VITIGNI DA VINO TIPICI DELLA ZONA DI  FROSINONE

 


Quando parliamo della zona ampelografica del frusinate intendiamo un territorio omogeneo dal punto di vista climatico e geomorfologico. Questa comprende parte del territorio del comune di Frosinone; parte del territorio del comune di Ceccano e Castro dei Volsci; il comune di Ripi, Torrice, Arnara e parte dei comuni di Pofi e Boville. Dal punto di vista pedologico, questo territorio, è caratterizzato da terreni marno-argillosi di origine vulcanica, molto favorevole ad uno sviluppo vigoroso della vite; non a caso le forme di allevamento tradizionali erano lunghe con elevato carico di gemme (vedi forme di allevamento).

Il quadro ampelografico del frusinate era molto complesso, orientato preferenzialmente verso le uve bianche, da cui si otteneva, da uvaggio, un vino bianco da pasto corposo, colore giallo paglierino, di gradazione medio alta; accompaganva egregiamente i piatti tipici della zona (pasta, arrosti e carni in umido, ma anche minestre di verdure e derivati della lavorazione del maiale). 

Con l'arrivo della Fillossera negli anni '50-'60, i vecchi impianti sono andati perduti e rinnovati parzialmente da impianti a vigneto ad uso familare. Molte varietà tipiche sono state abbandonate a favore di varietà maggiormente commercializzate (trebbiano toscano e malvasia tra i bianchi e merlot, cabarnet, barbera ed altri tra i rossi). Oggi gran parte delle varietà tipiche si sono perse o sono a forte rischio di scomparsa, rintracciabili sul territorio con qualche difficoltà in impianti residuali scampati alla Fillossera. 

Le varietà tipiche, così come rintracciate da vecchie testimonianze e/o documenti di epoca erano:

varietà bianche

varietà nere

Bombino bianco

Bombino nero

Bottacchio

Cerasolo

Cacchione

Cesanese di Affile

Capolongo

Cesanese comune

Cimiciara

Montonico nero

Gileppe (nome locale)

Rosso di colle Antico

Maturano

Tagliaferro

Montonico bianco

Moscatello

Pampanaro

Passerina

Romanesco o romanisco

Trebbiano giallo
Uva francese
Uva  carne

Dalle nostre ricerche siamo riusciti a rintracciare gran parte delle varietà, prelevare il materiale e riprodurlo. Il materiale genetico prelevato in vigneti familiari della zona fa riferimento ai seguenti vitigni: BOMBINO BIANCOROMANISCO o ROMANESCO,     MATURANOMOSCATO DA VINOMONTONICO BIANCO, UVA PANE o UVA CARNE, GILEPPE, TREBBIANO GIALLO, PASSERINA, CESANESE DI AFFILE E CESANESE COMUNE, BOMBINO NERO.

La serie ampelografica è in fase di completamento con l'individuazione sul territorio delle varietà ; PAMPANARO; BOTTACCHIO, CAPOLONGO, MONTONICO NERO, TAGLIAFERRO, CERASOLO.

Da identificare, infine, e ricondurre ad un filone ampelografico certo le varietà a denominazione locale quali: CACCHIONE, CIMICIARA, UVA FRANCESE E ROSSO DI COLLE ANTICO. 

L'innesto, di tipo a omega, del materiale è stato effettuato al banco nel marzo 2004 su portainnesti radicati K5BB e 1103 P. Il materiale innestato è stato successivamente invasato e tenuto in serra in forzatura fino a maggio.

 

varietà' bianche


 

Bombino bianco

Era, senza dubbio, la varietà più diffusa nell'area e costituiva la base indispensabile della vinificazione; in alcune zone veniva denominato buon vino, in altre uva bambina. Una delle uve bianche più diffuse in Italia meridionale, in particolare in Puglia, ma anche in Emilia Romagna, Lazio, Marche e Abruzzo, dove viene chiamata Trebbiano d'Abruzzo.  E' un vitigno di elevata produttività, ha foglia di media grandezza, tri-pentalobata, grappolo medio-grande, conico o cilindrico-conico, spesso alato, semi spargolo; l'acino è medio-grande, rotondo, con buccia spessa e consistente, di colore giallo-verdolino, con macchie marroni. Se utilizzata con alte produzioni, dà vini neutri e assai poco interessati, ma con basse rese e vinificazioni accurate, può dare vini di spessore e lunga durata.


Bottacchio

Detto anche abbotta-botti per l'alta quantità di mosto prodotto. La qualità lascia molto a desiderare e l'uva è facilmente soggetta a marciume in fase di maturazione.

E' in fase di compilazione la scheda ampelografica.


Capolongo

Diffusa nella zona di Ceccano-Castro, ottima la produzione e la qualità del prodotto.

E' in fase di compilazione la scheda ampelografica.


Cimiciara

Diffusa nella zona di Ceccano-Castro, è probabilmente riconducibile alla sfera varietale del verdicchio.

E' in fase di compilazione la scheda ampelografica.


Gileppe (nome locale)

Grappolo allungato di media dimensione, spargolo, con acini giallo dorati di piccola dimensione. Buccia resistente ed elevato grado zuccherino a maturazione completa.

E' forse identificabile con il grecanico dorato della Campania.

E' in fase di compilazione la scheda ampelografica.


Maturano

Denominata in alcune zone Madiano o Matulano o Uva sorana, era una delle varietà più diffuse nel frusinate. Riconducibile alla varietà Trebbiano verde, è caratterizzata da grappoli piccoli, spargoli con evidente acinellatura. Acini medio grandi di colore verde-giallo a piena maturazione. L'alta qualità del prodotto rendeva questa varietà fondamentale nel marcare la qualità del vino. Soggetta a colatura e sensibile ai ritorni di freddo.


Montonico bianco

Le origini di questo vitigno a bacca bianca sono tuttora sconosciute. Viene descritto nel Bollettino Ampelografico del 1875 e lo ricorda il Di Rovasenda nel 1877.  E' presente in molte regioni dell'Italia centrale. .Ha foglia di dimensione medio-grande, orbicolare o pentagonale, pentalobata; grappolo grande, cilindrico allungato o cilindrico-conico, a volte biforcato, serrato o semi-serrato; acino medio o medio-grande, sferoidale con buccia pruinosa, spessa e consistente, con l'epidermide giallastra frequentemente screziata di marrone. Predilige terreni collinari asciutti e ben esposti. Si adatta a sistemi di allevamento espansi con potatura medio lunga.Resiste bene ai freddi invernali, tollera la peronospora e l'oidio. Nelle annate particolarmente piovose il grappolo è facilmente soggetto a marciume.


Moscatello

Varietà a bacca bianca diffusa in quasi tutta la penisola italica ed è la quarta uva bianca per superficie vitata. Corrisponde al vitigno francese "muscat blanc à petit grains". Il nome deriva probabilmente da muscum, muschio, il cui aroma caratteristico si ritrova nell'uva (musquè per i francesi) e, molto probabilmente corrisponde all'anathelicon moschaton dei Greci e all'uva apiana dei Romani. Ha foglia media, pentagonale, trilobata o pentalobata; grappolo medio, cilindrico-piramidale, alato, da compatto a semi-spargolo; l'acino può essere medio o medio-grande, sferoidale o leggermente appiattito, con buccia sottile, di colore giallo-verdastro, tendente al dorato se ben esposto al sole; è ricoperto da uno strato leggero di pruina; la polpa ha il caratteristico sapore dolce e aromatico. Predilige terreni marnoso-calcarei, non eccessivamente argillosi e umidi, clima asciutto e ventilato. Ha produzione buona e costante e tollera bene la siccità estiva. I sistemi di allevamento devono essere non troppo espansi e con potatura ricca. E' molto sensibile all'oidio, alla peronospora, al mal dell'esca e all'escoriosi, teme anche la botrite e il marciume acido. Tollera abbastanza il freddo. La sua ricchezza di zuccheri nella fase matura favorisce l'attacco di insetti e vespe. 


Pampanaro

Uva bianca, caratteristica del Lazio, soprattutto nella provincia di Roma. Ha molti sinonimi fra cui CacchioneBellobuono, Uva Pane, Zinnavacca, Arciprete, Pacioccone. Ha foglia grande, pentagonale e pentalobata; grappolo medio-grande, conico-cilindrico, a volte con un'ala, semiserrato o serrato; acino medio, rotondo con buccia spessa, di colore giallastro con screziature marroni, con buona presenza di pruina. Ha un'elevata vigoria e una produttività mediamente abbondante. Si distinguono due varietà, il pampanaro grosso (di minor pregio e più alta produttività) e un pampanaro piccolo.

 


Passerina 

Vitigno di elevata vigoria con germogliamento medio tardivo e maturazione media, esige potature lunghe e ricche. Dà vini di sapore asciutto, pieno di discreta acidità, da bersi giovane.

 

 

 

 


Romanesco o romanisco

 

E' in fase di compilazione la scheda ampelografica.

 

 

 


Trebbiano giallo

Chiamata anche pizzitello o unnitt' o tostarello, è un Trebbiano giallo e costituiva la regina delle varietà negli impianti

 viticoli frusinati. Grappoli medio piccoli compatti con acini di media dimensione sferoidali oblunghi di colore giallo intenso.

 


Uva francese

Varietà citata in molte opere di fine '800. 

E' in fase di compilazione la scheda ampelografica.


Uva Carne

 

E' in fase di compilazione la scheda ampelografica.

 

 


VARIETA' NERE


Bombino nero

Coltivato da molto tempo, questo vitigno ha origini ignote; gli agricoltori lo chiamano spesso Bambino, per la forma particolare del grappolo che ne richiama l'aspetto. E' conosciuto anche come Buonvino, soprannome di facile interpretazione, deriva infatti dalla copiosa produzione e dall'elevata resa in mosto. Ha foglia media, quinquelobata; grappolo grosso, di forma composta o con due ali, compatto; acino grosso, di forma sferoidale, con buccia ricoperta di abbondante pruina, spessa e consistente, di colore blu. Si adatta bene a qualsiasi condizione pedo-climatica e non necessita di colture particolari. E' piuttosto sensibile all'attacco della tignola, tollera abbastanza bene la peronospora e l'oidio.  


Cerasolo

Varietà citata in molte opere di fine '800. 

Stiamo cercando di reperirla sul territorio, finora senza successo.


Cesanese di Affile

Chiamato in alcune zone castrese o zampa di piccione, era assai diffuso in tutto il frusinate. Ha foglia di piccole dimensioni, pentagonale e quinquelobata o trilobata; grappolo medio o piccolo, di forma cilindrica o cilindrico-conica, alato, piuttosto spargolo; acino piccolo, di forma sferoidale, con buccia ricoperta di abbondante pruina, consistente e di medio spessore, di colore blu-nero. Predilige forme di allevamento a media espansione, con potatura media o corta. La produzione è media ma incostante. E' molto sensibile alle principali malattie della vite.

 


Cesanese comune

Vitigno a bacca nera le cui origini sono tutt'ora incerte; viene descritto nel Bollettino Ampelografico del secolo scorso, viene già citato dall'Acerbi nel 1825 che lo descrive come "Cesanese, atto a produrre un vino generosissimo, con acini sferoidi, azzurri nerastri". Il Di Rovasenda (1877) ne afferma la presenza nelle campagne romane, ma è il Mengarini (1888) il primo a distinguerlo dal Cesanese d'Affile. Successivamente viene descritto da altri autori come vitigno coltivato nella zona dei Castelli Romani. Viene chiamato anche Bonvino nero, Nero ferrigno e Sanguinella.  Ha foglia di grandi dimensioni, pentagonale, trilobata e a volte quinquelobata; grappolo medio, cilindrico-conico, anche alato, mediamente compatto; acino medio, ovale o sub-ovale, con buccia consistente, spessa, di colore nero-violaceo, ricoperta di abbondante pruina. La produttività è abbondante e mediamente costante; predilige forme di allevamento di media espansione con potatura media o corta. Ha difficoltà di maturazione a quote piuttosto elevate o in zone poco esposte. E' sensibile a quasi tutte le malattie crittogamiche, soprattutto alla peronospora. Può soffrire frequentemente di colatura del grappolo. Si adatta abbastanza bene alle diverse condizioni climatiche.


Montonico nero

Varietà citata in molte opere di fine '800. 

Stiamo cercando di reperirla sul territorio, finora senza successo.


Rosso di colle Antico

Varietà diffusa nel ceccanese. E' in fase di compilazione la scheda ampelografica al fine di ricondurla ad un genere (forse montonico nero) o verificare l'effettiva autenticità varietale.


Tagliaferro

Particolarmente diffuso nella zona dell'alatrense, mostra elevata resistenza al freddo garantendo una certa costanza di produzione; non molto alto il grado zuccherino ma ottima uva da taglio per innalzare l'acidità di base del vino.

E' in fase di compilazione la scheda ampelografica.