L'anemia nei vegetariani
di Giuseppe Fariselli
(oncologo)
Le vitamine
indispensabili
La vitamina B6 (piridossina), fra le altre
cose, partecipa alla sintesi dell’emoglobina e dei globuli rossi. Si trova nei
cereali integrali, in particolare avena, mais e orzo, nel lievito di birra,
nella soia, nelle verdure fresche come cavoli, lattuga, patate e spinaci, ma
anche nell’albume d’uovo e nel latte, mentre i non vegetariani le trovano
anche nel fegato e nella carne. È bene sapere che l’alcol, il fumo, e la
pillola possono aumentare il fabbisogno, e che la brillatura dei cereali e la
frittura dei cibi ne distruggono il 90%, mentre l’inscatolamento, la luce e la
surgelazione ne eliminano il 20%. Si consiglia quindi, in questi casi, di
integrare la dieta con germe di grano, lieviti, e noci.
La vitamina B12 (cianocobalamina)
è indispensabile per la sintesi dell’emoglobina. Essa è contenuta quasi
esclusivamente nei prodotti di origine animale come carne, latticini e pesce,
mentre è presente solo in tracce largamente insufficienti al fabbisogno nelle
alghe, nei lieviti alimentari e nei vegetali.
Alcol e fumo possono ridurne l’assorbimento, che è peraltro legato a una
buona funzionalità gastrica e intestinale in quanto lo stomaco produce il
"fattore intrinseco" che si lega alla vitamina B12 e le consente
l’assorbimento intestinale. Poiché la vitamina B12 si accumula nel fegato,
chi diventa vegetaliano da adulto può contare su una riserva di due o tre mg,
che è sufficiente per circa tre anni prima che si ‘ manifestino segni di
carenza.
In bambini piccoli sottoposti a dieta vegetaliana dopo essere stati allattati da
madri vegetaliane possono invece insorgere gravi anemie, crampi, diminuzione
della sensibilità profonda, formicolii, intorpidimento delle mani, problemi
digestivi con anoressia e diarrea. È quindi, in questi casi, un’alimentazione
del tutto sbagliata e pericolosa che necessita, per essere a tutti i costi
mantenuta, di attenti controlli medici e supplementazione per via orale o
parenterale.
La vitamina
C (acido ascorbico) favorisce l’assorbimento
del ferro a livello intestinale. Essa si ritrova nella frutta fresca e nella
verdura. Ne sono particolarmente ricchi gli agrumi, i cavoli, la frutta
tropicale, l’indivia, i peperoni, le rape. E’ molto labile e gli alimenti
che la contengono, eccetto gli agrumi, andrebbero consumati appena dopo la
raccolta. Negli agrumi invece , grazie allo spessore della buccia, la perdita è
molto ridotta durante la maturazione e la raccolta e quasi inesistente durante
la conservazione. Inoltre, poiché la vitamina C è molto stabile in ambiente
acido, il succo d’arancia conservato contiene quasi la stessa quantità di
vitamina C di quello fresco. E’ però sempre valido il concetto di bere la
spremuta appena fatta perché il calore e soprattutto la luce e l’ossigeno
dell’aria la distruggono.
I contraccettivi orali ne diminuiscono l’effetto, mentre l’aspirina, il
fumo, i salicilati, i sulfamidici, e le tetracicline ne riducono
l’assorbimento.
La vitamina E (tocoferolo) influenza favorevolmente il metabolismo del ferro, è contenuta nei germi dei cereali , nelle noci, negli olii vegetali spremuti a freddo (in particolare arachidi, mais, olive, soia), nei semi interi, e nel tuorlo d’uovo. Nel processo di macinazione del grano si perde circa il 90% di vitamina E, mentre anche la manipolazione dei cibi e l’esposizione all’ossigeno dell’aria ne riducono il contenuto.
Il ferro-Fe è indispensabile
per il trasporto dell’ossigeno dal polmone ai tessuti e dell’anidride
carbonica dei tessuti ai polmoni, e per la respirazione cellulare. Se manca si
hanno gravi disturbi, dei quali uno dei principali è l’anemia con difficoltà
alla deglutizione, disturbi digestivi, e lingua rossa. Esso si trova soprattutto
in alcune alghe (10 g di alghe iziki forniscono quasi 3 mg, di ferro), nei
cereali integrali (soprattutto miglio), nel cioccolato, nella frutta secca, nei
germi di grano, nei legumi secchi come lenticchie e soia, nel lievito di birra,
nelle noci e nei pistacchi. Per chi segue invece la dieta carnea, gli alimenti
più ricchi di ferro sono la milza e il fegato degli animali terrestri e alcuni
molluschi come cozze, ostriche e vongole.
Negli alimenti il ferro esiste in due forme: ferro emetico legato ai globuli
rossi e contenuto solo negli alimenti di origine animale (carne e pesce); ferro
non emetico contenuto anche nei vegetali. L’assimilazione del ferro non
emetico (tratto dai vegetali), varia notevolmente in base alla composizione dei
pasti e alle possibilità di preparazione degli alimenti (interi, macinati,
misti tra di loro).
Inibiscono l’assimilazione del ferro il caffè e il tè, mentre la crusca dei
cereali, il calcio presente nel latte, e, secondo alcuni, le proteine della soia
ne riducono l’assorbimento. È quindi preferibile bere caffè, latte, tè e
tisane lontane dai pasti, e da pane semintegrale o integrale a lievitazione
naturale.
Fortunatamente esistono però anche fattori che facilitano l’assimilazione del
ferro non emetico.
È in particolare utilissimo consumare simultaneamente acido ascorbico (vitamina
C): aggiungendo infatti 100 ml. di succo d’arancia alla prima colazione se ne
triplica l’assimilazione.
Ne facilitano l’assimilazione anche il consumo simultaneo di glucidi semplici
come frutta, miele e orzo germinato, e, per chi non è vegetariano, quello di
pesce e carne.
Una dieta vegetariana equilibrata che contenga quindi cereali, frutta secca,
germe di grano, legumi secchi, semi oleaginosi, e uova, associati a grandi
quantità di frutta e verdura fresche e con un apporto calorico sufficiente, può
garantire una quantità di ferro uguale a quella di una dieta mista e largamente
sufficiente ai fabbisogni normali.
È comunque indispensabile che le donne in età fertile, con mestruazioni
abbondati, e soprattutto in gravidanza, indipendentemente dalla dieta adottata,
controllino periodicamente il dosaggio di ferro nel sangue e l’esame
emocromocitometrico ricorrendo, quando necessario, all’assunzione degli
integratori e dei farmaci necessari come stabilito dal medico.
Il rame
Cu infine, è necessario per un corretto
utilizzo del ferro.
Se manca si ha, oltre all’aumento del rischio di infezioni, disturbi
dell’accrescimento e del sistema nervoso, malattie delle ossa e perdita dei
capelli, anemia.
Il rame è principalmente contenuto nel cacao, nel cioccolato, nella frutta
secca, e, per chi non è vegetariano, nelle ostriche e nel fegato.
Le diete restrittive
Le diete vegetariane restrittive, o vegetaliane, che prevedono
un’alimentazione esclusivamente vegetale escludendo sistematicamente, oltre
alla carne e al pesce, latte, latticini, miele, e uova, e quelle granivore
(mangiano solo cereali) creano invece problemi gravi nei bambini piccoli e nella
crescita, pressoché insolubili in gravidanza e allattamento.
Le diete macrobiotiche invece non si fondano sull’eliminazione della carne, ma
sull’equilibrio fra gli alimenti yin e gli alimenti yang. Il macrobiotico
onnivoro troverà molte difficoltà a raggiungere l’equilibrio degli alimenti
del macrobiotico vegetariano permissivo o di quello vegetaliano, in compenso non
avrà carenze alimentari.
Sia nel caso dei vegetaliani che dei macrobiotici vegetaliani, sono
indispensabili controlli medici periodici e supplementazione di vitamine e
minerali.
È necessario in particolare che i genitori sappiano che questi tipi di dieta
restrittiva possono portare, se non studiati bene, a gravi conseguenze per i
bambini. È sacrosanto educare un figlio ai principi alimentari che si ritengono
giusti, ma è ancora più giusto che, proprio per farlo diventare un buon
vegetariano convinto, possa crescere normale e in perfetta salute.
(Fonte www.vegetariani.it)