Città astronave

Se la città è un luogo dove un gruppo di uomini nasce, vive, muore; se la città è una madre che cura e protegge i suoi figli, li fornisce di tutto ciò di cui hanno bisogno e decide come essi devono essere felici; se la città è tutto questo indipendentemente dalle sue dimensioni fisiche e demografiche, allora anche l'astronave, che da secoli segue la rotta precisa verso il pianeta di una stella lontana migliaia di anni luce, è una città. L'astronave è una grande ruota rossa del diametro di 50 metri costituita: da un anello esterno con dimensioni radiali di 3 metri e dimensione assiale di 6, da un nucleo sferico centrale del diametro di 8 metri, e da un collegamento diametrale cilindrico, tra l'anello esterno ed il nucleo, del diametro di 2 metri.

Il nucleo centrale contiene il cervello elettronico che programmato alla partenza condurrà la nave alla sua lontana destinazione, gli organi propulsori e tutti gli impianti necessari alla vita della nave e dell'equipaggio. L'anello esterno è diviso in 160 cabine disposte in doppio ordine, cioè l'anello è spartito in 80 settori di due cabine sovrapposte ciascuno. In ogni cabina dorme uno dei 156 membri dell'equipaggio, nella cabina superiore un uomo, in quella inferiore una donna. Tutto l'insieme delle cabine scorre lentamente rispetto alla carenatura esterna in modo da completare un giro in 80 anni. I membri dell'equipaggio dormono senza interruzione dalla nascita alla morte chiusi nelle loro cabine ed avviluppati dai cavi e dai condotti che regolano la loro esistenza; i loro centri cerebrali sono collegati tramite elettrodi ad un `generatore di sogni'. Questo apparecchio si basa su un doppio nastro perforato su cui è registrato il sogno di due vite complementari; nel suo movimento ogni coppia di cabine percorre il nastro facendo recepire ai suoi abitanti il sogno nella sua continua evoluzione; tutti i passeggeri quindi vivono lo stesso sogno in tempi diversi. L'ottantesimo settore dell'anello perimetrale non è chiuso, due aperture larghe come la parete esterna della coppia di cabine danno nel vuoto cosmico. Questo settore è situato in corrispondenza dell'attacco di un'estremità del condotto diametrale all'anello. Quando la coppia di cabine nel suo lento movimento supera il settantanovesimo settore la parete esterna comincia a coincidere con l'apertura; non appena si determina una fessura l'aria sfuggendo da essa annulla la pressione della cabina ma prima ancora che per asfissia il passeggero muore per emorragia totale; non più compensati dalla pressione esterna tutti i vasi sanguigni si rompono, il sangue trasuda attraverso tutta l'epidermide e quasi subito gela. La fessura continua ad allargarsi e contemporaneamente i cavi ed i condotti che avevano tenuto in vita l'uomo, si staccano dal corpo che, libero, fluttua lentamente spinto dalla debole forza centrifuga fuori dell'apertura nello spazio esterno. Poi il lento movimento delle cabine determina il restringersi progressivo dell'apertura fino alla chiusura completa. È in questo momento che dalla parte opposta dell'anello, al settore 40, nel punto dove si attacca l'altra estremità del condotto diametrale, il sogno stimola i sessi di una coppia; due ovuli vengono fecondati da due spermatozoi sotto un controllo che impedisce ogni possibilità di errore. All'interno delle due cabine vuote si espandono due `uteri meccanici' che ricevono i due ovuli fecondati, quello maschile di sopra e quello femminile di sotto. Nove mesi dopo gli uteri si ritirano liberando i feti che nel loro sviluppo hanno già inglobato i terminali dei cavi e dei condotti vitali. Così generazione dopo generazione l'astronave procede verso la meta, segnando la propria strada con spoglie dall'aspetto di rubino, con il suo carico di dormienti dai sogni felici fino alla Nuova Terra dove i risvegliati fonderanno una nuova Babilonia ed una nuova Gerusalemme, una nuova Atene ed una nuova Roma, una nuova Mosca ed una nuova New York ed anche naturalmente una nuova Berlino, una nuova Saigon, una nuova Città del Capo. E saranno felici.

 

 

Superstudio, le dodici città ideali, 1971