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GRUPPO DELLA SCHIARA - Dolomiti Bellunesi
Itinerari (parte 1)
Testo di
Giovanni Randi e
Stefano Reolon "Teto"
C.A.I. Sezione di Belluno
AVVERTENZE: nell pagine che seguono, presentiamo una scelta di itinerari nel gruppo della Schiara; questi hanno la caratteristica di non essere particolarmente faticosi o impegnativi e consentono di conoscere a grandi linee quasi tutto il massiccio. Sono percorribili da escursionisti allenati ed esperti, a parte alcuni tratti più difficili segnalati di volta in volta. L'equipaggiamento è quello solito da media montagna, salvo in singoli tratti ove è necessario avere con sè un minimo di attrezzatura alpinistica (vedi itinerari).
Il periodo consigliabile va da giugno ad ottobre. Gli orari di percorrenza sono riferiti ad escursionisti medi, sufficientemente allenati.
Infine un invito: percorrete i sentieri con cautela e non lasciate tracce del vostro passaggio; l'ambiente è un bene sempre più prezioso ...rispettiamolo!


Visione sulla parete sud della Schiara, la Gusèla e le Pale del Balcón
Visione sulla parete sud della Schiara, la «Gusèla del Vescovà»
e le Pale del Balcón, dal «Trói de la Mòla» in alta Val Medassa
(foto di Stefano Reolon)


1) Da Case Bortòt al «Rifugio 7° Alpini» in località Pis Pilón (sentiero con segnavia C.A.I. n 501)
Il «Rifugio 7° Alpini» (con la vicina capanna-bivacco "Severino Lussato", ricovero invernale) è di proprietà della sezione di Belluno del C.A.I. e sorge nella località Pis Pilón, alla testata della Valle dell'Ardo. Circondato da pendii erbosi e cespugli radi, si colloca proprio al centro di un vasto anfiteatro di crode. È considerato come la tappa conclusiva dell'Alta Via delle Dolomiti n. 1, ma è anche base di partenza per numerosi itinerari escursionistici, oltre che per le ascensioni alpinistiche sulla Schiara.
La località di Case Bortòt (m 694) è facilmente raggiungibile da Belluno per ottima strada, attraverso le frazioni di Bolzano Bellunese e Gióz; nell'ultimo tratto la carreggiata è un po' più stretta ed è caratterizzata da alcune ripide curve. Il piccolo piazzale di sosta, poco oltre l'osteria Pavèi (stazione di chiamata del Soccorso Alpino), permette il parcheggio di diverse auto, anche se è possibile, specialmente nei giorni festivi, non trovare un posto disponibile. Dal parcheggio il sentiero, qui ben largo e tracciato, si inoltra nella stretta Valle dell'Ardo, tagliato spesso nella roccia del fianco orientale del Monte Terne. Dopo una decina di minuti si trova il bivio, a sinistra, per la forcella Monpiana (vedi itinerario n. 5). Il sentiero, sempre evidente e con qualche tratto boscoso, prosegue in leggera salita fino a quota 777, dopodiché scende fino a raggiungere la località Mariano (m 681 - fin qui ore 0,40 c.) dove la valle si allarga e vi è la confluenza fra il Rui Frét ed il torrente Ardo.
Le pareti ovest del monte Pelf
Le pareti ovest del monte Pelf (Croda Lussato e Croda del 7°)
dai pressi del Rifugio 7° Alpini
(foto di Stefano Reolon)


Attraversato un ponticello in cemento, si inizia a salire lungo un sentiero sassoso ed abbastanza ripido.Dopo i ruderi di una vecchia casera, ci si innalza nella Valle dell'Ardo, rimanendo, per ora, sul fianco idrografico sinistro della valle (èst). Il sentiero ha una pendenza notevole ed è sempre ben visibile, anche se è da affrontare con attenzione in quanto sono numerosi i tratti esposti su precipizi.
Si passa ancora per zone boscose fin sotto ad una caratteristica ed alta parete strapiombante (Covolón, m 900). Dopo alcune ripide salite alternate a zone semipianeggianti (fare attenzione a non imboccare alcune malagevoli scorciatoie!) il sentiero scende verso il torrente, dove la valle è in prevalenza rocciosa. A questo punto si scavalca il torrente su un doppio ponticello in cemento (m 1037 - ore 1,45 dalle Case Bortot) e si inizia a salire con alcuni tornanti il fianco occidentale della vallata (destra idrografica), attraversando una zona ricca d'acqua; si raggiunge poi un terzo ponticello in cemento che ci riporta sulla sinistra idrografica (belle cascate e pozze d'acqua); ancora alcuni stretti tornanti ed un tratto esposto sotto alte pareti strapiombanti, quindi si riattraversa il torrente Ardo per l'ultima volta, raggiungendo il colle boscoso, chiamato comunemente Calvario o Col de le Silimandre, alla sommità del quale è ubicato il rifugio. Il sentiero risale il colle con numerose svolte ed è conveniente seguire la traccia segnata, in quanto molte delle scorciatoie presenti non sono affatto
Monte Serva da nord
Monte Serva da nord:
un raggio di sole illumina la "Casèra de i Rónch".
(foto di Stefano Reolon)


agevoli. Dopo esser passati vicino ad una vasca dell'acquedotto, sul finire del bosco, in pochi minuti si giunge al «Rifugio 7° Alpini» (m 1490), circondato dall'imponente anfiteatro formato dalle Pale del Balcón, dalla parete sud della Schiara e dalla parete ovest del Pelf (Croda Lussato e Croda del 7°). Verso sud bella visione sulla Val Belluna. Ore 3,00 circa dalle Case Bortòt.


2) Accesso al «Rifugio Bianchét» dalla strada statale Belluno-Agordo (località Costa dei Pinèi). Segnavia C.A.I. n 503.
Il «Rifugio Furio Bianchét» sorge in località Pian de i Gat, alla quota di 1250 m circa, nella parte alta della Val Vescovà, su una radura alle pendici del monte Coro. È base di partenza per escursioni sulla Schiara, sulla Talvéna, sul Coro e punto di appoggio per l'Alta Via delle Dolomiti n. 1.
Il percorso segue la strada forestale che, da Costa dei Pinèi (località al Km 17 della strada statale n. 203 Agordina) raggiunge il rifugio [sulla strada non asfaltata è vietato il transito alle auto private]. La mulattiera sale subito con molti tornanti la Costa de i Bilòrt, per poi entrare a quota 750 m circa, alta sulla Val Vescovà. Qui giunge anche una scorciatoia (consigliabile) che parte dal ponte della strada statale sul torrente Val Vescovà con una caratteristica scalinata in cemento, circa un chilometro e mezzo dalla Costa dei Pinéi, verso Belluno. La strada, dopo un tratto in piano, riprende a salire, sempre sul lato destro idrografico di Val Vescovà e raggiunge, con numerosi tornanti (varie scorciatoie, sorgente) il colle boscoso del Sass de i Compànc' (m 1151). Si scende ora leggermente nel bosco a fondovalle fino ad un ponte, che permette il passaggio sulla sinistra idrografica della Val Vescovà, da dove, salendo nel bosco, si raggiunge il Pian de i Gat ed il «Rifugio Bianchét» (m 1250). Ore 2-2,30 dalla strada statale.


3) Tratto finale dell'Alta Via delle Dolomiti n. 1, dal «Rifugio Pramperét» al «Rifugio 7° Alpini». Segnavia C.A.I. n 514.
Descriviamo qui in modo schematico il tratto terminale dell'Alta Via n. 1 (percorso escursionistico attraverso le Dolomiti dal Lago di Braies a Belluno) che attraversa il Gruppo della Schiara in senso nord-sud. Il percorso è ottimamente segnalato con strisce rosse-blu e utilizza come basi d'appoggio: il «Rifugio Sommariva al Pramperét», il «bivacco Dal Mas» al Pian de Fontana, il «Rifugio Bianchét» (vedi itinerario n.2), il «Bivacco Sandro Bocco» al Màrmol ed il «Rifugio 7° Alpini» (vedi itinerario n.1). Il tratto tra il Bivacco del Màrmol ed il Rifugio 7° Alpini è costituito dalla ferrata del Màrmol (solo per alpinisti esperti; difficoltà I e II grado). Chi volesse evitare la via ferrata può scendere al Rifugio Bianchet e di li a fondo valle (vedi itinerari n.2 e n.7). Esclusa la via ferrata il percorso è alla portata di ogni escursionista esperto ed allenato.
Alta Via n. 1 presso la forcella sud dei Van de Zità
Percorso dell'Alta Via n. 1 sulla «Costa del Baranción», presso
la forcella sud dei Van de Zità (foto di Stefano Reolon)


Dal «Rifugio Sommariva al Pramperét» (m 1875) si sale per buon sentiero tra i pini mughi al vallone che scende dalla Portèla del Piazedèl. Detta forcella (m 2097) si raggiunge in breve per pendii erbosi. Si passa ora in versante opposto (ovest - Val Clusa) e si sale per una caratteristica zona mista erbosa e ghiaiosa per raggiungere, dopo aver superato la conca pianeggiante del Vant de i Piazedìai (m 2050 circa) e una cresta rocciosa (qualche passaggio richiede attenzione), la forcella sud dei Van de Zità (m 2395 - ore 1,30 dal «Rifugio Pramperét»). Segue una discesa per ripidi pendii detritici fin sotto la Forcella de i Erbàndoi (punto di partenza per l'itinerario n.8). Siamo ora sotto la cima della Talvéna, seconda vetta dell'intero gruppo per altitudine. Si scende poi nel vallone sottostante con numerose svolte e sempre per ripidi pendii erbosi si raggiunge il Pian de Fontana (m 1632 - ore 3-4 dal Rifugio Pramperét), ove sorge il bivacco «Renzo Dal Mas». Da qui si scende, prima per pascolo, poi per bosco, ad un bivio (m 1500). Si prende a destra (ovest) in salita (l'altro sentiero scende, a fondo valle, in località Soffranco - Val Zoldana) e con numerosi tornanti nel bosco si raggiunge forcella La Varetta (m 1704 - ore 1 dal bivacco «Dal Mas»). Si prosegue in quota attraverso zone prative, con splendide visioni sul versante nord dei monti Schiara e Pelf. Dopo una leggera discesa si incontra un altro bivio: un sentiero scende decisamente a raggiungere, dopo circa trenta minuti, il Rifugio (itinerario n.7 in senso inverso); l'altro prosegue nel bosco e, superati i ruderi del Casonét de Nerville, va ad imboccare la gola nord del Màrmol da dove, attraversando salti rocciosi e zone ghiaiose, si raggiunge la forcella del Màrmol (m 2262 - ore 3-4 dal bivacco «Dal Mas», ore 7-8 dal rifugio «Pramperét»). Dalla forcella si volge verso destra per roccette attrezzate, sino a portarsi sul versante sud della montagna. Seguendo sempre le segnalazioni, si incontra un bivio: a destra c'è la traccia che porta alla vetta della Schiara lungo la cresta est (itinerario n.4), mentre occorre scendere sulla sinistra per rocce ed erba sino al bivacco «Sandro Bocco» (m 2266 - circa mezz'ora dalla forcella). Dal bivacco si va verso ovest attraverso banche erbose e tratti rocciosi, seguendo le segnalazioni e le corde metalliche. Segue poi una serie di camini attrezzati anche con scalette e quindi, girando a destra per una piccola forcella, si giunge in vista della superba parete sud della Schiara. Proseguire per la traccia segnata fino ad una cengia che volge a destra e dalla quale, con scale metalliche, si arriva su zona erbosa. Ancora un tratto attrezzato ed esposto che porta nella gola sottostante e poi si arriva a congiungersi con la via ferrata Zacchi. Lungo quest'ultima si giunge alla base della parete, presso il Porton (m 1780), prima con una serie di scalette metalliche e funi, poi traversando verso sinistra lungo una cengia che porta in una gola da cui si esce sulla destra ed infine scendendo l'ultima paretina attrezzata. Si scende ora per buon sentiero il dosso con erba e ghiaie che conduce fino al «Rifugio 7° Alpini» (m 1490), passando accanto a due caratteristici faggi isolati. Ore 3 circa dal bivacco; ore 10-11 complessive dal «Rifugio Sommariva al Pramperét».


Le Pale del Balcón
Le pareti sud delle Pale del Balcón, viste dal bivacco Sperti.
Al centro la 2a Pala con i pilastri ovest ed est.
(foto di Stefano Reolon)


4) Monte Schiara (m 2565): ascensione alla vetta per la cresta est da forcella del Màrmol (via normale)
È la massima elevazione del gruppo. Dalla sua vetta si gode un panorama vastissimo sulle Dolomiti e sulla Val Belluna. Si consiglia di essere in vetta nelle prime ore del mattino, poiché, specie d'estate, a mezzogiorno e nelle prime ore pomeridiane, la cima è spesso coperta da nubi. La via normale parte dai pressi della forcella del Marmól (m 2262 - vedi itinerario n.3) e segue interamente la cresta est del monte. Essa è molto esposta e NON ATTREZZATA, e presenta difficoltà di I grado.
Dal bivio posto fra la forcella ed il bivacco del Marmol, seguendo sempre le indicazioni, si risale interamente lo spallone roccioso ed erboso fino a raggiungere il filo di cresta. Per quest'ultima, spesso stretta ed esposta, direttamente in vetta (croce metallica). Ore 1-1,30 dalla forcella del Marmól. Fare estrema attenzione in caso di scarsa visibilità (abbastanza frequente).


5) Giro per forcella Monpiana o Mompiana (m 1614). Segnavia C.A.I. n 506.
La forcella Monpiana è un ampio valico prativo che si trova sulla cresta congiungente il monte Terne (a sud) con il monte Tirón (a nord) e che fa da spartiacque tra la Val Medón (a ovest) e la Valle dell'Ardo (a est). Proprio da queste due valli si dipartono dei comodi sentieri che raggiungono la forcella e permettono di effettuare una piacevole escursione circolare di media montagna. Attrattiva principale della forcella è costituita dallo splendido panorama sul cuore del massiccio della Schiara. Molto interessante, inoltre, l'ambiente particolarmente selvaggio della Val Medón.
Base di partenza è la località Case Bortòt (vedi itinerario n.1). Dal parcheggio si segue il sentiero dell'itinerario n.1 per circa 10 min., in quota, fino ad un bivio evidente (m 700 c. - tabella). Si prende a sinistra, in salita, il buon sentiero che, con pendenza sostenuta, si alza nel bosco a raggiungere il Col Foróngol (m 961). Si prosegue ancora per bosco e poi per ripida pala erbosa si raggiunge la forcella Monpiana (m 1614 - ore 2,30-3,00 da Case Bortót). Dalla forcella si scende ora per tracce di sentiero su ripido prato (attenzione a non smarrire la traccia), prima a sinistra a ridosso di una parete rocciosa (resti di un ricovero di pastori), poi riportandosi in centro al vallone che scende dalla forcella (Val Monpiana). Sempre seguendo il sentiero si discende ripidamente l'intero vallone, a raggiungere, nel bosco, il fondo della Val Medón in località Pianàz (m 1200 c.). Per sentiero nel bosco, prima in discesa, poi
I fianchi scoscesi della Valle dell'Ardo
I fianchi scoscesi della Valle dell'Ardo. Sullo sfondo, da sin.:
monte Tèrne, forcella Monpiana, monte Tirón, cime de i Pinèi.
(foto di Stefano Reolon)


in quota, si raggiungono le casère Funes (m 832) e Medón (m 805) ed infine si arriva sul torrente Medón in corrispondenza di una stretta gola (l'Olt). Da qui, per strada forestale, si raggiunge la strada che da Bolzano Bellunese sale a Case Bortòt, in località Colovèr (m 521 - ore 6-6,30 da Case Bortòt). Da qui, per rotabile, è possibile ritornare a Case Bortòt in circa 45 minuti.


© testo by Stefano Reolon and Giovanni Randi
© foto by Stefano Reolon

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