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"La pace è il più grande dei benefici, o meglio l’assenza della maggiore fra le sciagure, è [...] l’unica condizione che permetta agli interessi della nazione di prosperare". (Bertha von Suttner)
BERTHA SOPHIA FELICITA KINSKY VON SUTTNER La Baronessa von Suttner, premio Nobel per la Pace nel 1905, ebbe frequenti contatti con Alfred Nobel, ma allo stesso tempo prese le distanze dalle sue teorie secondo le quali la pace doveva essere "armata". Egli stesso disse: "It could and should soon come to pass that all states pledge themselves collectively to attack an aggressor. That would make war impossible, and would force even the most brutal and unreasonable Power to appeal to a court of arbitration, or else keep quiet. If the triple Alliance included every state instead of only three, then peace would be assured for centuries." La pace armata di Nobel implicava quindi un potenziale di distruzione bellica che, se portava all’eliminazione degli eserciti, metteva però in pericolo tutta l’umanità e comportava uno spreco di risorse e di energie che si potevano utilizzare altrimenti. La soluzione di Bertha consisteva invece nel disarmo totale di tutte le nazioni e nell’istituzione di una corte d’arbitrato che risolvesse i conflitti internazionali facendo ricorso al diritto e non alla violenza. |
NOTA BIOGRAFICA
9 giugno 1843
Nasce a Praga, figlia di un anziano feldmaresciallo asburgico, Conte Franz
Joseph, che aveva combattuto a Custoza alle dipendenze del Maresciallo Radetsky,
e della giovane Sophia Wilhelmine von Körner, una poetessa.
Rimasta orfana di padre molto presto, è la madre che si dedica alla sua
educazione dandole due istitutrici che le insegnano le lingue, la filosofia, la
storia e la musica: "nelle ore libere divoravo i grossi e piccoli volumi di
storia che trovavo nella biblioteca di mio padre", fa dire a Marta, la
protagonista di Abbasso le armi!
L’educazione che riceve è molto rigida, secondo i canoni dell’aristocrazia
asburgica del tempo: è quindi il prodotto di questa società fondata su
tradizioni militariste che ella inizialmente accetta, ma che poi contrasta
duramente.
Gode di un’attiva vita sociale e, in compagnia della madre, intraprende diversi
viaggi in Italia e in Inghilterra.
1863
Al Congresso Internazionale di Ginevra, Henry Dunant presenta i rapporti sugli
orrori della guerra di Crimea e quella del 1859 in Italia. Tali rapporti, letti
da Bertha, saranno gli ispiratori del romanzo Abbasso le armi! È in questa
occasione che Henry Dunant (premio Nobel per la pace nel 1901) lancia un appello
per formare, già in tempo di pace, società volontarie per l’assistenza ai feriti
sui campi di battaglia, la futura Croce Rossa, che nascerà l’anno seguente.
1873
Si stabilisce a Vienna divenendo, anche per la difficile situazione economica,
insegnante e tutrice delle figlie del Barone von Suttner, del cui figlio Arthur
Gundaccar, di sette anni più giovane di lei, si innamora.
1876
Bertha lascia Vienna quando, rispondendo ad un annuncio economico le viene
offerta una sistemazione a Parigi, in qualità di segretaria di Alfred Nobel.
"Alfred Nobel mi fece una favorevole impressione. Nell'annuncio si era definito
vecchio e me lo ero immaginato coi capelli grigi, pieno di tic e dolori. Non era
affatto così. Aveva appena 43 anni, era piuttosto piccolo e con la barba nera, i
suoi lineamenti non erano né belli né brutti, la sua espressione era più
illuminata dagli occhi azzurri che esprimevano bontà. Il tono della voce era ora
malinconico, ora ironico. Venne a trovarmi in albergo, dove alloggiavo, e,
grazie alle lettere che ci eravamo scambiati, non ci sentivamo affatto estranei.
La nostra conversazione divenne presto animata e interessante"
Poco dopo ritorna a Vienna per sposare segretamente il giovane barone e a causa
della disapprovazione della famiglia Suttner, la coppia si stabilisce nel
Caucaso, inizialmente ospite della principessa Mingrehen. Qui per nove anni i
due si mantengono, anche se precariamente: Arthur, esercita la professione di
ingegnere o dà lezioni di disegno, Bertha di letteratura e musica; entrambi
cominciano a scrivere opere di notevole successo.
1880
Hodgson Pratt fonda a Londra l’International Arbritation and Peace Association,
impegnata nel raggiungimento della pace attraverso il disarmo.
1883
La Baronessa scrive il suo primo romanzo "Inventario di un’anima" ispirato al
sogno di Nobel ovvero di poter elaborare mezzi bellici sempre più terrificanti
che vanificassero qualunque strategia e modo tradizionale di condurre la guerra.
Nobel stesso affermò:
"…il giorno in cui due armate si potranno distruggere reciprocamente nell’arco
di un secondo, tutte le nazioni civilizzate non potranno che arretrare
inorridite e procedere a smantellare gli eserciti."
1885
La coppia rientra in Austria, dove Bertha scrive la maggior parte dei suoi
libri, molti dei quali novelle. La vita della Baronessa, orientata fino a quel
momento alla letteratura, subisce una svolta venendo a conoscenza
dell’associazione di Pratt.
1886 - 1887
Durante la stagione invernale torna a Parigi e rincontra Alfred Nobel,
informandolo sui suoi piani per la Pace.
1889
Bertha scrive il suo secondo romanzo "Das Maschinenzeiltalter", tradotto "La
macchina del tempo", dove viene ampiamente motivata la sua critica verso una
società troppo mirata al nazionalismo ed all’armamento.
Pubblica l’opera che le fa guadagnare notorietà internazionale "Abbasso le
armi!"(Die Waffer nieder!), una storia d'amore in cui si intreccia la tragedia
della guerra. Marta, la protagonista è costretta a soffrire tutti gli orrori
della guerra:
"Dovevo dunque soffrire, nella convinzione che le grandi imprese, di cui la mia
anima era assetata, mi sarebbero rimaste per sempre vietate, che lo scopo della
mia vita, in conclusione, era fallito."
La tesi che emerge dal romanzo, la necessità della pace, si diffonde in tutti i
ceti sociali grazie anche alle numerose traduzioni in quasi tutte le lingue e
alle diverse edizioni del libro.
Da questo momento, Bertha diviene un’attivista di successo nel campo della pace,
alla quale dedica tempo ed energie, partecipando a congressi internazionali come
promotrice di progetti pacifisti.
1891 |
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1895
Alfred Nobel stende il suo testamento, nel quale ricorda in particolare Bertha
von Suttner, che lui designa come FRIEDENSFREITSTRAGERIN, ovvero come colei alla
quale spetta, per impegno e volontà, il Premio per la Pace, sostenendo la sua
tesi con la frase:
"für denjenigen oder diejenige, welcher oder welche am meisten oder besten für
die Verbrüderung der Völker, für die Abschaffung oder Verminderung der stehenden
Heere sowie für die Bildung und Verbreitung von Friedenskongressen gewirkt hat."
Fu dietro ispirazione di Bertha, che Nobel inserì una clausola che riservava un
premio ai propagandisti della pace.
10 dicembre 1896
Muore Alfred Nobel.
Nella sua ultima lettera a Bertha, il 21 novembre, Nobel scrisse:
"Ich bin entzückt zu sehen, daß die Friedensbewegung an Boden gewinnt, dank der
Bildung der Massen und dank besonders der Kämpfer gegen Vorurteil und Finsternis,
unter denen Sie einen hohen Rang einnehmen. Das sind Ihre Adelstitel." (Alfred
Nobel 1894)
1899
Prima manifestazione pacifista internazionale delle donne all’Aia. Bertha
appoggia l’iniziativa della tedesca Margarethe Selenka, che afferma che la
questione femminile e il problema della pace coincidono
"ambedue nella loro interna natura costituiscono una battaglia a favore della
forza del diritto contro i diritti della forza"
Bertha von Suttner lavora affiancata dal marito nell’intento di guadagnare
consensi per la partecipazione alla Hague Peace Conference, organizzando
incontri ed inviando articoli e materiali a diverse testate giornalistiche.
1902
Dopo la morte del marito, Bertha rimane ugualmente determinata a proseguire il
lavoro che avevano svolto insieme.
Intraprende numerosi viaggi per missioni di pace, continuando nel frattempo a
scrivere, per diffondere il suo ideale.
1905
Le viene conferito l’ambito premio Nobel per la Pace
"We thank you, Madame Baroness, for your firm faith, for your hope and
self-sacrifice, for your work. We too, in the lands of the North, women as well
as men, need you to light and nourish the flame of faith and work. Good luck to
you!"
(Dal discorso di Bjorsnson, membro della Commissione per la consegna Premi
Nobel)
Negli anni seguenti si impegna per ristabilire la pace sul fronte
franco-tedesco; denuncia i possibili danni della militarizzazione della Cina e
dell’aviazione utilizzata come strumento militare.
1908
Partecipa ad un congresso sulla pace tenutosi a Londra dove dichiara come sia
necessaria l’unione dell’Europa per prevenire la catastrofe mondiale che sembra
essere vicina ed imminente.
1911 - 1912
Guerra di Libia.
Su riviste e giornali, Bertha esprime giudizi durissimi sull'Italia: condanna la
guerra, ma dimostra simpatia per il popolo italiano, non colpevole di questa
avventura.
1912 - 1913
Si reca negli Stati Uniti dove tiene conferenze per divulgare le idee del
movimento pacifista.
agosto 1913
Già affetta da cancro, la Baronessa è onorata del titolo di "generalissimo" del
movimento pacifista.
maggio 1914 |
gennaio 2002
L'euro, la nuova moneta, inizia a circolare in Europa.
L'Austria ha scelto di riprodurre sulla moneta da 2 euro il ritratto di Bertha
von Suttner, in ricordo degli sforzi compiuti per decenni dall'Austria in favore
della pace. Anche questo, come gli altri simboli sono stati scelti da un gruppo
nazionale di esperti attraverso un sondaggio pubblico. L'autore è l'artista
Joseph Kaiser
Alcune frasi tratte dai suoi scritti
"Ci doveva pur essere qualcuno che potesse cambiare o mettere fine a tutto
quanto, qualcuno che potesse sollevare questo peso dal mio petto e dall’intera
umanità per mezzo di una parola energica; e mi consumavo dal desiderio di
gettarmi ai piedi di questo qualcuno e d’implorarlo: salvaci, per carità, in
nome della giustizia, salvaci! Abbasso le armi; abbasso!"
"La cosa più stupefacente, a me sembra, è che gli uomini si possano mettere da
soli, volontariamente, in uno stato simile; che gli uomini che hanno visto cose
simili non cadano in ginocchio prestando il giuramento più appassionato di fare
la guerra alla guerra e, se sono re o principi, non gettino via la loro spada e,
se invece non hanno il potere, non consacrino almeno la loro attività di parola,
di penna, di pensiero, d’insegnamento e di azione ad uno scopo: abbasso le armi!
"
"si dice che la regina Augusta si sia gettata ai piedi del consorte implorandolo
per la pace.
Oh, quanto volentieri mi sarei inginocchiata al suo fianco e quanto volentieri
avrei trascinato con me tutte le donne d’Austria, mie sorelle! Oh sì ...! La
pace! Abbasso le armi! La pace dovrebbe essere l’unico sforzo di tutte le donne.
Ah, se anche la nostra bella Imperatrice si fosse gettata ai piedi del suo
consorte e piangendo, con le braccia alzate, avesse implorato il disarmo!
Chissà? Forse l’Imperatore l’avrebbe esaudita e avrebbe imposto la volontà di
mantenere la pace..."
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Grazie a Marta Galli dell'Istituto Statale per il Turismo
"Artemisia Gentileschi" - Milano (classe 5H 2003)
Tratto da Cronologia Leonardo It
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