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PISA NAVIS

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ARCHEOLOGIA SUBACQUEA

UNIVERSITA DI CAMBRIDGE

Fazzello

MIRA NAUSICA

IL PAGURO

Archeogate

Torri di Guardia

ARCHEOLOGIA SUBACQUEA NEL PROMONTORIO

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 Pachino Promontorio PORTO ULISSE  NAVE BIZANTINA A LONGARINI  La Nave Bizantina a Longarini  Marzamemi Nave 1  Chiesa Bizantina  Marzamemi Nave 2 Colonne  Portopalo ISOLA CORRENTI
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Peter Throckmorton Gerard Kaptain

Navi a Porto Ulisse.

Era il giugno del 1967 e con un mio cugino  Andrea andavamo tutti i pomeriggi a Portoulisse.

Ci si divertiva ad andare in apnea a pescare cocci di epoca greco-romana e bizantina. Ma erano dei cocci. Non  si è mai trovato un pezzo intero, se non  quello miracolosamente venuto fuori dalla chiglia di una nave.

Questa nave fu scoperta da me e da mio cugino, in seguito ad una mareggiata di ponente che aveva imperversato per quasi tutta la settimana.

Era stato un ponente di una certa intensità che aveva miracolosamente scoperto buona parte dell’area della baia.

Il Porto Ulisse odierno, è diverso da come era il Porto Odisseo di epoca antica .

 Si parla, dunque, di insediamenti che si attestano intorno ai 2400 anni fa’.

Parliamo del periodo fenicio greco.

L’ immagine ambientale generale, del Porto, in quel periodo, doveva essere molto diversa da come è oggi.

L’imboccatura  era molto piu’ ampia.

Vi era un, vero e proprio, Porto interno.

 Esisteva una salina. (ancora oggi riscontrabile nella cartografia dell’I.G.M.)

Cuba era  un lago di acqua dolce e  aveva contatti diretti con il mare.

Li fu’ costruita  una città, che Idrisi, scrittore e disegnatore Arabo, descrive di circuito di circa un miglio e mezzo.

libro di Ruggero dei  Porti arabi.

La località era denominata Porto Odisseo o di Ulisse.

Diversi autori, attestano che la descrizione coincide, perfettamente, con la descrizione dei luoghi geografici dell’Odissea.

DESCRIZIONE DEI FONDALI

A secondo del periodo dell’anno, i fondali, per effetto dei marosi,  subivano e subiscono ancora oggi delle modificazioni dei fondali.E pertanto è difficile descriverli.Comunque si può dire che l’effetto più evidente è lo spostamento di diverse migliaia di tonnellate di sabbia. Le quali a si muovono velocemente per effetto delle corenti sottoarine generate dalla furia del mare e dal vento.

Ma, alla luce delle ricerche, appare opportuno evidenziare che, gli interrogativi che ci ponevamo nel 68, oggi, sono definitivamente risolti.

 E quelle ricerche, realizzate in quel periodo,  ci permettono, ora, di potere descrivere nel dettaglio queste aree.

Si trovavano, per esempio, parti e blocchi di arenaria di lavorazione databile intorno all 600-700, ora, attribuibili alla presenza documentata  del Castellazzo, completamente demolito.

Come erano evidenti parti di travi in legno di navi  molto antiche. Una infinità di cocci di diversi periodi storici. Era uno spettacolo unico guardare quei fondali.Le folte praterie di  alghe()  nascondevano  importanti pezzie spezzoni di archeologia subaquea.

Prendere quei cocci era, per noi, un divertimento unico.

Abbiamo, comunque, continuato le nostre ricerche anche in solitario. E  la bibliografia di riferimento,si è arricchita di nuove conoscenze di tutta l’area del Porto Ulisse e del Promontorio di Pachino.

Oggi  pubblichiamo queste informazioni per renderle pubbliche dopo circa 30 anni dai fatti;e dunque, da considerare come un contributo all’ approfondimento e valorizzazione delle presenze archeologiche nell’area di Porto Ulisse Punta Castellazzo.

In osservanza a una maggiore tutela ambientale da parte della Soprintendenza Archeologiche di Ragusa e delle autorità preposte.

Si allegano: Disegni del relitto,ipotesi di insediamento.

Architetto Rosario Spinello Firenze

Web connections of interest to Nautical Archeology

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LE NAVI DI PORTOULISSE. NEL 1966, DURANTE I LAVORI DELLA BONIFICA DELLE PALUDI DI ISPICA VENNE ALLA LUCE LA CHIGLIA DI UNA NAVE ROMANA. PER MOLTISSIMI ANNI QUESTO IMPORTANTE RELITTO E’ STATO SOTTO UN ALBERO LUNGO LA PROVINCIALE PACHINO POZZALLO. ALL’ALTEZZA DELLA PROPRIETA’ SPATOLA.

SPERIAMO NEL PROSSIMO FUTURO CHE SI INTERVENGA IN MODO SISTEMATICO PER LA VALORIZZAZIONE DI TUTTO IL CONTESTO AMBIENTALE DELLE AREE ARCHEOLOGICHE LOCALI

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PACHINO PROMONTORIO

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Questo relitto non ha nulla a che fare con quello ritrovato durante i lavori di bonifica di Longarini. Questo è stato trovato da me e da mio cugino Andrea Russo(classe 955)

 
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