Una lunga apertura sinfonicheggiante introduce 1348, album di esordio degli italianissimi Speculum Mortis, all'interno del quale i nostri affrontano tematiche inerenti uno dei periodi più duri e complessi del passato d'Europa, ovvero gli anni della grande pestilenza che colpì il continente tra il 1347 e il 1350. Il monicker Specchio della Morte, dal libro medioevale riferito a questa grande ecatombe capace di mietere milioni di vittime, suonerà facilmente inedito, tuttavia la band si presenta come la novella incarnazione degli ex-Infernal Tenebris e i membri stessi si proclamano protagonisti di svariate e disparate esperienze nell'underground musicale nostrano sin dalla metà degli anni novanta. 1348 non stenta a identificarsi come un album devoto al metallo nero nella sua forma più tradizionalmente legata ai canoni della scuola nordica, dove aperture chiaramente volte all'estetica norse si intersecano con partiture più melodiche e orpelli tastieristici. La resa sonora è piuttosto valida, considerando poi che ci si trova al cospetto di un lavoro vicino all'autoproduzione totale; il riffing denota in alcuni passaggi soluzioni efficaci, nonostante la proposta generale nel suo complesso mostri ancora il bisogno di essere maggiormente elaborata, sgrossata e per di più resa maggiormente personale ed evocativa, soprattutto in considerazione del fatto che nell'estetica del black metal il pathos riveste un ruolo di importanza primaria. Le partiture atmosferiche si presentano infatti ancora deboli, specie nei passaggi ove sono richiamate a una posizione di prim'ordine, così come l'approccio vocale che meriterebbe maggior risalto e corposità, dimostrando così come i pregi del disco risiedano attualmente per lo più nell'operato delle chitarre. Un lavoro ancora acerbo, necessitante di un ulteriore passo in avanti nell'ottica della strutture generale per rendersi davvero degno di nota, ma comunque capace di costruire la base per una futura release che potrebbe facilmente rivelarsi interessante nell'agguerrito panorama tricolore. Vado Mori 26/11/2005 Marco Ceruti