Città nastro a produzione continua

La città cammina; si snoda come un maestoso serpente attraverso territori sempre diversi portando a spasso i suoi otto milioni di persone tra pianure valli e colline, dai monti alle rive dei mari, generazione dopo generazione. La testa della città è la Grande Fabbrica larga 6 chilometri e 440 metri, come la città che in continuazione produce, spessa 400 metri ed alta al centro 91 metri. La Grande Fabbrica sfrutta il terreno ed il sottosuolo su cui si muove e da esso ricava meravigliosamente tutto quanto occorre alla costruzione della città; la Grande Fabbrica divora brandelli di inutile natura e minerali informi dal suo fronte anteriore ed emette sezioni di città completamente formata e pronta per essere usata dal suo fronte posteriore. La Grande Fabbrica si muove in avanti ad una velocità di 37 cm/h. L'urbanistica della città è caratterizzata da una scacchiera di strade perpendicolari e parallele alla Grande Fabbrica; le strade separano isolati quadrati di 239 metri di lato e sono larghe 27 metri. Le strade perpendicolari sono numerate progressivamente a partire dall'asse centrale della città aggiungendo al numero la sigla D od S a seconda che si trovino a destra od a sinistra dell'asse guardando la Grande Fabbrica; le strade parallele invece sono denominate con il nome del mese e dell'anno della loro produzione; infatti la Grande Fabbrica produce una serie di isolati (compresi i segmenti di strade perpendicolari interposti tra essi) in 27 giorni e la strada parallela ad essi adiacente in 3 giorni; dato che la produzione della strada è automatizzata completamente, in questi tre giorni la Grande Fabbrica è chiusa. Questo intervallo festivo nell'incessante operosità della città è detto month end o familiarmente street holiday.

La principale aspirazione di ogni cittadino è di trasferirsi sempre più spesso in una casa nuova perché le case prodotte vengono continuamente rinnovate e dotate delle sempre più perfezionate comodità che il Consiglio di Amministrazione della città inventa per la gioia dei cittadini. Pensate che i maggiorenti della città, le Grandi Famiglie, cui i guadagni lo permettono, si trasferiscono mensilmente nelle case appena costruite seguendo il ritmo di produzione della Grande Fabbrica. Gli altri cittadini cercano di fare il possibile e solo i più svogliati e pigri aspettano il quarto anno per cambiare casa. Fortunatamente infatti non è possibile abitare una casa per oltre quattro anni dalla sua costruzione; dopo questo periodo infatti gli oggetti, gli accessori e le stesse strutture degli edifici si disgregano, diventano inutilizzabili e presto sopravvengono i crolli. Solo i rifiuti della società, individui folli o tarati, osano ancora vagare tra le rovine, i detriti e le immondezze che la città si lascia dietro contendendole ai topi ed agli altri parassiti. È proprio per evitare che i cittadini si riducano in tali deplorevoli condizioni che fino dalla più tenera età viene loro inculcato il concetto che la più grande aspirazione di ognuno deve essere sempre una nuova casa è per questo che anche i giornali la TV e tutti gli altri mezzi di comunicazione reclamizzano continuamente le meravigliose novità delle nuove case, le innovazioni tecniche, le inedite comodità. Cosa c'è di più bello e rassicurante dello spettacolo delle famiglie che giornalmente risalgono le strade perpendicolari sui pulmini gialli, messi a disposizione dal Consiglio di Amministrazione, in direzione della Grande Fabbrica, verso le loro nuove case? Cosa c'è di più stimolante della continua gara tra tutti i cittadini per abitare nelle parallele con data più recente? Quale giorno è più felice di quello del trasferimento alla nuova casa quando il vostro Direttore vi concede un giorno di permesso straordinario e vi fa le sue congratulazioni? Quale ora è più bella di quella in cui entrate nella nuova casa e scoprite le vostre nuove cose, le nuove attrezzature, i nuovi vestiti e tutto quanto è stato preparato per voi dalla Grande Fabbrica? Ammirate la citta dall'alto, con la sua grande testa nera impennacchiata dal fumo di migliaia di ciminiere, con il suo corpo ordinato lungo otto miglia con al centro la cresta grandiosa dei suoi grattacieli fiancheggiati dai grandi edifici popolari e con le distese di ville con giardino verso i bordi; con il suo interminabile strascico di detriti che testimoniano il cammino percorso. Guardate la città perfetta che, autonoma in tutti i propri bisogni, produce nelle sue Piccole Fabbriche, più di qualsiasi altra città, prodotti da esportare. Guardate le lunghe teorie di automezzi che arrivano ad essa vuoti e ne ripartono carichi per la maggior prosperità del nostro grande Paese e per le sempre migliori fortune dei nostri beneamati azionisti.

 

 

Superstudio, le dodici città ideali, 1971