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Probabilmente perché questa esperienza del camminare affidandosi giorno dopo giorno con fiducia alla “Provvidenza” rende simile questo pellegrinaggio al cammino della vita; anche la vita infatti la si costruisce giorno per giorno e la si vive bene se ci si affida a Dio con umiltà e pazienza. Lontani dalla frenesia, dal chiasso, le troppe informazioni inutili e valorizzando altre cose: la solitudine, il contatto con la natura, la palpabile vicinanza di tante persone che non vanno di corsa e si fermano per due parole con il compagno vicino , suggeriscono la presenza di Dio e fanno sperimentare la gioia della Sua vicinanza rendendo concreto il concetto di un Dio che cammina con noi, è al nostro fianco, non ci lascia soli, si prende cura di ciascuno e lo rende sereno anche nelle difficoltà e nella fatica quotidiana. Cos’è dunque il “Cammino” ? E' una esperienza di vita ed anche un itinerario tra arte e cultura, una intensa sensazione di rivivere nelle tracce, nei monumenti e nei documenti la storia, i miti, le leggende che sono alla radice dell’identità europea e che hanno mosso migliaia di pellegrini di tutte le età e di tutti i ceti sociali nel corso di tutto il Medioevo ed in particolare nel XII secolo.
colombiani, brasiliani, spagnoli, francesi, canadesi, inglesi, e soprattutto tedeschi: due coniugi di Colonia ed in particolare un bravissimo e gentilissimo signore di Stoccarda. Il mondo è veramente piccolo e se si hanno obiettivi e mete comuni le barriere non esistono. Ho anche notato che non è vero che la “Ressa” vuol dire di per sé disordine in quanto nonostante il grande numero di pellegrini negli ostelli e la veramente esigua quantità dei servizi tutto era sempre pulito e in ordine come se si fosse stati a casa propria. Questa grande pulizia, questo ordine denotano inequivocabilmente una cosa: l’animo di questa gente che va a Santiago è gentile e generoso ma soprattutto carico di rispetto sia per sé che per gli altri, un rispetto spontaneo e costante a prescindere dalle situazioni, dalla fatica e dalla stanchezza. Ci si può attendere un così grande rispetto solo da persone che hanno capito ed attuano il precetto: “Fai agli altri quanto vorresti loro facessero a te “. Comportarsi con il prossimo come se fosse uno di famiglia denota l’aver compreso che solo così il mondo può migliorare, che sono le piccole cose la misura e lo specchio dell’animo di una persona, che per cambiare il mondo bisogna darsi da fare coi fatti e per primi considerando che il resto è solo conseguenza.
Il Signore ti è sempre vicino anche quando sbagli e le cose vanno male per colpa tua; l’importante è riconoscerlo come “Signore” ed affidarsi a Lui con umiltà e semplicità di cuore. Tutto cambia, tutto è relativo e tutto finisce. Anche l’incontro con gli italiani ha lasciato il segno, anche l’esperienza del “Corpus Domini” a Lourdes con le belle preghiere internazionali, i canti, le processioni, l’adorazione eucaristica. La soddisfazione però è tanto più grande quanto più noi ci sentiamo piccoli e sproporzionati ai fatti che succedono ed ai “Compitini” che ci dà ogni giorno la vita. |
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