Alimentazione nell'età evolutiva
di Luciano Proietti (Medico pediatra e nutrizionista)
Uno
dei compiti della società contemporanea è quello di dare ai genitori,
attraverso l’informazione dei mezzi di comunicazione, gli strumenti per far
crescere i propri figli in salute fisica e mentale.
Per raggiungere questo obiettivo, uno dei fattori principali è sicuramente
l’alimentazione: se il cibo è scarso, il bambino crescerà poco; se il cibo
è troppo, il bambino crescerà troppo; se il cibo è inquinato, crescerà
inquinato; e in tutti e tre i casi si ammalerà.
Da molti anni si sta assistendo, in tutti i Paesi industrializzati, a un
significativo cambiamento della diffusione delle malattie: diminuisce la
mortalità causata dalle malattie infettive, mentre aumentano in termini
assoluti, le malattie di tipo cronico-degenerativo (malattie cardio-vascolari,
gastro-enteriche, renali,polmonari,tumori).
I motivi di questa trasformazione sono legati al cambiamento dei cosiddetti
“fattori di rischio” presenti nell’ambiente di vita e di
lavoro,(inquinamento ambientale;tempi, ritmi, modalità, spazi di lavoro), o
prodotti da particolari abitudini di vita (sedentarietà, abuso di droghe e di
alcool, alimentazione incongrua, iperstimolazione sensoriale).
Questi fattori di rischio agiscono in modo lento e subdolo provocando
modificazioni nel funzionamento degli organi del nostro organismo che a un certo
punto si ammala.
L’alimentazione scorretta, perché squilibrata, carente o eccessiva
nei suoi principi nutritivi, rappresenta sicuramente il più importante fattore
di rischio, in termini percentuali, per le malattie croniche, degenerative e
infettive.
È infatti ormai universalmente
riconosciuta la correlazione tra salute e alimentazione e la possibilità di
prevenire le patologie degenerative attraverso un’alimentazione equilibrata.
Negli ultimi quarant’anni i consumi e le abitudini alimentari degli italiani
sono profondamente cambiati, perché è cambiata la condizione socio-economica e
lo stile di vita del paese: dalla cucina della povertà e dell’indigenza che
aveva caratterizzato le generazioni dei secoli passati, si è giunti alla cucina
dell’abbondanza e dell’eccesso.
In 40 anni si è passati da un consumo giornaliero medio di 2400 calorie, a più
di 3000 calorie in massima parte assunte attraverso alimenti poco equilibrati:
zuccheri semplici, grassi e proteine animali.
L’organizzazione del lavoro e le aumentate esigenze di consumo hanno cambiato
le abitudini alimentari delle famiglie: si mangia spesso fuori casa, si è
ridotto il tempo della preparazione del cibo, si fa sempre più uso di prodotti
industriali prepararti e conservati, la cena prende il posto del pranzo come
momento alimentare principale, la colazione diventa ricca come un pasto
principale, la pubblicità sempre interessata al guadagno e mai alla salute del
consumatore,prende il sopravvento nelle scelte alimentari.
Numerosi studi epidemiologici hanno ormai chiaramente e inconfutabilmente messo
in evidenza che un’alimentazione incongrua, rappresenta la causa principale
delle malattie moderne.
In Italia sono emerse in modo chiaro le discrepanze esistenti fra i fabbisogni
di nutrienti e i livelli di sicurezza degli stessi, raccomandati dall’Istituto
Nazionale della Nutrizione e dall’O.M.S., e i reali consumi alimentari della
popolazione.
Gli errori più frequenti presenti nella nostra alimentazione sono i seguenti:
eccesso calorico: si mangia troppo;
eccesso di zuccheri semplici: si assume troppo zucchero attraverso bibite, dolciumi, merendine;
eccesso di grassi e proteine animali: si mangia troppo latte, formaggio, carne, uova;
carenza di fibra alimentare attraverso cereali integrali, legumi, verdure.
In questa situazione un momento fondamentale è sicuramente il primo anno di
vita che può condizionare la vita futura del bambino sia per quanto riguarda la
sua salute fisica che per il suo sviluppo psico-affettivo.
(Fonte: www.vegetariani.it)