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Il documentario tematico

da "FARE AUDIOVISIVO NELLE SCUOLE"  Audino editore, 2005, capitolo sesto

Una delle potenzialità più eclatanti dell’audiovisivo è la possibilità di far vedere a molte persone cose altrimenti difficilmente accessibili.
La televisione generalista ci ha abituato a un tipo di documentario che, dovendo essere fruito da un pubblico molto ampio, punta molto alla spettacolarità ma veicola contenuti informativi abbastanza superficiali.
Un documentario realizzato in ambito scolastico, invece, può essere uno strumento di conoscenza estremamente potente, perché va a cercare nuove informazioni partendo esattamente dal livello di competenza degli studenti.

Gli argomenti

Se analizziamo una serie di titoli, alcuni finora solo ipotizzati, altri effettivamente realizzati con studenti di istituti superiori ( tra parentesi l’ambito di realizzazione e l’esperto coinvolto) possiamo individuare tre filoni principali:

Incontri con specialisti

* Determinazione della velocità di rotazione delle galassie tramite l’effetto doppler (osservatorio astronomico / docente universitario) guarda il video
* I siti di mutazione della distrofina ( laboratorio di genetica dell’università / ricercatore)
* La datazione dei sedimenti attraverso lo studio del nanoplankton ( istituto di geologia / docente universitario)

Un docente universitario ha senz’altro una conoscenza estesa e profonda nell’ambito di una materia che già gli studenti affrontano in ambito curricolare. Non gli si può certo chiedere, però, di tenere il corso al posto del docente della classe. Una buona strategia consiste nell’individuare una ricerca che possa essere spiegata partendo dalle conoscenze possedute dagli studenti. Anche se l’argomento andrà sicuramente oltre il normale programma scolastico, sarà l’occasione per rinforzare le conoscenze acquisite, vedere come vengono formate e convalidate le conoscenze scientifiche, vedere come è fatto un laboratorio di ricerca.

Visite a istituzioni educative

* Evoluzione dei sismografi e delle reti di rilevamento ( museo sismologico / curatore)
* Le attività di gestione di una riserva naturale ( parco naturale / guardia forestale)
* Il restauro di un vaso attico (museo archeologico / dirett. sez. restauro)

In questi casi si vanno a documentare realtà che sono già, in genere, mete di visite scolastiche. Una troupe televisiva formata da pochi studenti può però entrare in luoghi non accessibili a gruppi numerosi o seguire processi che si sviluppano su un arco di tempo prolungato.

Conoscenza del territorio

* La depurazione delle acque reflue ( depuratore cittadino / ingegnere responsabile)
* Il funzionamento del Consiglio Comunale ( Comune / presidente del Consiglio)
* La rete dei trasporti pubblici ( azienda municipale / funzionario p.r. )

Questi argomenti non sono tutti direttamente correlati con i programmi scolastici, ma sono di notevole rilevanza per la formazione di una buona coscienza civica. Di analoga rilevanza, anche se più orientati verso interessi personali, possono essere incontri con esponenti di categorie professionali.

Un caso particolare di documentario tematico è rappresentato dall'intervista a persone - in genere anziane - che possono portare la propria testimonianza su specifici eventi o più in generale sugli usi del passato più o meno recente.

A parte quest'ultimo caso, che può richiedere un notevole lavoro in fase di montaggio, la realizzazione di questo tipo di documentari non è particolarmente difficile, ed è sicuramente alla portata di studenti che abbiano fatto un minimo di esperienza col videonotiziario dell’istituto.
Uno schema di lavoro già collaudato è il seguente:

Incontrare l’esperto e progettare il lavoro

a) Si individua un “esperto della materia” disposto a collaborare. Questi può essere un docente universitario, un ricercatore, un mastro artigiano, un dirigente di servizio pubblico, il responsabile di un museo … in ogni caso una persona che oltre ad essere in possesso di conoscenza abbia la possibilità di mostrare materiali inerenti alla sua esperienza.

b) Un gruppo di lavoro composto da 6/8 studenti e dal docente della materia interessata incontra l’esperto e si fa esporre l’argomento che si è deciso di trattare. In tal modo l’esperto si rende conto del livello di conoscenza degli studenti e gli studenti prendono contatto con gli argomenti del documentario. Gli studenti a cui è stato assegnato il ruolo di cameraman registrano l’incontro sia per esercitarsi sia perché potrebbe essere utile vedere la registrazione nella successiva fase di elaborazione. Se possibile l’incontro avviene direttamente nei luoghi che saranno oggetto della documentazione, altrimenti la trouppe cercherà di farsi un’idea delle cose da riprendere ponendo domande all’esperto.

c) Il gruppo di lavoro predispone una scaletta di massima, dividendo per punti il discorso dell’esperto e annotando le immagini che andranno reperite per ogni punto cercando di valutane anche la durata. Se si è visto che l’esperto tende a imbarazzarsi davanti alla telecamera o a dilungarsi troppo nei discorsi conviene preparare delle domande specifiche da porgli.

Effettuare le riprese

d) Nel giorno fissato si eseguono le riprese, facendo riferimento alla scaletta predisposta. In genere si registra per prima cosa l’intervento dell’esperto curando che questi risulti correttamente illuminato e monitorando l’audio (v. registrazione del suono). Se l’esperto non è un buon parlatore è inutile insistere e rifare molte volte la registrazione (al massimo si faranno ripetere alcuni passaggi); si interverrà successivamente in fase di montaggio eseguendo dei tagli e facendo esporre un testo adeguato da un voce fuori campo.
Se l’esperto si serve di una lavagna o di cartelli per illustrare formule e diagrammi è opportuno usare due videocamere, una sull’esperto e una su ciò che scrive ( a meno che non si facciano molte prove è molto difficile che un cameraman non troppo esperto riesca a riprendere correttamente il flusso di una spiegazione alla lavagna) Se si dispone di una sola videocamera si registrerà prima tutta la spiegazione rimanendo su un piano americano e successivamente i dettagli di ciò che ha scritto o mostrato che verranno inseriti nei punti opportuni in fase di montaggio.
Dopo aver registrato l’intervento dell’esperto si registrano le immagini relative alla spiegazione. Se la spiegazione implica lo spostamento tra diverse postazioni ( ad esempio: l’esterno, la sala del telescopio, la sala di osservazione, lo studio del ricercatore ) si registrerà la spiegazione relativa al luogo dove ci si trova e poi le relative immagini prima di passare alla postazione successiva.
Nel registrare le immagini dell’ambiente e degli oggetti bisogna fare attenzione che i dettagli risultino ben visibili e che risulti ben comprensibile la loro collocazione nell’ambiente. Questo implica, in linea generale, che effettuare le riprese delle immagini richiederà molto di più del tempo impiegato dall’esperto per descriverle (diciamo da 4 a 8 volte), e di ciò va tenuto conto quando si programmano i tempi degli incontri .
Non bisogna dimenticare di registrare anche alcune immagini ( almeno un paio di minuti ) degli studenti che ascoltano.

Organizzare i materiali ed effettuare il montaggio

e) Anche se può sembrare faticoso, conviene trascrivere tutto ciò che è stato detto dall’esperto.
Sul questo testo si potranno facilmente operare dei tagli e, nel caso, lo si potrà integrare con pezzi scritti per una voce fuori campo o per un “giornalista”, dopo di che si annoteranno i punti ove inserire le immagini relative a ciò che viene detto, ottenendo così la sceneggiatura del video che si andrà a montare.
Se è vero che la potenza comunicativa dell’audiovisivo si manifesta appieno quando si riesce ad ottenere una perfetta integrazione tra le parole che vengono dette e le immagini che vengono mostrate, è altrettanto vero che non è affatto semplice dare indicazioni strutturali e stilistiche per una buona “scrittura audiovisiva”. Mi limiterò a qualche consiglio pratico:

In linea generale si inseriscano immagini solo dove sono effettivamente inerenti a ciò che viene detto, rimanendo sull’inquadratura della persona che parla quando affronta passaggi teorici o per i quali comunque non esistono immagini disponibili.

Se si effettuano dei tagli nel discorso dell’esperto è meglio segnalarli con una veloce dissolvenza / assolvenza al bianco piuttosto che coprirli con inquadrature “di copertura” come dettagli dell’oratore o inquadrature degli ascoltatori.

Se si vuole dare enfasi ad alcuni punti si possono usare dei titoli in sovrimpressione, oppure inserire l’immagine di uno studente che in veste di “giornalista” presenta o commenta in vari punti il discorso dell’esperto.

Come si è detto, può capitare che in alcuni punti il discorso dell’esperto risulti poco scorrevole, troppo lento o eccessivamente prolisso; oppure può capitare che le immagini richiedano un tempo di visione più lungo rispetto al tempo che vi dedica l’esperto. In questo casi si può riscrivere il testo e farlo dire da una voce fuori campo mentre scorrono le immagini appropriate.

Il testo fuori campo sarà in genere esplicativo piuttosto che descrittivo, nel senso che bisognerà evitare di descrivere ciò che è gia evidente dalle immagini, mentre è importante indirizzare l'attenzione sugli oggetti rilevanti nominandoli quando sono inquadrati e dare le informazioni che non risultano dalle immagini.
Ad esempio non si dirà:
“La seconda fase del compostaggio si svolge sotto una tettoia per non esporre il materiale alla pioggia e al sole; i cumuli hanno la forma di un prisma triangolare e sono disposti in file parallele distanziate in modo tale da permettere il lento passaggio della macchina rivoltatrice “
ma piuttosto:
“Nella seconda fase, che dura circa tre mesi, il compost viene tenuto al riparo dalla pioggia e dal sole e rivoltato ogni due settimane con la macchina rivoltatrice.”
dato che la tettoia, la forma e la disposizione dei cumuli e la modalità di avanzamento della macchina sono chiaramente visibili nelle immagini.

f) Il montaggio a questo punto risulta relativamente rapido, dato che si tratta di seguire una traccia scritta . Se si utilizza una voce fuori campo è bene prevedere la possibilità di registrarla durante il montaggio stesso. Capita spesso, infatti, che nel montare le immagini sul testo che era stato appositamente elaborato, ci si renda conto che questo avrebbe bisogno di qualche aggiustamento.

Alcune considerazioni

La realizzazione di questo tipo di documentario è tutto sommato semplice, dato che non richiede né un grande lavoro di indagine preliminare e reperimento di dati e immagini, né un grande lavoro di scrittura. I suoi punti di forza stanno nella collaborazione che si instaura tra la troupe e l’esperto e nel rendere la testimonianza di quest’ultimo fruibile a un vasto numero di studenti in qualsiasi momento.

Naturalmente si possono realizzare documentari anche con altre metodologie di lavoro, ad esempio coinvolgendo più di un esperto o basandosi su ricerche svolte autonomamente dai ragazzi, ma l’impegno risulterà sicuramente maggiore.

Una volta realizzato, il documentario può essere fruito direttamente dalle classi. Se l’esperto è disponibile e se vi è la possibilità di utilizzare un mini-studio TV, si può realizzare, contestualmente alla visione, un “dibattito in studio” coinvolgendo una o due classi in modo che col gioco di domande e risposte possano essere chiariti eventuali dubbi o approfonditi alcuni punti.

Come per tutti i prodotti audiovisivi destinati ad essere fruiti in diverse occasioni è importante realizzare una copertina che riassuma in forma scritta le principali informazioni sul documentario:
titolo, sinossi, data e luogo di produzione, autori e partecipanti. E’ anche opportuno realizzare una pagina HTML per il sito della scuola che oltre ai dati già citati comprenda la bibliografia (cartacea e in rete), i testi ed eventualmente la possibilità di accedere al filmato.