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Ernesto Teodoro Moneta - BIOGRAFIA

Busto commemorativo



Questa biografia è stata prima pubblicata nella collana Les Prix Nobel. Successivamente aggiornata e ripubblicata in Nobel Lectures.


Ernesto Teodoro Moneta (20 settembre 1833 – 10 febbraio 1918) aveva una personalità tanto paradossale quanto il termine “militante pacifista” che gli fu molto spesso attribuito. Fu un nazionalista internazionalista, un propagandista profondamente religioso ed anticlericale, un crociato per idoneità fisica che ha preso giornalmente un tram per evitare di camminare attraverso una piazza per pranzare in un ristorante di fronte al suo ufficio.
Nato da genitori aristocratici di Milano, ha trascorso la sua infanzia in due case di paese in cui la sua famiglia impoverita poteva vivere tranquilla secondo una scala patriarcale, anche se senza lusso. Fu influenzato profondamente dalle sue esperienze di rivolta contro l'Austria quando, all'età di quindici anni, ha combattuto con suo padre per difendere la casa di famiglia e vide morirgli vicino tre soldati austriaci. Fu probabilmente allora che nacque il doppio sostegno del Moneta alla pace ed alla lotta per il suo genere di nazionalismo. Dal 1848 - 1866 ha speso gran parte del suo tempo in sforzi per l’indipendenza e l'unificazione d’Italia, combattendo con Garibaldi dal 1859 al 1860 e successivamente col generale Sirtori di cui divenne aiutante di campo. Disilluso dalla campagna del 1866, tuttavia, tagliò bruscamente quella che sembrava essere una carriera militare promettente e ritornò alla vita civile, sebbene rimase personalmente leale al generale Sirtori per tutta la vita.
Moneta era un uomo generoso, caldo, allegro che ha amato i cavalli da equitazione, agente teatrale dilettante e collaboratore alle revisioni de Il Secolo, giornale quotidiano fondato nel 1866 da Edoardo Sonzogno. Quando due dei suoi amici assunsero la direzione de Il Secolo nel 1867, accettò la posizione di redattore, che tenne dal 1867 fino al 1895. Il giornalismo risultò essere lo sbocco ideale per il dinamismo e l'idealismo del Moneta, la sua carriera di pacifista fu una conseguenza organica del suo stimolo intellettuale quotidiano e dell’impegno appassionato come redattore de Il Secolo.

Uomo di forti convinzioni personali, Moneta fu rispettato tanto per la sua integrità quanto per il coraggio e la volontà di accettare le innovazioni. Forgiò Il Secolo in un potente strumento per orientare l’opinione pubblica senza compromettere il suo bilancio editoriale. Sebbene rispettasse la religione e fosse un cattolico praticante, permise a Il Secolo di adottare una posizione anticlericale perché credette per molti anni che abusi specifici del clero avevano impedito l’unificazione d’Italia ed il progresso sociale. Divenne virtualmente separato dalla moglie – e dai due suoi figli durante il periodo di vita di lei – perché lei era incapace di accettare questa apparente inconsistenza nella posizione del marito verso la religione che significava molto per lei.Poiché Moneta ha capito e simpatizzato con i problemi dell'esercito italiano, realizzò una campagna vigorosa dalle colonne de Il Secolo per le riforme che l'opinione pubblica avrebbe potuto veicolare. Contestò che il lungo addestramento di base delle reclute e dei militari di leva fosse dispendioso ed inefficiente, che l’organizzazione atletica, l'obiettivo pratico e le esercitazioni civili nei villaggi avrebbero potuto ridurre drasticamente il tempo necessario per addestrare le reclute, che il militarismo avrebbe potuto essere de-enfatizzato, e ancora che l’effettiva capacità dell'esercito fosse realmente aumentata.
Durante gli ultimi trent’anni del diciannovesimo secolo, Moneta raccolse il materiale e le percezioni per il suo lavoro “Le guerre, le insurrezioni e la pace nel secolo XIX”, [Wars, Insurrections and Peace in the Nineteenth Century], che pubblicò in quattro volumi nel 1903, nel 1904, nel 1906 e nel 1910. La parte di questo lavoro che rimane di maggiore interesse è il primo volume, in cui descrive lo sviluppo del movimento internazionale per la pace durante il corso del secolo. Durante il lavoro Moneta concentra il suo interesse sui problemi militari piuttosto che su quelli sociali o economici ed utilizza il punto di vista ed il metodo del giornalista, che narra in prima persona, con stile aneddotale. Il suo tema ricorrente è la mancanza di risultati sostanziali raggiunti dalle guerre e dal militarismo. Tuttavia, durante la sua carriera come redattore de Il Secolo, Moneta era uno dei nazionalisti più in vista in Italia. Gestì il suo intenso patriottismo e la sua devozione alla causa della difesa nazionale e dell'unificazione italiana in modo coordinato con la sua devozione alla promozione della pace e dell'arbitrato internazionali, trasformandosi in un pacifista a tempo pieno subito dopo il suo pensionamento dal Il Secolo. Anche se la sua impronta altamente personale del nazionalismo quasi si avvicinasse allo sciovinismo, ha combattuto per anni contro il disprezzo per l'Austria manifestato da molti lettori de Il Secolo e contro “la gallofobia„ che ha invaso l'Italia durante il 1880.
L’ambito delle attività in cui Moneta si impegnò per propagandare un mondo di pace è impressionante. Nel 1890 cominciò a pubblicare un almanacco annuale chiamato “L’amico della pace”. Dopo il suo ritiro da redattore de Il Secolo, continuò a collaborate con le sue colonne di volta in volta e a ripubblicare molti dei suoi articoli in volantini e periodici. Sempre conscio del valore della propaganda per la pace, stampò anche opuscoli di una sola pagina che distribuì ai maestri rurali. Nel 1898 fondò una rivista bimensile, “La Vita Internazionale” che guadagnò sufficiente prestigio per assicurarsi una base regolare per molti anni durante il periodo in cui molte pubblicazioni languivano in Italia per mancanza di interesse e supporto finanziario.
 

Il suo lavoro per la pace non fu solamente di natura letteraria. Divenne il rappresentante italiano della Commissione dell'Ufficio Internazionale per la Pace nel 1895. Ha assistito ai congressi sulla pace per molti anni e la sua presenza cortese, ingannevole e diffidente è diventata sempre più esperta e rispettata. Incoraggiò l'Unione Lombarda per la Pace e l'Arbitrato Internazionale [the Lombard Union for International Peace and Arbitration] sin dalla sua fondazione nel 1887 (1) che egli stesso aveva fondato, oltre a parecchie organizzazioni di natura effimera: la Società per la Pace e la Giustizia Internazionale [Society for International Peace and Justice] (2) che è durata dal 1887 fino al 1937 (3) oltre la sua morte. Ha parlato all'Università Popolare Italiana recentemente fondata. Nel 1906 progettò e costruì un padiglione per la pace all'Esposizione Internazionale di Milano, durante la quale ha presieduto il quindicesimo Congresso Annuale Internazionale della Pace.
Dal 1900 fino alla sua morte nel 1918, Moneta ha sofferto di glaucoma e ha speso lunghi periodi nel paese per ricuperare l'occhio con operazioni che hanno impedito a mala pena la cecità totale. La sofferenza fisico ha raffinato l'alto senso di scopo del Moneta ma non ha diminuito la suo essenziale esuberanza, anche in età avanzata, o la sua capacità di dichiarare vigorosamente le sue convinzioni.

Durante la prima guerra mondiale, per esempio, sostenendo l’entrata dell’Italia in guerra, disse (4): “Io, come italiano, non posso mettermi au dessus de la mêlée. Devo partecipare alla vita del mio paese, provando diletto nelle sue gioie e piangendo dei suoi dispiaceri.„
Moneta soccombette alla polmonite nel 1918 all'età di ottantacinque anni. Il monumento che i suoi amici gli hanno eretto nel 1925 fu tirato fuori da un magazzino durante il regime fascista, salvandosi così dalla distruzione quando una bomba cadde sul luogo durante la seconda guerra mondiale. L'iscrizione sulla sua base conserva il paradosso essenziale della sua vita, onoralo sia come partigiano di Garibaldi che come apostolo della pace.

L'amico della pace - Almanacco illustrato pubblicato da Moneta dal 1890





Bibliografia selezionata

Combi, Maria, Ernesto Teodoro Moneta: Premio Nobel per la pace 1907. Milano, Mursia, 1968.
Moneta, Ernesto Teodoro, Dal presente all' avvenrie, Milano, 1913.
Moneta, Ernesto Teodoro, Le guerre, le insurrezioni e la pace nel secolo decimonono, Compedio storico. 4 vols. Milano, 1903-1910.
Moneta, Ernesto Teodoro, L'ideale della pace e la patria. Milano, 1913.
Moneta, Ernesto Teodoro, Irredentismo e gallophia. Milano, 1903.
Moneta, Ernesto Teodoro, La nostra pace. Milano, Bellini, 1909.
Moneta, Ernesto Teodoro, Patria e umanità. Milano, Sonzogno, 1899.
Pinardi, Giuseppe, La Carrière d'un pacifiste: E. T. Moneta. Le Havre, Publication de «L'Universel», 1904.
Schou, August, Histoire de l'internationalisme III: Du Congrès de Vienne jusqu'à la première guerre mondiale (1914), pp. 355-359. Publications de l'Institut Nobel Norvégien, Tome VIII. Oslo, Aschehoug, 1963.


NOTE:

1. Ad esso contribuì il  finanziamento del suo editore che lo premiò dopo 20 anni con Il Secolo. Come redattore di un giornale politicamente significativo, non poteva diventare un membro dell’associazione, ma si incontrò col presidente fondatore Francesco Viganò ed il segretario fondatore Angelo Mazzoleni quando Hodgson Pratt venne a Milano per fondare un ramo italiano della sua International Arbitration and Peace Society e dopo che ebbe lasciato Il Secolo, divenne attivista dell'Unione - spesso ci si riferiva come l'Unione Lombarda per la Pace. A proposito di una discussione sul rapporto complicato del Moneta con questa organizzazione e con quella da lui fondata nel 1887, si veda Maria Combi, Ernesto Teodoro Moneta (particolarmente la prefazione, pp. 7-13 e capitolo V, pp. 77-107).

2. Le cui funzioni furono politicamente meno sensibili, sebbene coloro che aderirono col Moneta nel fondarla furono virtualmente gli stessi di coloro che fondarono L’Unione Lombarda

3. È stato fatto rivivere nel 1945 da Doro Rosetti, nipote e collaboratore di Moneta.

4. The (London) Times (11 febbraio 1918).

 

 

Tradotto da Nobel Lectures, Peace 1901-1925, Editor Frederick W. Haberman, Elsevier Publishing Company, Amsterdam, 1972
 

 

   

 

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