DALL'UNITA' ALLA MOLTEPLICITA' E RITORNO

Proviamo oggi ad approfondire e sviluppare alcuni dei princìpi esposti dal Kybalion. Abbiamo detto che il primo princìpio afferma che "Tutto è Mente", e che quindi esiste una Mente Universale alla quale tutto fa capo. La Mente a sua volta è uno strumento dello Spirito, che è per sua natura immortale, inconoscibile e indefinibile ed è la vera sostanza che sta alla base della vita, dell'energia e della materia in tutti i suoi gradi di densità. Questo Spirito Universale Assoluto è stato chiamato con tanti nomi quanti sono i popoli della Terra, ma si tratta sempre della stessa cosa, del principio creatore di tutti i Mondi e dal quale origina la vita.

Da qui possiamo già comprendere l'idea dell'unità di fondo di tutte le cose, che è un'altro degli insegnamenti basilari della filosofia esoterica. Ogni cosa che esiste trae origine dalla stessa fonte, e tutte le cose sono connesse tra loro. Ogni evento che accade a una parte del Tutto, si ripercuote in qualche modo su tutte le altre parti, e questo spiega anche l'esistenza della legge di causa-effetto. Il Tutto è in ogni cosa, e ogni cosa fa parte del Tutto. Ma allora perchè noi uomini abbiamo la percezione, almeno apparente, che ogni singola cosa sia separata dall'altra? Questa domanda ci permette di introdurre un'altro insegnamento fondamentale, quello del passaggio dall'unità alla molteplicità e viceversa.

Il principio ermetico del Ritmo si manifesta a tutti i livelli, e quindi anche l'attività dell'Assoluto alterna fasi di espansione e contrazione, che la filosofia d'Oriente chiama "Giorni e Notti di Brahma", dove Brahma è l'Assoluto omnicomprensivo. Uno dei due apici di questa alternanza sono il momento in cui non esiste alcun Universo manifesto, tutto è concentrato in un punto ed esiste solo il puro Spirito che comprende ogni possibilità. Questa è la "Notte di Brahma". Poi inizia l'attività, e la Coscienza Unica inizia a dividersi in molteplici coscienze separate (ma al tempo stesso sempre connesse con l'Uno). Da qui ha origine l'Universo manifesto, che si concretizza prima sui livelli "sottili" e poi gradualmente su quelli sempre più densi, fino ad arrivare alla materia come le conosciamo noi e ancora più in basso a raggiungere l'apice opposto, quello della massima separazione ed espansione. Il "Big Bang" della nostra scienza materialistica non è altro che la parte fisica del momento in cui inizia un "Giorno di Brahma". Dopo la massima espansione, inizia la fase opposta che riporta gradualmente al ritorno verso l'unità e il progressivo affinamento della materia fino a scomparire del tutto per ritornare puro Spirito. E così all'infinito, in un moto perpetuo che non è mai iniziato e mai finirà, dove ogni Giorno e ogni Notte di Brahma è diverso dall'altro e le creazioni danno origine a sempre diverse forme di vita e di esistenza.

Ogni galassia, ogni sistema solare, ogni pianeta e ogni essere vivente è una singola coscienza e parte dell'Assoluto, e ognuna di queste singole coscienze apparentemente separate ripete, nel suo piccolo, lo stesso schema. Esiste prima solo in Spirito e potenzialità, poi si manifesta con la nascita, cresce, raggiunge la massima espansione, poi decade e apparentemente muore, ritornando in realtà allo Spirito con nuove potenzialità che esprimerà in un altro "Giorno". Nella fase di manifestazione si formano esseri viventi su tutti i livelli di esistenza, con stati di coscienza sintonizzati su diversi piani o frequenze. Man mano che si scende verso gradi sempre più alti di densità (cui corrisponde una frequenza vibratoria più bassa) il senso di separazione dalle altre coscienze individuali aumenta, e con questo la possibilità di conflitti. E' probabilmente questo il vero significato della "caduta" dell'uomo descritta da tutti i testi religiosi e mitologici antichi, ed è probabilmente qui che ha origine il problema del Male. L'uomo si trova ora nella sua fase evolutiva più critica, quella dell'apice di massima espansione-separazione e quindi di massima lontananza dall'unità originaria. Per questo ha un rapporto così disarmonico e conflittuale con i suoi simili e persino con il pianeta che lo ospita, ma il principio universale del Ritmo tenderà poi a riportarlo gradualmente verso l'unificazione. Questo non lo esenta certo dallo sforzarsi di sviluppare dentro di sè le migliori qualità, perchè il suo futuro "Giorno" sarà plasmato sulla base di ciò che sta elaborando in questo.

Tutto ciò che si è detto sopra credo che possa gettare molta luce sui reali significati di tante cose che si leggono sui testi religiosi, e che vengono spiegate e interpretate in modo talora persino grottesco da chi dovrebbe avere il compito di guidare le anime. Anche ciò che sappiamo sulla vite di stelle, galassie e pianeti potrà acquistare tutt'altro significato e valore rispetto a quello di spazzatura cosmica senza senso che vorrebbe insegnarci la scienza materialistica moderna.