Proseguiamo
nell'esporre i sei esercizi della disciplina interiore proposti da
Rudolf Steiner con il terzo della serie, finalizzato allo sviluppo
dell'equanimità e della serenità interiore. Si tratta
di educare la propria anima a mantenere calma ed equilibrio di
fronte alle inevitabili oscillazioni tra piacere e dolore, gioia e
sofferenza che capitano nella vita. L'abitudine assai diffusa alla
contrapposizione tra esultanza euforica e tristezza al limite della
depressione deve essere gradualmente sostituita, attraverso uno
sforzo cosciente, dall'equanimità dell'anima di fronte alle
situazioni della vita. Attraverso uno sforzo cosciente, si cerchi di
sviluppare un'attitudine a non perdere la testa nè per la
gioia nè per il dolore, a fare in modo che nessuna sofferenza
ci schiacci, che nessuna esperienza ci trascini verso l'euforia o la
collera, che nessuna situazione infonda in noi angoscia o paure
eccessive. A proposito di questo esercizio, Steiner afferma che non
si deve temere che questa nuova attitudine inaridisca l'anima o
attenui la sensibilità, ma al contrario sorgeranno nell'anima
stessa qualità più pure e raffinate, accompagnate da
una condizione di calma interiore. Almeno una volta al giorno si
provi infine ad evocare dinanzi a sè questo sentimento di
calma interiore, immaginando di irradiarlo dal cuore verso le mani,
i piedi e infine la testa. Tutto questo nel terzo mese, ma senza
interrompere gli esercizi imparati nei due mesi precedenti.
Testo di Gabriele Bertani
29 novembre 2003 -