|
|
|
Uomo di forti convinzioni personali, Moneta fu rispettato tanto per la sua
integrità quanto per il coraggio e la volontà di accettare le innovazioni.
Forgiò Il Secolo in un potente strumento per orientare l’opinione pubblica senza
compromettere il suo bilancio editoriale. Sebbene rispettasse la religione e
fosse un cattolico praticante, permise a Il Secolo di adottare una posizione
anticlericale perché credette per molti anni che abusi specifici del clero
avevano impedito l’unificazione d’Italia ed il progresso sociale. Divenne
virtualmente separato dalla moglie – e dai due suoi figli durante il periodo di
vita di lei – perché lei era incapace di accettare questa apparente
inconsistenza nella posizione del marito verso la religione che significava
molto per lei.Poiché Moneta ha capito e simpatizzato con i problemi
dell'esercito italiano, realizzò una campagna vigorosa dalle colonne de Il
Secolo per le riforme che l'opinione pubblica avrebbe potuto veicolare. Contestò
che il lungo addestramento di base delle reclute e dei militari di leva fosse
dispendioso ed inefficiente, che l’organizzazione atletica, l'obiettivo pratico
e le esercitazioni civili nei villaggi avrebbero potuto ridurre drasticamente il
tempo necessario per addestrare le reclute, che il militarismo avrebbe potuto
essere de-enfatizzato, e ancora che l’effettiva capacità dell'esercito fosse
realmente aumentata.
Durante gli ultimi trent’anni del diciannovesimo secolo, Moneta raccolse il
materiale e le percezioni per il suo lavoro “Le guerre, le insurrezioni e la
pace nel secolo XIX”, [Wars, Insurrections and Peace in the Nineteenth Century],
che pubblicò in quattro volumi nel 1903, nel 1904, nel 1906 e nel 1910. La parte
di questo lavoro che rimane di maggiore interesse è il primo volume, in cui
descrive lo sviluppo del movimento internazionale per la pace durante il corso
del secolo. Durante il lavoro Moneta concentra il suo interesse sui problemi
militari piuttosto che su quelli sociali o economici ed utilizza il punto di
vista ed il metodo del giornalista, che narra in prima persona, con stile
aneddotale. Il suo tema ricorrente è la mancanza di risultati sostanziali
raggiunti dalle guerre e dal militarismo. Tuttavia, durante la sua carriera come
redattore de Il Secolo, Moneta era uno dei nazionalisti più in vista in Italia.
Gestì il suo intenso patriottismo e la sua devozione alla causa della difesa
nazionale e dell'unificazione italiana in modo coordinato con la sua devozione
alla promozione della pace e dell'arbitrato internazionali, trasformandosi in un
pacifista a tempo pieno subito dopo il suo pensionamento dal Il Secolo. Anche se
la sua impronta altamente personale del nazionalismo quasi si avvicinasse allo
sciovinismo, ha combattuto per anni contro il disprezzo per l'Austria
manifestato da molti lettori de Il Secolo e contro “la gallofobia„ che ha invaso
l'Italia durante il 1880.
L’ambito delle attività in cui Moneta si impegnò per propagandare un mondo di
pace è impressionante. Nel 1890 cominciò a pubblicare un almanacco annuale
chiamato “L’amico della pace”. Dopo il suo ritiro da redattore de Il Secolo,
continuò a collaborate con le sue colonne di volta in volta e a ripubblicare
molti dei suoi articoli in volantini e periodici. Sempre conscio del valore
della propaganda per la pace, stampò anche opuscoli di una sola pagina che
distribuì ai maestri rurali. Nel 1898 fondò una rivista bimensile, “La Vita
Internazionale” che guadagnò sufficiente prestigio per assicurarsi una base
regolare per molti anni durante il periodo in cui molte pubblicazioni languivano
in Italia per mancanza di interesse e supporto finanziario.
Il suo lavoro per la pace non fu solamente di natura
letteraria. Divenne il rappresentante italiano della Commissione
dell'Ufficio Internazionale per la Pace nel 1895. Ha assistito ai congressi
sulla pace per molti anni e la sua presenza cortese, ingannevole e
diffidente è diventata sempre più esperta e rispettata. Incoraggiò l'Unione
Lombarda per la Pace e l'Arbitrato Internazionale [the Lombard Union for
International Peace and Arbitration] sin dalla sua fondazione nel 1887 (1)
che egli stesso aveva fondato, oltre a parecchie organizzazioni di natura
effimera: la Società per la Pace e la Giustizia Internazionale [Society for
International Peace and Justice] (2) che è durata dal 1887 fino al 1937 (3)
oltre la sua morte. Ha parlato all'Università Popolare Italiana recentemente
fondata. Nel 1906 progettò e costruì un padiglione per la pace
all'Esposizione Internazionale di Milano, durante la quale ha presieduto il
quindicesimo Congresso Annuale Internazionale della Pace. Durante la prima guerra mondiale, per esempio, sostenendo l’entrata dell’Italia
in guerra, disse (4): “Io, come italiano, non posso mettermi au dessus de la
mêlée. Devo partecipare alla vita del mio paese, provando diletto nelle sue
gioie e piangendo dei suoi dispiaceri.„ |
|
Bibliografia selezionata
Combi, Maria, Ernesto Teodoro Moneta: Premio Nobel per la pace 1907. Milano,
Mursia, 1968.
Moneta, Ernesto Teodoro, Dal presente all' avvenrie, Milano, 1913.
Moneta, Ernesto Teodoro, Le guerre, le insurrezioni e la pace nel secolo
decimonono, Compedio storico. 4 vols. Milano, 1903-1910.
Moneta, Ernesto Teodoro, L'ideale della pace e la patria. Milano, 1913.
Moneta, Ernesto Teodoro, Irredentismo e gallophia. Milano, 1903.
Moneta, Ernesto Teodoro, La nostra pace. Milano, Bellini, 1909.
Moneta, Ernesto Teodoro, Patria e umanità. Milano, Sonzogno, 1899.
Pinardi, Giuseppe, La Carrière d'un pacifiste: E. T. Moneta. Le Havre,
Publication de «L'Universel», 1904.
Schou, August, Histoire de l'internationalisme III: Du Congrès de Vienne jusqu'à
la première guerre mondiale (1914), pp. 355-359. Publications de l'Institut
Nobel Norvégien, Tome VIII. Oslo, Aschehoug, 1963.
NOTE:
1. Ad esso contribuì il finanziamento del suo editore che lo premiò dopo
20 anni con Il Secolo. Come redattore di un giornale politicamente
significativo, non poteva diventare un membro dell’associazione, ma si incontrò
col presidente fondatore Francesco Viganò ed il segretario fondatore Angelo
Mazzoleni quando Hodgson Pratt venne a Milano per fondare un ramo italiano della
sua International Arbitration and Peace Society e dopo che ebbe lasciato Il
Secolo, divenne attivista dell'Unione - spesso ci si riferiva come l'Unione
Lombarda per la Pace. A proposito di una discussione sul rapporto complicato del
Moneta con questa organizzazione e con quella da lui fondata nel 1887, si veda
Maria Combi, Ernesto Teodoro Moneta (particolarmente la prefazione, pp. 7-13 e
capitolo V, pp. 77-107).
2. Le cui funzioni furono politicamente meno sensibili, sebbene coloro che
aderirono col Moneta nel fondarla furono virtualmente gli stessi di coloro che
fondarono L’Unione Lombarda
3. È stato fatto rivivere nel 1945 da Doro Rosetti, nipote e collaboratore di
Moneta.
4. The (London) Times (11 febbraio 1918).
Tradotto da Nobel Lectures, Peace 1901-1925, Editor Frederick W. Haberman,
Elsevier Publishing Company, Amsterdam, 1972
Per ulteriori informazioni inviate una mail a: |
|
For additional information please email us at: |
[ Home ] [ Up-Su ] [ Mappa del Sito ] [ Site Map ] [ Sponsors ] [ Two minutes ] [ Libri Elettronici ] [ Aiuto! ]