|
Il motivo per cui si è
pensato di proporre la figura di Oppenheimer tra queste pagine è legato non
tanto alle indiscusse capacità professionali del personaggio (fisico
illustre, creatore della tecnologia di sviluppo della bomba atomica,
studioso di fama mondiale …) quanto piuttosto al suo travaglio interiore
reso evidente a seguito del lancio della bomba atomica su Hiroshima e
Nagasaki e che lo portò ad un ripensamento convinto delle implicazioni tanto
morali quanto umane che il suo operato aveva indotto sul genere umano.
Insomma pur essendo uno scienziato ed un manager eccezionale non ci pare
proprio che abbia tralasciato un aspetto fondamentale che tutti noi dovremmo
sempre tener ben presente: “le certezze non sono roba di questo mondo” ed il
dubbio è l’unico elemento paradossalmente certo che deve spingerci verso la
ricerca del bene comune quale unico obiettivo universalmente riconoscibile.
In altre parole il suo non è da ritenersi un ripensamento tardivo quanto
piuttosto una rigorosa scelta consapevole derivata da una impostazione
tendente a considerare la tecnologia una opportunità di miglioramento.
Allora, tutto quello che va in questa direzione è degno di apprezzamento,
anche se può sembrare che arrivi in ritardo rispetto alle aspettative, anche
se a volte non risolve tutte le sfaccettature di un problema o non soddisfa
tutti i requisiti morali ed etici di una minoranza o del “sentire comune” di
una maggioranza. Per farla breve è la direzione verso cui una persona seria
deve andare sempre; l’inclinazione dell’intelligenza di ogni persona pronta
a mettersi in discussione a seguito del confronto tra opportunità
tecnologiche da un lato ed utilizzo illecito e barbaro della tecnologia
stessa dall’altro. Quando ci si trova di fronte ad un tale dilemma, il
bilancio conseguente non può che propendere per un atteggiamento di difesa
della vita, del dovere di assicurare a tutti la dignità ed il rispetto che
tutti meritano a prescindere da ogni convenienza di parte. Un fatto
doveroso, un modo di vivere la vita del tutto condivisibile se non altro per
riconoscere a tutti quel minimo di intelligenza che contraddistingue l’uomo,
che gli consente di adattarsi al mondo che lo circonda e di vivere in pace
con esso. |