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Riflessioni                                       
 

      Mission impossible   (?)

Il cammino di Santiago inizia con tante incognite e preoccupazioni per terminare quasi sempre con tanta pace, gioia, serenità…..ed entusiasmo. Come mai questo fatto? Come mai un ricordo carico di nostalgia per un semplice camminare in mezzo alla natura anche se fatto con l’intenzione di un pellegrinaggio come si promette nella chiesa di Roncisvalle?

Probabilmente perché questa esperienza del camminare affidandosi giorno dopo giorno con fiducia alla “Provvidenza” rende simile questo pellegrinaggio al cammino della vita; anche la vita infatti la si costruisce giorno per giorno e la si vive bene se ci si affida a Dio con umiltà e pazienza. Lontani dalla frenesia, dal chiasso, le troppe informazioni inutili e valorizzando altre cose: la solitudine, il contatto con la natura, la palpabile vicinanza di tante persone che non vanno di corsa e si fermano per due parole con il compagno vicino , suggeriscono la presenza di Dio e fanno sperimentare la gioia della Sua vicinanza rendendo concreto il concetto di un Dio che cammina con noi, è al nostro fianco, non ci lascia soli, si prende cura di ciascuno e lo rende sereno anche nelle difficoltà e nella fatica quotidiana. Cos’è dunque il “Cammino” ? E' una esperienza di vita ed anche un itinerario  tra arte e cultura, una intensa sensazione di rivivere nelle tracce, nei monumenti e nei documenti la storia, i miti, le leggende che sono alla radice dell’identità europea e che hanno mosso migliaia di pellegrini di tutte le età e di tutti i ceti sociali nel corso di tutto il Medioevo ed in particolare nel XII secolo.

“Non di solo pane vive l’uomo…….”. Quanto è vera questa frase l’ho sperimentato la sera dello scorso sabato 25 maggio 2002 a 40 chilometri da Santiago dove per cibo mi è bastata la natura, la solitudine e poco altro. Certo, non si può vivere di aria ed ora infatti che è la sera di domenica 26 sto uscendo per la cena. E’ vero però che il cibo è un mezzo per vivere e non viceversa e che il “Troppo” è sempre un male. Il male è sempre l’esagerazione, l’esasperazione delle cose, anche di quelle belle ed utili. Un mondo più “Moderato” sarebbe anche più giusto e umano. Un po’ di penitenza fa bene allo spirito e la gioia del buon cibo è più grande se si è patita un po’ di fame. Sono diventato amico di molta gente: 

colombiani, brasiliani, spagnoli, francesi, canadesi, inglesi, e soprattutto tedeschi: due coniugi di Colonia ed in particolare un bravissimo e gentilissimo signore di Stoccarda. Il mondo è veramente piccolo e se si hanno obiettivi e mete comuni le barriere non esistono. Ho anche notato che non è vero che la “Ressa” vuol dire di per sé disordine in quanto nonostante il grande numero di pellegrini negli ostelli e la veramente esigua quantità dei servizi tutto era sempre pulito e in ordine come se si fosse stati a casa propria. 

Questa grande pulizia, questo ordine denotano inequivocabilmente una cosa: l’animo di questa gente che va a Santiago è gentile e generoso ma soprattutto carico di rispetto sia per sé che per gli altri, un rispetto spontaneo e costante a prescindere dalle situazioni, dalla fatica e dalla stanchezza. Ci si può attendere un così grande rispetto solo da persone che hanno capito ed attuano il precetto: “Fai agli altri quanto vorresti loro facessero a te “. Comportarsi con il prossimo come se fosse uno di famiglia denota l’aver compreso che solo così  il mondo può migliorare, che sono le piccole cose la misura e lo specchio dell’animo di una persona, che per cambiare il mondo bisogna darsi da fare coi fatti e per primi considerando che il resto è solo conseguenza. 

Ogni giorno ha i suoi problemi e le sue fatiche ma anche le sue gioie e le sue speranze, così nel “Cammino” come nella vita. 

Il Signore ti è sempre vicino anche quando sbagli e le cose vanno male per colpa tua; l’importante è riconoscerlo come “Signore” ed affidarsi a Lui con umiltà e semplicità di cuore. Tutto cambia, tutto è relativo e tutto finisce. Anche l’incontro con gli italiani ha lasciato il segno, anche l’esperienza del “Corpus Domini” a Lourdes con le belle preghiere internazionali, i canti, le processioni, l’adorazione eucaristica.

La soddisfazione però è tanto più grande quanto più noi ci sentiamo piccoli e sproporzionati ai fatti che succedono ed ai “Compitini” che ci dà ogni giorno la vita.

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