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PLUTONE DECLASSATO, VIVA PLUTONE

Durante un lungo 'conclave' tenutosi a Praga in questi giorni, l'Unione Astronomica Internazionale (IAU) ha rivisto la classificazione degli astri del sistema solare, prendendo la fatidica decisione, già nell'aria da tempo, di declassare Plutone dalla categoria dei pianeti a tutti gli effetti alla nuova sotto-categoria dei 'pianeti nani'. Il numero dei pianeti del sistema solare scende dunque ufficialmente da nove a otto. Plutone da tempo tormentava i sonni dei nostri scienziati, che non sapevano come classificarlo, essendo alquanto diverso dai suoi compagni per dimensioni (più piccolo della Luna, che è solo un satellite), composizione (nè solido nè gassoso, ma praticamente un blocco di ghiaccio) e orbita (molto eccentrica e inclinata rispetto agli altri). In particolare il suo ruolo ha cominciato ad essere messo in discussione da quando è stata scoperta la cosiddetta Fascia di Kuiper, una zona ai confini del sistema solare occupata da migliaia e migliaia di piccoli astri, di cui Plutone forse faceva parte prima di essere 'catturato' più all'interno del sistema. Nella Fascia di Kuiper verosimilmente ce ne sono chissà quanti di astri simili a Plutone, e alcuni di questi già sono stati scoperti di recente (Quaoar ad esempio). Gli astronomi si sono dunque trovati di fronte alla possibilità di dover essere costretti ad aumentare enormemente il numero dei pianeti del sistema solare man mano che saranno scoperti nuovi astri di questo tipo, che come detto potrebbero essere decine, centinaia o persino migliaia. Ecco allora la decisione di declassare Plutone da pianeta a 'pianeta nano': meglio un pianeta in meno oggi, avranno pensato gli scienziati, piuttosto che rischiare di doverne aggiungere centinaia nei prossimi anni. Cade così la proposta, emersa nei giorni scorsi, di concedere la dignità di pianeta anche ad alcuni piccoli astri conosciuti da tempo come Cerere o Caronte (satellite di Plutone) o di recente come Xena (nome provvisorio).

Come vedete la scienza moderna si occupa di questioni di classificazione basate sulla quantità (dimensioni, distanze ecc.), mentre in Astrologia ci interessa invece la qualità degli eventi sincronicamente segnalati dalle posizioni degli astri del sistema di cui la nostra Terra fa parte. Che questi siano grandi o piccoli, rocciosi o gassosi, composti di metano piuttosto che di ammoniaca o che altro, non pare essere influente. E' un tantino sconcertante constatare come il fior fiore della scienza astronomica mondiale si riunisca per giorni per risolvere una questione di mera classificazione, ma questo è il mondo di oggi, che volete farci. Renè Guenon lo definiva, a ragione, il Regno della Quantità, come spiegava in questa magistrale introduzione al suo libro sul tema, e i fatti di Praga ne sono una eloquente dimostrazione.

Da parte nostra vi rassicuriamo dicendovi che, per noi astrologi, Plutone era e rimane un pianeta, e pure di quelli tosti. Decenni di studi e verifiche hanno infatti dimostrato in modo inequivocabile la sua notevole importanza e la sua straordinaria forza nell'ambito del sistema solare, a dispetto delle sue dimensioni minime e dell'enorme distanza dal Sole, perlomeno secondo i parametri umani (tutto è relativo, non è vero?). Il suo declassamento deciso dalla IAU ci lascia del tutto indifferenti, e il suo ruolo nell'ambito dell'Astrologia resta intatto. Viva Plutone.

Testo di Gabriele Bertani
24 agosto 2006