediterranea diventerà davvero come una misteriosa, divina pietra filosofale che trasforma in oro tutto quello che tocca. Ed una grande civiltà, la nuova civiltà del mondo, avrebbe nel Mediterraneo il suo fondamento ed il suo grande punto di genesi. E' un sogno? E' vero: ma questa età apocalittica in cui viviamo e nel cui interno sempre più ci inoltriamo è, appunto, l'età dell'utopia, l'età in cui l'utopia diventa storia ed il sogno realtà".

A dire queste cose, nel corso di un incontro a Cagliari nel 1973, fu Giorgio La Pira, l'indimendicabile sindaco di Firenze, uno dei più lucidi e limpidi interpreti che il pensiero cristiano abbia avuto nel nostro Paese.

A distanza di tanti anni l'attualità di quella indicazione è rimasta completamente intatta. Anzi, se possibile, è stata ulteriormente confermata e rafforzata dagli avvenimenti: oggi tutti gli uomini di pace e di giustizia - al di là degli steccati politici e religiosi - potrebbero e dovrebbero sottoscriverla, facendone il cuore di un messaggio di volontà e di speranza da consegnare a tutti i popoli del Mediterraneo e all'umanità intera.

E' sulla base di questi presupposti, d'altro canto, che nel corso degli anni ottanta ha preso corpo, a Napoli, la Feder-Mediterraneo (FIDM), organizzazione indipendente non governativa operante sul piano internazionale, oggi presente in tutti i paesi dell'Europa meridionale ed in diversi paesi del Nord Africa e dell'Asia Minore: centinaia e centinaia di associazioni, enti locali, soggetti sociali e culturali di base confederata che hanno scelto il Mediterraneo come lo scenario geografico, storico, politico, culturale e sociale di un grande confronto ideale tendente ad individuare nuove ed originali formule di cooperazione e di sviluppo comune fra i popoli che aiutino a superare differenze e contrasti fra Nord e Sud che lacerano l'umanità e ne calpestano le speranze di vita e di reale progresso.

Noi siamo convinti, assieme a Giorgio La Pira, che "l'uomo mediterraneo, la civiltà mediterranea, la spiritualità e la cultura mediterranee, che nel corso dei secoli si sono radicate lungo le rive di questo grande lago di Tiberiade, hanno ancora oggi (ed avranno ancora domani, nel corso dei secoli che verranno) una funzione permanente da svolgere per l'edificazione della storia nuova del mondo" (Settimana di studi sull'uomo mediterraneo, Tunisi, 1968).

Perché? E' lo stesso Giorgio La Pira a spiegarcelo: "Perché questa "civiltà mediterranea" poggia, per così dire, su tre fondamenti di roccia che la storia nuova, i secoli e le generazioni non potranno corrodere: sono, infatti, tre incontestabili fondamenti della storia totale degli uomini e dei popoli. Su questi fondamenti sono iscritti tre nomi: quello di Gerusalemme (il senso della storia); quello di Atene (il metodo logico e scientifico e la bellezza e la contemplazione artistica); quello di Roma (l'organizzazione scientifica e tecnica, per tutte le genti, del diritto e della politica). Vista la luce di questa triplice proiezione, la storia odierna (con i grandi problemi che essa pone) vivissimamente si illumina".

Se l'uomo mediterraneo ed il suo patrimonio di civiltà hanno ancora un ruolo, un compito preciso da assolvere, come Giorgio La Pira credeva noi crediamo con lui, allora è giunto il momento di porre sul tappeto con grande determinazione una "questione mediterranea" che vada al di là dei logori chiches, conditi di razzismo euro-centrico e basati su subdole forme di neocolonialismo appena mascherate con le sembianze di una falsa cooperazione. Se così stanno le cose, è opportuno ed urgente dare corpo ad una "iniziativa mediterranea" che tenda alla riaffermazione dell'identità culturale, delle grandi possibilità di sviluppo economico autocentrato, del diritto all'indipendenza, alla pace ed alla sicurezza dei popoli del Mediterraneo.

Giorgio La Pira si pose la domanda che ogni uomo dovrebbe rivolgere a sé stesso. Si chiese se la storia dei popoli, e quindi anche la storia dei popoli del Mediterraneo, ha una direzione. E si riferiva, essenzialmente, alla "nostra" storia: quella dell'età atomica (i cui pericoli sono stati solo parzialmente attenuati dagli avvenimenti degli ultimi anni), spaziale, demografica, scientifica e tecnica. La storia "moderna" che mette in crisi tutte le strutture giuridiche, politiche, culturali presenti e che è caratterizzata dalla rivolta, almeno potenziale dei popoli del Terzo Mondo.

E la risposta che diede, a se stesso e a tutti fu positiva: "La storia universale intera deve pervenire alla nuova terra promessa. Questo finalismo ottimista della storia oggi è chiaramente visibile. La situazione storica in cui ci troviamo mostra chiaramente a tutti che non c'è alternativa (salvo la distruzione del pianeta) alla pace universale ed all'unità ed alla promozione di tutti i popoli della Terra. L'utopia è divenuta la sola realtà storica del nostro termpo".

L'utopia della pace e dell'unità fra i popoli del Mediterraneo è un capitolo - il primo, il più strategicamente importante - della grande "utopia storicamente reale" che Giorgio La Pira ebbe il merito di affermare e di spiegare con la passione che gli derivava dalla sua profonda e travolgente umanità. Nel 1957, il re del Marocco, Maometto V, sul piazzale Michelangelo, guardando con l'occhio quasi profetico la bellezza liberante e pacificatrice di Firenze, disse a Giorgio La Pira: "I problemi mediterranei sono solidali e necessitano di una soluzione unica, solidale: chiami tutti i popoli mediterranei a Firenze e li faccia unire e pacificare a Firenze".

Ma, il Mediterraneo e la sua civiltà non solo solo importanti per i popoli che vivono a ridosso di questo bacino marittimo. Il Mediterraneo ha una sua dimensione universale che a Giorgio La Pira fu chiarita nel corso di uno dei Colloqui mediterranei organizzati dal Comune di Firenze sotto l'impulso del suo grande sindaco, Eduard Glissant, un giovane nero della Martinica, di lingua e cultura francese, vivamente impegnato nella causa della emancipazione africana gli disse:

Giorgio La Pira

"A mio avviso, lei è un uomo mediterraneo al massimo grado, perché ha assimilato perfettamente il "concetto", cioè una delle acquisizioni della civiltà mediterranea che vale per tutti e di cui l'Africa ha, soprattutto, bisogno. Uno degli apporti fondamentali del Mediterraneo, infatti, è il "concetto" che generalizza i dati a partire dall'esperienza. Ora, però, la civiltà mediterranea dovrebbe avere il coraggio di rimettere in discussione i suoi "concetti" per confrontarli con il disordine esistente, rianimarli e trovare un nuovo accordo e nuove soluzioni valide per tutti".

Negli anni in cui Giorgio La Pira offriva all'Italia ed al mondo intero la sua milizia di uomo di pace e di uomo di giustizia il Mediterraneo era - com'è oggi - non un grande "lago di Tiberiade", ma un fossato che divideva il Nord dal Sud. Il problema era allora, com'è oggi, quello di abolire tutte le radici di conflitto: da quelle economiche a quelle politiche. La sua proposta faceva perno su tre componenti fondamentali: una componente religiosa ("la cattedrale cristiana, la moschea islamica e il tempio ebraico costituiscono l'asse attorno al quale si edificano i popoli, le nazioni e le civiltà che coprono l'intero spazio di Abramo, cioè il Mediterraneo"), una componente metafisica ("elaborata dai greci e dagli arabi") ed una componente giuridica ("elaborata dai romani").

Il compianto padre Ernesto Balducci, che di Giorgio La Pira seppe essere biografo ed interprete attento, ha spiegato: "Spostando il baricentro della storia sul Mediterraneo, inteso come figura culturale, oltre che come spazio geografico, La Pira voleva realizzare una sintesi che sta ancora davanti a noi. La sintesi fra il "concetto", elaborato ed utilizzato dalla civiltà tecnologica del Nord, e lo slancio vitale di cui il Sud preserva le condizioni e le forme che vanno dalla comunione con la natura alla contemplazione mistica. Nell'età della scissione dell'atomo, La Pira uomo mediterraneo, stava combattendo, nei suoi modi e con i suoi limiti, contro la scissione dell'uomo". Una battaglia, questa, che deve essere continuata e vinta: a tutti i costi.

 

Tratto da il Sito Ufficiale dell'MVC - Arca della Bellezza  

 

 

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