COS'E' LA CELLULITE
La cellulite è un disturbo che interessa l'ipoderma, un tessuto che si trova al di sotto del derma di natura prevalentemente adiposa.
E’ un tessuto attivo per il legame intercorrente tra il suo metabolismo e il bilancio calorico.
La sua attività si manifesta con una funzione lipolitica, che provoca lo scioglimento dei grassi quando il bilancio calorico è negativo; oppure con quella di liposintesi, che attiva la deposizione dei grassi, quando il bilancio è positivo.
Costituisce la riserva energetica dell’organismo.

Il pannicolo adiposo si distribuisce in modo differente nei due sessi: nella donna è più accentuato nel distretto inferiore del corpo, zona questa che presenta particolare sensibilità verso l’azione svolta dall’estrogeno e dal progesterone, i tipici ormoni femminili. La donna, anche se longilinea, tendenzialmente presenta accumuli adiposi più marcati a livello dei fianchi.
I soggetti di sesso maschile presentano un adipe localizzata soprattutto in sede addominale e viscerale ("la pancetta").
Il tessuto adiposo deve essere in grado di soddisfare le richieste dell’organismo, quindi, per poter fare questo, risultano essere molto importanti tutte quelle attività mirate alla conservazione di una buona microcircolazione della massa adiposa e alla diffusione regolare delle molecole di grasso, i trigliceridi.
I fattori che interferiscono negativamente causano alterazioni localizzate, che, interessando il microcircolo della massa adiposa, con il tempo determinano una compromissione anatomica e funzionale dell’unità vascolare del tessuto, che conduce all’insorgenza di problemi a carico dell’ipoderma e dello strato immediatamente sovrastante, cioè il derma.
La cellulite è causata dalla degenerazione della microcircolazione del tessuto adiposo con conseguente alterazione delle sue più importanti funzioni metaboliche.
La conseguenza macroscopica di questa degenerazione del tessuto è l’ipertrofia, cioè l’aumento di volume delle cellule adipose e la ritenzione idrica e la stasi di liquido negli spazi intercellulari. Le cellule, adipociti, subiscono alterazioni di forma e di volume, rotture e lacerazioni della membrana citoplasmatica che le avvolge, con conseguente uscita dei trigliceridi, cioè il grasso propriamente detto, e il loro spargimento a livello dei tessuti. Successivamente intervengono anche fenomeni involutivi, processi reattivi del tessuto reticolare intorno agli adipociti e interessamento del collagene circostante determinati proprio dallo scompaginamento della struttura del tessuto adiposo di queste zone corporee.
La degenerazione viene definita come lipodistrofia, che significa: alterazione delle caratteristiche distrettuali del grasso.
EVOLUZIONE DELLA CELLULITE
Oggi, grazie all’ausilio di esami termografici, è possibile seguire l’evoluzione del substrato cellulitico.
NORMALITA'
Il tessuto adiposo è ben irrorato e i capillari, decorrendo vicino alla membrana degli adipociti, permettono corretti scambi metabolici
 
STADIO 1
E' una stadio reversibile ed e' caratterizzato da edema e da una iniziale alterazione dell’irrorazione sanguigna. I vasi presentano un’anormale permeabilità della parete e ciò causa trasudazione del plasma, ristagno e accumulo negli spazi interstiziali. La pelle diventa più pastosa e meno elastica.
 
STADIO 2
Aumentano i fenomeni che caratterizzano il primo. Il risultato finale è che le fibrille reticolari presenti intorno agli adipociti aumentano di numero e di spessore, peggiorando così la condizione del microcircolo e dei suoi rapporti con gli adipociti; inoltre si ha una perdita dell’elasticità e della morbidezza della pelle. Diminuiscono gli scambi e si determina anche un ristagno di tossine, perciò la pelle si presenta pallida, ipotermica, più pastosa e incominciano a manifestarsi le parestesie, cioè alterazioni della sensibilità cutanea
 
STADIO 3
Si formano micronoduli, cioè strutture rotondeggianti, molto piccole e incapsulate in fibrille di collagene. I noduli e le fibre di collagene insieme formano come una trama che, racchiudendo il microcircolo e gli adipociti, ostacola gli scambi metabolici. Inizia quindi una sclerosi del connettivo del derma, un’ipercheratosi della zona interessata e una conseguente scarsa ossigenazione.
La pelle presenta il caratteristico aspetto a buccia di arancia: si manifesta anche un certo dolore alla palpazione.
 
STADIO 4
I micronoduli si sono moltiplicati fino a formare macronodulazioni facilmente apprezzabili alla palpazione, che si presentano mobili, dolenti alla pressione e al sollevamento della plica cutanea.
Questo stadio evolve nella fibrosi, che è un processo irreversibile caratterizzato dalla sclerosi finale in cui le fibrille di collagene formano una trama sempre più fitta aderente, in profondità, alle fasce muscolari. L’aspetto della pelle, a buccia d’arancia o a materasso, diventa molto marcato, la cute si presenta piuttosto pallida e manifesta ipotermia distrettuale.
Compaiono delle striature, sensazioni di dolore spontaneo e alla palpazione si rilevano facilmente sia noduli singoli che conglobati, quasi sempre dolenti.

DIFFERENZE TRA ADIPOSITA' LOCALIZZATA E CELLULITE
E' importante definire le caratteristiche che differenziano l’adiposità localizzata, che è un fenomeno normale, dalla cellulite o Pannicolopatia Edemato-Fibrosclerotica(PEF). Queste sono:
ASPETTO DELLA SUPERFICIE CUTANEA
Nell’adiposità localizzata la pelle si presenta liscia, omogenea, di colore normale, senza alcuna scabrosità e priva di striature biancastre o bianco-giallastre. La secrezione sebacea in genere è nella norma. La superficie cutanea, in caso di cellulite, si presenta di aspetto perfettamente normale, identica a quella dell’adiposità localizzata. Nel terzo e nel quarto stadio la superficie cutanea diventa irregolare, con introflessioni, retrazioni a forma di cratere con fondo irregolare e sottili striature biancastre o giallo-biancastre. L’epidermide può essere a volte secca, talvolta grassa e nel quarto stadio si assottiglia.
SENSAZIONE ALLA PALPAZIONE
Alla palpazione la zona con adiposità localizzata è indolore, si presenta di pastosità normale e con una giusta elasticità, inoltre al tatto non si rivelano placche, edema, scabrosità o macronoduli. La palpazione di una zona colpita da cellulite causa dolore a partire dal terzo stadio fino a divenire più intenso nel quarto. La pastosità cutanea aumenta lievemente nel primo e nel secondo stadio, tanto che può rimanere l’impronta del dito dopo digitopressione, mentre diminuisce nel terzo e nel quarto. L’elasticità diminuisce in tutti gli stadi, mentre si sente la presenza di placche, esercitando una lieve pressione con il polpastrello delle dita, all’inizio del terzo stadio. Nel primo e nel secondo stadio non si rileva edema, che invece è presente alla periferia delle placche cellulitiche all’inizio del terzo stadio e scompare poi nel quarto. Nel terzo stadio inizia a manifestarsi una certa irregolarità cutanea con la formazione di micronoduli apprezzabili sfiorando la superficie della pelle. Nel quarto stadio si rivelano dei macronoduli, determinati dalla confluenza e dall’incapsulamento di più micronoduli contigui. I noduli più grossi, apprezzabili sia con una palpazione profonda che con la plicatura del tessuto, hanno dimensioni variabili fino ad assumere la grandezza di un pisello.
Esistono anche forme miste caratterizzate dalla coesistenza di un quadro di adiposità localizzata con uno di PEF.
E’ piuttosto frequente l’insorgenza di cellulite quando già esiste una certa ipertrofia distrettuale, specialmente agli arti inferiori.
Questo è il caso di molte donne con una lieve adiposità localizzata che, in seguito a gravidanza o all’uso protratto di contraccettivi o a una qualsiasi irregolarità ormonale, sono soggette ad alterazioni del microcircolo, spesso già fragile e predisposto alla stasi venosa.

 

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