La
Boxe nell'arte marziale
1) L'uso del Footwork.
Ciò che più affascina
nella Boxe occidentale è senz'altro l'uso del footwork.
Chi non è rimasto mai
sbalordito dalla capacità di entrare ed uscire dalla guardia avversaria,
che possiede il boxer durante i suoi combattimenti?
Davvero colui che padroneggia
questa tecnica possiede una capacità balistica al di fuori del comune.
Avere un ottimo footwork significa, anche, avere un gran senso della distanza
e del tempo, nonché della velocità di esecuzione di una tecnica.
L'atleta è in grado
di valutare ed analizzare ogni singolo spostamento.
2) La capacità
di spostamento tramite il tronco, i fianchi e la testa.
Effettivamente, la
capacità di reazione è davvero ben sviluppata in questi praticanti.
Il viso è senz'altro
il bersaglio più cercato e saperlo "nascondere" tramite questi
spostamenti, è di sicuro un vantaggio.
3) Le armi della
boxe: i pugni.
Beh, qui si scatena
la critica.
Diversi praticanti
di stili tradizionali mi indicano che il pugno del Karate è senz'altro
più veloce. Altri, sostengono, è meno potente di quello del Kung-Fu.
Personalmente, e chi
pratica la Boxe può severamente confermarlo, considero il pugno della
Boxe il più veloce e potente. Gli atleti che per mesi e mesi allenano
le tecniche ai guanti di passata e al sacco, sviluppano una velocità
impressionante. Infatti, bloccare tali colpi con tecniche di parata usate
nei stili giapponesi o cinesi, risulta IMPOSSIBILE
o, mel migliore dei casi, difficoltoso.
Non c'è modo di parare
distintamente un diretto sx e uno dx eseguiti in rapida successione. L'unica
cosa, forse, possibile è evitarli o chiudersi.
Ma resta accesa una
questione: il boxer senza l'uso dei guanti è comunque efficace?
La dinamica dell'uso
dei pugni e delle realtive schivate è senz'altro subordinato all'uso,
moderno, dei guantoni. Indiscutibilmente offrono riparo ed attutiscono
un numero considerevoli di colpi rivolti verso il viso.
Probabilmente, escludendo
l'uso dei guantoni, la guardia stessa della Boxe dovrebbe essere modificata.
Ma c'è anche un'altra
cosa.
Una delle caratteristiche
balistiche della Boxe, è il suo singolare modo di roteare il polso, affinchè
la tecnica di pugno sia penetrante ed efficace. E fin qui, nesssuno ne
discute i vantaggi e i meriti di una simile concezione.
Il colpo, partendo
dai fianci, si distribuisce sulla spalla, segue una linea dritta, attraversa
il polso che, roteando, si scarica sul volto dell'avversario preferibilmente,
sul mento.
E fin qui…tutto va
bene. Ma avete mai sperimentato, a mani nude, nel tirare una tecnica di
boxe verso una superficie più alta del vostro mento?
Vi accorgerete immediatamente
che la zona della mano dove verrà assorbito lo chock non sarà quella delle
nocche, bensì le ossa delle falangi. Esatto, le ossa delle dita delle
mani.
Avete mai provato a
tirare un gancio ad un caschetto integrale oppure verso un blocco avversario?
Probabilmente, verso
il bersaglio arriverà prima il pollice che il resto del pugno.
Ed il pollice è altrettanto
fragile quanto le altre dita della mano.
In questo senso, sperimentare
la Boxe a mani nude (io l'ho fatto solo con l'uso di caschetti integrali)
è un'esperienza davvero notevole ed "autoinsegnante".
Qualcuno dirà che
resta comunque difficile rompersi la mano quando si è affrontati un duro
lavoro ed una pratica costante. Su questo, permettetemi, conservo qualche
dubbio.
Le ossa della mano
sono molto fragili e molto piccole, su questo non vi è dubbio. Le ossa
del volto sono spesse e resistenti, su questo non vi è dubbio.
E se qualcuno è ancora
scettico, basti ricordare quanti campioni hanno sofferto fratture o microfratture
sulle articolazioni della mano. Anche Tyson, quando sferrato colpi micidiali
per strada, ha riportato microfratture del polso e della mano. E non si
può certo dire che codesto atleta sia una femminuccia!
E' vero che tirare
al viso senza guantoni sia un rischio, ma ciò non vuol dire che ogni volta
ci si rompa la mano. D'altra parte, esistono altri bersagli a cui il boxer
può far riferimento. E' certo, però, che il viso, per la sua delicatezza
fisica e "psicologica", resta il bersaglio preferito di ogni
combattente, quando usa le tecniche portate con le braccia.
Insomma, l'uso della
Boxe nel modo "tradizionale" ma senza guantoni, seconde me,
getta diverse ombre sullo stile. Non per la sua efficacia, piuttosto sulla
sua "pericolosità".
Durante uno scontro
di strada o in una competizione senza l'uso di protezioni, non si può
rischiare di rompersi la mano.
Eppure, nonostante
queste ultime considerazioni, lo stile della Boxe occidentale offre più
di un vantaggio allo studioso degli stili efficaci e "reali".
Il suo footwork (lavoro
con i piedi), i suoi spostamenti rapidi ed efficaci, gli allenamenti a
cui si sottopongono i praticanti (corda, sacco, focus gloves, lavoro alle
corde, ecc.) donano quei risultati che ogni atleta agogna nell'arco della
sua formazione tecnica.
La Boxe è da sempre
uno degli stili più studiati ed affascinanti, nato nel "campo di
battaglia" ed evolutosi nello stesso per decine e decine di anni.
Si, perché la nascita
e l'evoluzione della Boxe non è avvenuta solo in un ring, ma principalmente
nelle strade e nei locali notturni dei sobborghi popolari.
Potremo, quindi, escluderla
noi dall'albo delle arti nominate "marziali"?
A voi l'ultima parola.
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