Da "Il Gazzettino-cronache di Rovigo" del 25 Aprile 2003: <<INCHIESTA. Sul tavolo del pm Fasolato sono arrivati i primi dati forniti dalle Ulss di Rovigo, Adria e Ferrara. Tumori in aumento, la procura indaga. I l magistrato vuole accertare l'eventuale connessione tra l'apertura della centrale e le neoplasie alla tiroide>>
Da quando, agli inizi degli anni Ottanta, a Polesine Camerini è entrata in servizio la centrale termoelettrica dell'Enel, i casi di tumore alla tiroide sono aumentati in tutta l'area circostante, sia in provincia di Rovigo che in quella di Ferrara. È quel che emerge dai dati forniti dalle aziende sanitarie di Rovigo, Adria e Ferrara al pubblico ministero Manuela Fasolato. Due anni fa, l'Organizzazione mondiale della sanità aveva già indicato la stessa area come una delle zone con la più alta percentuale di neoplasie. Il perché, ora, potrebbe essere stato accertato. Ma il condizionale è d'obbligo perché l'inchiesta della magistratura è tutt'altro che conclusa e dunque è ancora da chiarire se esiste realmente un nesso di causa-effetto tra la presenza della centrale Enel e l'aumento dei tumori .

L'inchiesta coordinata dal sostituto procuratore Fasolato resta lunga e delicata. Ed il fascicolo continua a diventare sempre più voluminoso. Per il momento, sul registro degli indagati vi è solamente il nome di Carlo Zanatta che dal duemila è il direttore della centrale Enel: gli viene contestato l'articolo 674 del codice penale, ovvero il "getto pericoloso di cose", nel caso specifico l'emissione di gas, vapori e fumi. Reato che prevede solamente un'ammenda.

Alla fine dello scorso gennaio, per due giorni l'impianto di Polesine Camerini è stato ispezionato. Sono stati sequestrati documenti, sia cartacei che elettronici, e pure uno dei quattro server cui sono collegati tutti i computer della centrale. E i sigilli sono stati posti anche ai nastri dentro i quali vengono contenuti i dati storici sulla produzione di energia elettrica. Quindi sono stati prelevati campioni del combustibile e dei gas di scarico. Un accertamento ha poi riguardato pure le centraline che rilevano i dati sull'inquinamento.

Diciannove sono le parti offese, comprese le amministrazioni provinciali di Rovigo e Ferrara e l'Ente Parco Delta del Po.