Città di Castelfranco Veneto

Vittorio e Romolo Tessari

nella pittura veneta tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX secolo

a cura di

Marco Mondi

Palazzetto Preti – Galleria del Teatro Accademico

Castelfranco Veneto, 20 settembre – 23 novembre 2003

Città di Castelfranco Veneto

Regione Veneto

La mostra organizzata dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Castelfranco Veneto e dedicata agli artisti Vittorio e Romolo Tessari e all’ambiente pittorico veneto tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, propone oltre 180 opere di 61 artisti raccolte nelle due sedi cittadine del settecentesco Palazzetto Preti (sezione dedicata ai Tessari) e degli spazi espositivi della Galleria del Teatro Accademico (sezione dedicata alla pittura veneta di fine Ottocento-inizio Novecento).

Si tratta di un importante evento espositivo, poiché presenta al pubblico per la prima volta un cospicuo nucleo di opere dei due valenti pittori nati a Castelfranco e noti, fino ad oggi, solo ad una ristretta cerchia di studiosi e di collezionisti d’arte. Vale la pena sottolineare subito che su di loro, prima d’ora, non sono mai stati intrapresi studi o ricerche di una certa consistenza. Infatti, proprio a causa della mancanza di un vero lavoro storico-critico, che non sia la trattazione indiretta in occasione di mostre a carattere collettivo, come fu quella delle Opere della Civica Collezione Museale del Comune di Castelfranco Veneto (1997), o di sporadici, ma importanti, studi fatti in occasione dell'apparizione di loro dipinti nel mercato antiquario, la quantità stessa di pitture che dei due artisti si conosce è alquanto ristretta. Tanto più, se si considera che non si è nemmeno riusciti a rintracciare degli eredi diretti in possesso di quella

documentazione indispensabile per una completa comprensione di molti avvenimenti della loro vita che, inevitabilmente, sono rimasti oscuri. Il censimento stesso dei lavori fatto in questa occasione, ha portato sì alla luce importanti opere, non però quelle conosciute da foto o riviste d’epoca e sovente presentate ad importanti eventi espositivi (opere che probabilmente esistono ancora, ma che si conservano, magari anche con attribuzioni sbagliate, chiuse in collezioni private o in palazzi ed istituzioni pubbliche). Sin dal suo nascere, questo evento espositivo si presentava quindi con i due grandi limiti della conoscenza di una esauriente documentazione positiva sui due artisti e della non reperibilità di alcuni tra i loro più significativi lavori. Su questi, certo, l’esposizione di Castelfranco presenta delle carenze; per contro, ha il grande merito d'aver dato inizio ad un lavoro di ricerca e di studi che dalla mostra stessa ha preso avvio e che sicuramente porterà a rintracciare quelle opere che, magari in una seconda occasione, potranno dare una visione più completa ed esauriente della vera statura artistica dei nostri due concittadini. Statura artistica destinata in ogni caso ad emergere dall’esposizione di Castelfranco attraverso una panoramica di opere, integrata con la pubblicazione in catalogo di dipinti conosciuti solo su stampa o da foto d’epoca e di alcuni affreschi (che devono certo essere quantitativamente più numerosi dei pochi oggi noti), che gli stessi organizzatori non speravano di riuscire a

proporre al pubblico quando, ben consapevoli di tutte queste difficoltà, hanno deciso d’intraprendere comunque una siffatta interessante iniziativa. Ed è, inoltre, alquanto sintomatico che molti preziosi aiuti siano giunti proprio dal mercato dell’arte, al quale bisogna oggi riconoscere un ruolo storico-artistico sempre più rilevante ed indispensabile: un ruolo storico-artistico quotidianamente svolto a favore del recupero, della conoscenza, della ricerca, della conservazione, della tutela e della valorizzazione del patrimonio storico-artistico italiano, specie qualora si tratti di opere di artisti attivi tra il XIX ed il XX secolo. A tal proposito, assieme ai ringraziamenti ai musei e ai collezionisti privati che con grande amore hanno prestato le loro opere, i nostri più vivi ringraziamenti vanno dunque anche alle gallerie d’arte che pure hanno prestato le loro opere con grande entusiasmo e, tra esse in modo particolare, si vogliono ringraziare le gallerie Luciano Franchi Antichità di Meduna di Livenza e Nuova Arcadia di Padova, soprattutto nella persona del dott. Luciano Franchi, e lo Studio Mondi Dipinti Antichi e Moderni di Castelfranco Veneto nella persona del dott. Fabio Mondi, senza la cui collaborazione questa mostra non si sarebbe potuta organizzare.

Un ringraziamento particolare va inoltre al prof. Clauco Bentito Tiozzo di Mira, il quale con tempismo e precisione ha gentilmente voluto fornire per il catalogo un

saggio scritto con passione e trasporto, ricordando i suoi incontri giovanili con l’allora ormai anziano Vittorio Tessari. Saggio che, con competenza, arricchisce i nostri sforzi di importanti valutazioni storico-artistiche e di indispensabili notizie sull’attività del pittore, sulla sua vita e sulla collocazione di alcune sue opere.

La sezione allestita nei ristrutturati locali del Palazzetto Preti, è interamente dedicata all’esposizione delle opere dei fratelli Vittorio e Romolo Tessari. Sono presentati ben più di quaranta lavori di Vittorio, il più anziano dei due artisti. Questi, abbracciano l’intero arco della sua lunga attività

pittorica, da quando, allievo di Eugenio de Blaas all’Accademia di Belle Arti di Venezia, iniziò a lavorare nel suo studio di Palazzo Dolfin a San Pantaleon, affrontando con gran qualità soggetti ancora tutti immersi nella più raffinata cultura figurativa ottocentesca del Verismo veneto, ricevendo ben presto importanti commissioni e partecipando ad alcune tra le maggiori esposizioni artistiche dell’epoca, dalla Mostra Nazionale della Città di Venezia del 1887 alle Biennali del 1895 e del 1897, ad altre esposizioni italiane e straniere. Le opere presentate, inoltre, mostrano come la sua personalità artistica sia stata capace di recepire le influenze di gusto liberty di fine-inizio secolo (e talvolta con qualche risvolto simbolista), modellandole su di una mai abbandonata vena romantica, che caratterizzò fortemente anche la produzione della tarda maturità. Le altre opere esposte in questa sezione, danno un’altrettanto esaustiva panoramica sull’attività di Romolo, la cui formazione artistica fu, pur sui suggerimenti del fratello, essenzialmente quella di un autodidatta. Ciò nonostante, egli maturò quanto prima un proprio linguaggio figurativo e seppe dar vita ad opere che furono esposte ed ammirate ad importanti mostre italiane e straniere. Di

Romolo sono esposti all’incirca una quarantina di lavori i quali, al fianco di una produzione pittorica più tradizionale, documentano anche i suoi interessanti contributi nel campo della pubblicità illustrata ed il suo particolare talento come testimone figurativo di significativi momenti bellici e di vita militare: egli fu, infatti, ufficiale dei Bersaglieri nel Regio Esercito Italiano.

Allo scopo, in fine, di dare a Vittorio e Romolo Tessari, artisticamente, storicamente e visivamente, una giusta collocazione nella cultura figurativa dell’epoca, si è voluto allestire negli spazi espositivi della Galleria del Teatro Accademico una sezione interamente dedicata alla

pittura veneta di fine Ottocento-inizio Novecento.

Qui sono raccolte all’incirca un centinaio di opere (con qualche eccezione, due per ogni artista), che hanno lo scopo di dare una veloce panoramica sulla pittura dell’epoca in un territorio che si estende da Venezia e dal veneziano alle città e alle province di Treviso, Padova, Vicenza e Belluno. Sono infatti esposti lavori di quasi sessanta artisti che sono, elencandoli tutti in ordine alfabetico: Pietro Andreatta (XIX secolo – Castelfranco Veneto, 1914), Giovanni Apollonio (Treviso, 1879 – 1930), Achille Beltrame (Arzignano, 1871 – Milano, 1945), Antonio Bianchi (Cassola, 1848 – Vicenza, 1900), Noè Bordignon (Castelfranco Veneto, 1841 – San Zenone degli Ezzelini, 1920), Millo Bortoluzzi (Treviso, 1868 – Dolo, 1933), Vittorio Emanuele Bressanin (Musile di Piave, 1860 – Venezia, 1941), Giuseppe Canella (Venezia, 1837 - Padova, 1913), Augusto Caratti (Padova, 1828 – 1900), Antonio Vittore Cargnel (Venezia, 1872 – Milano, 1931), Attilio Cavallini (Adria, 1888 – Como, 1948), Traiano Chitarin (Venezia, 1864 – 1935), Beppe Ciardi (Venezia, 1875 – Quinto di Treviso, 1932), Emma Ciardi (Venezia, 1870 – 1933), Guglielmo Ciardi (Venezia, 1843 – 1917), Luigi Cima (Villa di Villa, 1860 – Belluno, 1938), Giovan Battista Ciman (attivo in Veneto verso la metà del XIX secolo), Zaccaria Dal Bò (Venezia, 1872 – 1935), Antonio Dal Favero (Vittorio Veneto, 1844 – Venezia, 1901), Oreste Da Molin (Piove di Sacco, 1856 – Padova, 1921), Eugenio de Blaas (Albano Laziale, 1843 – Venezia, 1931), Giulio Ettore

Erler (Oderzo, 1876 – Treviso, 1964), Andrea Favero (Treviso, 1837 – Como, 1914), Giacomo Favretto (Venezia, 1849 – 1887), Gaspare Fontana (Bassano del Grappa, 1871 – 1943), Pietro Fragiacomo (Trieste, 1856 – Venezia, 1922), Luigi Gasparini (Zenson di Piave, 1856 - Venezia, ?), Egisto Lancerotto (Noale, 1847 – Venezia, 1916), Cesare Laurenti (Mesola, 1854 – Venezia, 1936), Giacomo Manzoni (Padova, 1840 – 1912), Vittorio Marusso (San Donà di Piave, 1866 – 1943), Emo Mazzetti (Treviso, 1870 – Venezia, 1955), Alessandro Milesi (Venezia, 1856 – 1945), Antonio Montemezzo (San Polo di Piave, 1841 – Monaco di Baviera, 1898), Luigi Nono (Fusina, 1850 – Venezia, 1918), Stefano Novo (Cavarzere, 1862 - dopo il 1927), Pietro Pajetta (Vittorio Veneto, 1845 – Padova, 1911), Antonio Ermolao Paoletti (Venezia, 1833 ca. – 1912 ca.), Sylvius Paoletti (Venezia, 1864 – 1921), Rodolfo Paoletti (Venezia, 1866 – Milano, 1930), Luigi Pastega (Venezia, 1858 – 1927),

Giuseppe Ponga (Chioggia, 1856 – Venezia, 1925), Alberto Prosdocimi (Venezia, 1852 - 1925), Luigi Rosa (Venezia, 1850 - ?), Francesco Sartorelli (Cornuda, 1856 – Udine, 1939), Ferruccio Scattola (Venezia, 1873 – Roma, 1950), Lino Selvatico (Padova, 1872 – Biancade, 1924), Luigi Serena (Montebelluna, 1855 – Treviso, 1911), Anton Giulio Sussi (Venezia, 1858 - ?), Ettore Tito (Castellammare di Stabia, 1859 – Venezia, 1941), Giovanni Vianello (Padova, 1873 – 1926), Enrico Vizzotto Alberti (Oderzo, 1880 – Padova, 1976), Giuseppe Vizzotto Alberti (Oderzo, 1862 – Venezia, 1931), Teodoro Wolf Ferrari (Venezia, 1878 – San Zenone degli Ezzelini, 1945), Vittoria Zannoni (Pieve di Cadore, 1888 – Castelfranco Veneto, 1974), Vettore Zanetti Zilla (Venezia, 1864 – Milano, 1946), Alessandro Zezzos (Venezia, 1848 – Vittorio Veneto, 1914), Umberto Zini (Padova, 1878 - 1964) e Fausto Zonaro (Masi di Padova, 1854 – Sanremo, 1929).

E’ evidente che per il numero e la varietà di artisti portati negli spazi espositivi della Galleria del Teatro Accademico, questa sezione, pur non essendo e non volendo essere una mostra rappresentativa ed esaudiente sulla pittura veneta di fine-inizio secolo, di quella pittura ne presenta comunque un profilo che ha pochi precedenti, anche al confronto con importanti manifestazioni espositive allestite in spazi e con

disponibilità, tanto economiche quanto di tempo organizzativo, ben più significative. Vi è, infatti, accanto a dipinti di artisti già molto conosciuti, tutta una schiera di opere eseguite da artisti che, come i fratelli Tessari, sono per la maggior parte pressoché sconosciuti al grande pubblico. Tutti questi quadri, volutamente scelti di piccole o medie dimensioni perché di piccole o medie dimensioni sono anche la maggior parte di quelli esposti dei fratelli Tessari, provengono da importanti collezioni di privati cittadini e di gallerie d’arte, nonché da istituti bancari (Banca Popolare di Vicenza), e da importanti raccolte pubbliche (Museo Civico di Bassano del Grappa, Museo Luigi Bailo di Treviso, Museo del Cenedese di Vittorio Veneto e Musei Civici, Museo d’Arte Medievale e Moderna di Padova), compresa quella della Civica Raccolta Comunale della città che ospita l’avvenimento.

Marco Mondi

curatore della mostra e del catalogo

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