Educazione alimentare - alimentazione senza carne per l'infanzia
"Cominciano ad arrivare i primi risultati della campagna dell'AVI per il
diritto di scelta Vegetariana. La Regione Umbria ha sancito, con una legge
regionale approvata il 23 luglio 2001, il diritto alla somministrazione di pasti
e diete vegetariane nei servizi di ristorazione collettiva. Tutti gli Asili, le
scuole, le università, gli ospedali, i luoghi di cura, gestiti da enti pubblici
o da soggetti privati convenzionati, della regione Umbria sono obbligati a
fornire un pasto vegetariano. Non solo, la stessa legge fa divieto di
somministrazione prodotti contenenti organismi geneticamente modificati"
Vegetarismo e bambini
L'alimentazione del lattante
Almeno fino a 3 mesi il latte materno è, se la madre è sana e si alimenta
adeguatamente, l'alimentazione ideale e più completa, mentre dopo i 6 mesi è
necessario integrarlo progressivamente con un'alimentazione diversificata.
Durante la gravidanza e l'allattamento la madre dovrà provvedere a
un'alimentazione adeguata poiché il feto e il lattante, che dipendono
completamente da lei, non abbiano carenze che potrebbero avere ripercussioni
anche gravi sul loro sviluppo. Un esempio tipico di carenza è quello della
madre vegana da anni che, in gravidanza e durante l'allattamento, non fa' uso di
integratori di vitamina B12 come alghe, lieviti e farmaci. In mancanza del latte
materno i latto-vegetariani possono trovare in commercio latte vaccino
umanizzato che soddisfa efficacemente le esigenze alimentari dei lattanti,
mentre i piccoli vegani possono ricorrere al latte di soia speciale per neonati
che è integrato con vitamine, minerali e oligoelementi e, se sono raramente
esposti al sole, necessitano di vitamina D.
L'alimentazione del bambino piccolo
Non vi sono grossi problemi per i latto-ovo-vegetariani. Poiché cereali
integrali e legumi secchi sono meno digeribili per i bambini che per gli adulti,
devono essere ben cotti e serviti come purè, mentre per aumentare l'apporto di
ferro si possono consumare frutta fresca e succo d'arancia a ogni pasto. Nel
caso di alimentazione vegan il discorso è più difficile perché l'associazione
cereali-legumi-semi oleaginosi che potrebbe in teoria ovviare a alle carenze di
aminoacidi essenziali risulta difficilmente praticabile perché implicherebbe,
per coprire il fabbisogno nutrizionale del bambino compreso l'apporto
energetico, pasti talmente abbondanti da essere incompatibili con le dimensioni
dello stomaco. Una soluzione può essere quella di aumentare l'apporto
nutrizionale ed energetico con purè di legumi, burro di frutti oleaginosi
(mandorle, nocciole, sesamo), avocado e frutta secca frullata.
Alimentazione da 0 a 4 anni
Dr. Luciano Proietti Pediatra nutrizionista Membro del Comitato
Medico Scientifico AVI
Da 0 a 6 mesi: Latte materno esclusivo
Dal 6° - 7° mese inizio dello svezzamento con introduzione di frutta, cereali,
verdure
Da 6 a 12 mesi: Latte materno a richiesta con aggiunta di una o due pasti a base
di frutta, cereali e verdure.
Da 12 a 24 mesi: Latte materno a richiesta
- Un pasto a base di cereali, verdura, tuorlo d'uovo, yogurt, formaggio fresco.
- Un pasto a base di cereali, verdure, legumi, frutta.
Principi dell'alimentazione naturale fisiologica per l'infanzia:
Allattamento al seno prolungato fino a due-tre anni.
Introduzione di proteine limitata secondo le indicazioni dei l.a.r.n. (livelli
di assunzione raccomandata dei nutrienti dell' istituto nazionale della
nutrizione).
Equilibrata suddivisione tra proteine di origine animale e vegetale.
Eliminazione di latte vaccino e formaggi dalla dieta nei primi 2 - 3 anni e
introduzione saltuaria e voluttuaria in seguito.
Eliminazione di saccarosio e dolcificanti nei primi 2 - 3 anni.
Dopo il periodo dell' allattamento, privilegiare il cibo di origine vegetale di
coltivazione biologica: cereali, frutta, verdura, legumi.
Dopo i 3 - 4 anni, inserire nella dieta una quota di fibra alimentare adeguata
(10 gr al dì), utilizzando cereali semiintegrali.
Il cibo animale (carne, pesce. uova, formaggio) non è necessario. La sua
introduzione comporta una eccessiva assunzione di nutrienti (in particolare
proteine e grassi e sale) che facilita l'insorgenza di allergie, di malattie
infiammatorie, di obesità e sovraccarico renale.
L'introduzione di latte vaccino e di formaggi stagionati è da sconsigliare in
ogni caso per la presenza di una quota proteica troppo elevata e altamente
allergizzante, per una quota di calcio troppo elevata che essendo associata a
proteine animali aumenta la calciuria (perdita di calcio con l'urina) e ne
riduce la fissazione al tessuto osseo. Inoltre la componente lipidica del latte
vaccino e dei latticini non è conforme alle esigenze nutrizionali del lattante
dal punto di vista qualitativo. Pertanto l'assunzione di latte vaccino e
formaggi deve essere saltuaria, di consumo voluttuario o di
"emergenza": non è consigliabile farla rientrare nella alimentazione
quotidiana di un bambino nei primi due - tre anni di vita.
Cosa mangiare nei primi anni di vita
Dr. Luciano Proietti Pediatra nutrizionista Membro del Comitato Medico
Scientifico AVI
La frutta dovrà essere ben matura, di stagione, di produzione locale, cotta. La
verdura, non necessaria nel primo anno di vita, polposa (zucca, zucchina,
carota, patata), cotta e passata. I cereali (riso, mais, miglio, grano, avena,
segale) devono essere precotti, raffinati (senza fibra o quasi): la fibra non
solo non è necessaria nel lattante, ma può creare problemi (arresto
dell'accrescimento da ridotto assorbimento di minerali e vitamine trattenuti
dalle fibre ed eliminati con le feci, e stitichezza paradossa da troppa fibra).
I legumi, (piselli, lenticchie, ceci, azuki, tofu) buon alimento da
somministrare non prima dei 7-8 mesi, associato ai cereali nella proporzione di
cinque parti di cereali e una di legume, iniziando con 1 cucchiaino a giorni
alterni in un pasto in cui non vi siano altri cibi di origine animale. I
formaggi: cibo non adatto al bambino nel primo anno di vita per la eccessiva
quantità di sale, proteine e grassi saturi. Non esistono formaggi magri per
definizione merceologica: solamente la ricotta vera è magra; infatti non è
considerata un formaggio.
La carne non è mai necessaria o indispensabile. Anche il pesce non è
necessario: è uno dei cibi più allergizzanti dopo il latte vaccino, l'uovo e
il grano. Gli errori più frequenti nei primi anni di vita sono: eccesso di cibo
di origine animale (carne e formaggio in particolare) - uso di latte vaccino
invece del latte adattato nel caso in cui manchi il latte materno - uso di
farine integrali o semiintegrali (rischio di malassorbimento e stitichezza da
eccesso di fibra) - uso di biscotti e di zucchero (rischio di obesità e di
diabete) - uso di bevande a base di riso, soia, avena, mandorle in sostituzione
del latte materno o del latte adattato
Dopo i primi due - tre anni di vita l'alimentazione del bambino diventa più
libera anche perché spesso coincide con l'ingresso alla scuola materna. Questa
maggior libertà alimentare coincide di solito con l'introduzione, in dosi
sempre più massicce, del cosiddetto "cibo spazzatura" o "cibo
televisivo" (cibo dannoso alla salute, che privilegia l'aspetto esteriore,
il colore e la palatabilità ed è ingannevolmente pubblicizzato in televisione
nei programmi dedicati ai bambini) concesso con scarso controllo da genitori ben
consapevoli della dannosità di tale cibo, ma assenti e quindi con sensi di
colpa tali da compensare tale assenza con regali spesso inutili, cibo
"affettivo" e televisione.
Proprio per equilibrare un'alimentazione famigliare spesso disattenta,
squilibrata e dannosa per la salute del bambino è di fondamentale importanza
che almeno nelle mense scolastiche ci siano cibi di coltivazione biologica
proposti in modo vario ed equilibrato. Ritengo che uno dei compiti più
importanti delle scuole dovrebbe essere l'educazione e l'istruzione nutrizionale
al fine di formare una popolazione adulta consapevole che la salute fisica e
mentale passa obbligatoriamente anche attraverso il cibo.
Svezzamento: quando, come e che cosa
Dr. Luciano Proietti - Pediatra nutrizionista Membro del Comitato Medico
Scientifico AVI
Quando iniziare lo svezzamento?
Nel primo anno di vita sappiamo che il cibo più importante è il latte materno.
Il momento dello svezzamento è assolutamente individuale e va determinato in
base alle esigenze e alle caratteristiche del bambino. Possiamo dire
indicativamente che dovrebbe essere effettuato tra i 6 e i 12 mesi. Alcuni
lattanti vorranno assaggiare e mettere in bocca di tutto e mangiare nel piatto
dei genitori, altri arriveranno al primo anno sazi solo del latte della mamma.
Per i più curiosi è meglio attendere i sei mesi per evitare rischi di allergie
o intolleranze più frequenti se si introducono cibi diversi dal latte prima dei
sei mesi: l'intestino non è ancora pronto, le sue difese immunitarie non
adeguate, gli enzimi insufficienti.
Come iniziare?
Abbiamo detto che il divezzamento deve essere graduale e non dovrebbe avvenire
prima dei sei / sette mesi. Una regola da tenere presente è quella di scegliere
un periodo in cui il bambino stia bene, fisicamente e psicologicamente, lontano
da elementi e momenti che possano essere di disturbo: cambiamenti di ambiente,
vaccinazioni, ritorno della madre al lavoro. È anche importante che il momento
in cui si inizia lo svezzamento, la madre sia tranquilla e disponibile ad
affrontare i problemi che si presenteranno con le pappe.
Che cosa dare?
Seguendo il principio che nel primo anno l'intestino del bambino è adatto ad
assumere per lo più latte, dobbiamo pensare che tutti gli altri cibi dovranno
essere elaborati perché possano essere ben digeriti e adeguatamente assimilati.
Inoltre è estremamente importante che i prodotti usati nell'alimentazione dei
bambini-lattanti derivino da coltivazione biologica, esenti da sostanze chimiche
aggiunte. Perché? In primo luogo perché potremo sapere se una nuova sostanza
introdotta nell'organismo è innocua, solamente dopo molti decenni (esempi degli
ultimi 50 anni sono: gli ormoni nella carne, gli antibiotici nella carne e le
allergie e la resistenza batterica agli antibiotici, il riso raffinato e il
beri-beri, l'intolleranza al glutine e il grano moderno ibridato, le allergie,
la Bse bovina "mucca pazza", i tumori da anilina, asbesto, nicotina,
nitrosamine; e potremmo proseguire a lungo); - in secondo luogo perché i
prodotti biologici sono qualitativamente migliori (maggiore quantità vitaminica
e minerale, minore percentuale di acqua, migliore palatabilità); - in terzo
luogo perché alimentarsi con cibi biologici vuol dire alimentarsi con cibi
semplici, poco o niente elaborati, e questo ci ben dispone a capire che mettere
una "benzina pulita" nel nostro motore è la premessa per mantenere
una buona salute fisica e mentale e quindi porre una delle basi fondamentali per
vivere sereni e felici, che è lo scopo della nostra vita.
(Fonte www.vegetariani.it)