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E’ il simbolo del Sud Africa e tutta la sua vita è improntata alla lotta contro l’apartheid ed alla conquista della libertà per il suo popolo; la più alta testimonianza dell’impegno politico e sociale di Mandela la ritroviamo nel discorso pronunciato di fronte ai giudici del tribunale, in seguito al suo secondo arresto, prima che questi pronunciassero il loro verdetto: "Sono pronto a pagare la pena anche se so quanto triste e disperata sia la situazione per un africano in un carcere di questo paese. Sono stato in queste prigioni e so quanto forte sia la discriminazione, anche dietro le mura di una prigione, contro gli africani...In ogni caso queste considerazioni non distoglieranno me né altri come me dal sentiero che ho intrapreso. Per gli uomini, la libertà nella propria terra è l'apice delle proprie aspirazioni. Niente può distogliere loro da questa meta. Più potente della paura per l’inumana vita della prigione è la rabbia per le terribili condizioni nelle quali il mio popolo è soggetto fuori dalle prigioni, in questo paese...non ho dubbi che i posteri si pronunceranno per la mia innocenza e che i criminali che dovrebbero essere portati di fronte a questa corte sono i membri del governo".
barricata, nella consapevolezza di avere come obiettivo il tornaconto di pochi e nell’incoscienza della propria pochezza morale (o se preferite imbecillità!).
L’intelligenza, infatti, non è la capacità di "trovare il modo di fregare gli altri" o quella di "non farsi fregare" (questa possiamo definirla con un eufemismo capacità di cautelalarsi); è piuttosto uno stile di relazione: da un lato la comprensione dei limiti altrui, al fine di renderli evidenti in modo da superarli, dall’altra la volontà a tendere la mano verso chi ha più bisogno di noi. Ed in questo senso Nelson Mandela dimostra una intelligenza ed una disponibilità incredibili: è qui la sua grandezza. Poi viene la politica e tutto il resto; questi sono solo strumenti utilizzati per rendere pratica la necessità di superare i limiti di un modello oppressivo e razzista con la convinzione che tale modello, nasconda le preoccupazioni di qualcuno a conservare il suo status. Mandela non spaventò mai il nemico con minacciosi discorsi vendicativi né tantomeno inneggiando alla violenza ed in questo suo atteggiamento, l’assonanza con Gandhi è evidente. Spiegò, infatti, il perché della disobbedienza civile e degli scioperi conservando il dialogo con il governo ed avrebbe accettato anche un graduale ingresso dei neri nelle istituzioni, in modo da salvaguardare le conquiste e i diritti della comunità bianca e, come lui stesso scrive nella sua autobiografia: è necessario
Per essere liberi non basta rompere le catene, ma vivere in un modo che rispetti e accresca la libertà degli altri… Ma ho scoperto il segreto: che dopo aver scalato una collina, si capisce che ce ne sono ancora molte altre da scalare …" e per questo "… posso riposare solo per un momento… e mi preoccupo di non indugiare, perché il mio lungo cammino non è ancora finito."
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