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Dall’antica torre dei romani (castello) sita sul preesistente villaggio (pagus) si pensa derivi il nome del paese. Due statuette di Eracle rinvenute in zona fanno pensare alla presenza di popolazioni già dal V secolo avanti Cristo.
Le antiche abitazioni in pietra fanno da cornice al Palazzo ducale eretto, anch’esso in pietra intorno all’anno mille, sotto la dominazione normanna. Oggi la sua mole sovrasta la piazza del paese dove sul lato si conserva una piccola colonna in pietra sormontata da una croce, detta “ colonna della gogna” ove venivano legati i condannati per essere esposti al pubblico “scorno” (vergogna) durante la dominazione spagnola, periodo in cui Castelpagano divenne “Università dei cittadini

     

PERSONE ILLUSTRI

A Castelpagano nacque l'insigne medico Nicola Tartaglia nel 1832. Esercitò nella gioventù a Napoli l'arte sanitaria. Scrisse una celebre relazione sui casi di patologia e i suoi studi sono alla base della odierna neurologia. Tornò a Castelpagano nella vecchiaia e si interessò perché il Comune di Castelpagano fosse aggreto alla provincia di Benevento. Morì a Circello il 29 Dicembre 1880 (cfr.atto n. 141 reg.del 1880 - Circello).

 

A ricordo il Comune di Circello gli ha intitolato la Piazza principale. Dal libro parrocchiale dei battezzati si conosce la data di nascita e la professione del padre. Vi si legge "Oggi ventinove marzo 1832 D. Giacomo Polcini di Circello col mio permesso ha battezzato un infante nato ad ore deciassette del dì venticinque del detto al quale ha imposto il nome di Nicola figlio delli coniugi Notar Donato Tartaglia e della Signora Alfonsa Polcini. La commadre è stata Raffaella Polcini di Giuseppe, ed in fede. Nista Arcipre".

     
Non è da dimenticare il rev.mo Canonico della chiesa metropolitana di Benevento, nonché Abbate Don Salvatore Pietro Nista, valente insegnante di lettere greche nel Seminario di Benevento. Passò gli ultimi anni della sua vita a Castelpagano, paese natio. Non si conosce la sua data di nascita e di morte per i libri parrocchiali dispersi. Solo una lapide nel suo palazzo di abitazione in piazza Municipio lo ricorda nel 1710.

Un'altra personalità ecclesiastica degna di nota è il Rev.mo Abbate di S.Maria Fuifolis Dr. Francesco De Matteis. Insegnò nella Pontifica Facoltà Giuridica di Benevento e fu annoverato nel Collegio onorifico dei dottori di questa Facoltà, quando optò per l'arcipretura del paese nativo di Castelpagano.
Fu promotore del Partito Popolare con l'on. Giovanni Bosco Lucarelli nella provincia di Benevento. La morte lo colse improvvisamente il 15 giugno 1910 in età di 43 anni "il popolo tutto ne pianse per il dolore, nè trova conforto per la perdita di pastore sì buono, di padre affezionato". Così nel libro dei defunti.

Illustrò Castelpagano, benchè non ebbe ivi i natali, Ottavio Mornile che portò il titolo di duca di Castelpagano (1761-1838). Fu ministro di re Gioacchino Mutar che rappresentò al Congresso di Vienna (1815) e poi fu ambasciatore a Parigi dei Borboni di Napoli; è spesso nominato da Pietro Colletta. Portò anche il titolo di Duca di Castelpagano l'Em.mo Cardinale Alfonso Capecelatro (1823-1912), nobile figura ecclesiastica, nacque a Marsiglia (Francia) e fu arcivescovo di Capua. E' noto agiografo. Sulla sua tomba a Roma l'epigrafe ricorda il titolo nobiliare "DUX CASTRIPAGANI".

E' da ricordare anche il P. G. Dr. Francesco Saverio, Superiore Generale della congregazione dei missionari dei SS. Cuori (di Gesù e di Maria ). Nacque a Castelpagano il 29 giugno 1872 (atto n°62 del reg. par.). Si laureò in scienze filosofiche e teologiche alla Pontificia Università Gregoriana di Roma. Nel 1911 fu eletto Superiore Generale e tenne tale carica per 25 anni. Chiunque lo conobbe ne apprezzò le grandi doti di mente e di cuore. Morì a Secondigliano (NA) il 10 gennaio 1936.

 

     

  Palazzo ducale
Il sito ove attualmente sorge il palazzo era occupato da un castello di epoca normanna. Di esso oggi resta solo la testimonianza della data di costruzione. Il complesso fu occupato e restaurato successivamente dagli Angioini e rimane inalterato, con le quattro torri, il ponte levatoio, l'ingresso per accedere nel borgo e le carceri, fino al 1688, anno in cui fu distrutto dal terremoto; la ristrutturazione che ne conseguì la ridusse alle attuali dimensioni.
     
Dell'intervento angioino restano il portale d'ingresso ad arco ogivale, la feritoia che si trova a destra di chi entra e il foro di difesa nella parte superiore.  

     

  Ancora oggi il palazzo è in posizione dominante sia rispetto al centro storico che alla vallata che ne fa da sfondo.
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