Approccio alla Zona

In questi anni ho cercato e sperimentato, a volte incautamente, nuove e consolidate tendenze alimentari allo scopo di raggiungere la tanto desiderata "massa" muscolare senza rinunciare alla velocità e a quelle caratteristiche cui ogni praticante aspira: forza esplosiva e velocità balistica.
Per raggiungere il peso ideale che mi ero, erroneamente, prefissato le provai quasi tutte. A dire il vero, con alcune di queste fallì dopo i primi tentativi.
Ero sempre attento a ricevere consigli e nozioni che mi avrebbero permesso di acquisire conoscenza. Così, ogni volta aggiungevo nuovo materiale, un nuovo tassello, un nuovo alimento, un nuovo piatto.
Mi sono affidato ad esperti - oggi sono molto più cauto - e con loro ho provato le famose ricette dei "campioni".
Così, appendevo queste tabelle alimentari sul mio figrorifero seguite da una dieta mensile riassumibile in un foglio appena.
Queste le tabelle erano di una noia mortale: pochi alimenti con poco sapore e pochi condimenti: una tortura psicologica, oltre che fisica. Mangiateveli voi per 3 volte al giorno scatolette di tonno al naturale con un panino all'olio.
Pur seguendole con attenzione ed in alcuni casi con maniacale dedicazione, non riuscivo ad ottenere alcun risultato, se non quello di metter sù un paio di kg. di non pura massa magra. Notando il velato sconforto mi ripetevano "Ci vuole del tempo, devi essere paziente. Prima metterai massa poi farai una routine di allenamento e un programma nutrizionale che ti permeterà di scendere di peso guadagnando in tono muscolare".
D'accordo, io sono magro ed ho una certa difficoltà nel metter su del peso. Allenandomi con i pesi reagisco bene ed acquisto anche forma, ma con il cibo ero approdato nella zona insuccesso. In più, per le quantità che dovevo rispettare, mi sentivo sempre gonfio ed avvertivo anche una nausea proprio perchè la dieta non era variegata nei sui alimenti. Non mi sentivo affatto in forma.
Sono seguiti quindi anni dove la pastasciutta ed i ravioli hanno dettato legge e vinto, decisamente, sopra ogni buona intenzione.

Perchè vi ho introdotto questo paragrafo "personale"?
Perchè sono sicuro che a molti di voi sembrerà di leggere la propria storia.
E come ogni storia, è consilidato il fatto che si debba giungere prima o poi (meglio prima) a lieto fine - Hollywood docet.

La lettura di questo libro "Come raggiungere la Zona" mi ha invitato nuovamente a tavola con i migliori propositi. Ha congiunto i tasselli che mi mancavano (e molti altri) unificandoli in una praticità di una semplicità disarmante. E disarmanti sono stati anche i risultati. Il risultato più incredibile è stato senz'altro quello di una forma fisica e mentale che avevo da tempo perso. Sembra quasi che abbia vissuto il "ritorno del figliol prodigo".

Ma ora, cerchiamo di spiegare cos'è la Zona, cosa si intende per Zona.

La Zona è quello stato di grazia che una volta almeno tutti noi abbiamo sperimentato (sfighe a parte). E' quel particolare stato in cui ci sentiamo di una forma perfetta, lucida, sobria e vitale. Ci saremmo potuti allenare per delle ore sudando con il sorriso tra le labbra (carie a parte).
Ci sarebbero aggettivi più efficaci e tutti andrebbero bene per descrivere la Zona. In più (ancoraaa?) si ha il pregievole risultato di perdere il grasso in eccesso e di acquisire una invidiabile massa magra, pronta per il lettino da spiaggia.
Ma la Zona, purchè si verifichi, deve essere innescata da particolari processi che regolano il nostro organismo. E questi processi, non possono essere accidentali.
Sears, attraverso studi durati diversi anni, ha confermato con risultati concreti, che il miglior veicolo per produrre la Zona è il cibo: il più potente farmaco che l'uomo ha a disposizione.

Cercherò quindi di riassumere i cardini fondalmentali di questo scientifico modo di assumere il cibo.

I macro-ronutrienti dei cibi che ingeriamo per produrre la Zona debbono rispettare la famosa formula 40-30-30. Vuol dire, che nel totale delle calorie del pasto, il 40% di esse debbono provenire dai carboidrati, mentre le altre in egual misura dalle proteine e dai grassi.

Perchè queste percentuali che differiscono così tanto dalle altre "raccomandazioni" alimentari di ogni etichetta e di ogni paese? Sears crede (ci giura sopra) che queste percentuali permettono al sistema endocrino di produrre degli ormoni che rappresentano per l'uomo un vero biglietto di ingresso per arrivare alla "super-salute": gli eicosanoidi.

Senza affondare nei particolari, gli ecosainoidi sono dei super-ormoni prodotti da ogni singola cellula del corpo umano e costituiscono la colla molecolare che lo tiene assieme. Ce ne sono di buoni e di cattivi, ma è l'equilibrio (esoterico vero?!) tra di essi che risulta fondamentale.
Bene, e come si fà a produrre questo equlibrio? Attraverso i macro-nutrienti: Proteine, Carboidrati e Grassi.
I grassi rappresentano i mattoni chimici con cui si costruiscono gli ecosainoidi, mentre le proteine ed i carboidrati permettono di controllare l'asse ormonale insulina-glucagone.

N.B.: Questo articolo non è legato a nessuna finalità pubblicitaria nè di promozione.

 

(continua...)
Cosa vuol dire asse? Ci basti sapere che il nostro sistema endocrino funziona attraverso la coerenza di questi assi, cioè ormoni che svolgono 2 ruoli diversi ma che interagiscono tra di loro con equilibrio.

Facciamo un esempio di come funziona questo asse quando ingeriamo un piatto di maccheroni:
la pasta, alimento ad alto indice glicemico, stimola la secrezione dell'insulina.
Ecco già descritte 2 delle chiavi fondamentali per capire meglio come funziona la Zona.

Brevemente: l'insulina è l'ormone che stimola l'immagazzinamento delle scorte di glicogeno, assolutamente necessario per far funzionare bene il nostro cervello. Fin qui tutto okay....ma quando di insulina ne viene prodotta troppa in risposta all'elevato consumo di carboidrati, le "scorte" in eccesso non possono far altro che tramutarsi in adipe, in grasso, in ciccia (in zizzia, direbbe una famosa conduttrice televisiva).
In più, e qui si ha la beffa, elevati livelli di insulina non permettono l'utilizzo degli stessi grassi come fonte energetica.
Bene, passiamo all'indice glicemico. Esso rappresenta la velocità con cui un carboidrato entra rapidamente in circolo. Maggiore è il suo valore, più ci sono probabilità di ingrassare.
Ah...ricordate quella sensazione di sonnolenza acuta che ci invade appena finito di consumare un tipico pasto (all'italiana) composto da pane ed un primo piatto abbondante? Bene, quello è un segno che di insulina ne è stata prodotta troppa, prorpio per la chimica descritta sopra. Ricordatevelo la prossima volta che desiderate un lettino appena finito un bel piatto de maccheroni ar sugo.
A dirla tutta, anche un pasto eccessivamente proteico può stimolare livelli elevati nella produzione di insulina.

Ora, affinche queste scorte possano essere utilizzate dal nostro organismo occore produrre un ormone di mobilizzazione. E il glucagone è proprio l'ormone antagonista dell'insulina. Quale è lo stimolo che fa produrre questo ormone? Ingerire cibi proteici.
Quindi appare chiaro che per meglio gestire questo asse, e i vantaggi che entrambe gli ormoni ci offrono, bisogna regolare il rapporto tra proteine e carboidrati ad ogni pasto.

Ma se il glucagone e l'insulina controllano gli zuccheri nel sangue, gli ormoni a loro volta vengono controllati dagli eicosanoidi (leggi art. 22).

A questo punto il rapporto ottimale deve esistere tra proteine, carboidrati e grassi. Ci siamo arrivati. E speriamo di esser stati convincenti e poco approssimativi.

Ma i cibi, siano essi prevalentemente proteici, carboidrati o grassi, ovviamente non sono tutti uguali.
Ecco perchè la scelta di evitare i grassi saturi, contenuti nella carne e nei latticini preparati con il latte intero, a favore di quelli monoinsaturi, contenuti nell'oilio di oliva, nelle noci, ecc. Ecco perchè evitare i grassi che contengono il famigerato acido arachidonico, contenuto nelle frattaglie, nel tuorlo d'uovo e nella carne rossa grassa.
Ecco perchè controllare nei carboidrati il loro indice glicemico o il loro contenuto di fibre.
Ecco perchè la scelta di fonte proteiche più pregiate e con un alto valore biologico, come il pesce, la carne bianca, formaggi a pasta molle, ecc. (nel libro troverete diverse tabelle a tal riguardo).

Va comunque ricordato e sottolineato che questa dieta non ha il principale scopo quello di far perdere grasso in eccesso. Non è una dieta per dimagrire. Non è nata per questo. Si, uno dei tanti effetti positivi è quello di perdere adipe, ma è una conseguenza della corretta alimentazione e della buona salute. In effetti, diverse decine di atleti professionisti americani (Sears li ha allenati nella precedente edizione olimpionica) hanno dichiarato di aver ricevuto notevoli vantaggi assumendo questo regime alimentare.
Benefici anche sul sistema cardio-respiratorio, cardio-vascolare, riduzione della percentuale di massa grassa a favore di quella magra oltre che una persistente, e reale, sensazione di benessere fisico e mentale. E scusate se è poco!

Ora chiedetevi cosa volete da una dieta.
Così chiedetevi se la strategia "mangio di tutto di più per acquisire massa" sia ottimale. Chiedetevi se diete iper-proteiche senza il giusto apporto di carboidrati e grassi sia piacevole e necesaria...e soprattutto se vi ha dato risultati (me ne hanno sempre parlato, ma io non li ho mai visti).
Ora riorganizzate i vostri obiettivi.
Spero riorganizziate anche la vostra libreria vicino al letto: fate spazio a nuovi libri, non addormentatevi prima di averne letto almeno una pagina.

..."L'uomo deve pur mangiare, tanto vale che lo faccia nel modo più giusto"...

N.B.: Questo articolo non è legato a nessuna finalità pubblicitaria nè di promozione.