Le insidie nelle diete dello sportivo

Prefazione: Questo articolo non è legato a nessuna finalità pubblicitaria nè di promozione.

Nell'era della telematica, del digitale, dell'informazione a tutti i costi, non è stato difficile reperire metodiche e metodologie da applicare ai principi dell'alimentazione "sportiva".
Come praticante, proprio come lo siete voi, ho sempre cercato la risposta ultima a tutte le teorie che quotidianamente, per chi ha desiderio di cercare, ne viene a conoscenza tramite tutti i canali possibili.
Quindi, ho acquistato giornali, riviste specializzate, libri, software che mi indicassero il modo corretto di alimentarmi al fine di rendere migliori le prestazioni atletiche, ottenere un recupero muscolare più veloce, incrementare la massa muscolare magra e magari perdere la massa grassa in eccesso.
Ma, ahime, proprio grazie a questa valanga di informazioni, la confusione ha regnato in me per diversi anni...e per diversi anni non ho ottenuto risultati degni di nota.
Le informazioni che si possono raccogliere possono provenire da "campi" e situazioni molto eterogenee fra loro. Ad esempio: se acquistate un libro di Body Building, uno di alimentazione naturale, un altro di preparazione atletica e poi li mettete a confronto, rimarrete stupiti per le quantità di differenze che troverete anche sfogliando semplici tabelle. Già partendo dal rapporto di macronutrienti e di calorie da assumere giornalemente, vi accorgerete che qualcuno vi suggerirà un regime tipo 65% di carboidrati, 20% di grassi e 15% di proteine, qualcun'altro del tipo 55% di carboidrati, 30% di proteine e 15% di grassi, un altro ancora....potrei andare avanti per altre due pagine e consegnarvi anche nuove ipotetiche e sbalorditive percentuali.

Ma queste informazioni non riserbano solo consigli, bensì organizzano veri e propri ammonimenti, comprovati da "inappellabili" prove su uomini, animali, atleti, casalinghe e minatori. Ed ogni autore ci tiene a riportare frasi come questa "..da un recente studio è stato provato che un apporto proteico che risponda al 25% del fabbisogno calorico giornaliero, può provocare affaticamento ai reni, anemia...". Solo oggi mi accorgo di quanto superficiale è stata, in questi anni, la mia lettura e la mia curiosità. Si, poichè il vero curioso non si ferma alla semplice dichiarazione, ma va a fondo ad ogni costruzione grammaticale. Ad esempio, prendiamo quella citazione descritta sopra e verifichiamone la veridicità. Chiediamoci, allora, chi è l'autore, da quale esperienza proviene, se ha fatto studi o conseguito diplomi o lauree, se ha mai sperimentato ciò che scrive o asserisce.
La frase "...da un recente studio..." spesso non riporta l'anno in cui si è svolta tale verifica. Spesso ci si accorge che lo studio è stato verificato più di 10 anni fa. E poi, con quali soggetti si è dato inizio alla sperimentazione? Soggetti sportivi, sedentari, malati, cardiopatici? E quale era la fascia di età di questi soggetti? E' fondamentale saperlo, perchè il risultato di tale analisi può dipendere in modo determinante dal tipo di soggetti presi in considerazione. Noi, potremmo tranquillamente non rientrare in quella tipologia di "uomo".
E poi, affinchè una prova scientifica possa avere il valore di "risposta" scientifica, deve arrivare ad ottenere un risultato (è una formula matematica) applicabile ad un numero elevato di individui. Esempio: se 4 individui su 10 mettono sù 5 kg. di muscoli, questo è una parte del risultato, poichè ci sono gli altri 6 che non hanno subito variazioni strutturali di alcun genere. E così via...

La frase "...25% del fabbisogno calorico giornaliero" nasconde più di un imbarazzo.
Non sò voi, ma ho provato sempre un forte mal di stomaco, oltre che una profonda fitta alle tempie, nel dover calcolare quale fosse il mio fabbisogno calorico. Ancora oggi faccio fatica a pensare al cibo solo come calorie, cioè alla quantità di calore (energia?) che produce ogni macronutriente.
E poi, quant'è difficile calcolare queste calorie! Anche attraverso tabelle dall'apparente semplice consultazione, ho sempre e puntualmente desistito nell'applicare queste percentuali al mio regime quotidiano di alimentazione.

L'altro imbarazzo, è che il cibo, come oramai quasi tutti sappiamo (magari!) non costituisce solo fonte di "calorie" per l'essere umano (in questo caso, per lo sportivo). Ma ogni alimento possiede in se macro e micronutrienti indispensabili per la vita e la salute dell'individuo. E quindi viene automatico asserire che l'importanza di un alimento non è dato solo dalle sue calorie, bensì (soprattutto) dalla qualità dei macro e micronutrienti che esso ci offre.
Ma se dovessimo utilizzare entrambe le informazioni (calorie e macro/micro nutrienti) raggiungeremo presto la pazzia più assoluta, poichè le tabelle che fino ad ora ci hanno proposto (parlo in generale) subirebbero variazioni, in alcuni casi, sconvolgenti......

 

(...continua)


Per citare poi il "fabbisogno calorico", si debbono prendere in esame diverse variabili alle quali lo sportivo deve tenere conto. Ad esempio, un individuo può essere magro e nervoso quindi ha una capacità e velocità maggiore nel "bruciare" le energie, oopure può avere un fisico robusto ma tende ad accumulare il grasso con una certa facilità. Ed anche la frequenza degli allenamenti nonchè la loro intensità sono variabili da tenere conto prima di affrontare un regime dietetico alimentare.

E cosa dire dell'affermazione "....può causare danni ai reni..."?
Il fatto che un evento abbia delle probabilità, non vuol dire che assumi quella caratteristica. Se il pesce a me non piace e mi provoca delle fitte intestinali e minzioni frequenti (cribbio!) non vuol dire che il pesce non sia una eccellente fonte proteica, oltre che di grassi "buoni".
Ci sono proteine e proteine.
Come esistono delle intolleranze alimentari.
Come esistono le compatibilità alimentari.

La cosa si complica, vero?!!!
Credo proviate la stessa identica sensazione che provai anch'io di fronte alla sproporzionata mole di informazioni che un'atleta "inciampa" nella sua pratica giornaliera o attività agonistica.

Ma al dunque, quale risultato dovrei aspettarmi attraverso una corretta (o forzata!) alimentazione? <<Beh, questo dipende dal tuo obiettivo>>, direbbero in molti (esperti e non).
Eppure, sono sicuro che l'obiettivo sia principalmente uno (1). Che l'atleta segua una dieta ipercalorica, iperglucidica, iperproteica, che il suo obiettivo sia la massa muscolare magra, massa corporea (senza badare al grasso) o alla perdita dell'adipe in eccesso....l'atleta desidera comunque star bene, sentirsi in forma ed ancora pieno di energie per il prossimo allenamento.
Credo che l'obiettivo si possa riassumere in queste parole: stare in salute.

E molte diete, a dire il vero, non sono esattamente progettate per ottenere una "super-salute". Ma le insidie, ad essere onesti, le incoraggiamo anche noi con la nostra superficialità. Si, questo è un mea culpa. Perchè spesso non si conosce neanche il motivo per cui si inizia una dieta oppure un particolare tipo di allenamento.
Non si conosce affatto la macchina umana, tantomeno la propria, che ha caratteristiche oggettivamente diverse da qualsiasi altra persona.
Non ci chiediamo a sufficienza cosa mai stiamo mangiando e quale risposta ormonale avrà un cibo appena ingerito.
Questo atteggiamento superficiale crea confusione, il quale attira facili illusioni, che si tirano dietro immancabili delusioni.
La mitica frase del tipo "mangio così perchè voglio mettere su muscoli e perdere grasso" non rende giustizia alla nostra intelligenza, ma alla nostra ignoranza....si! Il cibo, un alimento, rappresenta molto di più di un numero calorico e di una percentuale proteica.
Una delle verità, nonchè uno dei compiti fondamentali per chi vuole arrivare  alla conoscenza di un determinato tipo di informazione, è che l'atleta ha il dovere di informarsi, di curiosare con attenzione. Quindi, deve essere realista riguardo i suoi scopi e ai suoi traguardi.
E' vero, spesso l'atleta non dispone di così tanto tempo per permettersi il lusso (ma non è un lusso) di informarsi, di partecipare a corsi didattici, piuttosto delega ad altri, come preparatori atletici o esperti in campo nutrizionale, di fornigli quelle informazioni, quelle tabelle a cui deve far riferimento. Ma ciò, permettetemi, non è abbastanza.
Senza togliere nulla ai professori, agli studiosi, ai "certificati" nei vari campi dell'alimentazione che operano con professionalità e gagliardia, anch'io come voi ho sperimentato le diete per la massa, per la definizione...ma nessuna di esse mi ha mai fatto sentire in forma, perchè molte di esse non erano state costruite per quello scopo, ma solo per metter su massa. Ah, massa, perchi ancora non lo abbia inteso, vuol dire anche e soprattutto massa grassa. Scordatevi di metter su 10 kg. di muscoli (magari per voi) senza un dito di grasso e di restare con l'addome piatto alla Rodolfo Valentino. Ciò non è "naturalmente" possibile.
Forse qualcuno mi dirà "Ehi, io ci sono riuscito", ma è probabile che egli sia un "dotato" geneticamente e non rappresenta certo la moltitudine degli hard-gainer (coloro che devono sudà pe tirà su peso) che popolano le Accademie italiane.

Accertatiamoci di colui cui stiamo chiedendo aiuto, siamo realisti con i nostri obiettivi, entriamo in una biblioteca alla ricerca di testi, navighiamo nel web e catturiamo qualche buon libro, così le insidie comincieranno presto ad uscire allo scoperto come i numerosissimi falsi miti, e vedremmo meglio attraverso la fitta nebbia della ignoranza.