di Luciano
Proietti (Medico pediatra e nutrizionista)
Quando
iniziare lo svezzamento? Nel
primo anno di vita sappiamo che il cibo più importante è il latte materno.
Il momento dello svezzamento è assolutamente individuale e va determinato
in base alle esigenze e alle caratteristiche del bambino.
Possiamo dire indicativamente che dovrebbe essere effettuato tra i 6 e i 12
mesi. Alcuni lattanti vorranno assaggiare e mettere in bocca di tutto e
mangiare nel piatto dei genitori, altri arriveranno all’anno sazi solo del
latte della mamma.
Per i più curiosi è meglio attendere i sei mesi per evitare rischi di
allergie o intolleranze più frequenti se si introducono cibi diversi dal
latte prima dei sei mesi: l’intestino non è ancora pronto, le sue difese
immunitarie non adeguate, gli enzimi insufficienti.
Come
iniziare? Abbiamo detto che il divezzamento
deve essere graduale e non dovrebbe avvenire prima dei sei / sette mesi. Una
regola da tenere presente è quella di scegliere un periodo in cui il
bambino stia bene, fisicamente e psicologicamente, lontano da elementi e
momenti che possano essere di disturbo: cambiamenti di ambiente,
vaccinazioni, ritorno della madre al lavoro.
È anche importante che il momento in cui si inizia lo svezzamento, la madre
sia tranquilla e disponibile ad affrontare i problemi che si presenteranno
con le pappe.
Che
cosa dare? Seguendo il principio che nel primo anno l’intestino del bambino è
adatto ad assumere per lo più latte, dobbiamo pensare che tutti gli altri
cibi dovranno essere elaborati perché possano essere ben digeriti e
adeguatamente assimilati.
Inoltre è estremamente importante che i prodotti usati nell’alimentazione
dei bambini-lattanti derivino da coltivazione biologica, esenti da sostanze
chimiche aggiunte.
Perché?
In primo luogo perché potremo sapere se una nuova sostanza introdotta
nell’organismo è innocua, solamente dopo molti decenni (esempi degli
ultimi 50 anni sono: gli ormoni nella carne, gli antibiotici nella carne e
le allergie e la resistenza batterica agli antibiotici, il riso raffinato e
il beri-beri, l’intolleranza al glutine e il grano moderno ibridato, le
allergie, la cosiddetta “mucca pazza”, i tumori da anilina, asbesto,
nicotina, nitrosamine; e potremmo proseguire a lungo);
- in secondo luogo perché i prodotti biologici sono qualitativamente
migliori (maggiore quantità vitaminica e minerale, minore percentuale di
acqua, migliore palatabilità);
- in terzo luogo perché alimentarsi con cibi biologici vuol dire
alimentarsi con cibi semplici, poco o niente elaborati, e questo ci ben
dispone a capire che mettere una “benzina pulita” nel nostro motore è
la premessa per mantenere una buona salute fisica e mentale e quindi porre
una delle basi fondamentali per vivere sereni e felici, che è lo scopo
della nostra vita.