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L'opera di restauro

 

Quando Jhon Temple Leader si invaghì della rocca di Vincigliata e decise di acquistarla il 5 Marzo 1855, non rimaneva dell'antica fortezza che un diruto mastio, le cui mura cadenti assalite da edera e pruni servivano da riparo a pastori e greggi.

La cinta muraria sarebbe risorta e così il mastio e le alte torri, i beccatelli e i piombatoi; ma dietro alla ricostruzione c'era anche un sogno, una visione romantica della storia e del passato, una necessità di evocare più che descrivere. Nel 1857, momento in cui affidava i lavori all'architetto Giuseppe Fancelli, il sig.Leader non escludeva di integrare ecletticamente la "fedele ricostruzione" con il nuovo dei monumenti storici della città. Restauro filologico e insieme creativo,"parente" delle rivisitazioni medioevali di tanti castelli francesi restaurati sotto Napoleone III dall'architetto Viollet-le-Duc. L'architetto Fancelli iniziò a studiare, insieme al suo mecenate, i resti delle antiche mura della rocca, le tracce delle fondamenta e viaggiò nella campagna toscana disegnando antichi castelli e palazzi comunali. Nonostante l'improvvisa morte dell'architetto (1867) l'opera di restauro e arredo venne portata a termine dal "direttore" Leader e dalla sua valente squadra di scalpellini, scultori e pittori.

 

 

 

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