elenco lavori di Spartaco Vitiello

USA e RIUSA

(meditazioni molto serie su come prevenire i rifiuti e liberarsi dell'usa e getta)
durata 30'  anno di produzione 1996

Il video è stato prodotto nell'ambito dell'iniziativa "produrre e acquistare MENO RIFIUTI"
promossa e sostenuta da  numerosi comuni ,scuole,associazioni col contributo della Comunita' Europea e
coordinata da Federconsumatori e Forum Risorse e Rifiuti


hanno collaborato:
spartaco vitiello (sceneggiatura, riprese e regia )
michele boato (supervisione testi)
ute zimmermann - (il clown carletta )
alessandro capicchioni ( l'idraulico gigetto )
musiche originali di stefano maria ricatti
disegni di giuliano dinon

le scene segnalate sono visibili su google video e su  http://differenziata.blogspot.com



Sinossi:

una voce fuori campo in stile servizio TG  fornisce una serie di dati sul problema di rifiuti a livello nazionale, segue un intervento di Michele Boato che fa alcune considerazioni sulla necessità delle raccolte differenziate e della riduzione dei rifiuti.

Il clown Carletta con l'aiuto del suo televisore Clementina affronta piu' in dettaglio con esempi facilmente comprensibili i temi delineati nell'introduzione:

- I problemi connessi alle discariche e agli inceneritori;

-le modalita' per impostare correttamente le raccolte differenziate ( separare all'origine in tre flussi: rifiuti organici, riciclabili e non riciclabili ) [ cirsa 10', fino a quando Carletta mostra la pattumiera col cartone del latte]


- L'evoluzione dei contenitori usa e getta; l'impatto ambientale degli oggetti usa e getta; il confronto tra distribuzione basata sul vuoto a rendere e sul vuoto a perdere. [ circa 9', fino a quando Carletta riempie il bicchiere al rubinetto del lavello]


- La distribuzione con vuoto di propieta' dell'acquirente;

-produrre beni durevoli vuol dire produrre meno rifiuti.


Il video si conclude con un breve richiamo alle usanze degli indiani Uroni quale esempio della ricerca di un corretto rapporto uomo-ambiente.


- prima parte

Servizio di telegiornale con immagini e tabelle, voce fuori campo:

Continua l'emergenza rifiuti: nel 1978 ogni italiano produceva circa sei etti e mezzo di rifiuti solidi urbani al giorno, nel 1993 questa quantita' era raddoppiata. Attualmente si raccolgono in totale 26 milioni di tonnellate all'anno, una quantita' davvero notevole come si puo' vedere nell'animazione grafica. Per raccogliere e smaltire questa enorme quantita' di rifiuti i comuni spendono ogni anno una cifra valutabile intorno ai 6.000 miliardi :

La maggior parte di questo materiale finisce in discariche, dove smaltire un kg di rifiuti costa dalle 50 alle 150 lire ; un'altra parte viene bruciata con un costo variabile tra le 200 e le 400 lire al chilo.

Attraverso le raccolte differenziate si recuperano 1.800.000 tonnellate, pari al 7 % del totale , gli ultimi dati indicano che sono state raccolte 730.000 tonnellate di vetro e 330.000 tonnellate di carta,mentre per la plastica abbiamo solo 33.000 tonnellate e per l'alluminio 7.000. Secondo alcuni questi dati indicano che gli italiani non sono in grado di attuare seriamente le raccolte differenziate.

Sentiamo in proposito l'opinione di Michele Boato, economista, presidente di Federconsumatori, che da anni si occupa di questo problema:

Boato: " non e' vero che gli Italiani non siano in grado di fare con successo le raccolte differenziate; dove i comuni si sono impegnati seriamente i risultati sono stati spesso superiori alle aspettative; ad esempio molti comuni del Veneto e della Lombardia :nel giro di pochi mesi, da quando hanno cominciato a raccogliere tutto in maniera differenziata hanno dimezzato la quantita' dei rifiuti mandati in discarica e hanno riciclato l'altra meta'.

Pero, e' vero che la raccolta differenziata e' il metodo piu' corretto per raccogliere e trattare i rifiuti , ma da sola non basta.

Il peso di queste 26 milioni di tonnellate di rifiuti e' insostenibile e dal punto di vista economico e da quello ambientale. Dal punto di vista economico 6.000 miliardi all'anno per smaltire rifiuti equivalgono allo stipendio di 1500.000 persone; oppure si poterebbero acquistare 50.000 autobus oppure ancora 60.000 abitazioni . Dal punto di vista ambientale non possiamo continuare a disseminare il territorio di discariche e inceneritori. Per quanto costruiti secondo moderni criteri ,hanno comunque un impatto ambientale molto alto. L'obiettivo principale ( e ad affermarlo non sono io, ma una direttiva dell' Unione Europea, -la n.62 del 1994) e' quello di ridurre la quantita' di rifiuti che produciamo, prima di tutto i contenitori e gli imballaggi.


L’immagine si comprime dentro al televisore

CARLETTA: e' nella sua cucina, stava guardando il telegiornale, si volta verso il pubb.:

E' proprio vero, Clementina :[ vai alla sequenza video ] riempire l'ambiente di discariche non e' mica una bella cosa... E' vero che adesso le discariche si possono fare per bene, lo abbiamo visto proprio l'altro giorno, vero ?.

( si volta verso la TV , partono immagini di discarica in costruzione )

V.F.C. "Sul fondo di una grande fossa si mettono dei teli impermeabili per non inquinare il terreno intorno; si buttano i rifiuti, alternandoli a strati di terra per evitare odori. Quando la fossa e' piena un altro telo impermeabile e un metro e mezzo di terra; sopra si pianta il granturco o un boschetto e sembra che non sia successo nulla (fine immagini )

Sembra... poi magari un albero decide di crescere un po' di piu', affonda un po' le radici: metano e anidride carbonica bleah.

E poi, ve lo immaginate fra 500 anni ? Quartiere nuovo, pieno di bambini... magari decidono di fare una bella piscina nel parco: si mettono a scavare ... e al posto dell'argilla : tah: fustini di detersivo e ceneri tossiche; niente piscina .

E gli inceneritori ? un bel problema anche quelli ! magari uno ha l'idea che bruciandoli i rifiuti spariscono, invece per ogni cento tonnellate di rifiuti indifferenziati che vengono bruciati rimangono almeno 30 tonnellate di scorie e ceneri che comunque finiscono in discarica. Senza considerare tutti i problemi che ci sono per depurare i fumi...

No, no.. pensare di risolvere il problema dei rifiuti trovando il modo ideale di eliminarli non e' la strada giusta...

[ vai alla sequenza video ]  La verita' e' che abbiamo troppe cose da buttare via - E come se non bastasse in genere le buttiamo via nel modo sbagliato:

Io qui per esempio ho appena finito di fare colazione: una banana, uno yogurt e un pacchetto di biscotti. Poi magari decido che e' ora di mettere in ordine.. potrei prendere tutte le cose che non mi servono piu' e buttarle via.

Ma in questo modo non faccio ordine, semplicemente trasferisco il disordine dalla tavola alla pattumiera.

Cosa c'e' di male, direte voi, se in una pattumiera c'e' disordine ?

Ma provate a mettervi nei panni di una buccia di banana : lei starebbe bene assieme a delle foglie di cavolo, a del pane ammuffito , delle scorze di melone... andrebbero tutti insieme all'impianto di compostaggio ( vignetta ) starebbero li a farsi rivoltare per alcuni mesi e alla fine diventerebbero compost, magari potrebbero far crescere dei fiori..o della salvia..


Il vasetto dello yogurt, ( di vetro ) starebbe bene con una bottiglia vuota, con un vetro di finestra rotto, andrebbero tutti insieme in fonderia e ne uscirebbero nuovi nuovi.


E questo pacchetto dei biscotti ? E fatto di plastica, quindi e' praticamente impossibile riciclarlo, pero' non contiene cloro e quindi potrebbe anche essere bruciato in un impianto per il recupero dell'energia senza lasciare alcun residuo solido.


Ma se il pacchetto dei biscotti, la buccia di banana e il vasetto dello yogurt finiscono nello stesso bidone ecco che nasce confusione:

Ve lo immaginate un vasetto di vetro che finisce in un impianto di compostaggio ? (vignetta con lombrico che guarda stupito il vasetto di vetro ) o la buccia di banana nella fonderia del vetro ? ( vignetta :operaio con buccia di banana in mano) .

Se rimangono assieme l'unico posto dove possono andare e' la discarica, (vign.) magari dopo essere passati attraverso un inceneritore ( vign.) a creare problemi agli alberi e ai bambini che non possono andare in piscina.

L’immagine torna su Carletta che finisce di  ritoccare l’ultima vignetta.

Tanti pensano che differenziare i rifiuti sia una cosa difficile o fastidiosa - mia cugina Filippa, per esempio - Sai, Carletta - mi fa l'altro giorno - ho preso tre bidoncini di colore diverso per fare la raccolta differenziata, ma poi mi confondo e metto la carta in quello del vetro, la plastica in quello della carta.... e cosi finisce che butto tutto nel cassonetto -.

E' strano, ho pensato, eppure guida la macchina da vent'anni per cui vuol dire che riesce a distinguere il freno, l'acceleratore e la frizione ; si vede che i piedi le funzionano meglio della testa...

Invece differenziare i rifiuti e' una cosa facilissima, il mio nipotino Carlino mi ha fatto vedere che lo imparano alla scuola materna, anzi, guardate: ( mostra foto ) non solo recuperano la carta, ma la riciclano pure ! E poi con la carta che hanno fatto loro hanno costruito dei libretti...

Dicevamo...ah, si , che differenziare i rifiuti non e' una cosa difficile. Il problema semmai puo' essere quello di portare ogni tipo di materiale nel posto giusto;

Il mio amico Andrea si lamenta sempre perche' nella sua citta' le campane per la raccolta differenziata sono lontane una dall'altra. Ogni volta che esce con le immondizie ( mima il percorso ) deve fare cento metri per arrivare al cassonetto, poi altri cento metri per arrivare alla campana del vetro, poi gira a destra e fa altri duecento metri per la plastica e le lattine, e tornando a casa, con una piccola deviazione lascia giu' la carta. Mah ! forse lo faranno per far camminare la gente...

Noi invece qui abbiamo un sistema molto piu' pratico:

In questo contenitore metto tutte le cose riciclabili... la plastica, il vetro,( mette il vasetto dello yogurt ) i metalli ... e a parte la carta che cosi non corre il rischio di sporcarsi se in un barattolo di vetro e' rimasta un po' di marmellata. Una volta alla settimana lascio il bidone fuori dal portone.

Con un camion prendono su tutto e lo portano a un impianto di selezione ( immagini ) dove un po' a macchina e un po' a mano dividono i vari materiali e li mandano nei posti adatti : la carta alle cartiere, il vetro alla vetreria, il ferro in fonderia e cosi via.

In questo secchiello invece tengo i rifiuti umidi, i resti del cibo, le bucce della frutta, (buccia di banana) insomma tutto quello che proviene dalla terra e che puo' diventare compost. Nei giorni pari - martedi, giovedi e sabato - passa il camion e li porta all'impianto di compostaggio.

Quelli che hanno il giardino, invece, tipo il mio amico Giuseppe, ( immagine ) se vogliono, il compost se lo fanno da soli e hanno diritto a uno sconto sulla tassa dei rifiuti.

Nei giorni dispari,lunedi, mercoledi e venerdi, il camion porta via il contenuto di questo secchiello, dove metto le cose che non possono essere riciclate : la carta plastificata, il cartoni del latte, la carta sporca di formaggio e poche altre cose che vanno a finire in discarica.


 seconda parte

-Pubblicita' sfrizzi-cola..

(pp lattina- mani aprono lattina, versano - glu-glu - accartocciano e gettano lattina - lattina che rimbalza sul bidone del riciclaggio e atterra in discarica)


CARLETTA:

Clementina ha sempre voglia di scherzare; certo che quello delle lattine e' un bel problema. Vendere bibite non e' certo un'invenzione recente,anzi, e' sicuramente un mestiere abbastanza antico. ( illustrazioni ) a seconda delle citta' potevi trovare chi vendeva spremute di limone, latte di mandorla, acqua aromatizzata, latte fermentato, the... ( vignetta ) Tu pagavi, da una botticella lui ti riempiva una tazza, bevevi, restituivi la tazza, arrivederci, arrivederci, non si buttava via niente.


(vignetta ) Poi sono arrivate le bibite imbottigliate in fabbrica, col vuoto a rendere, dato che per quanto fosse fatta a macchina una bottiglia era sempre un oggetto abbastanza costoso.

Se volevi potevi portarti via la bottiglia, pagavi una cauzione e andavi a berti la tua bibita dove volevi. Poi tornavi indietro, ecco la bottiglia, ecco la cauzione, arrivederci, arrivederci.


(vignetta ) Infine le lattine: le puoi prendere anche dal distributore automatico, che non gli devi dire neanche buongiorno, e te la vai a bere dove ti pare - Tu e la tua lattina, soli davanti all'oceano... e poi della lattina puoi fare quello che vuoi, tanto e' tua, l'hai pagata...(foto spiaggia con lattine abbandonate )

Il fascino dell'usa e getta... il piacere di usare una cosa e quando hai finito la butti, non ci pensi piu'.. hai finito l'accendino ? tah, via! hai finito la bottiglia dell'acqua ? tah, via! Ti fa sentire ricco, come i nobili russi che gettavano i calici dopo aver brindato con lo champagne.

Soprattutto fa sentire ricchi i fabbricanti di lattine, di accendini, di bottiglie di plastica.

La logica del mercato e' semplice: piu' si vende meglio e'. E vendendo prodotti usa e getta si vende molto di piu' che vendendo prodotti durevoli.

Prendiamo ad esempio gli accendini: tra un accendino ricaricabile e uno usa e getta non c'e' molta differenza: Quello ricaricabile deve avere la pietrina sostituibile e, naturalmente, la valvola di ricarica. Il costo per fabbricarli e' quasi uguale, pero' quello ricaricabile dura -diciamo- almeno cinquanta volte di piu'.

E' chiaro che sia chi li produce che chi li vende preferisce quelli usa e getta, perche' in questo modo ne puo' vendere una quantita' cinquanta volte maggiore.

Magari anche chi li adopera e' contento, tipo mio cugina Filippa,- vuoi mettere - mi dice - vuoi mettere la fatica mentale di ricordarti ogni volta dove hai messo la bomboletta del gas e le pietrine ? Per quello che costa un accendino lo butterei via anche se fosse ricaricabile - E siccome tanto lei non ci fa caso, li perde in continuazione.

Certo, se uno paga per essere pigro e distratto in fondo e' un problema suo, mi direte voi,

Gia', ma se si produce una quantita' di accendini 50 volte maggiore del necessario, nel momento in cui diventano un rifiuto da smaltire sono un problema di tutti !

E non basta, perche' sappiamo che per fabbricare qualsiasi cosa si usa energia e si produce inquinamento. Per cui, se al posto di fabbricare un accendino ricaricabile se ne fabbricano 50 usa e getta, si consuma 50 volte piu' energia e si inquina 50 volte di piu'.

Se la cosa si limitasse agli accendini, pazienza. Ma se in 15 anni abbiamo raddoppiato la produzione di rifiuti e' proprio a causa dell'invasione dell'usa e getta.

(immagini): Che non sono solo piatti, posate e bicchieri di plastica, ma anche e soprattutto i contenitori per gli alimenti: i vassoietti in polistirolo per vendere la carne e le verdure al supermercato, le scatole dei biscotti, i cartoni del latte, i flaconi dei detersivi, le bottiglie di plastica per l'acqua e le bibite, le lattine... tutte cose che si usano una volta sola e poi non servono piu' . E non basta: intorno ai negozi si trovano decine e decine di scatole scatolette e scatoloni che sono servite per portare dalla fabbrica al negozio le confezioni di vendita; anche queste usate una sola volta e poi buttate.

Il mese scorso sono stata a trovare il mio amico Françoise, che abita sotto un ponte sulla Senna : sia il letto che la cucina erano fatti con scatoloni che avevano contenuto confezioni di tonno thailandese. - Per me e' un vantaggiò - mi diceva - posso cambiare l'arredamento anche ogni giorno, ma e' chiaro che se in tutto il mondo si mettono a consumare cartone con questo ritmo non rimarra' nemmeno un albero' sotto il quale farsi una bella dormita ! -

Eh si ...perche' con l'usa e getta oltre a produrre montagne di rifiuti, oltre a inquinare e a sprecare energia si sprecano anche moltissime materie prime: cellulosa ( e quindi alberi) petrolio, metalli...

Beh, ma in fondo quasi tutti gli imballaggi sono fatti con materiali che si possono riciclare, direte voi ... Certo, e i produttori di oggetti usa e getta pagano anche, per favorire il riciclaggio ; Ma anche se il riciclaggio migliora un po' la situazione, organizzare la distribuzione dei prodotti col sistema dei contenitori usa e getta rappresenta comunque uno spreco enorme .

Filmato con voce fuori campo: Il confronto tra vuoto a rendere e vuoto a perdere puo' essere effettuato sia con il vetro che con la plastica . Queste bottiglie in policarbonato per il latte possono essere lavate e sterilizzate almeno ottanta volte, anche utilizzando macchine molto semplici. Le bottiglie a perdere, invece, dopo essere state raccolte nelle campane vengono selezionate a seconda del tipo di materiale e poi triturate. I frammenti vengono lavati e asciugati, poi vengono immagazzinati e trasportati agli impianti di lavorazione. Questo materiale ha caratteristiche inferiori al materiale vergine, e non puo' essere utilizzato per fabbricare nuove bottiglie.

Anche senza fare conti molto complessi e' chiaro che distruggere e fabbricare una bottiglia ogni volta che va riempita e' molto piu' complicato e richiede molta piu' energia che non lavarla e riutilizzarla.

Per il vetro il discorso e' analogo, si e' calcolato che per lavare e sterilizzare una bottiglia occorre l'equivalente di due grammi di petrolio, mentre per rifarla, anche usando materiale riciclato, ne servono almeno 120.

Carletta: gia', ma allora perche' ai fabbricanti conviene il vuoto a perdere ?

Semplice, perche' il costo del tragitto tra la campana del vetro e la vetreria lo paghiamo tutti attraverso le tasse sui rifiuti, e questo per loro rappresenta un risparmio sul costo dei trasporti.

E piu' lontano vanno piu' -in proporzione- risparmiano. E cosi e'andata a finire che adesso ci sembra normale bere l'acqua della pianura padana a Palermo, e quella della Campania a Torino ! Ma avete mai pensato a tutti questi camion pieni di acqua che viaggiano su e giu' per l'Italia... Quanto gasolio consumano? quanto rumore producono ? e a vantaggio di chi?

assaggia un sorso d'acqua preso dal rubinetto e fa un'espressione di approvazione )



terza parte


CARLETTA: Quindi, dal punto di vista dell'ambiente il vuoto a rendere e' molto meglio del vuoto a perdere.

L'abbiamo visto, no ? (Mima le azioni) Questa e'una bottiglia di vino - vuota: col sistema del vuoto a perdere,se non faccio il birichino buttando la bottiglia nel cassonetto, la porto alla campana del riciclaggio, la bottiglia fa il giro dalla campana alla vetreria, dalla vetreria alla cantina e dalla cantina di nuovo al negozio.Io poi vado al negozio, prendo un'altra bottiglia e me la porto a casa. Io ho fatto due passeggiate , il vetro della bottiglia ne ha passate di tutti i colori e si e' usata un mucchio di energia;

Col vuoto a rendere invece io porto al negozio la bottiglia vuota e me ne porto a casa una piena; io faccio una sola passeggiata e le bottiglie vanno avanti e indietro dalla fabbrica al negozio.

Ma volendo c'e' un sistema ancora migliore: arrivo con la mia bottiglia al negozio e gli faccio: me la riempie ? In questo modo oltretutto il vino viene a costare meno perche' occupa meno spazio nei magazzini, non ci sono le spese per l' imbottigliamento e oltre alla bottiglia si riutilizza anche il tappo.

Mi immagino gia' il commento di Filippa: figurati se il negoziante ha tempo di stare li a riempirti la bottiglia col misurino...

Eh no, cara ,non sei aggiornata . Adesso ci sono i distributori automatici di liquidi, che ti riempiono la bottiglia e automaticamente ti stampano anche l'etichetta col codice a barre, e funzionano anche a self service. E con lo stesso sistema si possono distribuire il latte, il detersivo, lo shampoo , l'acqua minerale. .. eliminando definitivamente una buona quantita' di contenitori usa e getta.

E non e' che questo sistema funzioni solo per i liquidi: anche per le uova, per esempio, uno potrebbe usare sempre lo stesso contenitore portandoselo da casa, col vantaggio che se ha bisogno di due uova se ne prende due invece che essere costretto a prenderne una confezione da sei.

Per la pasta e il riso uno si potrebbe portare dei contenitori o dei sacchetti di stoffa da casa, quando ho bisogno del caffe' potrei portarmi via il barattolo ed averlo macinato sul momento (altro che sacchetto salva-aroma ! ).

(Bevendo una tazzina di caffè) Insomma, si possono pensare e realizzare un mucchio di soluzioni intelligenti per eliminare gli imballaggi inutili.

Certo bisogna che tutti: produttori, commercianti consumatori e governanti si convincano che non basta pensare al costo e alla qualita' dei prodotti, ma occorre anche preoccuparsi di non produrre rifiuti.

E non e' che il discorso riguardi solo gli imballaggi, naturalmente.

( prende il cestino del cucito ) Prendiamo i miei pantaloni del pigiama: l'elastico si e' allentato e avevo deciso di cambiarlo. Cosa ci vuole, cinque minuti ! Nossignore, l'elastico e' cucito assieme al bordo. Cosi adesso se non voglio buttare via tutto devo scucire il bordo , che e' anche cucito doppio, e rifarlo.

Di chi e' la colpa ? mia che potevo stare piu' attenta quando li ho comperati ? del venditore che li tiene in negozio perche' sono quelli che costano meno ? Del fabbricante che li fa cosi perche' risparmia mezzo minuto su ogni pezzo?

Comunque adesso sono miei e se non voglio che finiscano tra gli stracci me ne dovro' occupare io.

Come la lavatrice: l'ultima volta che e' venuto a ripararla, Gigetto mi ha detto :
Gigetto:"vedi, in questo modello il rotore non si puo sostituire, bisogna cambiare tutta la pompa, e poi ti devo mettere su un pezzo usato perche' nuovo non si trova piu' ; del resto lo sai, no ? quando producono una nuova lavatrice, la progettano, progettano anche quanto deve durare: , cinque anni, sette, dieci..,tu sei stato fortunata, la tua e' durata un paio di anni in piu'...capita" .

Clementina : Se non fosse stato per il mio amico Gigetto la mia lavatrice sarebbe diventata un rottame per colpa di un pezzetto di plastica che si e no sara' costato 2.000 lire.

E anche questo influisce sulla quantita' di rifiuti che vengono prodotti: e' vero che una lavatrice viene quasi completamente riciclata, perche' il ferro e' uno dei materiali che si ricicla meglio, ma le parti in plastica e gomma diventano rifiuto, cosi come la vernice ;

Se invece che fare lavatrici progettate per durare 5 anni si costruissero lavatrici che durano 25 anni sarebbe molto meglio non solo per il portafoglio, ma anche per l'ambiente. Una lavatrice che durasse 25 anni costerebbe molto meno di cinque lavatrici che durano 5 anni e in compenso inquinerebbe 5 volte meno sia per la costruzione che per il suo smaltimento.

Certo e' abbastanza difficile pensare che i fabbricanti di lavatrici decidano spontaneamente di rinunciare a buona parte dei loro guadagni mettendosi a costruire lavatrici che durano di piu'. E anche difficile pensare che si possano fare delle leggi che obbligano i fabbricanti a costruire prodotti duraturi... pero' nessuno puo' impedire ai consumatori di scegliere i prodotti piu' durevoli e facilmente riparabili.

Eh, gia, e come fa uno a sapere qual'e' il modello di lavatrice che dura di piu?

Beh,certo non e' semplice, si chiede un po' in giro agli amici.. poi ci sono le associazioni di consumatori, le riviste specializzate che pubblicano confronti tra i vari prodotti...

trillo del telefono: Carletta risponde, parlando in romagnolo.

Ciao ma! tsi te? fa prest, ch'o da lavoraa ! Ah? uye un programa ma la televisyon ? Mo sci, ades ayel dik ma la Clementeina
Azsalud !  [ Ciao, Mamma, sei tu ? fa presto che devo lavorare ! Come? c'è un programma alla televisione? Ma si, adesso glielo dico io a Clementina ]

voce fuori campo:

Al centro del villaggio, quello che ai visitatori appare come una buca per i rifiuti rappresentava in realta' per gli Uroni un luogo sacro: dopo averne utilizzato le carni e le pelli vi deponevano i resti degli animali uccisi per onorarne lo spirito. Anche questa usanza testimonia della loro costante ricerca di un armonico rapporto con l'ambiente naturale attraverso una conoscenza basata..... sfuma nella musica.


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