Ho
preso in prestito il titolo del sito dal libro di Giuliano Scabia, Nane
Oca, Einaudi, 1992. Giuliano Scabia è un poeta, un uomo di teatro e
uno straordinario raccontatore di storie. È un uomo dai capelli candidi e
lo sguardo lucente, capace di portare il mondo con leggerezza sulla punta
delle sue dita. E io lo considero il mio maestro. Nonostante non sia
affatto vegetariano.
Nane Oca è un romanzo magnifico, e forse più di un romanzo, che mi sembra possa essere presentato solo con le parole del suo autore, dalla quarta di copertina: "Molte storie una volta uscivano furiose dai chicchiricchì dei galli o dai muggiti delle mucche stallate - ed è per questo che certi narratori da me incontrati camminando negli antichi boschi come la Pavante Foresta ne sapevano così tante, imparate dai gufi e dalle poiane, civette, bruchi, daini, tassi, merli, galline, cervi e quante altre bestie. Bisogna mettersi qualche volta distesi immobili con un orecchio all'aria e uno appoggiato alla terra per sentire bene gli inizi e afferrare i fili dei racconti. Nane Oca è una storia di cui ho preso i fili guardando l'acqua nel Fosso Scavo limpidocorrente, stando fermo ascoltante in qualche bar e osteria in Pava e ai Ronchi Palù, passando in bicicletta per via Melette sotto i ligustri, fermandomi in piazza dei Frutti davanti agli abbaini lucenti quando le amiche fate e l'Uomo Selvatico vengono a vedere come sta la notte. So adesso, dopo tanto camminare e ascoltare, che tutti i personaggi e non solo Giovanni (Oca) sono alla ricerca del momón - e so che alcuni (compreso tu, lettore) alla fine lo trovano. Ma a chi comincia la storia e preso dal suo tremito arriva fino in fondo chiedo per gentilezza di non rivelare i tre segreti di Nane Oca: chi è l'assassino di Bianca Birón, qual è la lingua del Magico Mondo, cos'è il vero momón". Francesca Gasparini 17 marzo 2003 |