di Luciano Proietti (Medico
pediatra e nutrizionista)
La
frutta dovrà essere ben matura, di stagione, di produzione locale, cotta. La verdura, non necessaria nel primo anno di vita, polposa (zucca,
zucchina, carota, patata), cotta e passata. I cereali (riso, mais, miglio, grano, avena, segale) devono essere
precotti, raffinati (senza fibra o quasi): la fibra non solo non è necessaria
nel lattante, ma può creare problemi (arresto dell’accrescimento da ridotto
assorbimento di minerali e vitamine trattenuti dalle fibre ed eliminati con le
feci, e stitichezza paradossa da troppa fibra). I legumi, (piselli, lenticchie, ceci, azuki, tofu) buon alimento da
somministrare non prima dei 7-8 mesi, associato ai cereali nella proporzione di
cinque parti di cereali e una di legume, iniziando con 1 cucchiaino a giorni
alterni in un pasto in cui non vi siano altri cibi di origine animale. I formaggi: cibo non adatto al bambino nel primo anno di vita per la
eccessiva quantità di sale, proteine e grassi saturi. Non esistono formaggi
magri per definizione merceologica: solamente la ricotta vera è magra; infatti
non è considerata un formaggio.
La carne non è mai necessaria o indispensabile. Anche il pesce non
è necessario: è uno dei cibi più allergizzanti dopo il latte vaccino,
l’uovo e il grano.
Gli
errori più frequenti nei primi anni di vita sono:
eccesso
di cibo di origine animale (carne e formaggio in particolare)
uso
di latte vaccino invece del latte adattato nel caso in cui manchi il
latte materno
uso
di farine integrali o semiintegrali (rischio di malassorbimento e
stitichezza da eccesso di fibra)
uso
di biscotti e di zucchero (rischio di obesità e di diabete)
uso
di bevande a base di riso, soia, avena, mandorle in sostituzione del
latte materno o del latte adattato
Dopo
i primi due – tre anni di vita l’alimentazione del bambino diventa più
libera anche perché spesso coincide con l’ingresso alla scuola materna.
Questa maggior libertà alimentare coincide di solito con l’introduzione, in
dosi sempre più massicce, del cosiddetto “cibo spazzatura” o “cibo
televisivo” (cibo dannoso alla salute, che privilegia l’aspetto esteriore,
il colore e la palatabilità ed è ingannevolmente pubblicizzato in televisione
nei programmi dedicati ai bambini) concesso con scarso controllo da genitori ben
consapevoli della dannosità di tale cibo, ma assenti e quindi con sensi di
colpa tali da compensare tale assenza con regali spesso inutili, cibo
“affettivo” e televisione.
Proprio per equilibrare un'alimentazione famigliare spesso disattenta,
squilibrata e dannosa per la salute del bambino è di fondamentale importanza
che almeno nelle mense scolastiche ci siano cibi di coltivazione biologica
proposti in modo vario ed equilibrato. Ritengo che uno dei compiti più
importanti delle scuole dovrebbe essere l’educazione e l’istruzione
nutrizionale al fine di formare una popolazione adulta consapevole che la salute
fisica e mentale passa obbligatoriamente anche attraverso il cibo.