Una delle potenzialità più
eclatanti dell’audiovisivo è la possibilità di far vedere
a molte persone cose altrimenti difficilmente accessibili.
La televisione generalista ci ha abituato a un tipo di documentario
che, dovendo essere fruito da un pubblico molto ampio, punta molto alla
spettacolarità ma veicola contenuti informativi abbastanza
superficiali.
Un documentario realizzato in ambito scolastico, invece, può
essere uno strumento di conoscenza estremamente potente, perché
va a cercare nuove informazioni partendo esattamente dal livello di
competenza degli studenti.
Se analizziamo una serie di titoli,
alcuni finora
solo ipotizzati, altri effettivamente realizzati con studenti di
istituti superiori ( tra parentesi l’ambito di realizzazione e
l’esperto coinvolto) possiamo individuare tre filoni principali:
Incontri con specialisti
* Determinazione della velocità di
rotazione delle galassie tramite l’effetto doppler (osservatorio
astronomico / docente universitario) guarda il video
* I siti di mutazione della distrofina ( laboratorio di genetica
dell’università / ricercatore)
* La datazione dei sedimenti attraverso lo studio del nanoplankton (
istituto di geologia / docente universitario)
Un docente universitario ha
senz’altro una
conoscenza estesa e profonda nell’ambito di una materia che già
gli studenti affrontano in ambito curricolare. Non gli si può
certo chiedere, però, di tenere il corso al posto del docente
della classe. Una buona strategia consiste nell’individuare una ricerca
che possa essere spiegata partendo dalle conoscenze possedute dagli
studenti. Anche se l’argomento andrà sicuramente oltre il
normale programma scolastico, sarà l’occasione per rinforzare le
conoscenze acquisite, vedere come vengono formate e convalidate le
conoscenze scientifiche, vedere come è fatto un laboratorio di
ricerca.
Visite a istituzioni
educative
* Evoluzione dei sismografi e delle
reti di
rilevamento ( museo sismologico / curatore)
* Le attività di gestione di una riserva naturale ( parco
naturale / guardia forestale)
* Il restauro di un vaso attico (museo archeologico / dirett. sez.
restauro)
In questi casi si vanno a documentare
realtà che sono già, in genere, mete di visite
scolastiche. Una troupe televisiva formata da pochi studenti può
però entrare in luoghi non accessibili a gruppi numerosi o
seguire processi che si sviluppano su un arco di tempo prolungato.
Conoscenza del territorio
* La depurazione delle acque reflue (
depuratore
cittadino / ingegnere responsabile)
* Il funzionamento del Consiglio Comunale ( Comune / presidente del
Consiglio)
* La rete dei trasporti pubblici ( azienda municipale / funzionario
p.r. )
Questi argomenti non sono tutti
direttamente
correlati con i programmi scolastici, ma sono di notevole rilevanza per
la formazione di una buona coscienza civica. Di analoga rilevanza,
anche se più orientati verso interessi personali, possono essere
incontri con esponenti di categorie professionali.
Un caso particolare di documentario
tematico
è rappresentato dall'intervista a persone - in genere anziane -
che possono portare la propria testimonianza su specifici eventi o
più in generale sugli usi del passato più o meno recente.
A parte quest'ultimo caso, che può
richiedere un notevole lavoro in fase di montaggio, la realizzazione di
questo tipo di documentari non è particolarmente difficile, ed
è sicuramente alla portata di studenti che abbiano fatto un
minimo di esperienza col videonotiziario dell’istituto.
Uno schema di lavoro già collaudato è il seguente:
a) Si individua un “esperto della
materia”
disposto a collaborare. Questi può essere un docente
universitario, un ricercatore, un mastro artigiano, un dirigente di
servizio pubblico, il responsabile di un museo … in ogni caso una
persona che oltre ad essere in possesso di conoscenza abbia la
possibilità di mostrare materiali inerenti alla sua esperienza.
b) Un gruppo di lavoro composto da
6/8 studenti
e dal docente della materia interessata incontra l’esperto e si fa
esporre l’argomento che si è deciso di trattare. In tal modo
l’esperto si rende conto del livello di conoscenza degli studenti e gli
studenti prendono contatto con gli argomenti del documentario. Gli
studenti a cui è stato assegnato il ruolo di cameraman
registrano l’incontro sia per esercitarsi sia perché potrebbe
essere utile vedere la registrazione nella successiva fase di
elaborazione. Se possibile l’incontro avviene direttamente nei luoghi
che saranno oggetto della documentazione, altrimenti la trouppe
cercherà di farsi un’idea delle cose da riprendere ponendo
domande all’esperto.
c) Il gruppo di lavoro predispone
una scaletta
di massima, dividendo per punti il discorso dell’esperto e annotando le
immagini che andranno reperite per ogni punto cercando di valutane
anche la durata. Se si è visto che l’esperto tende a
imbarazzarsi davanti alla telecamera o a dilungarsi troppo nei discorsi
conviene preparare delle domande specifiche da porgli.
d) Nel giorno fissato si eseguono
le riprese,
facendo riferimento alla scaletta predisposta. In genere si registra
per prima cosa l’intervento dell’esperto curando che questi risulti
correttamente illuminato e monitorando l’audio (v. registrazione del
suono). Se l’esperto non è un buon parlatore è inutile
insistere e rifare molte volte la registrazione (al massimo si faranno
ripetere alcuni passaggi); si interverrà successivamente in fase
di montaggio eseguendo dei tagli e facendo esporre un testo adeguato da
un voce fuori campo.
Se l’esperto si serve di una lavagna o di cartelli per illustrare
formule e diagrammi è opportuno usare due videocamere, una
sull’esperto e una su ciò che scrive ( a meno che non si
facciano molte prove è molto difficile che un cameraman non
troppo esperto riesca a riprendere correttamente il flusso di una
spiegazione alla lavagna) Se si dispone di una sola videocamera si
registrerà prima tutta la spiegazione rimanendo su un piano
americano e successivamente i dettagli di ciò che ha scritto o
mostrato che verranno inseriti nei punti opportuni in fase di
montaggio.
Dopo aver registrato l’intervento dell’esperto si registrano le
immagini relative alla spiegazione. Se la spiegazione implica lo
spostamento tra diverse postazioni ( ad esempio: l’esterno, la sala del
telescopio, la sala di osservazione, lo studio del ricercatore ) si
registrerà la spiegazione relativa al luogo dove ci si trova e
poi le relative immagini prima di passare alla postazione successiva.
Nel registrare le immagini dell’ambiente e degli oggetti bisogna fare
attenzione che i dettagli risultino ben visibili e che risulti ben
comprensibile la loro collocazione nell’ambiente. Questo implica, in
linea generale, che effettuare le riprese delle immagini
richiederà molto di più del tempo impiegato dall’esperto
per descriverle (diciamo da 4 a 8 volte), e di ciò va tenuto
conto quando si programmano i tempi degli incontri .
Non bisogna dimenticare di registrare anche alcune immagini ( almeno un
paio di minuti ) degli studenti che ascoltano.
e) Anche se può sembrare faticoso,
conviene trascrivere tutto ciò che è stato detto
dall’esperto.
Sul questo testo si potranno facilmente operare dei tagli e, nel caso,
lo si potrà integrare con pezzi scritti per una voce fuori campo
o per un “giornalista”, dopo di che si annoteranno i punti ove inserire
le immagini relative a ciò che viene detto, ottenendo
così la sceneggiatura del video che si andrà a montare.
Se è vero che la potenza comunicativa dell’audiovisivo si
manifesta appieno quando si riesce ad ottenere una perfetta
integrazione tra le parole che vengono dette e le immagini che vengono
mostrate, è altrettanto vero che non è affatto semplice
dare indicazioni strutturali e stilistiche per una buona “scrittura
audiovisiva”. Mi limiterò a qualche consiglio pratico:
In linea generale si inseriscano
immagini solo
dove sono effettivamente inerenti a ciò che viene detto,
rimanendo sull’inquadratura della persona che parla quando affronta
passaggi teorici o per i quali comunque non esistono immagini
disponibili.
Se si effettuano dei tagli nel
discorso
dell’esperto è meglio segnalarli con una veloce dissolvenza /
assolvenza al bianco piuttosto che coprirli con inquadrature “di
copertura” come dettagli dell’oratore o inquadrature degli ascoltatori.
Se si vuole dare enfasi ad alcuni
punti si
possono usare dei titoli in sovrimpressione, oppure inserire l’immagine
di uno studente che in veste di “giornalista” presenta o commenta in
vari punti il discorso dell’esperto.
Come si è detto, può capitare che
in alcuni punti il discorso dell’esperto risulti poco scorrevole,
troppo lento o eccessivamente prolisso; oppure può capitare che
le immagini richiedano un tempo di visione più lungo rispetto al
tempo che vi dedica l’esperto. In questo casi si può riscrivere
il testo e farlo dire da una voce fuori campo mentre scorrono le
immagini appropriate.
Il testo fuori campo sarà in
genere
esplicativo piuttosto che descrittivo, nel senso che bisognerà
evitare di descrivere ciò che è gia evidente dalle
immagini, mentre è importante indirizzare l'attenzione sugli
oggetti rilevanti nominandoli quando sono inquadrati e dare le
informazioni che non risultano dalle immagini.
Ad esempio non si dirà:
“La seconda fase del compostaggio si svolge sotto una tettoia per non
esporre il materiale alla pioggia e al sole; i cumuli hanno la forma di
un prisma triangolare e sono disposti in file parallele distanziate in
modo tale da permettere il lento passaggio della macchina rivoltatrice “
ma piuttosto:
“Nella seconda fase, che dura circa tre mesi, il compost viene tenuto
al riparo dalla pioggia e dal sole e rivoltato ogni due settimane con
la macchina rivoltatrice.”
dato che la tettoia, la forma e la disposizione dei cumuli e la
modalità di avanzamento della macchina sono chiaramente visibili
nelle immagini.
f) Il montaggio a questo punto
risulta
relativamente rapido, dato che si tratta di seguire una traccia scritta
. Se si utilizza una voce fuori campo è bene prevedere la
possibilità di registrarla durante il montaggio stesso. Capita
spesso, infatti, che nel montare le immagini sul testo che era stato
appositamente elaborato, ci si renda conto che questo avrebbe bisogno
di qualche aggiustamento.
La realizzazione di questo tipo di
documentario
è tutto sommato semplice, dato che non richiede né un
grande lavoro di indagine preliminare e reperimento di dati e immagini,
né un grande lavoro di scrittura. I suoi punti di forza stanno
nella collaborazione che si instaura tra la troupe e l’esperto e nel
rendere la testimonianza di quest’ultimo fruibile a un vasto numero di
studenti in qualsiasi momento.
Naturalmente si possono realizzare
documentari
anche con altre metodologie di lavoro, ad esempio coinvolgendo
più di un esperto o basandosi su ricerche svolte autonomamente
dai ragazzi, ma l’impegno risulterà sicuramente maggiore.
Una volta realizzato, il
documentario può
essere fruito direttamente dalle classi. Se l’esperto è
disponibile e se vi è la possibilità di utilizzare un
mini-studio TV, si può realizzare, contestualmente alla visione,
un “dibattito in studio” coinvolgendo una o due classi in modo che col
gioco di domande e risposte possano essere chiariti eventuali dubbi o
approfonditi alcuni punti.
Come per tutti i prodotti
audiovisivi destinati
ad essere fruiti in diverse occasioni è importante realizzare
una copertina che riassuma in forma scritta le principali informazioni
sul documentario:
titolo, sinossi, data e luogo di produzione, autori e partecipanti. E’
anche opportuno realizzare una pagina HTML per il sito della scuola che
oltre ai dati già citati comprenda la bibliografia (cartacea e
in rete), i testi ed eventualmente la possibilità di accedere al
filmato.
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