Bambini vegetariani: si può  

 di Massimo Ilari e Mimmo Tringale (Aam Terra Nuova)

E’ possibile per un bambino seguire una dieta vegetariana? La cronaca dei giorni scorsi, partendo da un’analisi superficiale e scandalistica di un episodio realmente accaduto a Milano, sembra dare una risposta tutta negativa. Perfino la popolare trasmissione Quark è intervenuta nel dibattito per affermare che rinunciare alla carne fa male. Ma è davvero così? "Dire che essere vegetariani comporta un rischio per la salute dei bambini - spiega Marco Stellini, presidente dell’Associazione vegetariana italiana (Avi) - è una grande inesattezza non solo scientifica, ma anche storica. I vegetariani nel mondo sono tanti. Secondo un’indagine Eurispes, solo in Italia se ne contano un milione e mezzo. Si tratta di professionisti, insegnanti e impiegati con un elevato grado di istruzione, non certo di un esercito di masochisti". "Non si conosce con esattezza il numero dei bambini vegetariani - prosegue il presidente dell’Avi - ma si stima che in Italia siano oramai diverse decine di migliaia, visto le crescenti richieste di pasti vegetariani che ci giungono da asili ed ospedali pediatrici". Dunque i fatti dicono che non è un problema per un bambino fare a meno della carne, anzi numerosi studi affermano che la dieta vegetariana può rappresentare un’ottima forma di prevenzione contro le più comuni malattie degenerative. Azione preventiva Secondo la Commissione per le cardiopatie degli Stati Uniti, una corretta dieta vegetariana è in grado di svolgere un’efficace azione preventiva contro i disturbi cardiaci come dimostrano gli ottimi risultati registrati presso l’Istituto di ricerca preventiva di Sausalito (San Francisco), dove i malati di coronariopatie e in generale i cardiopatici gravi vengono curati unicamente con una dieta a base di cereali, legumi, verdura e frutta; integrata, per l’apporto proteico, con latte scremato e albume d’uovo. Risultati positivi sono stati rilevati dalla Commissione per la nutrizione del Senato americano che ha esaminato recentemente lo stato di salute di un gruppo di avventisti, vegetariani da lunga data, evidenziando un’incidenza molto più bassa di cancro al colon, al retto, al seno e all’utero, rispetto alla media della popolazione statunitense. Ridurre il consumo di carne D’altra parte non è certo mistero che tra le otto modifiche alla dieta suggerite dal National Reserche Council (USA) per ridurre i rischi di cancro, al primo punto ritroviamo proprio l’invito a una drastica riduzione del consumo di carne e grassi animali. Perché i vegetariani rischiano meno il cancro? Secondo la rivista americana Nutrition and Cancer, la risposta deve essere ricercata nel più elevato contenuto di agenti protetti presenti nei prodotti vegetali, nel minor apporto calorico e nella maggiore attivazione del sistema immunitario. "Questo non vuol dire - aggiunge Riccardo Trespidi, responsabile del comitato medico-scientifico dell’Associazione vegetariana italiana ribatte - che chi segue una dieta vegetariana non possa commettere errori, come nel caso dei genitori milanesi assurti agli onori della cronaca. Qualsiasi dieta valida deve essere completa ed equilibrata, altrimenti si rischia la malnutrizione. Va poi fatta una netta distinzione tra la dieta latto-ovo-vegetariana che prevede il consumo di latte, uova e formaggi, e la vegetaliana che invece esclude qualsiasi prodotto animale". Dieta latto-ovo-vegetariana In realtà, la dieta latto-ovo-vegetariana, quando si fa largo consumo di uova e latticini, presenta gli stessi rischi di una dieta a base di carne, a causa dell’eccessiva introduzione di grassi saturi, responsabili di molte di quelle patologie tipiche del nostro tempo: ipertensione arteriosa, obesità, diabete, cancro, ecc. Quindi è molto improbabile che un individuo, adulto o bambino, che segue la dieta latto-ovo-vegetariana presenti qualche carenza alimentare. Diverso è il caso della dieta vegetaliana, che se non è praticata in maniera corretta, può causare carenze nutritive. Ecco perché, è consigliabile per i vegetaliani, integrare la dieta con vitamina B12: scarsamente presente nei vegetali. D’altra parte anche una dieta onnivora, seguita in maniera squilibrata, può determinare deficit nutrizionali di vitamina B6 e acido folico, sostanze che sono invece ampiamente presenti nella dieta vegetariana. Che fare? In ogni caso, sia che si segua una dieta latto-ovo-vegetariana, sia che si opti per la vegetaliana è fondamentale variare il più possibile il regime alimentare. "Ricorrendo all’immagine della Piramide Nutritiva - suggerisce Riccardo Tripodi - si può dire che la base della dieta dovrebbe essere costituita da cereali in tutte le varietà e forme, possibilmente integrali e di provenienza biologica. Nel secondo piano della piramide vegetariana troviamo frutta e verdura di stagione, ovviamente bio; al terzo piano i legumi, i semi oleosi e per chi lo desidera i derivati di prodotti animali (uova, formaggi, ecc.), che vanno consumati comunque sempre con moderazione. All’ultimo piano metterei l’olio extravergine d’oliva, i dolci e il sale. In tutto contornato da un regolare esercizio fisico e da attività all’aria aperta, utile per l’assunzione della vitamina D". I vantaggi per i bambini L’alimentazione vegetariana è dunque una dieta validissima anche per i più piccoli, soprattutto nei paesi più ricchi, dove un bambino su tre è obeso. A dimostrarlo sono numerosi studi medici italiani e stranieri. Oltre alla ricerca citata da Luciano Proietti (vedi il box sottostante Crescere senza carne), i riflessi della dieta vegetariana sullo stato di salute e sull’accrescimento dei bambini sono stati oggetto di una recente indagine promossa dal Comitato medico-scientifico dell’Associazione vegetariana italiana in collaborazione con la Cattedra di Pediatria dell’Università di Verona. Un gruppo di quindici bambini vegetariani (sin dallo svezzamento) di otto anni è stato confrontato con un gruppo di bambini, scelti a caso, ma della stessa età. I risultati sono stati più che sorprendenti. Bambini vegetariani hanno presentato un livello di assunzione di ferro superiore, anche se bisogna riconoscere che il ferro vegetale è meno assimilabile di quello presente negli alimenti di origine animale. Inoltre avevano valori di colesterolo, trigliceridi e glicemia notevolmente inferiori rispetto agli onnivori. E ancora, più muscolo e meno grassi. Infine, la ricerca ha evidenziato l’assenza di qualsiasi tipo di carenza nutritiva nel gruppo di bambini vegetariani. Perché allora tanto accanimento contro chi sceglie di non nutrirsi di carne? "La verità - spiega il nutrizionista Leonardo Pinelli, docente di Pediatria Preventiva e Sociale all’Università di Verona - è che l’attuale ordinamento didattico delle nostre università non assicura un’adeguata preparazione in materia di alimentazione. La conseguenza è che la maggior parte dei medici non conosce sufficientemente le problematiche legate alla dieta vegetariana. E come spesso accade, quando non si conosce bene una cosa, la si combatte". E non c’è niente di peggio - aggiungiamo noi - dell’arroganza che nasce dall’ignoranza. In realtà, se sono tanti i motivi per cui si decide di non mangiare carne, quello che accomuna vegan e vegetariani è la scelta di fondo. Una scelta di coerenza a favore dell’ambiente e contro ogni tipo di sofferenza umana e animale, perché non dimentichiamolo, per produrre un chilo di proteine animali, occorre una quantità di energia da 5 a 20 superiore a quella necessaria per ottenere un chilo di proteine vegetali. Consumare più energia vuol dire inquinare di più, incrementare l’effetto serra, depauperare le riserve di energia fossile presente nel pianeta. Inoltre a causa dell’elevata concentrazione di animali in spazi sempre più ristretti, gli allevamenti intensivi costituiscono una grave fonte di inquinamento e una delle principali cause di degrado ambientale e sociale per vaste zone del Terzo Mondo. Mangiare carne è anche uno spreco. Per produrre 1 kg di carne di manzo sono necessarie 16 kg di cereali e legumi. Se gli stessi fossero utilizzati direttamente per l’alimentazione umana, si potrebbe nutrire un numero di persone dieci volte maggiore! Infine, il consumo di carne contribuisce, seppure indirettamente, anche ad accentuare le sperequazioni economiche e sociali tra il Nord e il Sud del mondo, dove ancora mezzo miliardo di persone soffre la fame e decine di milioni di individui muoiono ogni anno di malnutrizione. 

31/12/2002

 

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