Mossa negli anni 50

 

        

Mossa era un paese prevalentemente agricolo con aziende di piccole dimensioni, una buona percentuale di coloni e una diffusa mezzadria. Caratteristico era l'artigianato edile con imprese molto apprezzate e un buon contributo occupazionale veniva garantito dalle fornaci Vritz. 

          La sede municipale trovava ospitalità nell'edificio di proprietà comunale sito in via Gorizia (l'attuale via Olivers 100-106) dove attualmente ci sono i mini alloggi popolari.

          La scuola elementare era ubicata nell'attuale sede municipale, mentre la scuola materna, chiamata "asilo" si trovava in località Centa (l'attuale via 24 maggio 12-14), ancor oggi esiste nel cortile la grotta della Madonna davanti alla quale le suore di allora raggruppavano i bambini per le preghiere. In paese era presente anche la pesa pubblica all'ingresso della via Isonzo (incrocio con la statale) e il macello comunale in via Blanchis.

          Il tessuto residenziale versava in precarie condizioni di conservazione causa vicende belliche.  La stragrande maggioranza delle abitazioni aveva il gabinetto esterno comunicante direttamente con il letamaio, anche perché in quasi tutte le famiglie si praticava allevamento del bestiame (mucche,galline, coniglio, maiale, capre) che rappresentava un sostanziale sostegno all'economia familiare. c'era la stessa popolazione odierna però con circa 240 alloggi in meno degli attuali.

          Non esisteva una sala pubblica dove potersi riunire se non lo stanzone posto al primo piano della casa canonica.

          Le strade esistenti, strette e sconnesse, non erano asfaltate ed eccezione di parte della via Stazione e della statale 56 (Strada Granda), non esistevano fognature né bianche né nere, l'acqua piovana veniva smaltita attraverso i fossi naturali ai fianchi delle strade. L'illuminazione pubblica era costituita da lampadine normali poste agli incroci stradali (e non a tutti), e le stesse rappresentavano il preferito bersaglio per i giovani amanti del tiro con la fionda.

          Non esistevano la via dei Fiori, la via Friul, la via Pino Medeot, la via dello Sport, la via Preval, inoltre non esisteva il piazzale antistante il cimitero comunale il cui unico ingresso avveniva dalla via Martiri Redenti, oggi via Camposanto. Al posto degli attuali sottopassi ferroviari c'erano i passaggi a livello con le barriere chiuse dodici ore su ventiquattro. L'unico sport esistente era il calcio curato dall' Associazione Sportiva Mossa fondata nel 1926, esso veniva praticato presso il campo sportivo di via Gorizia, oggi via Olivers, tuttora esistente. 

          Al posto dell'attuale ricreatorio parrocchiale c'era "il ciàmpùt di fotbal" praticato dai giovani del paese fino al suono dell'Ave Maria.

          Il riscaldamento era a legna e molte persone andavano nel bosco "a fare la fascina",l'acqua potabile veniva attinta dai pozzi dislocati sul territorio e non tutti garantivano l'acqua nei periodi di siccità. Il bucato veniva risciacquato prevalentemente nel laghetto della fornace o nell'Isonzo.

          Gli agricoltori e i commercianti non disponevano delle assicurazioni sanitarie ed ogni ricovero ospedaliero creava un dramma finanziario. Più di qualche volta gli agricoltori dovevano privarsi di un capo di bestiame per pagare le spedalità. L'elenco dei poveri assistiti dal Comune era nutrito e la disoccupazione, sopratutto giovanile, era dilagante. Le scuole medie inferiori erano privilegio di pochi.

          La gran parte dei giovani che terminavano le elementari ( l'allora scuola dell'obbligo) avevano la possibilità di integrare il loro bagaglio culturale frequentando un corso biennale di scuola serale che veniva svolto preso lo stabile di proprietà comunale di via Gorizia.

          Così si presentava Mossa non secoli fa ma nel 1955.

 

          

 

 

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