Proseguiamo con l'esposizione degli esercizi elaborati da Rudolf Steiner come disciplina preparatoria allo sviluppo interiore. Nel quinto mese, senza interrompere gli esercizi iniziati nei mesi precedenti, si cercherà di coltivare dentro di sè un'attitudine che Steiner definisce di "spregiudicata apertura" verso ogni nuova esperienza. Si tratta in sostanza di esercitarsi sistematicamente ad abbandonare una volta per tutte l'attitudine molto comune al pregiudizio che ci porta a rifiutare a priori, o quantomeno a sospettare di qualsiasi cosa sia diversa da quelle che sono le nostre conoscenze e abitudini. Ciò che si vuole creare è invece una spontanea attitudine a valutare ogni cosa od esperienza nuova senza pregiudizi anche se non è conforme al nostro modo di pensare abituale, e anche se contraddice ciò che per noi è una conoscenza acquisita. Steiner afferma che l'esercizio sopraindicato permette il formarsi di un sentimento che dà l'impressione che lo spazio intorno a sè diventi vivente, in movimento. Si cerchi di cogliere con attenzione questo sottile e delicato sentimento, questa vibrazione, e di percepirlo attraverso i cinque sensi, soprattutto vista, udito e tatto.
In
base alla nostra esperienza personale riteniamo che anche questo
quinto esercizio sia della massima importanza nell'Occidente
moderno, dove molti straparlano e pochi ascoltano, ognuno vuole
imporre il proprio punto di vista o il proprio dogma, il pregiudizio
e il parlare a vanvera o per "sentito dire" sono abitudini
comuni. Lo sviluppo dell'attitudine alla "spregiudicata
apertura" può realmente schiudere davanti a noi un nuovo
mondo fino a prima sconosciuto, fatto di sentimenti, sensazioni,
"vibrazioni" ampliando notevolmente la nostra capacità
di comprendere la vita e l'uomo negli aspetti più profondi e
sottili. Questa attitudine, inoltre, è davvero indispensabile
per chiunque sia animato da un'autentico spirito di ricerca e
sperimentazione, il solo che possa consentire verifiche dirette e un
reale ampliamento delle proprie conoscenze.
Testo di Gabriele Bertani -
9 gennaio 2004 -