“Sei punto zero e un passo avanti”    

 

 DI MARGHERITA MELARA

 SINOSSI           

 

Le persone uccidono. I motivi sono svariati si sa e mai validi. Quante volte si è sentito parlare di serial killer donne? Non molte. E di uomini? Abbastanza spesso.

Nel maggior numero dei casi il serial killer uccide le donne, le stesse che coltivano la vita di questi dentro se stesse, che hanno deciso di farli vivere. L’impossibilità di uccidere ancora non esiste se non nell’immaginario e nella volontà. Ci si evolverà fino a saper usare l’impossibilità di uccidere?

 

ESTERNO GIORNO

 

Nero. Inquadratura dall’alto: due bambine, una mora capelli lunghi, riga in mezzo e l’altra semplicemente bionda giocano, ognuna per suo conto, con delle macchinine di svariati colori. Sedute una davanti all’altra su un tappeto rosso porpora in un prato verde molto chiaro. All’inizio è silenzio, la camera s’alterna sui due visi concentrati sulle macchine.

La bimba bionda guardando a terra mentre guida l’automobilina dice: “esprimi un desiderio.”

Dagli occhi aperti la bimba mora li stringe e innocentemente dice: “vorrei vivere per sempre.” La camera ora è sulla bimba bionda che la guarda seria e un po’ inconsapevole, non capisce bene ma sa che quella frase cela qualcosa di triste.

Sul suo viso in questa condizione si chiude la sequenza tornando al nero.

 

ESTERNO NOTTE

 

Dissolvenza. Una giovane donna dai capelli molto lunghi e neri corre ripresa di spalle a mezzo busto.  Ansima ansiosamente per l’affanno ed un evidente timore misto a lamento.  Per un attimo la camera inquadra il suo primissimo piano. Silenzio. La camera si sposta sulla strada oscuramente spoglia e deserta, solo lampioni e macchine vuote e ferme.  Di nuovo l’ansimare e la figura intera della donna che si gira affannosamente e continuamente indietro a guardare.

Subito è ripresa di lato e la corsa si fa più veloce, molto di più, ancora di più. Le espressioni di dolore sul suo volto aumentano intensamente, inciampa ma non cade, il suono del respiro è più forte.  Si ferma per riprendere fiato ponendo le mani sulle ginocchia, la camera da laterale passa a ¾.  Guarda a terra, il viso con gli occhi impauriti in pp di ¾; da impaurito lo sguardo ora è terrorizzato, inizia il suo pianto come se avesse avuto davanti a sé l’immagine di qualcosa di orrendo.

Corre di nuovo in piano intero dopo poco l’immagine viene rallentata.

Il ritmo dell’immagine diventa normale. La donna ripresa da dietro a mezzo busto gira  un angolo a destra ed esce dal campo. La camera è ferma sul silenzio per qualche attimo. Il corto appare finito.