Avevo capito: da subito!!!!!!!!!!!!!!Quella di Carubella Barco non era una vacanza tutta particolare: era unica. E lo stare in quei luoghi mi conferiva un benessere profondo nell’animo. Ora, a rivivere il contatto mentale, ma vivo e presente come se fosse oro, mi dà sensazioni surreali e fantasiose. La Poesia. mi armonizza l’animo e trascende da sostanziali atti di sapere: questi “ricordi”ora; si trasformano in parole agro- mielose. Ma quello che più conta è la voglia mai sopita e attiva ,strugente ma allegra di poterle rileggere. Ora come nella mente acuta e lucida e di un pittore che cerca di trovare le proporzioni adatte alla sua pittura. Guardo lontano: e vedo solo navi all’orizzonte!!!!! Lente, pensierose, sbuffanti, percorrevano quiete il profondo orizzonte :le posso seguire per un lungo tratto di mare: molto ampio. Era l’unica presenza attiva,in movimento: allo svolgersi lento, pacifico, cadenzato della giornata. Dove i soli rumori erano quelle portate dal vento: della campana della capo squadra delle vacche e dei vitelli che popolavano il luogo. Poi, anche, quello fitto delle cicale che attaccavano fin dal primo mattino. I muri a secco dettavano le “chiuse” come recinti: le mandre pascevano misteriose al passo. Brucavano. Misteriose, maestose, enormi: vacche. L’annata era stata particolarmente piovosa. Il paesaggio e tutta la natura era formata da enormi alberi di Carubbo.. Enormi, medi, piccoli. Ogni esigenza era esaudita da quei mansueti e forti alberi da frutto secco. Nel sottobosco dei Carubbi si radunavano infiniti colori e il volo delle farfalle ne decideva la proporzione. Muri a secco. Attraversati da tranquille lucertole che prendono il sole. Dove i chiaroscuri delle pietre disegnano immaginifici intrecci di pensieri che si ricollocano alla pietra capofila di un discorso finito. Dove la razionalità della operazione era interpretata come giusta e sacrosanta rispetto della tradizione culturale. Una sacralità ridondava nella campagna e la personalità degli zii ne dettava la conseguenziale referenza. Eravamo ospiti. Ospiti della masseria della Nonna e del Nonno Spinello Sebastiano che aveva acquisito attraverso il matrimonio di “Mallia” Nonna Mallia. Mallia : Malta città maltese.Ma anche città cretese La probabile origine della nonna....Mallia Corradina. Nonno Saro sposa Antonina Grech.Mia Nonna Nonna Grech: Probabile origine Maltese? O greco?? Dunque le nostre origini sono da considerare essenzialmente provenienti da Malta e più probabilmente dalla Grecia e da Creta. Barco era ed è un posto stupendo,arcaico la cui identica di paragonare, per la estrema bellezza e suggestione, a quello quella che visse il “Bambino”.di Nazaret.in Palestina Asparagi,lentisco,finocchio selvatico,ed altre infiniti e tumultuosi odori inondavano le mie narici e il paesaggio mi si svolge con la stessa operante e coivolgente stato di allora. E i ricordi si accavallano alla realtà traendo da essa alimento per l’avvenire. Era lungo il sentiero che era marcato nella campagna. Come una linea sicura: portava al mare. Un mare azzurro e cristallino ci attendeva. La spiaggia era grande. Poco prima di arrivare, sulla riva, due antichi abbeveratoi. Uno per le mucche:nuovo. Uno pluriuso:antico.L’acqua quante impresioni antiche in quella parola acqua. Era preziosa a Barco l’acqua. Eravamo ragazzi e questi discorsi affioravano come ruscelli di acqua dopo la pioggia. Come quando si inseguivano le lingue di acqua che cercavano con perizia arginare in dighe. Dighe di contenuti semantici affioranti alla collocazione edonistica e astrale e della sua effimera consistenza odierna. Vana gloria millantata delle impietose e candide sere di Arlecchino. Poeti, attori,p rofessori. Ne professano il mito.!!!!!!!!!!!! Noi dormivamo. Dormivamo nei letti a castello lasciati dagli americani. Letti grandi. Enormi. Accoglienti. La postazione inferiore dava il senso profondo dell’alcova. La luce della sera confortava i sogni: e se guardavi fuori ti accompagnavano un milione di stelle che ti salutavano augurandoti la buona sera. Atmosfere. Luci. Fari. Albori,vacui della città che ne confermano l’ esistenza. E la cui massima attrazione era quello di sentire, cosa rarissima, la campana di Portopalo di C.P. Il ponente è potente: infinito. Presente. Sovrastante e allegro ne detta adulante traccia. Suadente. Di invito a rimanere, come sempre. Adamantina e soave ripercorri strenua le sue tracce. L’alba già era presente e la stella del mattino ti dava il benvenuto in quel ricordo di luce . Soavi e caldi ricordi aspiravano alla verità. Mai sopiti. Sempre desiderati. Era inutile. Non poteva esserci altra soluzione. Avrebbe dovuto accettare la situazione cosi come si prospettava. Tanto valeva prendere subito in considerazione l’idea di farlo . Erano annii che non lo facevo. Il pensiero comincia a frullarmi allora come un vorticoso mulino a pale che nonostante fosse cessato il vento continua imperterrito a girare. Gira di inerzia .Gira di immaginazione Gira di volontà vera di sapere come essere senza essere. Di essere di dire la sua senza nessuna velleità . Solo per essere.sono |